romanzo di una strage regia di Marco Tullio Giordana Italia 2012
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romanzo di una strage (2012)

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locandina del film ROMANZO DI UNA STRAGE

Titolo Originale: ROMANZO DI UNA STRAGE

RegiaMarco Tullio Giordana

InterpretiValerio Mastandrea, Pierfrancesco Favino, Laura Chiatti, Luigi Lo Cascio, Fabrizio Gifuni, Alessio Vitale, Claudio Casadio, Omero Antonutti, Giorgio Tirabassi, Stefano Scandaletti, Denis Fasolo, Giorgio Marchesi, Thomas Trabacchi, Arturo Gambardella, Mich

Durata: h 2.11
NazionalitàItalia 2012
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2012

•  Altri film di Marco Tullio Giordana

Trama del film Romanzo di una strage

Un film sulla strage di Piazza Fontana diretto da Marco Tullio Giordana, autore di storie di cronaca come I cento passi e La meglio gioventù.

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Voto Visitatori:   7,26 / 10 (50 voti)7,26Grafico
Voto Recensore:   6,00 / 10  6,00
Miglior attore non protagonista (Pierfrancesco Favino)Miglior attrice non protagonista (Michela Cescon)Migliori effetti speciali
VINCITORE DI 3 PREMI DAVID DI DONATELLO:
Miglior attore non protagonista (Pierfrancesco Favino), Miglior attrice non protagonista (Michela Cescon), Migliori effetti speciali
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Voti e commenti su Romanzo di una strage, 50 opinioni inserite

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DogDayAfternoon  @  05/12/2020 14:07:37
   7 / 10
Accurata ricostruzione di una delle tragedie di quegli anni (anzi, più tragedie generate dalla strage di piazza Fontana) rimasta senza colpevoli, motivo per il quale Giordana si limita ad esporre i fatti in maniera quasi documentaristica senza fare congetture. La regia e la fotografia fredde, così come le interpretazioni altrettanto cupe di Favino e Mastrandrea rendono bene l'idea. Peccato per qualche recitazione al di sotto della mediocrità, fortunatamente relegate a personaggi di secondo piano, anche se l'inguardabile Laura Chiatti in fin dei conti interpreta un personaggio che, seppur ininfluente ai fini dell'indagine vera e propria, dal punto di vista umano rappresenta una chiave importante se ci si vuole addentrare maggiormente nella vita del commissario Calabresi. Eccessivo a mio avviso l'uso del dialetto locale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  11/04/2020 19:16:18
   8 / 10
Film molto bello dal taglio prettamente documentaristico dato che le vicende analizzate rispecchiano perfettamente la realtà senza aggiungere o togliere nulla . D'altra parte è giusto così ,e Giordana lo sa,perchè su una delle vicende più intricate della prima repubblica è già stato detto e scritto tanto quindi lo spettatore può farsi una sua idea su come sia andata .
Bene la ricostruzione con dialoghi secchi e serrati e l'ambiente, pesante opprimente con la fotografia molto scura e greve. Bravissimi gli attori , Gifuni ,Mastrandrea e Favino su tutti.
Io avrei fatto una coda più lunga spiegando meglio anche le condanne e assoluzioni di protagonisti meno citati tipo Sofri , Gelli ecct..

Jokerizzo  @  02/02/2020 10:17:04
   8 / 10
Ottimo film, ben interpretato e ben diretto.
Ottima anche, fra le cose, la ricostruzione storica!

DarkRareMirko  @  17/11/2018 22:40:59
   9 / 10
L'opera, come sempre per Giordana, è realizzata ed interpretata divinamente, e secondo me posizione la prende eccome (non si può dire proprio tutto perchè, come per Pasolini - Un delitto italiano, la verità assoluta la sa solo Dio).


Teso, stringato, avvincente, vale sia per confezione e per contenuti: tutto perfetto o quasi (effettivamente la Chiatti la si vede troppo poco, per dire; notevolissimi Mastandrea e Gifuni).


Molte cose son state ricostruite con piglio filologico (l'esplosione, per esempio, per davvero girata a Milano).

Giordana è ai massimi livelli, come Sorrentino e Garrone.

Matteoxr6  @  11/02/2018 16:08:35
   6½ / 10
Trattandosi di una pellicola italiana, fa piacere notare recitazioni dignitose (Favino meglio di Mastandrea, che rimane sempre un po' abbottonato), con l'unica eccezione di Chiatti, veramente incompetente anche in ruoli così semplici.

La regia a volte sembra incerta sulla strada da prendere, spesso al bivio tra il documentaristico puro e lo sceneggiato d'inchiesta politico. Al di là dei torti o delle ragioni, vanno bene entrambi, purché si mantenga sempre la linea prescelta. Capisco, però, forse il perché: chi conosce approfonditamente la vicenda con un non facile distacco rigorosamente oggettivo, è ben conscio di determinati intrecci a tutt'oggi, e quindi per sempre, nebulosi. Scrivere e narrare una sceneggiatura improntata su ciò è veramente impervio, se si vuole donare allo spettatore un soggetto quanto più olistico possibile.

Dai, è una buon film italiano in mezzo a tanta *****.

freddy71  @  03/08/2016 09:53:54
   7 / 10
il film è abbastanza ben recitato....sia mastandrea che favino fanno bene la loro parte....forse la regia non è al massimo

kastalya  @  14/12/2015 11:33:33
   7½ / 10
un flm ben recitato e ben girato che racconta uno dei fatti più gravi della recente storia italiana...
certo che se questa era/è l'italia...andiamo bene!

tritech  @  20/11/2015 14:00:31
   8 / 10
Film ben fatto, storico ed esaustivo sui fatti dell'epoca, che influenzarono poi parecchi eventi dei successivi 30 anni.
A me ha convinto.

gemellino86  @  29/05/2014 21:07:24
   6½ / 10
Non è un film facile da valutare. Ci sono dei bravi attori come Favino e Mastandrea però il film l'ho trovato lento e troppo tendente al documentario. Il risultato è discreto ma niente di più.

