Il tempo per il nostro mondo sta per scadere, ed alcuni agenti entrano in azione per evitare un evento più catastrofico di una terza Guerra Mondiale o di un Olocausto nucleare. Tenet aprirà le porte giuste – e anche alcune sbagliate – per guardare il mondo con occhi nuovi, sentendolo anziché tentare di comprenderlo...
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A Nolan inizia a mancare la misura e in un regista con velleità da grande autore è un bel problema.
La misura di dosare le musiche, senza martellare con una seppur ottima colonna sonora, anche quando non serve. Si può montare la tensione anche senza sparare bassi e vibrazioni in continuazione.
La misura della complessità. Non è che attorcigliando trama e contenuti si ottiene sempre un effetto migliore. Talvolta i rebus son talmente fini a loro stessi da perdere di senso e significato.
La misura della caratterizzazione dei protagonisti. Gli attori sembrano li solo per muoversi dentro il grande impianto scenico, non hanno motivazioni profonde, passato o sentimenti. Sono freddi, parlano e interagiscono a velocità improbabili. Forse l'unico personaggio un po' caratterizzato è il cattivo.
Nonostante questo, Nolan fa qualcosa di incredibilmente originale:
(inizialmente pare un capo, poi sembra per una donna con la quale non ha legami, ma che merita di essere salvata ed infine capisce che era per se stesso)