leningrad cowboys go america regia di Aki Kaurismaki Finlandia 1989
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leningrad cowboys go america (1989)

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locandina del film LENINGRAD COWBOYS GO AMERICA

Titolo Originale: LENINGRAD COWBOYS GO AMERICA

RegiaAki Kaurismaki

InterpretiMatti Pellonpaa, Nicky Tesco, Jim Jarmusch, Sakke Jarvenpaa

Durata: h 1.39
NazionalitàFinlandia 1989
Generecommedia
Al cinema nel Novembre 1989

•  Altri film di Aki Kaurismaki

Trama del film Leningrad cowboys go america

Un gruppo rockabilly chiamato Leningrad Cowboys decide di tentare la fortuna in America. In mano a un inaffidabile agente, i ragazzi giungono fino in Messico e arrivano al successo.

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Voto Visitatori:   7,65 / 10 (36 voti)7,65Grafico
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Voti e commenti su Leningrad cowboys go america, 36 opinioni inserite

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stratoZ  @  14/06/2024 12:54:11
   7½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Kaurismaki era in un periodo di forma smagliante e qui si conferma ancora con questa piccola perla, "Leningrad Cowboys go America" è uno splendido e atipico road movie, che racconta il viaggio in terra Americana di questo gruppo musicale, inizialmente folk, alla ricerca di un successo e una rivalsa artistica, cosa dichiarata impossibile in madre patria, così allora questa banda di personaggioni si mette in viaggio, capitanata da Vladimir, il loro manager, che poi sarebbe l'infamone del film, che si mette a sgraffignare il budget a disposizione, mangia di nascosto e lascia poco alla band e via dicendo.

Il film propone una struttura quasi episodica, con questo gruppo di strampalati musicisti caratterizzati da strane scarpe a punta e dei capelli con un ciuffo che farebbe invidia ai personaggi di Dragon Ball, li si vede viaggiare per l'America fino ad arrivare in messico mentre succedono le cose più strane, come un loro membro della band, apparentemente morto, in realtà solo congelato, che si portano dietro comunque in questa bara piena di ghiaccio in cui ci tengono anche le birre al fresco, a cui fanno anche una specie di funerale e vengono messi alcuni giorni in gabbia dalle forze dell'ordine americane, in una sequenza carinissima in cui iniziano a suonare anche in carcere con gli strumenti a disposizione, tutti oggetti di uso comune, nel frattempo Kaurismaki intervalla tutto con degli splendidi momenti musicali, in cui la band si esibisce nei vari locali lungo l'America, spesso posti di provincia un po' degradati dove però mostrano tutto il loro groove e regalano alcune cover di classici americani niente male, oppure ancora, l'incontro col cugino di uno dei membri della band che non vedeva fin da piccolo perché era caduto in mare in Finlandia e la corrente del golfo l'aveva spinto fino in America dove era stato pescato dalla famiglia adottiva, che poi tra l'altro diventerà il cantante della band, insomma è