Goldust  @  26/05/2014 12:24:49
   8 / 10
Un rigoroso documento filmato che ripercorre una delle pagine più nere ed inquietanti della nostra storia repubblicana, uno spaccato sul malessere sociale e politico di un'intera generazione che cercava di risolvere i problemi di un Paese in crisi ricorrendo all'uso sconsiderato della forza; ma anche una storia di segreti, di connivenze disoneste, di uomini fedeli alle istituzioni ed altri doppiogiochisti. Aiutato da una minuziosa rappresentazione dell'epoca e da un cast che racchiude il meglio dei talenti attoriali di casa nostra Giordana mette il tutto in immagini nel solo modo che dovrebbe fare, cioè senza trarre conclusioni, semplicemente perché di conclusioni non ce ne sono ( il processo ai responsabili di piazza Fontana viene chiuso dopo trent'anni senza dei veri colpevoli, con le spese processuali a carico delle famiglie delle vittime..uno scandalo tutto italiano ). Fanno eccezione le due "fantasiose" ipotesi finali, alla cui base non si trovano comunque incontestabili motivazioni logiche.
Dispiacciono solo due cose: la rappresentazione filosofeggiante ed un pò viscida riservata ad Aldo Moro, probabilmente distante dai veri valori umani dell'ex leader Dc ed il mancato approfondimento che una componente fondamentale della storia come Lotta Continua avrebbe meritato.


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hghgg  @  15/01/2014 18:46:35
   8 / 10
Altro oscuro gioiello del cinema italiano contemporaneo ancora una volta firmato Marco Tullio Giordana, sicuramente tra i migliori registi italiani da molto tempo a questa parte e il migliore nel campo dell'impegno sociale, politico e storico, pur potendo contare su una concorrenza davvero poco agguerrita.
Uscito appena due anni fa, questo film dimostra ancora una volta una lodevole propensione del regista verso il coraggio; non parlo del coraggio nel trattare certi temi e certi drammatici eventi della storia italiana ma nel coraggio nel modo in cui sceglie di metterli in scena. Mi spiego: è un bene e da parte mia una fonte da cui scaturiscono lodi il fatto che Giordana abbia scelto di dirigere questo film con stile rigido, partecipe ma al di là di qualunque giudizio, più vicino al documentaristico (pur non essendolo) che al cinema poliziesco o d'azione (da cui si allontana in maniera totale). Giordana è un narratore che rifiuta ogni forma di eccessiva tendenza all'emozionalità, alla lacrima facile, al lato più romanzesco e quindi fittizio della settima arte. Nulla è forzato nel drammatico perché il dramma è già lì, sullo schermo, ci è sbattuto in faccia, ed era già lì, nella storia italiana, fin da quel maledetto 12 Dicembre 1969.
Giusto quindi porsi solo come tramite per raccontare la propria versione della storia, tenendosi quanto più possibile sul piano del realistico e del verosimile (un film non sarà mai totalmente realistico anzi un film già di per se nasce romanzato, il trucco è tutto qui); starà poi a noi spettatori trarre le conclusioni, che francamente hanno portato almeno a me ad una serie di punti e sensazioni molto simili: angoscia, sgomento, rabbia, delusione, disillusione (non che siano sensazioni nate con questo film, ovvio) e tutto semplicemente "mostrando" perché tutto ciò che serve per emozionare ("far provare emozioni") è già lì e per renderlo il più efficace possibile quale metodo se non quello di renderlo quasi un'inchiesta-documentario che abbraccia un film storico-drammatico ?
Un plauso quindi all'abilità di Giordana. Non è stato il primo, non è stato il migliore e sperò non sarà l'ultimo, ma sono elementi che mi strappano sempre un "bravo".

