Hortense, una giovane di colore, che fa l'optometrista, ha da poco perso il padre e sente il bisogno di cercare la sua madre naturale. Le viene suggerito di rivolgersi ad un'assistente sociale che accetta di darle la sua pratica. La donna, costernata scopre che sua madre è una bianca, si chiama Cynthia è una donna triste, che lavora in fabbrica e abita in una malandata villetta bifamiliare con la figlia Roxanne, spazzina. Hortense trova il coraggio di telefonarle e di fissare un appuntamento.
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Intenso dramma familiare in cui spiccano le interpretazioni degli attori protagonisti, su tutte Brenda Blethyn. Ben costruito, soprattutto nella seconda parte, seppur forse eccessivamente conciliante e rassicurante nel finale.
Frustrazioni sociali e beghe famigliari di tutti i giorni raccontati con trasporto ed emotività: la ripetitiva prima parte tende quasi al noioso ma prepara il campo alla progressione drammatica della seconda, culminante in una resa dei conti verbale carica di dolorose verità. Cast eccellente.
Un vero e proprio crescendo di pathos e di emozioni, fino all'esplosione finale. Parte un po' in sordina, anche se la qualità dei dialoghi e delle interpretazioni è chiara fin da subito, ma il coinvolgimento potrebbe non essere inizialmente a grandi livelli, almeno questo è quanto è successo a me. L'introduzione dei personaggi è forse anche troppo dilatata, vista poi la durata complessiva del film, ma ne vale decisamente la pena perché il pranzo finale, una sorta di resa dei conti, è grande cinema.
Gran film di Leight dalla messinscena scarna ma efficace, interamente concentrato sui dialoghi attraverso i quali vengono scavati i personaggi e che portano ad un finale che stranamente lascia una luce di ottimismo dopo due ore di pessimismo. Grande prova del cast. Non privo di qualche lungaggine ma ugualmente un opera superlativa ed emozionante, magistralmente diretta,strameritatissima la Palma D'oro a Cannes.
Il miglior Leigh nella sua comfort zone, quel quindicennio tra la fine degli anni '80 e l'inizio del 2000, tanto per parafrasare la sua ultima fatica 'Turner' in quel periodo realizzava tanti piccoli ritratti riuniti in un unico grande affresco, la sua opera si concentra nel dare risalto alle persone qualunque, e infatti minimalista è la sua regia assorta perlopiù in numerosi piani sequenza, lunghi, ricchi di silenzi e di denso realismo. La classe lavorativa appena uscita dal thatcherismo che amplificò la divisione sociale è fotografata con spirito critico già con 'Belle speranze' ribadito in questo anche se il soggetto è finalizzato a rappresentare i rapporti umani all'interno della famiglia e lì francamente dà il meglio, quell'ultim'ora suffragata nella sequenza della grigliata. Patetismo accolto con equilibrio, credibilità di una storia adita agli slanci emotivi retta da una meravigliosa Brenda Blethyn, nondimeno Marianne Jean-Baptiste che qualcosa di più avrebbe meritato, Leigh raccolse la palma in quell'anno soffiata ai Coen, qualche mese dopo suicidio dell'academy in un'annata in cui era più facile riconoscere la meritocrazia anziché topparla.
Questo regista mi piace molto. Sa raccontare storie estremamente reali, concrete e verosimilmente drammatiche senza cadere mai nella banalità o nel patetismo. Molti lo considerano il suo miglior film, ma io ho preferito "Anothe year".
Melodramma capolavoro di Leigh. Praticamente non mi è mai capitato di vedere un film di dramma e sentimenti, di umanità e personaggi femminili centrali, diretto con tale grazia e asciuttezza.
Non c'è un momento di patetismo o caduta di tono, gli attori sono di una bravura sconcertante. Mike Leigh, purtroppo, non si è mai ripetuto a questo livello.
un film al quale sono molto legata..attori eccezionali, la trama ben sviluppata e ma i stucchevole. Una splendida messa in atto di un quadro familiare. Ottimo film
Ottimo, grande la capacità di Leigh di immergerci in un dramma familiare dove i tanti segreti e bugie rischiano di spezzare gli equilibri già instabili all'interno della famiglia. Malgrado tutto solo con la verità per quanto brutta possa essere ha la capacità di fornire la spinta positiva per riuscire a superare i piccoli e grandi problemi. Arricchito da un cast eccellente per bravura e capace di sostenere in maniera brillante lunghi piani sequenza carichi di emozioni.
