l'uomo dai sette capestri regia di John Huston USA 1972
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l'uomo dai sette capestri (1972)

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locandina del film L'UOMO DAI SETTE CAPESTRI

Titolo Originale: THE LIFE AND TIMES OF JUDGE ROY BEAN

RegiaJohn Huston

InterpretiTab Hunter, Jacqueline Bisset, Ava Gardner, Paul Newman

Durata: h 2.00
NazionalitàUSA 1972
Generewestern
Al cinema nel Dicembre 1972

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Trama del film L'uomo dai sette capestri

Esistito davvero, il bandito texano Roy Bean ne ha combinate di tutti i colori durante la sua "carriera". A un certo momento decide di passare dalla parte della legge e si autoproclama giudice, nominando suoi aiutanti un'eterogenea banda di fuorilegge e amministrando la giustizia con metodi poco ortodossi. Si trova a dover difendere la vecchia frontiera dall'avanzata di una nuova e avida America.

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Voto Visitatori:   8,00 / 10 (7 voti)8,00Grafico
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Voti e commenti su L'uomo dai sette capestri, 7 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  16/04/2024 12:42:56
   8 / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Huston dirige uno splendido western crepuscolare, prendendo un po' spunto anche da Leone e dal suo "C'era una volta il west" di tre anni prima, ricalcandone alcune tematiche e lo stile nostalgico, ne esce fuori un'altra forte riflessione sul cambiamento dei tempi, colma di ironia e con uno sguardo disilluso che difficilmente lascia indifferente lo spettatore.

La storia parla del giudice Roy Bean, ex criminale che decide di amministrare la legge in una terra di nessuno facendo fiorire questo piccolo villaggio da un iniziale saloon.
Il film presenta una struttura narrativa episodica, con diverse ellissi temporali che separano i singoli avvenimenti, una sorta di epopea del luogo in cui si notano i costanti cambiamenti, tramite anche lo sguardo di un Paul Newman, protagonista della pellicola e la sua motivazione nel mantenere l'ordine e una legge stabile nel suo territorio, il film procede tramite una fervida ironia, tratteggiata in diversi episodi, basti vedere i momenti del poker, alcuni parecchio esilaranti, o le scenette con l'orso, diventato poi la mascotte del posto e che più avanti causa anche qualche lacrimuccia ma anche inserendo elementi un po' più tipici dello stile spaghetti western che stava impazzando in quel periodo, basti vedere la sequenza riguardante Bad Bob, ecco quella scena vista oggi potrebbe essere stata tranquillamente scambiata per una scena di Tarantino, con quel bucone in pancia che gli fa Roy Bean.

Proseguendo verso la fine la tematica crepuscolare/nostalgica si fa sempre più insistente con il decadimento della legge applicata di pancia, come piaceva a Roy Bean e una modernità che continua ad avanzare sempre più prepotentemente, fino ad arrivare alle sequenze finali che lasciano quel sentimento agrodolce del tempo vissuto che non riuscirà più a tornare, il luogo stesso diventato un museo alla memoria di quello che fu ne è un tramite, con la poetica sequenza in cui finalmente la tanto amata diva che il giudice aveva sempre sognato è arrivata in quel luogo, peccato che ormai sia troppo tardi.

Gran bel western crepuscolare, che mi ha lasciato splendide sensazioni agrodolci e un velo di malinconia, con il solito grande cast che Huston ha spesso avuto a disposizione, abbiamo delle piccole parti anche per Anthony Perkins, Ava Gardner, lo stesso Huston si concede un ruolo, e una fotografia tipica di queste pellicole dai colori caldi, come appunto il tramonto di un periodo iconico che è stato sepolto dalle sabbie del deserto, ma anche del tempo.

topsecret  @  03/09/2018 14:27:46
   7 / 10
Una buona commedia western diretta da Huston, interpretata da un solido Paul Newman e da un cast di buoni interpreti, tutti abili e credibili.
In molti tratti la componente commedia è preponderante rispetto a quelli che sono gli stilemi del classico western di frontiera e tutto sommato non dispiace, anche se non sempre le battute e le scenette che ne conseguono riescono a essere azzeccate in toto. Nella seconda parte si possono notare dei cali di ritmo, ma il finale piuttosto dinamico lo riportano su livelli scorrevoli e di facile apprezzamento.
A mio modesto avviso però, L'UOMO DAI SETTE CAPESTRI non sembra quel gran capolavoro che alcuni dicono.