Ora, non ha senso che io mi metta a descrivere la storia raccontata ma, in breve, dico che la sceneggiatura è valida e riesce a gestire in maniera soddisfacente nelle due ore di film i numerosi intrecci, eventi, intrighi che si susseguono tra l'autunno del 1969 (il film inizia narrando i mesi subito precedenti alla Strage di Piazza Fontana) e il 1972 ponendo alla fine l'assassinio del commissario Calabresi ad opera di ex-esponenti di Lotta Continua. I perché, i percosa, i percome, gli intrecci, le morti (le 17 della Strage, quella dell'anarchico Pinelli, quella dell'editore Feltrinelli) le fazioni (anarchici, sinistra extra-parlamentare, neofascismo e neonazismo veneto, stato-ovviamente- servizi segreti, forze dell'ordine), i dubbi, i sospetti, il dramma, gli intrighi si intrecciano in un tempo perfino breve per una tal quantità di materiale eppure il tutto si mantiene equilibrato, preciso, romanzando qua e là, tagliando e rinunciando forzatamente a qualcosa ma saldando bene sullo schermo gli obbiettivi narrativi principali. Al nucleo, la Strage del 12 Dicembre '69, si contrappone il duello idealistico-morale tra il commissario Calabresi e l'anarchico Pinelli, la cui storia o la si conosce o la si guarda nel film e non starò qui ad aggiungere prolissità al già prolisso. Mi premeva invece lodare il modo in cui sono stati messi su schermo i due uomini; soprattutto Pinelli, interpretato magistralmente da un Pierfrancesco Favino particolarmente convincente. Un bravo attore nel complesso, ma qui è davvero impeccabile, nell'entrare nel personaggio, nel rendergli giustizia e fedeltà. Una delle sue migliori interpretazioni. Ed è convincente anche (anche lui molto bravo nel complesso) Mastandrea-Calabresi, in un'interpretazione che restituisce tutto il lato più sofferto dell'uomo. I due personaggi, così ben interpretati, assumono i contorni quasi di eroi tragici, entrambi vittime di qualcosa di decisamente più grande di loro, entrambi rimasti soli, entrambi convinti nel rimanere sui loro binari a costo di incontrare l'unico destino possibile per qualunque eroe tragico: la morte.
Tra tutta la serie, numerosissima, di personaggi secondari o di contorno, nessuno dei quali privo di utilità, a spiccare sono indubbiamente due figure: quella di Aldo Moro ovviamente, sempre teso tra il torbido e il "tentativo del giusto", qui è colui che cerca la verità e poi accetta di fermarsi, dopo un confronto con Saragat, a favore della "stabilità". Torbido Moro e la DC come torbido è tutto ciò che si vede nel film, ma proprio tutto. Moro che finirà a sua volta assassinato (o tolto di mezzo, per intenzione di qualcuno più torbido di lui nello Stato...) nei noti fatti del 1978. Interpretato da un fedelissimo di Giordana, Fabrizio Gifuni, che ce la mette tutta e riprende, volente o nolente, la perfetta interpretazione del "politicante qualunque" (cit. Giorgio Gaber "Io se fossi Dio" 1980) data da Gian Maria Volontè, risultando comunque credibile e soddisfacente.
L'altro personaggio degno di nota è quello del Magistrato Ugo Paolillo, personaggio unico in tutto il film per limpidezza e senso della giustizia (oh, immagino che avrà avuto anche lui i suoi difetti), ma anche lui vittima di un qualcosa superiore a lui, qualcosa che di fatto bloccò le sue indagini. Paolillo per primo si oppose alla "persecuzione" verso gli elementi anarchici, fiutando la pista di estrema destra. Un uomo che ha tutta la mia stima (almeno per ciò che ha fatto in quegli anni, da molto giovane) e che si presenta come l'unico uomo, e nel film, personaggio, chiaramente e unicamente positivo. Magistrale (eh, niente giochi di parole con "magistrato" giuro) l'interpretazione del volto per eccellenza del cinema di Giordana, il grandissimo Luigi Lo Cascio che fa suo anche Paolillo, sfruttando al meglio le sue poche scene per dar vita a momenti davvero tra i più memorabili di tutto il film. Uno dei migliori attori italiani (degli ultimi vent'anni di sicuro, non sono sicuro di potermi limitare a ciò tuttavia) presta al volto ad un uomo degno di stima. E poi tanti volti e tanti uomini, corrotti, vittime, entrambe le cose, sfaccettati, putridi, spietati, giusti, una serie di piccoli ritratti che girano intorno ai volti di Calabresi e Pinelli che a loro volta scontrarono, e distrussero, le loro esistenze dentro il dramma di una Strage insensata (quale strage lo è ?) che come dice una delle didascalie nei titoli di coda "ad oggi non ha colpevoli", almeno ufficialmente, che si è lasciata dietro una scia di morti continuata per anni, frutto di quella "Strategia del Terrore" di cui l'Italia è stata vittima per mano del suo stesso Stato.
Il film è anche tecnicamente un buon prodotto. Secco e preciso, mai troppo virtuoso nella regia nell'ambito del "realismo-inchiesta". Duro, durissimo nei dialoghi e nelle atmosfere, asfissiante nel suo tirare continui pugni nello stomaco dello spettatore, senza momenti ironici o distensivi. Intreccio ben gestito, non risulta troppo confusionario ne dispersivo a mio parere ed è questo il motivo principale della riuscita del film; dialoghi credibili, interpretazioni come già detto ottime e una fotografia perfettamente adattata alle atmosfere ricercate nel film, si veda la scena all'interno della Banca immediatamente dopo l'attentato, una sequenza magistrale come magistrale è anche la gestione della tensione che ovviamente abbonda: a volte esplode, a volte è sospesa e impregna l'aria ma non lascia lo spettatore nemmeno per un secondo. Notevoli, infine, alcune scelte registiche, come la morte di Calabresi e quella di Pinelli, i momenti cardine più tragici del film dopo, ovviamente, l'attentato del 12 Dicembre. Lì però era mostrata chiaramente l'esplosione, l'atto, e poi il risultato. Della morte dei due "personaggi principali" Giordana mostra solo l'effetto e non l'atto, non la causa, sia per Pinelli (e qui la causa resterà forse in eterno sconosciuta alla certezza) sia per Calabresi di cui pure si conoscono gli assassini. No, ci accorgiamo della morte dell'operaio anarchico con un tonfo e poi vediamo il suo corpo quasi cadavere nel cortile, ci accorgiamo della morte del commissario solo vedendone il corpo riverso a terra, non sentiamo nemmeno i colpi di pistola. Scelte che portano ad aumentare la sensazione di sorpresa e di shock nello spettatore evitando situazioni troppo telefonate visto che l'aumento di tensione nei momenti subito precedenti era ben percettibile e visto che i destini dei due personaggi, uomini realmente vissuti, erano già scritti comunque nelle pagine della storia. Nessun pathos eccessivo, solo crudezza che provoca emozioni, dunque.
Preciso di non aver inserito spoiler proprio per questo motivo: non ritengo necessario farlo quando si tratta di film storico-biografico.

In conclusione si tratta di un ottimo film, sotto tutti gli aspetti, per ora ultima ma già ennesima perla (o calcio nel deretano) di un regista che ormai ritengo di poter definire "Grande" come Marco Tullio Giordana.

Una pagina nerissima di storia italiana che purtroppo non si chiuderà forse mai, lasciandosi dietro scie di dubbi, sospetti, ingiustizie e soprusi troppo lunghe.
Anche più di questo mio commento terribilmente prolisso (sdrammatizziamo và, almeno alla fine).

TheLegend  @  28/09/2013 06:34:09
   6 / 10
Tralasciando il giudizio storico sui fatti avvenuti,risulta un film sicuramente sopra la media per gli standard italiani,sia tecnicamente che sotto il profilo delle interpretazioni.
La storia è però narrata con troppo distacco e risulta un pò troppo documentaristica;questo porta lo spettatore a non essere mai pienamente coinvolto nonostante l'importanza dei fatti narrati.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  12/05/2013 09:35:21
   6½ / 10
Marco Tullio Giordana ci ricorda i tragici fatti di Piazza Fontana che diedero ufficialmente inizio ai cosiddetti "anni di piombo"!
Forse troppo didascalico si concentra di piu' sui processi e le indagini avvenute dopo l'attentato, che infatti troviamo prima della meta' del film.
E poi lo scontro ideologico tra il commissario Calabresi e l'anarchico Pilelli...sono probabilmente i momenti migliori del film.
I peggiori sono quando interviene Moro...un personaggio quasi fuori contesto che sembra portare il film al livello di una comune ficton televisiva, forse anche a causa di un interpretazione che sembra piu' che altro un'imitazione fatta male di Volonte'.
Tra alti e bassi un film che documenta i fatti affrontandoli in maniera fredda e quasi distaccata, il regista non osa proporre soluzioni e ci lascia con gli stessi interrogativi che avevamo all'inizio della visione.

