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"Lo stomaco pieno è un prerequisito per le buone maniere"
Con la fame purtroppo le buone maniere non si conoscono, perchè l'istinto di sopravvivenza prevale su tutto. Con la fame non si può scendere a compromessi o intavolare negoziati. E' un bisogno primario del corpoe come tale è prioritario soddisfarlo. Non esistono fratelli, non esistono amici o solidarietà reciproca ed il cannibalismo é lo stadio finale della disperazione. The Last Confession of Alexander Pearce prova a restituire umanità ad una figura mitica di mostro costruita ad arte per amabili conversazioni macabre davanti ad una tavola imbandita di cibo. Quando il cibo non si trova tutti possiamo diventare mostri e tutti possiamo diventare Alexander Pearce. Nella sua brevità questo piccolo film per la tv, avaro di gore, è semplice quanto efficace nel far capire il concetto. Questa vicenda comunque mi ha ricordato un altro film molto buono, Van Diemen's Land, la versione romanzata della vicenda di Pearce.
Avevo già visto in precedenza un film su questa vicenda e non sapevo fosse tratto da una storia vera. Su questa pellicola che dire..complessivamente è ben fatta..buona recitazione e regia..un po lento probabilmente ma fortunatamente non durando nemmeno un'ora nel complesso non annoia mai. Avrei preferito un po più di schiettezza nelle scene di cannibalismo ma nel complesso non è una grossa pecca..sufficiente.
breve (1h) film tv australiano che narra la storia di alexander pearce, una figura dai connotati quasi soprannaturali e demonizzata al punto che ancora oggi è quasi l'equivalente australiano del babau. un uomo che per due volta scappò da una delle prigioni più isolate e dure di quel continente e che sopravvisse cibandosi della sola carne dei suoi compagni di evasione. il film nella sua scarsa durata è intenso, recitato splendidamente e scevro di quasi ogni scena truce. invece che sparare sulla croce rossa, rendendo ancor più spregevole di quanto lo fosse questa persona, scava per capire le sue ragioni, sucita interrogativi nello spettatore, spingendolo a chiedersi come egli stesso si sarebbe comportato in quella situazione, e critica ferocemente le disumane condizioni di detenzione dei penitenziari australiani di inizio '800. per me è una storia che merita di essere conosciuta, lo consiglio.