tutto un viaggio nel grottesco e nel demenziale con questi simpatici personaggi a bordo di questa cadillac scassata e piena di lattine di birra in cui ci entreranno nel doppio della portata concepita, il tutto condito da una agrodolce speranza dettata dalla voglia di rivalsa e dalla ricerca del successo, col mito del rock and roll che diventa preponderante e spinge i musicisti a modificare il proprio stile per andare incontro alle esigenze del pubblico, pur rimanendo ancora fedeli alle radici, nello stile drammatico e autoironico che ha fatto la fortuna del regista, molto carino.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  01/07/2019 18:44:20
   8 / 10
Pellicola grottesca, strampalata e divertente (caratteristica anomala nella filmografia del regista finlandese), seppur non priva di una certa malinconia. Impossibile non tifare per il successo di questi scalcinati Leningrad Cowboys portati sullo schermo da Kaurismaki (il gruppo tra l'altro esiste realmente).
Come al solito il regista sui affida più alle espressioni e alle gag che ai dialoghi, anche qui ridotti all'osso. Eppure il risultato finale è perfettamente riuscito e "Leningrad Cowboys" riesce a strappare tanti sorrisi come forse nessun altro film di Kaurismaki. Bravissimo come sempre il compianto Matti Pellonpaa, uno dei feticci di AK.
Per quanto assurda sia la storia, non si può non innamorarsi di questa sorta di road-movie musicale in stile scandinavo.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  08/09/2015 12:59:52
   6½ / 10
In "Leningrad Cowboys go America" il regista finlandese Aki Kaurismaki unisce le sue due grandi passioni, ovvero il cinema e il rock'n'roll, e lo fa mediante una pellicola dai toni grotteschi e surreali, già ben evidenziati dall'abbigliamento della band che dalla tundra del nord Europa giunge in America affamata di successo.
E' un Kaurimsaki leggero, in apparenza meno impegnato del solito, ma pungente nel beffeggiare il grande sogno americano attraverso una narrazione asciutta, fatta di brevi capitoli in cui i nostri da New York finiscono a suonare in Messico.
On the road nella provincia americana lontana dalle luci della ribalta ma vicini a uomini di diversa estrazione sociale e razza, posti sperduti e bettole d'ogni genere fanno da sfondo alla formazione dei musicisti che legati a musiche folkloristiche del loro paese natio imparano a destreggiarsi tra rock, blues e country, tutto per sbarcare il lunario e mettere qualcosa sotto ai denti.
Un viaggio quindi nell'America più marginale e all'interno della musica stessa, guidati da un gruppo (realmente esistente e portato alla ribalta proprio da questo film) il cui sogno sarà ridimensionato tra accenni malinconici e trovate al limite del demenziale.
Ancora una volta quello di Kaurismaki è un cinema di losers col sorriso: una sconfitta accettabile accomuna i protagonisti che pur guidati da un impresario avido e fanfarone si faranno bastare un barlume di felicità al posto di soldi a palate e stadi pieni.
Cameo di Jim Jarmusch nei panni del venditore d'auto.