Trixter  @  26/02/2013 10:24:23
   7 / 10
Soffermarsi sui contenuti di un film del genere è senza dubbio difficile; la verità non è mai stata chiarita (ce lo dicono i lunghissimi processi celebrati sulla strage) ed il regista dà una lettura, forse un pò partigiana, che potrebbe risultare politicamente di comodo ed insoddisfacente.
Al di la di ciò, sotto il profilo tecnico 'Romanzo di una strage' è senza dubbio un buon lavoro, ben raccontato, caratterizzato da ottime ambientazioni ed atmosfere di fine anni '60, mai noioso. Molto bravi gli attori, Favino e Mastandrea su tutti, un pò meno Gifuni nella parte di Moro, qusi caricaturale. Nel complesso, una pellicola che merita una visione.

despise  @  07/01/2013 12:10:26
   7 / 10
Questi sono i film che in Italia sappiamo fare meglio... promosso a pieni voti!

cultmovie  @  20/12/2012 13:18:04
   9 / 10
Film srepitoso, regia e recitazione ad alti livelli...così come la storia trattata, sapevo poco di questa famosa strage di piazza Fontana e questo film mi ha aperto gli occhi! per chi crede che il finale sia troppo fantasioso, ossia che nella strage ci fosse la complicità dei servizi segreti o comunque dello stato probabilmente ancora non ha capito come vanno le cose in Italia! Un film veramente ben fatto e anzi mi stupisce che il regista abbia potuto girare un film del genere senza ricevere critiche dalle alte cariche del governo, anche perchè lancia un accusa e un messaggio molto pesante nei confronti dello Stato! bella anche l'interpretazione di Aldo Moro personaggio che conoscevo e conosco ancora poco...

JOKER1926  @  14/12/2012 16:14:28
   6 / 10
"Romanzo di una strage" fa parte di quelle produzioni che ricadono totalmente nel genere storico; eventi storici che colpirono l'Italia sul finire degli anni sessanta, ovvero col film di Marco Tullio Giordana gli scenari sono chiari, siamo negli anni di piombo. L'evento principale del film converge con logica deduzione intorno al massacro di Piazza Fontana a Milano.
Le dinamiche che portarono al disastro tutt'oggi non sono state chiarite, il caso del 1969 ha vittime ma non carnefici. I movimenti politici del tempo risultano ancora essere epidermici e confusionari; diventa impossibile trarre, in modo effettivo, la verità e la matrice omicida.
Giordana, autore de "Romanzo di una strage" si prende, nel contesto, la briga di narrare, anche faziosamente, le vicende facendo ricadere la perpetrazione delle cose sulle spalle di alcuni movimenti di destra del tempo affiancati, nel frangente, dalle forze armate, dall'arma dei carabinieri.
Secondo il vangelo del regista i comunisti e gli anarchici svolgono la funzione di megalomartiri ignari e specialmente non colpevoli di niente; ecco il potere del Cinema, chi è dietro ad una camera ha la possibilità di fare e di dire ciò che vuole…
Lato concettuale a parte, "Romanzo di una strage" è fotografato bene e girato ancora meglio; buoni gli attori e tutte le cose inerenti al lato tecnico, costumi e scenografie.

drobny85  @  24/11/2012 12:18:15
   8 / 10
Un film che tratta un argomento difficile, sopratutto per la giustizia italiana dato che la strage di Piazza Fontana non ha colpevoli.
La regia di Marco Tullio Giordana è delicata, l'interpretazione di Valerio Mastandrea nei panni del commissario Luigi Calabresi è maestosa.

Come "Diaz" e "Acab", "Romanzo di una strage" è una pellicola che può uscire dai confini nazionali per la sua ottima fattura.

davmus  @  16/08/2012 14:38:56
   7½ / 10
Ricostruzione, talvolta un po' di parte, ma comunque ben realizzata...merita di esser visto.

Hakeem  @  07/06/2012 19:39:30
   6 / 10
Difficile raccontare una vicenda complicata come quella della strage di Piazza Fontana in due ore. Giordana prova a farlo in modo "politically correct", senza prendere posizione, senza esporsi, senza aggiungere nulla di nuovo a ciò che è già stato ampiamente detto e scritto nel corso di tutti questi anni. Il risultato finale è discreto, ma considerate le ambizioni iniziali, era lecito attendersi qualcosa in più. Cinematograficamente parlando poi, non manca qualche passaggio a vuoto. Ottime invece le interpretazioni di Favino e soprattutto di Mastrandrea nei panni del commissario Calabresi.
Utile per chi non abbia una minima conoscenza dei fatti in questione, tranquillamente evitabile per tutti gli altri.

franes86  @  02/06/2012 11:01:24
   7½ / 10
Il film è ben fatto, in due ore si dà pieno risalto a tutte le figure chiare ed oscure di quel periodo d'Italia(come Moro,Borghese e le altre istituzioni) mantenendo sempre alta la concentrazione sugli stati d'animo dei protagonisti Mastrandrea/Calabrese e Favino/Pinelli.
Di certo non è un film che dà notizie sconvolgenti in quanto la responsabilità di Piazza Fontana, pur se non suffragata da condanne(ah la giustizia italiana), da anni ha avuto rivelazioni importanti riguardanti il coinvolgimento dei neri rispetto ai rossi o agli anarchici, tra libri o puntate di Blu Notte.

C.Spaulding  @  23/05/2012 23:26:47
   7 / 10
Ottimo film con ottimi attori e un eccellente regia.Da vedere

Kitiara31  @  19/05/2012 16:41:26
   7 / 10
Buon film, lontano comunque dall'essere un capolavoro. Troppo centrato sul commissario Calabresi, la ricostruzione mi è sembrata talvolta un po' approssimativa (i buoni di qua, i cattivi di là e lo Stato ad intorbidire il tutto). Bravo Favino come sempre, Mastrandrea un po' meno.

