Lei è una fumettista dal carattere impulsivo, nemica delle convenzioni; lui un professore di fisica convinto che ogni fenomeno abbia la sua spiegazione. A tenerli insieme è un’incognita che nessuna formula può svelare.
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Un film giocato tutto di fotografia (davvero bella e molto curata), impatto visivo (si è scelto di ambientarlo, furbamente, in città spettacolari) e un tentativo di montaggio un minimo originale. Tolto questo, resta pochissimo. L'idea di base, al primo impatto, sembra interessante ma, di fatto, non viene sviluppata
questi 2 fanno sostanzialmente la stessa vita per anni: la loro relazione non decolla mai, non si sposano, non hanno figli, non c'è il minimo intoppo sul lavoro per nessuno dei due, si tradiscono in un niente... fanno praticamente la vita di adolescenti che invece di andare a scuola la mattina vanno al lavoro. Trasmettono infatti l'idea di relazione che può avere un ventenne, non persone cresciute e fatte. In sintesi, dove e chi sarebbero i supereroi? I continui salti temporali, di tanto in tanto riusciti e ben incastrati, son generalmente confusi e sembran più che altro frutto di un montaggio frettoloso. Contesti e dialoghi, per un buon metà film, son talmente banali, ripetitivi e piatti che bisogna vedere la barba di Borghi per individuarli cronologicamente, altrimenti non c'è nessun altro indizio: potrebbe trattarsi di loro 30enni o 40enni... sarebbe uguale. Persino l'aspetto drammatico della malattia, che avrebbe dovuto essere di potentissimo impatto emotivo appare posticcio ed artefatto... un qualcosa buttato lì per dare un senso compiuto al film
Insopportabile poi sentire attori, anche quotati, che non sanno recitare (o non sanno doppiarsi), d'accordo la cadenza romana, ma in certi passaggi si fatica a capire i dialoghi perchè smozzicano le parole.