the great yokai war (2005)

Negli anni in cui Miike diventava celebre in occidente per la violenza e gli eccessi contenuti nelle sue pellicole,ecco che tira fuori questa sorta di fantasy/fiaba adatta ad un pubblico di praticamente tutte le età.
Divertente,ricco di inventiva,con effetti speciali non eccezionali ma ben integrati con il contesto narrativo.
Due ore che volano,nella sterminata filmografia del regista nipponico è uno di quei lavori che per quanto non memorabile,si fa ricordare.

La favola e il mondo di Miike si fondono bene in questo film fantasy con un piccolo protagonista, tipico personaggio senza radici delle pellicole del regista giapponese, alle prese con un invasione provocata dalla stessa umanità, ben evidenziato dal sottotesto ecologico. Ottimi effetti speciali, assolutamente non invasivi e ben amalgamati alla pellicola, che malgrado qualche piccola caduta di ritmo, lascia un sottile velo di malinconia nel finale.

Buona incursione nel fantasy da parte di Miike, regista grandioso a suo agio nel sadismo, nel film per ragazzi, nel dramma, ecc..

Omaggiando Oriente ed Occidente (nei film e nelle tradizioni), si realizzano 124 minuti pieni (forse pure troppo), visivamente ottimi, con una buona computer grafica.

Forse un pò lento, è comunque tenerissimo (carinissimo il cucciolino del protagonista), d'autore, ben recitato e diretto.

Maggior ritmo però non avrebbe guastato.

Tanta atmosfera, molta cura, un pò di pesantezza.

Lo Yokai del titolo è una sorta di demone giapponese; comprensibilmente il film, un pò dappertutto, riguardo a critica ha sempre ottenuto pareri discordanti.

A dirla tutta non ho visto troppa ironia nel film, bensì un'aria bambinesca e leggera molto ben riuscita.

Nonostante sia un film realizzato in maniera eccellente, non riesco comunque ad apprezzarlo pienamente, sarà che il genere fantasy non mi attira.
Preferisco altro di Miike.

Escursione nel fantasy per il versatile Takashi Miike,lontano quindi dai suoi abituali territori e in questo caso impegnato in un racconto di formazione destinato più che altro ad un pubblico giovane.
Tadashi è un timido ragazzino che durante una festa popolare viene eletto Cavaliere Kirin ,per tradizione paladino della pace e protettore degli uomini.Suo malgrado sarà davvero costretto a difendere l'umanità dalla distruttiva invasione di demoni che il rancoroso Kato sta per scatenare.
Da ciò che avevo letto mi aspettavo un ottimo film,invece non l'ho trovato particolarmente interessante.Trattandosi di Miike non mancano pensate sbalorditive e scene che rendono bene la maestria del regista,eppure "The great yokai war" stenta a conquistare fino in fondo.Si coglie una sceneggiatura sfilacciata e poco compatta,le scene madri sono abbastanza insipide e la computer grafica non è un granchè.Colpa forse di un budget modesto rispetto ai più rinomati kolossal,il fatto che anche il make-up dei vari demoni e degli yokai è fin troppo pacchiano.Il limite più grande però sta nella storia,nonostante vi siano riferimenti alla poetica ecologica e pacifista del grande Hayao Miyazaki non è assolutamente distinguibile la stessa profondità del messaggio e la stessa capacità di emozionare.Il maestro dell'anime è un chiaro punto di riferimento,non pensare alle creature de "La città incantata" o alle diavolerie meccaniche de "Il Castello errante di Howl" è impossibile,come del resto non cogliere gli omaggi di matrice steampunk.Il lavoro di Miike però ha poco spessore rispetto ai modelli di riferimento,anche per via di una presentazione loffia dei personaggi.Il regista predilige puntare forte sull'accumulo di creature e tradizioni tipiche del folklore nipponico risultando simpatico,poco altro.

Miike si mette a fare film per famiglie ma non dimentica la sua follia, che impregna una grande capacità visiva. Originale, convulso ed epilettico. Il bambino recita da dio.

...ottimo film per ragazzi... La mano di Miike si nota, ero curioso di vedere come se la cavava con il genere fantasy e nn mi ha deluso... Film magico, con la presenza di quell'ironia che poco o molto contraddistingue i suoi film... Un Miike atipico che, a mio avviso, nn delude le aspettative...

Il buon Miike pur discostandosi dai suoi precedenti lavori, continua a non deludermi. Questo Youkai Daisensou mi è piaciuto veramente molto, a metà tra il fantasy e la parodia di un fantasy. Molte trovate divertenti

SPOILERe in generale un film molto ben fatto e divertente. Molto belle anche le sequenze quando ci sono tutti gli spiriti, spassosissime!

Film per ragazzi (ma forse non per i nostri che non capirebbero). Divertente e pieno di battute da piegarsi. Sto anche approfondendo la mia conoscenza nelle leggende popolari giapponesi tanto mi è piaciuto.

Carinissimo film per ragazzi firmato da Miike!!! Altro che Narnja e altre minkiate del genere... Come dice giustamente Cash, specialmente nella prima parte Miike riesce a ricreare un atmosfera magica e misteriosa come solo Miyazaki nella città incantata c'è riuscito...
Nel finale il film si perde un pochino diventando un po arruffato e perdendo parte della sua originalità iniziale.
Nel complesso un ottimo film fantasy come non se ne vedevano da anni!!!

ecco la vera sorpresa della retrospettiva su miike in quel di torino. Già presentato a venezia, finalmente anche io ho potuto posare le pupille su questo film che definirei immenso.
A scanso di equivoci, chiariamo subito un fatto; questo film è un fantasy per bambini, o poco più. Non è il "solito miike", nulla di più lontano. il film risprende ampiamente quelli che sono i caratteri della mitologia orientale, per cui chi non ne mastica pelomeno un momento potrebbe sentirsi quantomeno spaesato. ma tutto questo non inficia particolarmente sulla godibilità, che si attesta su livelli altissimi. Di risate ne fa fare a migliaia, e straccia qualsiasi scary movie 4 lontano un miglio.
Inoltre viene spesso alla mente l'universo di miyazaki, come se quest'ultimo avesse abbandonato un momento l'animazione per dedicarsi ai film veri e propri.
Non so davvero che dire se non che questo è, per quel che mi riguarda, il film dell'anno (anche se ammetto che sia un po'troppo presto per dirlo)