Goldust  @  08/08/2014 14:56:39
   6 / 10
Pochi dialoghi, spesso non-sense, ed un gusto nel raccontare un tipo di America defilata e polverosa che qua e là sfocia nel geniale; un road movie sgangherato e fracassone dove però le gag sono fin troppo elementari se non addirittura prevedibili, ed il ritmo compassato. E' un film che ha tutti i crismi per essere amato alla follia oppure detestato, talmente è borderline: io sto nel mezzo.

Invia una mail all'autore del commento INAMOTO89  @  19/12/2013 01:20:42
   6½ / 10
Simpatico nella sua bizzarria, ma non mi ha fatto impazzire, ho preferito altri lavori del maestro finlandese.

guidox  @  13/11/2012 23:49:55
   5 / 10
pur amando Kaurismaki, non posso non riconoscere che questo film è mooolto al di sotto dell'alto standard per il quale il regista è conosciuto.
l'idea di fondo è piuttosto buona, ma sinceramente non c'è molto altro.
noiosetto, ripetitivo, qualche picco qua e là in un mare piuttosto piatto.
a mio avviso iniziare a conoscere il regista da qui è sconsigliabile, si rischia di pensare tutt'altro sulla sua opera, che invece merita di essere scoperta, a differenza di questo film, davvero evitabile.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  15/07/2012 12:32:19
   6½ / 10
Questo film rappresenta secondo me una cesura nel cinema di Aki Kaurismaki, almeno io l'ho visto molto diverso dai film precedenti (anche se non ho visto "Calamari Union"). Con "Leningrad Cowboys" Kaurismaki ha deciso di mettere in risalto più l'aspetto estetico che l'aspetto etico della sua arte.
Fino ad allora Kaurismaki aveva usato uno stile ben definito, caratteristico, molto efficace per illustrare le sue storie di solitudine, incomunicabilità, annullamento esistenziale, estraneità nel e del mondo, disperazione, speranza di fuga. Le immagini fatte di ambienti anonimi, degradati, la staticità e l'immobilismo delle scene, l'inespressività rassegnata, il succedersi sincopato e non drammatico degli "eventi", la sola musica a esprimere lo stato d'animo interiore dei personaggi, erano dei sei semplici mezzi per illustrare storie profonde, significative, a volte anche commoventi (come in "Ariel", secondo me il film più bello visto fino ad ora di Kaurismaki).
Il regista finlandese però finisce anche lui per cadere vittima della tirannia del gusto. In altre parole nella percezione comune di un'opera d'arte nella nostra epoca, l'aspetto esteriore e formale prende il sopravvento e diventa sostanza stessa dell'opera artistica. L'arte di Kaurismaki ha finito per essere immediatamente riconoscibile, assumere identità per come si presenta, piuttosto che per il suo significato. E' l'omologazione al sistema del consumo, al circo dell'intrattenimento sempre nuovo, diverso e originale, a cui tutte le correnti d'arte di rottura sembrano inevitabilmente cedere. Gli artisti stessi alla fine, lusingati dal riconoscimento, aderiscono a questa idea di creazione artistica.
E' così anche Kaurismaki sceglie di fare un film decisamente leggero (come contenuto) e che ammicca a tutte le forme e le stranezze per le quali era diventato conosciuto. Non solo, si prende il gusto di fare riferimento alle forme canoniche ed iconiche del materiale culturale medio, cioè la cinefilia postmoderna (si allude volutamente ai road movies americani tipo Easy Rider e ai film sgangherati, ironici e grotteschi dei Blues Brothers).
In maniera insolita questo film si apre alla bellezza e al fascino dei paesaggi (lui che invece aveva sempre filmato luoghi e ambienti banali e degradati, riservando la "bellezza" a rari momenti pieni di pathos). Anche i mutismi, le recitazioni minimaliste sono usate come "bellezza" e divertimento, magari strano e originale. La narrazione sincopata "aiuta" il film a concentrarsi nel suo intrattenere in maniera grottesca e assurda, lasciando da parte i risvolti esistenziali e sociali. Le stranezze sono tanti "blasoni" e simboli nel contrassegnare la supremazia e il valore del gusto e della forma originale ed eccentrica al di sopra di tutto il resto.
Cosa resta? La musica. Certo qui non ha la funzione sentimentale (così bella e profonda) che aveva nei film precedenti, però è interessante lo stesso. C'è però una piccola scena, quella del barbiere che canta con il banjo la sua solitudine, ecco quella è l'unica scena di valore del film (che potrebbe stare benissimo in "A Straight Story" di Lynch).
Per il resto è un film carino, abbastanza divertente. Tutto qui.

C.Spaulding  @  07/06/2012 04:29:29
   4 / 10
A me non è piaciuto. La regia fa schifo e la storia è noiosissima.Diciamo poi che non è il mio tipo di comicità...ne concludiamo che in questo film non mi è piaciuto niente...una serie di sketch comici senza senso. Per me da evitare !!

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  20/02/2012 23:34:06
   4½ / 10
Un film veramente noiosissimo, dove si spera che prima o poi accada qualcosa di rilevante, ma non è così. Ci sono tante gag e battute che a volte fanno sorridere ma di ridere veramente non se ne parla proprio. Sembra davvero scritto da un gruppo di amici ubriachi che avevano voglia di girare un film. Al massimo può essere simpatico (ma a me non lo è stato).