Goldust  @  23/03/2017 11:53:45
   7 / 10
Interessante western di frontiera, tutto imperniato sul personaggio solitario e singolare del giudice nonché ex bandito Roy Bean. Dal self made man al rifiuto del progresso, dalla cocciutaggine del protagonista alla nostalgia diffusa per un'epoca che si sta chiudendo il film di Huston ha parecchie attinenze con "La ballata di Cable Hogue" di Peckinpah, ma spinge decisamente più forte sul lato del grottesco e del comedy ( c'è anche un orso come animale domestico ), perdendo ogni tanto di vista l'obiettivo di raccontare un selvaggio West ormai irrimediabilmente ai titoli di coda. Ottimo lo scanzonato Newman - che nel suo saloon ipervaluta boccali di birra per poterli usare come denaro al poker - nei panni del protagonista e piccolissima parte per Ava Gardner, l'attrice di varietà idolatrata dal giudice.

benzo24  @  09/01/2013 12:19:53
   10 / 10
Bellissimo capolavoro di John Huston che racconta la vera storia di Roy Bean. Sembra un film assurdo, invece è una delle testimonianze più reali del farwest.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/06/2009 16:52:21
   9 / 10
La vena crepuscolare di questo western è stemperata da una componente fortemente ironica, per non dire satirica nella descrizione dei personaggi e nell'evoluzione dalla "frontiera" che fu, fino ai tempi moderni, più evoluti per così dire, ma anche più sfuggenti dove il concetto di bene e male, legge e giustizia sono più indefiniti. Un film da recuperare oltre che per la sua particolarità, anche per apprezzare una delle migliori interpretazioni di Paul Newman.

Beefheart  @  23/12/2007 20:14:44
   7 / 10
Un western atipico che, attraverso le gesta del suo protagonista, Roy Bean, racconta, non senza ironia, la storia dell'evoluzione delle terre ad ovest del Texas, nel trentennio a cavallo del 1900. Questo film infatti insiste su quello che si potrebbe definire come "il tramonto" dell'epoca western, che dal "pionierismo" pian piano sfuma in una realtà più moderna, civilizzata, burocratica e danarosa. Grezzo, culturalmente modesto, eticamente biasimevole, ma risoluto nella sua, solo apparentemente, delirante allucinazione, Roy si impone di bonificare socialmente il territorio selvaggio di cui si auto-proclama giudice, avviandolo verso un futuro che, col passare del tempo, non gli sarà poi così propizio. Alla fine Il vecchio Roy, prodotto di un'epoca passata, risulterà anacronistico, inadatto, a disagio, rispetto ai tempi moderni, ma paradigmatico nella nostalgica e drammatica rappresentazione di un tempo che fù. La storia viene raccontata da una serie di personaggi che fanno la loro breve comparsa nel film e che, a turno, si scambiano il testimone di narratore del periodo di tempo trascorso sul teatro degli eventi, in compagnia del giudice Bean. I personaggi sono parecchi ed alcuni di loro, discretamente ispirati; tra questi sicuramente Paul Newman nel ruolo del protagonista ed i vari John Huston, Anthony Perkins, Stacy Keach, nelle fugaci ma efficaci apparizioni. Bellissima Victoria Principal. Nel complesso è un film particolare, che si fa apprezzare per la riuscita commistione di dramma, romanticismo, ironia, riflessione storica-sociale ed azione. Non male.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  15/03/2007 18:53:21
   8 / 10
Era (ed è rimasto) un film straordinario, sostenuto da un personaggio come Roy Bean, incredibile esempio di fuorilegge che sfida ogni convenzione sociale e passa (con cinismo e rara determinazione) dalla parte della giustizia. Un personaggio odioso al punto da diventare amabile, proprio per il suo sfrontato cinismo. Memorabile galleria di attori, soprattutto Perkins.
Da recuperare assolutamente, e rivedere ad ogni costo: una delle migliori performance di Newman

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