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Film complesso, un'infografica della complessità del cinema e delle sue sfaccettature, dell'incontro-scontro tra idea e budget, tra libertà e business, tra realtà e finzione. Ho trovato un po' forzata la lentezza del film, specie nelle seppur splendide scene iniziali. Bravissima la Sossamon. Mi rimane però un non so che di insoddisfazione, una sensazione di capolavoro mancato: pur non avendo afferrato tutto il senso del film, ammetto che non lo rivedrei...
Complesso e difficile da metabolizzare, il film di Hellman è una riflessione sul cinema e sulla sovraesposizione tra realtà e finzione, popolato da personaggi dai caratteri non sempre leggibili come nei migliori film noir. Indubbiamente ha un ritmo narrativo piuttosto lento, può risultare noioso e prolisso, quindi chi ha voglia di vederlo è avvertito. Bellissima e inaspettata la sequenza iniziale.
Probabilmente questo magnifico film di Monte Hellman (meritato Leone Speciale a Ve al di là delle polemiche) merìta anche di più di un 7.5, ma si tratta di una personale ritrosia verso la lentezza delle immagini: che in realtà sono stupende (basti da sola la sequenza iniziale) in questo cinema-verità capace di carburare David Lynch e Wim Wenders in una grande, inaspettata, nuova metafora del confine tra finzione e realtà. La vicenda di Velma, avvolta in un mistero degno di un moderno noir, implode nella direzione indie di un cineasta capace ancora di emozionare (frase dell'anno: "io non faccio ******* hollywoodiane, questa è la mia ******* hollywoodiana") e realizzare l'unico film compiuto sul Senso del cinema di questi ultimi anni. Non è poco, malgrado la direzione stilistica non certo facile o accessibile a tutti