Larry Filmaiolo  @  08/01/2012 11:47:29
   7 / 10
Non è nemmeno un vero e proprio film e non ha nemmeno un vero e proprio senso. Ma è godibile per la simpatia dei protagonisti, in particolare quello nella bara. Magnifica la cover di Born to Be Wild.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento agentediviaggi  @  05/01/2012 22:45:55
   7 / 10
Una versione finlandese dei Blues Brothers, solo che qui i Brothers sono una decina. Questo è sicuramente il più ironico e spensierato film di Kaurismaki, privo delle problematiche di solitudine e alienazione delle sue precedenti pellicole, volto piuttosto a mostrare una comicità fatta di sguardi e costumi bizzarri.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  05/12/2011 00:11:21
   8½ / 10
Ironico e divertente. Non puoi rimanere indifferente al look bizzarro dei Leningrad Cowboys, si ride di loro e con loro in questo strampalato viaggio alla ricerca del successo in America. Dialoghi scarni per meglio favorire una comicità fatta di immagini e sguardi tipica del cinema muto.
Malinconico e amaro. Perchè il grande sogno americano si rivela meno grande di quello che è. Le tue origini musicali si perdono e ci si deve adeguare alla realtà per sopravvivere (comunque stupenda la cover di Born to be wild). E' una miscela particolare che Kaurismaki gestisce con maestria, senza banalità, il vero punto di forza del film.

The BluBus  @  05/09/2011 00:34:47
   8 / 10
originalissimo, merita!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/05/2011 20:49:21
   8½ / 10
Dalla Finlandia agli Usa e poi dritti in Messico.
Il percorso dei Leningrad Cowboys parte dalla fredda madrepatria che sta stretta a questo gruppo musicale eccentrico e stravagante; di conseguenza vogliono tentare la fortuna negli Stati Uniti insieme al loro manager,personaggio taccagno e autoritario (che si frega di nascosto cibo e birra dopo averli messi tutti a stecchetto per mancanza di fondi). Partono quindi con la loro musica piena di allegria e ritmo,le capigliature a ciuffo,le scarpe a punta e i vestiti stravaganti; c'è un problema però: il loro bassista viene trovato completamente congelato prima di partie. Problema risolto: lo portano con loro in una bara di legno,poi all'occorrenza anche frigobar per le birre. E,infine,a seguirli ci pensa il reietto Ivan che non può unirsi al gruppo a causa della calvize incipiente che non gli permette di avere quel meraviglioso ciuffo ribelle sintomatico a tutti i membri della banda.

Trama e storia assurda se di trama si può parlare poché Kaurismaki stende un canovaccio di cui conosce solo inizio e fine,il resto è tutto improvvisato. E le gag,di una comicità grottesca e gioiosa e sempre visiva,sono fantastiche.
I Leningrad Cowboys attraversano gli Stati Uniti cambiando stile musicale a seconda della zona,contaminando con la loro musica quella americana e diventando via via più rock ma sempre rimanendo sé stessi. Particolare anche il finale dolceamaro per un cinema che non si prende mai sul serio ma riesce anche a dire più cose di quel che sembra.

Una pellicola che si potrebbe riguardare migliaia di volte senza annoiarsi grazie al talento visivo del regista e a quello musicale della band.
Questo è davvero il Blues Brothers europeo e come tale meriterebbe di essere ancora più conosciuto.

TheLegend  @  05/11/2010 16:00:22
   6½ / 10
Carino sicuramente ma non mi ha convinto pienamente.
é il primo film che vedo di questo regista ma penso di vederne altri prossimamente.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  17/10/2010 21:10:16
   9½ / 10
Uno stile leggero, soffice, in contrasto con costumi e scenografie al limite del pacchiano e ben oltre, un tripudio di musica ma al tempo stesso l'impostazione del cinema muto, con le sue vignette a contrappunti.
Passano in punta di piedi attraverso ogni genere e ogni stato, in un desolato sogno americano che approda nel non più vergine, ma ancora giovane Messico. Passano tra l'ironia a volte assurda a volte esplicita di un regista che non vuole mettere in scena semplicemente un road movie, bensì un viaggio, un passaggio tra due realtà ... in cui comunque gli ultimi si ritrovano a mangiar le cipolle.

tati83  @  17/06/2010 00:05:10
   7½ / 10
semplice! surreale! sicuramente da vedere!

topsecret  @  19/08/2009 19:52:02
   6½ / 10
La comicità grottesca di questo film è lasciata più alle immagini che ai dialoghi, davvero scarni, ma rendono comunque un buon impatto simpatico.
Il ritmo non è il massimo, specialmente nella parte iniziale, ma prende velocità man mano che i protagonisti macinano strada. E tra un cambio di orientamento musicale e uno di macchina, la comicità stile "cinema polacco" (alla Zelig) prende corpo e risulta abbastanza efficace.
Un film che suscita ilarita e che allieta anche e soprattutto con della buona musica ma che, come tutte le cose, può non piacere a tutti.

sweetyy  @  07/07/2009 21:13:00
   6 / 10
Niente di che, un film simpatico ma niente di più. Originale ma piatto.