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  10/05/2012 20:42:52
   6½ / 10
Ancora una volta Giordana ci racconta un episodio della nostra recente Storia, questa volta, più di altre, rende didascalica la narrazione filmica che, per questo, non riesce ad esprimere quell'emotività politica che avrebbe meglio racchiuso le sensazioni di coloro che quegli anni li ricordano molto bene o che avrebbe spremuto l'interesse delle ultime generazioni, invogliandole ad approfondire.
Giordana ha preferito aderire storicamente alla versione ufficiale di quel tragico episodio della storia repubblicana d'Italia, senza tentare di insinuare qualche elemento dissacrante e stonato, qualche dubbio.
La cronistoria è tuttavia ben documentata, il film risulta comunque interessante, i personaggi principali sono stati ben inquadrati dal regista e ancora meglio interpretati dagli attori, eccetto Moro, lontanissimo dalla sensibilità evocativa di quello di Bellocchio in "Buongiorno, notte".

colorants  @  29/04/2012 15:03:48
   7½ / 10
Un film che scorre piacevolmente e racconta un piccolo pezzo di storia della nostra Nazione. Vale sicuramente la pena vederlo.

favam  @  21/04/2012 09:27:08
   7 / 10
Il film sembra più incentrato sul commissario Calabresi, l'ottimo Mastrandrea, che sulla strage vera e propria. Anche Pinelli è ben caratterizzato (Favino il migliore di tutti) mentre lo stato italiano sembra composto nella quasi totalità (prefetto, questore e persino Saragat) da mafiosi incontrollabili. C'erano sicuramente mele marce ma non l'avremmo scampata se accettassimo per buona la riproposizione in toto della classe politica riportata da Giordana in questo film.
La teoria della doppia bomba di Paolo Cucchiarelli come probabile ipotesi finale resta appunto una teoria da bar senza alcun riscontro attendibile e la caretterizzazione dei fasci non mi pare credibile: Freda manca di carismatico spessore e Ventura parla a destra e a manca di attentati bombe e timer come se stesse andando dal tabacchino a comprarsi le sigarette. La figura di Moro poi è improbabile e mistica tanto che arriva persino a profetizzare la propria morte manco fosse gesù cristo e la recitazione di Gifuni è decisamente troppo sopra le righe.
Giordana non riesce quindi a liberarsi completamente da luoghi comuni e caricaturali che con la loro assenza avrebbero reso un tantino più rigoroso questo film come meriterebbe invece l'argomento così vorace di approfondimenti. Certo si sarebbe rischiato il documentario puro oppure un vero capolavoro.
Dopo i difetti concedo però al film il merito di avere comunque riportato alla luce delle pagine buie e tristissime della storia d'Italia che necessiterebbero, anche per rispetto ai parenti delle vittime e dei cittadini italiani tutti, di venire finalmente alla luce in tutta la loro più feroce e delirante verità.

albio1985  @  16/04/2012 23:59:37
   7½ / 10
Al di là dell'interpretazione dei fatti, argomento fin troppo profondo e spigoloso, lo reputo un buon lavoro cinematografico, sicuramente meritevole di considerazione.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  16/04/2012 18:10:38
   5 / 10
Fabrizio Gifuni interpreta Aldo Moro, all'epoca del film Ministro degli Esteri. Straordinario nel suo tono sedativo e mellifluo, l'attore incide negativamente sulla pellicola grazie a una recitazione malamente impostata. Attraverso un approccio disordinato e sprezzante verso uno dei ruoli più importanti e saccheggiati dalle recenti narrazioni cinematografiche, si riflette il lassismo dell'attuale produzione nostrana verso quelle infedeli forme di dizione impassibile che bollano come fiction taluni tentativi propagandistici che aspirano all'empireo delle sale. In "Romanzo di una strage" nemmeno Marco Tullio Giordana resiste, e rivela un debole per il didascalismo, riprendendo un paio di mani giunte davanti all'altare della chiesa e fissando le location in luoghi all'aperto, sempre dopo il tramonto, o in interni cupi.

Perché non ci si può accontentare di un mezzo di espressione romanzato, filtrato da quella messa in scena finta che rinnega la volontà di essere documento storico definitivo, di lasciare una traccia severa; e che purtroppo alla fine appare mondana perché deve piacere a tutti, in primis alle televisioni che hanno investito i loro capitali e aspettano, avvoltoi tenaci, di trasmettere in prima serata l'opera finanziata (ovviamente annunciandola attraverso titoli strombazzanti concernenti i consensi della critica e con tanto di successo di pubblico senza precedenti). E chi se ne importa se nessuno ha fatto la fila per andare a vedere il prodotto nelle sale; ciò che preme è l'amo che verrà lanciato per far abboccare spettatori distinti (tra i quali l'immancabile casalinga di Voghera) che si impegneranno nella (e si vanteranno della) visione di "quei tragici fatti avvenuti tanti anni fa. Sapete, quando l'Italia andava male e in giro c'erano tutte 600; quando non esistevano i cellulari, c'erano quei cattivi dei fascisti, i comunisti e gli anarchici. Ah, e c'è pure una scena terribile: una goccia di sangue che scende sulla fronte di Lo Cascio. Mai visto un film così cruento!".

Nell'ipertrofia dell'immaginazione visiva, rimane il debole per i duetti tra Favino (l'anarchico Giuseppe Pinelli) e Mastandrea (il commissario Luigi Calabresi), tesi sulla corda di un'intima apprensione. Menzione speciale anche per Denis Fasolo nel ruolo di Giovanni Ventura. È soprattutto grazie a loro che si possono coltivare momenti durante i quali vengono fuori le contraddizioni di una società e di un periodo storico dove la lotta politica si confonde con il potere ambiguo delle istituzioni, la voglia di rivoluzione ortodossa con la volontà di distruzione cieca. "Romanzo di una strage" assume un senso compiuto solo se rapportato a quell'insieme di tragedie inspiegabili che hanno caratterizzato la storia del nostro paese. Stragi che hanno visto vittime innocenti perdere la vita senza che si siano date mai risposte e senza che la giustizia abbia potuto fare un decorso accettabile.

Se la fiction rappresentata fosse anche forma, si sarebbero ben descritte le ipocrisie e le ataviche scaltrezze delle istituzioni, dei supposti servizi segreti, e quella lunga stagione dei misteri irrisolti che furono gli anni di piombo. Invece il tassello di Giordana arriva come se fosse fuori moda, ispirandosi a un sistema "vecchio" di fare film di denuncia (mi viene in mente il tentativo di empatia emotiva de "Il muro di gomma" di Marco Risi, quest'ultimo comunque notevolmente più bello) e dimenticando la modernità dell'introspezione usata da Bellocchio in "Buongiorno, notte". Incanalare quest'opera è un po' come assistere ai rimpalli di responsabilità fra le istituzioni dello Stato: ciò che il nostro paese riesce a far meglio, da sempre. Vinto dal provincialismo, lo scritto sceglie di suddividere la vicenda in piccoli dieci capitoli non sufficientemente brillanti. Anzi, le sezioni spiccano per farraginosità e frammentarietà, rimanendo schiave di un intrigo fatto di ipotesi e rimpianti, perdendo di vista il senso di sdegno e rimanendo con una scarpa in mano.

tumbleweed  @  15/04/2012 14:17:08
   8 / 10
Più di 2 ore e non sentirle: mai scollati dalle sedie. Mi sono sentita in dovere di riprendere in mano, riportare alla mente, o quanto meno obbligare i nostri genitori a riportare alla mente, un po' di storia dei giorni nostri. Gli attori sono tutti superbi e Giordana è riuscito in pieno a ricreare le atmosfere cupe di quegli anni.

giuliowi  @  15/04/2012 01:32:06
   6½ / 10
Onestamente mi sarei apsettato qualcosa di più sia dal punto di vista realizzativo che emozionale. Gli attori sono sicuramente bravi ma spesso il film non è recitato bene e sembra quasi di bassa qualità. Pessima la fotografia e le inquadrature. L'audio sembra quasi amatoriale. Il risultato finale è accettabile ma si poteva fare meglio!