Film toccante, positivo senza essere nè stucchevole nè sentimentale. Difficile restare insensibili in presenza di una storia tanto sentita
Mike leight non punta molto il discorso sul punto di vista etnico bensì sulle differenze di classe sociale a cui le due donne dovranno far fronte fra molte difficoltà. La madre naturale è una donna sconfittà che vive ai margini della sociètà con un grande bisogno di amare,l'incontro con la figlia naturale metterà in crisi la sua vita ma lentamente le due riusciranno a recuperare il tempo perduto. Segreti e bugie può dirsi un grande film,poichè regge in granparte su un'interpretazione straordinaria da parte dei protagonisti sopratutto di Brenda Brethyn(sarebbe da Oscar) che coinvolge lo spettatore in un racconto commovente sul bisogno di amare. Il Film segue uno sviluppo classico che va a maturare nel lieto fine funzionale alla storia come l'apice del percorso di vita dei protagonisti.
"Segreti e bugie" è un melodramma familiare che si adatta anche ad essere una cartina al tornasole di situazioni sociali disagiate. La storia, infatti, è ambientata nei sobborghi di Londra e si insiste spesso sul divario tra le classi sociali che separa i membri della famiglia protagonista delle vicende. L'intreccio è ben congegnato e il film vanta interpretazioni eccellenti sia per intensità che per credibilità, ma nonostante questo resta, soprattutto nel primo tempo, un bel mattone.
Gran bel film. L'ho appena visto, e sono molto soddisfatto. Il fatto che il regista sia un vero maestro e' chiaro, dalle inquadrature, da tutto, non sto a annoiarvi. Gli attori sono portentosi. La gran parte del film e' lenta, si ha la sensazione che non accada niente. E invece, lentamente accettiamo i personaggi che lo compongono,e ci caliamo nella loro realta' in cui, come potete immaginare dal titolo, si celano importanti segreti. Vi consiglio di vederlo.
mike leigh è un grande regista. le sue storie semplici oscillano di continuo tra una bonaria malinconia ( così tipicamente britannica ) e un pizzico di esagerazione che sfiora il grottesco ( in "naked" su tutti ). segreti e bugie è un film bello e diretto, dove nulla è fuori posto: regia funzionale al racconto, dialoghi intelligenti, grande prova degli attori ( brenda blethyn straordinaria ). straordinario esempio di "una cosa piccola ma buona".
Dramma famigliare intimo e ricco di sfaccettature, ambientato durante una calda estate inglese in cui una figlia cerca una madre, in cui segreti dolorosi si palesano in una famiglia in apparenza strana e distante ma profondamente legata da forti sentimenti. Un'interpretazione che rasenta la perfezione da parte di Brenda Blethyn. Bravi anche gli altri componenti del cast.
Profondo, ma al tempo stesso immediato, semplice. Da antologia le attrici e da applausi la regia di Mike Leigh, che pur con qualche furbata, costruisce una storia intima e intimista con stile invidiabile.
Si puo' (si deve?) detestare il modo con cui Leigh, al contrario di Loach, affronta le tematiche sociali seguendo i parametri di un formalismo conciliatorio, vagamente ruffiano. Ma onestamente è una critica priva di senso: se ogni tanto il suo cinema rischia di essere preconfenzionato e ammiccante, occorre riconoscere che "secrets and lies" in particolare reca un'intensità straordinaria che lo rende uno dei piu' bei drammi inglesi del cinema contemporaneo. La Cynthia di Brenda Brethyn (davvero straordinaria) anima un personaggio che vede riconoscere tutta la sua vocazione di madre, di donna, di essere umano. Da antologia la violenta escalation di dichiarazioni (confessioni) dopo il barbeque. Un film inarrivabile per capacità emotive, interpretazioni e ambiente ("L'east west side forse?). Forse a tratti conformista, ma di grande effetto
è un film che ho visto tanti anni fa, quando i critici osannavano di continuo questa pellicola. poi è calato il silenzio, raramente è passato in televisione e, coincidenze strane, come quasi tutti i film che vincono Cannes, in Italia finiscono in un altrettanto strano dimenticatoio. la storia credo poteva essere sviluppata in maniera psichicamente più analitica, concisa, forse poteva svilupparsi partendo da approcci più profondi, con qualche elemento illuminante che poteva far di questo film un gran bel film. è comunque da vedere
Questo film (che vinse una palma d'oro mi pare) è un ottimo dramma familiare dalla trama un pò improbabile forse, ma mi piacque moltissimo (quando lo vidi anni fa) la penetrazione psicologica di Leigh nella descrizione di persone cosi umane, cosi imperfette. Questo regista affronta spesso temi intimisti, dando grande realismo ai suoi personaggi.