Dan of the KOB  @  11/03/2009 18:18:33
   6½ / 10
Originale commedia di Kaurismaki, che non fa mai ridere a crepapelle ma spesso sorridere!
Non è l’humour che preferisco, ma le acconciature e le scarpe del gruppo sono fantastiche!

Jumpy  @  05/01/2009 14:16:54
   8½ / 10
Un film insolito, surreale, comico, a tratti amaramente ironico...

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Grandi musiche, imperdibile.

frane  @  01/01/2009 17:20:19
   9½ / 10
imperdibilele, semplice e geniale. da vedere e rivedere. perfetto

Gruppo COLLABORATORI gerardo  @  25/11/2008 21:17:46
   10 / 10
Strepitoso!
Sul finire degli anni '80, al tramonto di un'era e di un impero, di un sogno, quello sovietico e comunista, una band che viene dalle campagne russe tenta la fortuna in America, inseguendo miti e modelli (musical-culturali) ormai superati da decenni. Il ciuffo rockabilly e gli stivali a punta sono il loro passaporto, o forse il loro grimaldello per sfondare negli USA. Guidati da un agente tanto perfido quanto stupido i musicisti della band scopriranno che il nuovo sogno, quello americano, non è poi così raggiungibile e radioso come lo si dipinge. Faranno prove di rivoluzione, ma la restaurazione è sempre in agguato, fosse anche per mano di un sempliciotto. E la democrazia non è un paradiso.
Strutturato come un road movie attraverso l'America della provincia, il film di Kaurismaki sa far ridere della tristezza. Come in ogni suo lavoro, i personaggi, bellissimi per quanto umanamente tristi, sono stoici, mai domi e di assoluta leggerezza nonostante le avversità in cui si trovano. Leningrad Cowboys è un film che, sottilmente, urla il proprio disappunto per la fine di quel sogno socialista, sconfitto da un sogno falso e pericoloso che inneggia alla libertà, ma che sa soltanto mostrare il suo lato oscuro di sfruttamento, miseria e sprezzante presunzione. La scena splendida del "Club Zivago" è l'anima dell'intero film, quella più espressamente politica e ideologica: la canzone country che i Leningrad Cowboys intonano, con tanto di giacca rossa e falce e martello, nel locale sull'orlo del fallimento, in piena provincia americana, è al contempo una chicca di comicità e di ribaltamento ironico di un mito profondamente americano (il country e i valori che sono alla sua base) e il segno di una diversità culturale e morale irrimediabile.
Il ciuffo rockabilly sembra non funzionare (più?) negli USA di fine anni '80, ma forse un po' più a sud, in quel Messico più semplice e arretrato c'è ancora la possibilità di trovare comprensione e apprezzamento.
Piccolo, ma splendido film.

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Ultima risposta 06/12/2008 11.57.27
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tabularasa  @  21/11/2008 20:33:16
   6½ / 10
la versione alternative dei blues brothers,sebbene il loro film rimanga un tantino sopra a questo.il quale tuttavia rimane divertente con carini nonsense.un modo leggero per passare una serata.

donfabios  @  04/10/2008 16:55:11
   7½ / 10
strappa qualche sorriso e fa riflettere molto.