1 risposta al commento
Ultima risposta 18/04/2012 08.36.05
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marimito  @  14/04/2012 22:43:28
   6 / 10
Una grande storia romanzata.. una triste narrazione di fatti ancor più tristi senza particolari guizzi.. un ottimo mastandrea e soprattutto un bravissimo Favino.. Resta l'amaro in bocca a coloro che la storia la conoscono ed attendevano altro.. per chi la storia non la conosce è un buon film documentario

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/04/2012 21:19:28
   6 / 10
rino1234  @  13/04/2012 12:45:26
   8 / 10
ottima prova di Giordana nell'intricata e irrisolta vicenda della nostra storia recente, che lo pone probabilmente al di sopra delle altre candidature per l'assegnazione del David. splendido cast stellare con Favino particolarmente ispirato.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  13/04/2012 02:23:25
   4 / 10
Fantastoria senza alcuno spessore.
Un film sciatto e pedestre da qualunque parte lo si voglia osservare.
Quando vedo certi film italiani, nati sotto le migliori intenzioni, affondare in maniera così imbarazzante, mi travolge un senso di inesorabile tristezza...

7edo7  @  11/04/2012 22:40:20
   7½ / 10
Con questo pezzo di storia Italiana e la quantità di materiale a disposizione si potrebbe firmare un Colossal da primato degli annali del cinema.
Prima o poi qualcuno ce la farà.
Per adesso solo un buon film.

polbot  @  11/04/2012 15:22:05
   8½ / 10
Raccontare quei fatti è ancora oggi cosa assai spinosa; Giordana ne esce vivo e secondo me pure bene. Senza entrare nel merito delle tesi, cinematograficamente è davvero ben realizzato e tiene l'attenzione sempre alta. E soprattutto suscita curiosità da soddisfare per il post-cinema riguardo una fetta di storia d'Italia che bisognerebbe iniziar a raccontare (almeno provarci..) nelle scuole

marcodinamo  @  10/04/2012 12:58:41
   5 / 10
Un buon documentario, nulla ma davvero nulla in più.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento Giordano Biagio  @  08/04/2012 23:13:46
   9 / 10
La strage di Piazza Fontana avvenuta a Milano il 12 dicembre 1969 è rimasta ancora oggi senza un vero colpevole, essa segna una delle pagine più tormentate della storia del nostro Paese, pur essendo avvenuta in un periodo politicamente vivo, ricco di ideologie e utopie straordinarie per la maggior parte di grande bellezza umanitaria e sociale; un periodo sempre sul punto di prendere politicamente pieghe radicali rispetto alle forme legittimate della democrazia in uso che presentava un sistema istituzionale sempre in grossa difficoltà: soprattutto nel riuscire a rispettare le più elementari regole procedurali.
Al centro del film le vicende che precedono la strage nella Banca Nazionale dell'agricoltura, la terribile scena dell'attentato assai credibile perché verosimile tecnicamente, e le principali indagini.
Film firmato da Marco Tullio Giordana e tratto da libro di Paolo Cucchiarelli intitolato "Il segreto di Piazza Fontana". Un film che nonostante il titolo non cerca di rappresentare le cose in una forma esteticamente vicina alla narrativa da romanzo, Giordana fa del neorealismo moderno, si documenta minuziosamente, raccoglie le testimonianze che il suo fiuto giudica affidabili, studia verbali e atti giudiziari con uno spirito verista e rende invisibile la sua presenza, il suo stile, le sue idee, usa la macchina da presa solo per scrivere freddi documenti di storia.
Il film perciò è rigoroso nell'approfondire ogni possibile tesi, l'immaginazione e la fantasia di Giordana entrano in gioco solo per cercare possibili nuove associazioni nei fatti, nei documenti, nei verbali, in modo tale da mettere in relazione tra di loro cose singolarmente note ma che messe in rapporto per qualche analogia destano nuovi interessi.
Quest'opera filmica rappresenta la felice maturazione del regista in un percorso iniziato con film quali "La caduta degli angeli ribelli" e " Maledetti vi amerò", che porta Marco Tullio Giordana ad essere oggi il protagonista incontrastato dei film ad impegno civile, opere le sue che hanno forti risonanze anche internazionali.
Il regista riordina pazientemente non le tessere di un puzzle che nessuno è riuscito mai a completare del tutto e che rimane quindi disseminato di vuoti, ma ricostruisce con minuziosa perizia la struttura di un enigma politico, formulandone più correttamente gli intrecci che riguardano le diverse logiche sottese a quei terribili fatti accaduti.
Ogni possibile congettura di quel maledetto venerdì pomeriggio, nel quale alle 16.37 una bomba scoppiò all'interno della Banca dell'Agricoltura nella centralissima Piazza Fontana a due passi dal Duomo, a Milano, causando la morte di ben diciassette persone ed il ferimento di ottantotto, si è infranta di fronte a una complessità della realtà che sembra farsi beffa a distanza di anni di ogni intellettualismo politico, sociale, istituzionale, in particolare di quello che avanzava interpretazioni spesso azzardate, arroganti, o cariche di risentimenti fuorvianti.
L'enigma che Giordana formula a distanza di tempo abbraccia un panorama più ampio e sereno, come quando in una strada lunga e rettilinea i passeggeri che stanno nei sedili posteriori dell'automobile vedono il panorama dietro di loro ampliarsi sempre più con l'avanzare della macchina cogliendone al meglio le sfumature d'insieme.

