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A tratti irriverente, un Benigni ancora piuttosto giovane ci regala momenti davvero divertenti. La regia piatta e quasi documentaristica però ne limitano di parecchio le potenzialità.
Puro Benigni 100% al quale anche il Raw di Eddie Murphy di 4 anni dopo imho deve qualcosa, e non solo per i discorsi escrementizi.
Umorismo neanche così pesante, qualche discorso inutile, molto savoir faire.
Certi momenti fanno effettivamente ridere (la X di Craxi, il Dio arrabbiato per la mela, ecc.), e l'innata capacità di parlare, di intrattenere, di fare collegamenti e monologhi di sicuro non si discute.
Bertolucci inframmenta lo spettacolo con momenti strani in auto o a piedi, e il tutto regge ed interessa; Roberto è uguale a sè stesso ormai da 30 anni, ma avercene di gente così.
Il secondo "Tutto Benigni dal vivo" del 95-96 è decisamente più divertente. Qui però ritroviamo alcune delle battute storiche del toscanaccio e alcune trovate assolutamente esilaranti.
Lo definirei quasi una summa del Benigni prima maniera. Quello di Berlinguer ti voglio bene e le esperienze di TeleVacca e Onda Libera. Un Benigni più prorompente, dissacrante e sanguigno e non certo con il freno tirato degli ultimi anni.
Come si chiamano in America questo tipo di operazioni, "spoken word" o qualcosa del genere? Bene, ammiccando un pò a Lenny Bruce (di cui non ha forse l'irriverente sarcasmo neutrale) e al Richard Pryor di "Here and now", dello stesso anno, Benigni dà spesso il meglio di sè, come nella "parabola" su D.io ("eeh esagerato" ndr), con uno spirito dissacrante che gli riconosciamo ma forse privo delle finezze autoriali che matureranno in seguìto. Comunque molto molto divertente: ovviamente insopportabile per chi non sopporta B.