Attraverso una fitta e incalzante costruzione di sequenze tratte dai documentari erotici degli anni Sessanta, il cosiddetto genere "Mondo", il critico cinematografico e regista Mario Sesti propone un viaggio nella vita notturna di quegli anni di città come Parigi, Londra, New York, Hong Kong, Tokyo e altre località esotiche, mappate dall'immaginario popolare di un cinema che nella forma del reportage evocava l'universo del proibito, del nudo, del desiderio. Costruisce così un percorso visuale e "virtuale" intorno al tema del corpo femminile, chiamando idealmente al suo fianco Bataille e Barthes per creare un corto circuito tra il valore del corpo e un cinema seriale che per alcuni anni, con la complicità di registi come Mino Loy e produttori come Renato Libassi, ha connotato un vero filone di successo.
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