Sabata  @  18/08/2008 18:02:48
   8 / 10
Umorismo surreale per un road-movie delicato e minimalista. Dialoghi ridotti all'essenziale. Un film che rimane.

sonhador  @  20/10/2007 21:44:04
   8½ / 10
divertente e riflessivo..un bel film tristemente comico

Beefheart  @  11/07/2007 17:05:30
   9 / 10
Divertentissimo road-movie musicale e grottesco, pregno di ironia nord-europea ma ambientato negli States. La storia è quella dei Leningrad Cowboys, "il peggiore" gruppo folk scandinavo, che va in America in cerca di successo. Dal momento che, prima di partire, il bassista rimane congelato per aver trascorso la notte all'aperto a fare le prove, la band se lo porta in viaggio all'interno di una raffazzonatissima bara di legno grezzo. Questa è solamente una delle innumerevoli bizzarrie che trovano spazio in questo delirante film di Kaurismaki, al solito, splendidamente minimalista e di grande impatto visivo. Non da meno è il look dei musicanti, in un improbabile stile rockkabilly con enormi ciuffi di 40 centimetri, laccati e appuntiti in avanti, occhiali da sole neri, pellicce di alce e tremende scarpe appuntite e lunghe quanto i ciuffi di cui sopra. Per tutta la durata del film ci si trova ad accompagnare, abbastanza increduli, i dieci membri della band (9 musicisti ed 1 manager) lungo il tragitto da New York al Messico, passando attraverso quegli scenari periferici e, solitamente ignorati, che dell'America conosciuta hanno poco, o nulla, ma che di quella vera ne sono lo specchio. Lungo la strada hanno a che fare anche con Jim Jarmusch, nei panni di un meccanico, che vende loro un'automobile per proseguire il cammino. Il lungo viaggio è scandito da tappe regolari, in occasione delle quali i nostri si cimentano in varie performance musicali nei generi di volta in volta più confacenti al pubblico presente; è così che la colonna sonora diviene un efficace pout-purri di folk finlandese, rock, country, blues.. Per il resto non c'è molto da dire; non ci sono molti dialoghi e quelli che ci sono sono di una linearità ed una semplicità disarmante. La forza delle immagini e lo scorrere degli sfondi invece sono il punto di forza di un film che, senza affanni, lascia ai silenzi ed al naturale assestamento delle cose il compito di risolvere le questioni e che, più che interpretato, va guardato. Eccezionale la sequenza in cui il manager Vladimir si occupa di acquistare del cibo per tutti e si presenta con un sacchetto di cipolle, che i suoi compagni accettano senza commentare e si spartiscono e consumano, crude, seduti in fila, in silenzio, lungo il marciapiede, sul retro di un anonimo supermarket. In sostanza si tratta di un'ispirata riproposizione del logoro soggetto della rock-band che viaggia coast-to-coast lungo le highway, sviluppato in una sceneggiatura molto scarna, senza pretese ma con genuina visionarietà. Micidiali i personaggi ed ottima l'interpretazione di Matti Pellonpaa nella parte di Vladimir il manager. Assolutamente consigliato.

Tom24  @  07/06/2007 23:12:32
   8½ / 10
Geniali questi personaggi di Kaurismaki, che produce un lavoro assolutamente godibile e divertente, e con grande classe.
Pochi e scarni i dialoghi, ma bene così, oltre a dare più spazio alla musica rendono il tutto più azzeccato.
Ce n'è è bisogno di film del genere...

So che esiste anche un seguito, "Leningrad Cowboys Meet Moses", ma ho sentito pareri contrastanti al riguardo...

lukanoir  @  13/03/2007 18:52:35
   8½ / 10
Surrealmente fantstico, il meglio dell'ironia di Kaurismaki

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  15/02/2007 21:46:20
   8½ / 10
ottimo film di Aki Kaurismaki, che inventa una improbabile scalata al successo di un gruppo di musica folk, che dalle lande desolate russe si trasferiscono in un nuovo mondo, l'america, diverse sequenze sono paradossalmente comiche e quasi grottesche rendono il film un gioiellino!

molto bello anche il finale

ps. i leningrad cowboys esisto veramente, anche da noi si sono fatti conoscere con una cover utilizzata in uno spot ;)

Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  08/02/2007 23:47:28
   10 / 10
Un capolavoro. Un capolavoro del cinema di Kaurismaki. L'odissea di questo gruppo rock della steppa in viaggio per l'America è uno dei più divertenti e folli che si siano mai visti. Condito da tocchi di ironia surreale mai fini a se stessi e da pezzi rock'n roll sempre piacevoli, il film scorre via che è una bellezza. Bello vedere poi come riescono a cambiare stile musicale a seconda dei vari stati americani in cui si fermano per suonare, blues in Lousiana, Born to be wild in Texas e così via . Leningrad cowboys go America è il Blues Brothers europeo.

c'è anche Jim Jarmush, il più indipendente tra gli indipendenti, nelle vesti di un meccanico venditore d'auto.

apecar_suicide  @  30/01/2007 09:55:21
   8 / 10
road movie grottesco e stralunato , si fa apprezzare per la genialità delle sue gag e la comicità surreale che stanno a rappresentare una feroce satira dell'ormai vetusto(?) mito americano

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  05/03/2006 20:31:09
   9½ / 10
Deliziosa commedia on the road musicale del grandissimo regista Kaurismaki, Potrebbe essere definito come una sorta di Blues Brothers alla finlandese... ma il film è molto molto di più

ilcattivo  @  23/11/2005 12:37:25
   9 / 10
Semplice e geniale.
Il viaggio fatto rock'n'roll.
L'ironia dei 30 gradi sotto zero.
Il gruppo musicale meno nutrito (di cibo) del mondo e con la messa in piega più mitica.
Può essere tranquillamente visto in lingua originale anche da chi non sa una parola d'inglese (si parla meno che in un film di Anghelopulos).
Amanti dei film d'azione astenersi.

benzo24  @  23/05/2005 19:42:03
   10 / 10
Grande Kaurismaky, geniale, ironico e tristissimo alo stesso tempo. Un film che rimane sospeso nel tempo, senza tempo, eterno, infinito. Il miracolo del rock'n'roll, fonte di libertà e metafora della vita, la vita che si risveglia. grande, grandissimo kaurismaky.

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Ultima risposta 18/10/2010 13.59.21
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Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

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ANYWHERE ANYTIME
Locandina del film ANYWHERE ANYTIME Regia: Milad Tangshir
Interpreti: Ibrahima Sambou, Moussa Dicko Diango, Success Edemakhiota
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

HIT MAN - KILLER PER CASO
Locandina del film HIT MAN - KILLER PER CASO Regia: Richard Linklater
Interpreti: Glen Powell, Adria Arjona, Austin Amelio, Retta, Sanjay Rao, Molly Bernard, Evan Holtzman, Gralen Bryant Banks, Mike Markoff, Bryant Carroll, Enrique Bush, Bri Myles, Kate Adair, Martin Bats Bradford, Morgana Shaw, Ritchie Montgomery, Richard Robichaux, Jo-Ann Robinson, Jonas Lerway, Kim Baptiste, Sara Osi Scott, Anthony Michael Frederick, Duffy Austin, Jordan Joseph, Garrison Allen, Beth Bartley, Jordan Salloum, John Raley, Tre Styles, Donna DuPlantier, Michele Jang, Stephanie Hong
Genere: azione

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


LA ZONA D'INTERESSE
Locandina del film LA ZONA D'INTERESSE Regia: Jonathan Glazer
Interpreti: Christian Friedel, Sandra Hüller, Medusa Knopf, Daniel Holzberg, Ralph Herforth, Maximilian Beck, Sascha Maaz, Wolfgang Lampl, Johann Karthaus, Freya Kreutzkam, Lilli Falk, Nele Ahrensmeier, Stephanie Petrowitz, Marie Rosa Tietjen, Ralf Zillmann, Imogen Kogge, Zuzanna Kobiela, Julia Polaczek, Luis Noah Witte, Christopher Manavi, Kalman Wilson, Martyna Poznanski, Anastazja Drobniak, Cecylia Pekala, Andrey Isaev
Genere: drammatico

Recensione a cura di Gabriele Nasisi

MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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