guidox  @  07/04/2012 23:55:03
   6½ / 10
argomento spinoso che effettivamente viene trattato un po' troppo superficialmente e che manca di una buona dose di coraggio, che a mio avviso sarebbe indispensabile quando si pensano film del genere.
come detto da altri prima di me, c'erano tutti i presupposti affinchè si parlasse finalmente di certi lati oscuri della politica italiana gettando luce sugli avvenimenti, mentre si è scelto la via più sicura dei giochi d'ombra, che purtroppo finiscono per dare un senso di neutro che non si confà a ciò di cui si va a narrare.
la figura di Calabresi è quella che stona di più, troppo rivalutata, troppo ricostruita.
piccolo esempio: non si sa cosa accada a Pinelli nella stanza (non ci viene fatto vedere), ma viene data per certa l'assenza del commissario (viene fatto vedere in un'altra stanza).
non mi è piaciuta sta cosa, perchè se vuoi raccontare senza interpretare, lo fai col solito registro, se no da lì alla mistificazione il passo è breve.
per il resto confezione buonissima anche se poco innovativa (iniziano a somigliarsi un po' troppo fra loro questi vari "romanzi" cinematografici e seriali, più in generale tutti i film ambientati in quel periodo), buone le interpretazioni, anche se alcuni personaggi rimangono troppo marginali.

TheGame  @  07/04/2012 16:18:51
   5½ / 10
Semplificazione, ma soprattutto reinterpretazione di uno dei fatti più scottanti della nostra penisola, Giordana con uno stile didascalico e lirico, tenta la via del "pareggio e palla al centro", finendo per creare più ancor più confusione e acidità. Probabilmente saranno molto più utili le polemiche che seguiranno...

Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  06/04/2012 22:41:21
   9½ / 10
Cavolo ragazzi, questo film è una bomba!..

Vabbeh a parte questo umorismo macabro andatevelo a vedere perché se non ci andate potete benissimo andare a fan****!

Credevo che con i Taviani il capolavoro italiano di quest'anno fosse già stato fatto e invece guarda che esce fuori!Entrambi magnifici, veramente, due film che gli italiani DEVONO andarsi a vedere, e con DIAZ, il sogno in cui il cinema italiano rinasce, forse, diventa realtà, una fenice che risorge dalle ceneri!

E' buffo pensare che un film come ROMANZO DI UNA STRAGE, nel quale viene raccontata una storia che è vergogna e sofferenza italiana del recente passato, possa essere uno di quei pochi film meravigliosi made in Italy che siano mai stati fatti nell'ultimo decennio italico.

L'unica pecca del film sono le interpretazioni, a volte esageratamente recitate, battute troppo dettate o con la solita cantilena, ma in compenso Calabresi spacca su tutti. Spacca quanto il film, con le inquadrature sempre così scure per sottolineare l'atmosfera del film, un'atmosfera tetra, che provoca una piccola agitazione nel nostro io italiano più profondo. Una bellissima fotografia che si nota già dalle prime inquadrature, quando muore il giovane, tutta quella presenza di colori scuri con il fumo che copre le immagini, un velo trasparente che sembra quasi accarezzare la morte che c'è in quel clima di rivoluzione. Anche la colonna sonora non è da meno, davvero molto suggestiva in alcuni punti, come nella scena in cui c'è il girato vero del funerale a Milano delle vittime di Piazza Fontana, un grande silenzio interno, mentre sovrastano le note di musica classica, da brivido al solo pensiero che quel fatto è successo davvero!

La scena più bella del film è proprio quella della bomba, lo spettatore sa che presto succederà qualcosa e gli trema l'animo davanti a quelle inquadrature che bloccano il tempo ritraendone i minuti fatali, annunciando l'imminente disastro. Così come nella scena finale, che personalmente mi ha fatto ricordare il film in cui Borsellino veniva fatto saltare in aria: stessi sentimenti provati, stessa situazione, stesse cause e stessi effetti, stesso clima, stessa fine.
E' un film, ROMANZO DI UNA STRAGE, che fa pensare, finalmente (e sottolineo finalmente) non si è di fronte a quelle ****** colossali delle commediuole che girano a Cinecittà, ma si cambia genere e vengono trattati il messaggio, la denuncia, il punto di vista per quello che sono in modo serio e maturo.

Io sinceramente voglio ringraziare Marco Tillio Giordana per il grande film che ci ha regalato, ha portato alla luce un argomento molto spinoso per il nostro Paese e nel contempo è riuscito a girare in modo impeccabile il film.
Per quelli della vecchia generazione è di certo un argomento triste, che hanno forse voluto dimenticare, ma è giusto che anche alle nuove generazioni venga insegnata la storia, la storia di questa giovane Italia. Non possiamo pretendere che i giovani di oggi guidino un Paese quando lo Stato stesso non insegna la politica a scuola, cosa significhi votare, cosa sia la Costituzione, i diritti e i doveri, i partiti e le forme di governo, la politica pura, senza nessun tipo di macchia. Rimane il dubbio se il Governo non voglia insegnare per far rimanere la forte presenza dell'ignoranza tra il popolo o che abbia una paura fondata su quanto accaduto in passato, paura che i giovani di oggi possano insorgere contro le istituzioni in modo violento per ottenere rispetto, quel rispetto che manca nel nostro Paese. Una paura che forse abbiamo tutti noi, ma specialmente loro, i quali questa disgrazia l'hanno vissuta, coloro che hanno visto questo e incidenti simili (un pensiero concreto a Moro) e se vogliamo la paura del mondo intero, di tutti i popoli, la paura di scoprire che le persone in cui poni fiducia ti pugnalano alle spalle. Un governo che dovrebbe guidare il proprio Paese verso la gloria e il benessere e invece insabbia i propri sbagli, perché in fondo funziona così il mondo, la politica come tutto il resto è un mondo di corrotti e di inganni.
Mi viene da pensare se CESARE DEVE MORIRE, ROMANZO DI UNA STRAGE e DIAZ non solo siano le tre pellicole di un nuovo inizio, ma anche tre pellicole che hanno un qualcosa in comune, un qualcosa di più profondo, ma forse non è il caso di continuare..

valis  @  06/04/2012 22:08:32
   10 / 10
da vedere e far circolare nelle scuole.
il film riesce a maneggiare l'immenso materiale relativo alla strage di Piazza Fontana con maestria.
certo, alcuni temi vengono solo accennati, del resto era impossibile trattare in modo compiuto il mare magnum dell'argomento.
avendo letto il libro di cucchiarelli mi è stato facile cogliere alcuni spunti, alcuni riferimenti del regista difficili da cogliere per chi non ha una infarinatura della storia
per la verità c'è da dire che molte delle teorie riprese dal libro e dal film erano già state già esposte in altri libri che avevo letto in precedenza, però il film lascia aperte tutte le porte, pur puntando con forza sulla matrice di estrema destra e dei servizi segreti deviati, con connessione con le più alte cariche politiche, saragat e il ministrio restivo su tutti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/04/2012 17:25:05
   7 / 10
Un Marco Tullio Giordana meno demagogico del solìto rischia e ci proietta dritti nell'incubo senza risposta della nostra controversa penisola: complotti, omissioni, insabbiamenti, omertà, complici e rei confessi. Il "rischio" è tangibile proprio oggi che le tensioni sociali rischiano di esplodere ancora, ma senza (e questo è un punto di forza) le implicazioni ideologiche di allora... pare che la linea di Giordana sia raccontare - anche questo rischiosamente - la febbre dell'antipolitica quando il terrorismo si innesca proprio da certe derive (estrema destra/estrema sinistra), citando le illusioni e la rabbia del Bellocchio del bel film sul rapimento di Aldo Moro. Ma il film di Giordana paga la scarsa libertà espressiva della storia: il giudice Calabresi appare vittima del suo stesso sistema (e qui possiamo anche non essere d'accordo no?), del resto è reso egregiamente da un lucido e misurato Valerio Mastrandrea. Tra i paraventi, si scopre, celata ma non troppo, un'accusa contro il sistema che ha condannato più br che fascisti, o una certa pietosa assoluzione dei "poveri gruppi anarchici", facendo il Santino di Giuseppe Pinelli... cose condivisibili, ma che rispecchiano quella forte dimensione oltranzista dell'italiano medio davanti alla brutalità degli eventi e degli efferati responsabili.
Se si eccettuano queste e altre forzature (difficile pensare alla moglie di un magistrato intenta a lavare i piatti, altra faticosa connotazione ideologica del nostro debole pensiero Italico) e una certa staticità di fondo, il film è complessivamente un buon prodotto. Ti assorbe completamente. Ed è facile giudicarlo indispensabile per le nuove generazioni, quelle che non hanno certo vissuto quel clima fetente, quelle dove i bambini a scuola parlano di Mijailovic o Totti, invece delle "bombe scoppiate ieri"

1 risposta al commento
Ultima risposta 06/04/2012 21.47.51
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piripippi  @  03/04/2012 15:03:02
   9 / 10
molto bello davvero, uno stupefacente ritratto di un periodo nerissimo della storia italiana e credo anche molto fedele alla storia. gli attori sono bravissimi e il cast è davvero molto eccellente. dopo i cento passi , giordana colpisce ancora. il film lascia molto da riflettere

jiko  @  01/04/2012 11:21:05
   9½ / 10
Una ricostruzione storica obiettiva e ben documentata, un film che scuote le coscienze e cerca di rispondere a molte domande rimaste per troppi anni senza risposta. Giordana confeziona un film che non pretende di raccontare la verità ma ci offre ipotesi ricostruttive verosimili che lo spettatore è libero di giudicare e confrontare. Attori in stato di grazia, Favino e Mastrandea nella loro migliore interpretazione, un cast perfetto, film da vedere.

Invia una mail all'autore del commento Suskis  @  01/04/2012 10:52:29
   2 / 10
Questo film non è affatto una ricostruzione dei fatti dell'epoca, bensì una DISTRUZIONE ed un tentativo di cancellazione della verità storica accertata. Voler far sembrare che anni ed anni di indagini non abbiano portato a nulla, basandosi su "fatti" già accertati come FALSI. Questi revisionismi storici poteranno un giorno alla beatificazione di Craxi così come da tempo si sta cercando di cancellare il valore dell'antifascismo e di far passare Mussolini per un grande statista. Non si discute della bravuta del regista o degli attori. Ma quando si PRETENDE di raccontare la STORIA si deve avere la decenza di evitare di farlo pescando da un libretto scritto fuori tempo massimo che ritocca quel che gli pare della storia col solo scopo di far polemica e, in questo caso, di tirarci fuori un film. Mi spiace ma non è confezionando bene una bugia che la si rende vera. Anzi, questo raddoppia solo la colpa.

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Ultima risposta 01/04/2012 20.34.55
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jolly  @  01/04/2012 10:29:17
   9 / 10
Il film percorre la storia di quegli anni con una cronologia basata su quello che ad oggi si conosce.Forse tra qualche anno bisognerà farne un'altro con un finale diverso. Si percepisce chiaramente, la grande confusione, la passione, la violenza, la disperazione, ed il grande sogno che in quegli anni si respirava.
Il film mi ha incollato al video per l'intera durata di esso. Favino non può che migliorare, è strepitoso!
P.S. la cosa pazzesca è che in sala c'erano 3 persone me compreso,aveva proprio ragione Pasolini...."l'intelligenza non avra mai peso nel giudizio di questa publica opinione....."

corey  @  01/04/2012 09:56:55
   8 / 10
Splendida ricostruzione dei fatti pre e post attentato alla banca dell'agricoltura di piazza Fontana a Milano. Favino la solita garanzia, sono rimasto piacevolmente impressionato da Mastandrea perfettamente calato nella parte del commissario Calabresi. Un film che dovrebbero vedere tutti, soprattutto i giovani che magari non hanno ben chiara la storia del nostro Paese piena di magheggi e di politica dove ad andarci di mezzo sono sempre le brave persone.

sandrone65  @  01/04/2012 00:52:25
   8 / 10
Pregevole ricostruzione dei fatti noti e delle inchieste intorno alla strage di Piazza Fontana condotta con la consueta cura da Giordana. Molto intense le interpretazioni di Favino e Mastandrea, davvero bravissimi e perfettamente calati nelle rispettive parti. Il ritmo narrativo è sempre sostenuto, asciutto ed aderente ai fatti, com'è giusto che sia. Un gran bel film.

Zurlistuta  @  31/03/2012 23:59:10
   9 / 10
Storia impeccabile, raccontata in maniera avvincente e recitata da alcuni dei migliori attori italiani del momento. Merito di raccontare una storia che noi giovani spesso nn sappiamo come dovremmo

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