veronika voss regia di Rainer Werner Fassbinder Germania 1982
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veronika voss (1982)

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locandina del film VERONIKA VOSS

Titolo Originale: DIE SEHNSUCHT DER VERONIKA VOSS

RegiaRainer Werner Fassbinder

InterpretiCornelia Froboess, Hilmar Thate, Rosel Zech

Durata: h 1.45
NazionalitàGermania 1982
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 1982

•  Altri film di Rainer Werner Fassbinder

Trama del film Veronika voss

Un giornalista sportivo conosce per caso una misteriosa donna: la segue e scopre trattarsi di una ex diva del cinema ai tempi del Terzo Reich. Ora la donna però vive solo di ricordi ed è succube della morfina e di una dottoressa senza scrupoli.

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Voto Visitatori:   7,81 / 10 (13 voti)7,81Grafico
Voto Recensore:   7,50 / 10  7,50
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Voti e commenti su Veronika voss, 13 opinioni inserite

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Filman  @  04/04/2023 09:41:13
   7½ / 10
Tra i temi cari e personali per Rainer Werner Fassbinder troviamo anche quello della depressione, importante anche per il vissuto dello stesso regista, che ritorna in DIE SEHNSUCHT DER VERONIKA VOSS nonostante tutto questo affiato melodrammatico e hollywoodiano (anche se Hollywood non c'entra) fosse una novità per lui. E' forse proprio il voler inquadrare la sofferenza psicofisica con la macchina da presa ad aver avvicinato l'autore ad un certo tipo di cinema europeo. La sua carta identificativa risiede, invece, nello studio delle conseguenze e delle scorie del passato nazista tedesco, incarnato nella volontà di sopraffazione e manipolazione degli uomini.

Ciaby  @  08/02/2017 23:09:17
   6½ / 10
Praticamente un "Viale del Tramonto" meno d'impatto.
Comunque, è sempre Fassbinder: visivamente straordinario e, tuttosommato, un film riuscito anche se non tra i suoi migliori.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  09/11/2012 21:58:03
   8 / 10
Altra perla di Fassbinder. Si rimane soprattutto impressionati dalla capacità di rappresentare su pellicola un intenso e doloroso ritratto di esseri umani disperati, doloranti, che cercano di trovare un appiglio, una ragione per vivere e che invece trovano unico rifugio e sollievo nella morte.
Dopo "Un anno con tredici lune", anche "Veronica Voss" ci restituisce un quadro pessimista sulla possibilità per gente interiormente svantaggiata (persone sensibili e fragili) di amare ed essere amati. Le convenienze, i doveri sociali, il materialismo, la cattiveria, l'indifferenza, il cinismo, la prevaricazione dei più forti sui più deboli non lasciano scampo. Fassbinder non concede speranze, delude appositamente lo spettatore. Se durante il film ci fa provare comprensione per il personaggio di Veronica Voss (ce lo mostra in tutti i suoi aspetti, sia quello spavaldo pubblico che quello umiliante privato), soffoca alla fine il bisogno istintivo di pensare a una fine lieta, a un accomodamento, al premio per i "buoni" e alla punizione per i "cattivi".
Fassbinder ha la crudeltà di utilizzare i potenti mezzi della rappresentazione melodrammatica mediati da Sirk, facendoci provare compassione e partecipazione per i personaggi che lottano disperatamente, per riservarci la mazzata finale dell'amara sconfitta, dello svelamento di come la realtà non segua i nostri desideri e le nostre illusioni, anzi faccia esattamente il contrario.
Fassbinder infatti è uno dei massimi esponenti della corrente pessimista che ha attraversato il cinema (e in generale tutta la cultura occidentale) dagli anni '70 in poi. Del resto conosceva bene la situazione di debolezza e fragilità interiore, di disperante incapacità di raggiungere la felicità duratura (la si vive solo per brevi intensi sprazzi), l'aprirsi improvviso di profondi abissi immensi e amari di dolore. Lui stesso ha ceduto alla facile consolazione artificiale della droga, pagandone care le conseguenze.
Nessuno meglio di Fassbinder poteva rappresentare la disfatta interiore di una vecchia e dimenticata diva del cinema.
"Veronica Voss" è anche l'occasione per Fassbinder di mostrare ancora una volta la sua grande capacità tecnica, omaggiando lo stile filmico del passato. Prima di tutto utilizza il bianco e nero e lo fa in maniera sublime. Mai dei bianchi così intensi e abbacinanti sono stati usati in maniera così estraniante e inquietante. Inserisce poi dissolvenze a iris o altri richiami agli usi del passato. Rimane però intatto l'uso estraniante delle tecniche di ripresa (spesso a distanza, oppure dal basso o da molto in alto, pochi i primissimi piani), la grande suggestione delle scenografie, le splendide musiche, l'intensa e curata recitazione degli attori. Insomma, arte, arte, al massimo stato. Fassbinder è stato veramente grande.

Beefheart  @  11/01/2012 18:11:59
   8½ / 10
Il Dramma personale della caduta di una stella del cinema, con omicidio accessorio. Ottimo film, diretto e fotografato magistralmente, in un bianco e nero (a tratti ultranitido ed a tratti più saturo) di rara efficacia; magistrale uso delle luci, perfetta interpretazione di personaggi ben delineati, buoni dialoghi e buona sceneggiatura. In sostanza trattasi di pessimismo sfrenato (alla Fassbinder), vestito, stavolta, di un abito più elegante e raffinato del solito, ma sempre ad effetto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/05/2011 00:17:53
   8 / 10
Secondo me Veronika Voss è il film di Fassbinder nel quale la metafora politica è più palese rispetto ad altre pellicole. C'è sempre la costante di guardare al passato per capire il presente di una nazione. L'ex attrice di grido del regime nazista al pari della vecchia coppia di ebrei sono il passato doloroso di una nazione che deve essere rimosso a suon di morfina.
Tecnicamente è una delle sue opere più pregevoli dal punto di vista registico, senza dimenticare naturalmente la straordinaria fotografia in bianco e nero, abbagliante in presenza del bianco. Curiosa anche la varietà di dissolvenze tipiche del cinema anni '50 che il regista tedesco omaggia.

bulldog  @  30/01/2010 17:49:43
   7 / 10
Veronika Voss è il Viale del tramonto di Wilder in salsa tedesca.
Ma mentre nel film di Wilder vi erano racchiuse l'Hollywood muta e l'Hollywood classica,qui nel film di Fassbinder vi troviamo in aggiunta anche il cinema europeo d'autore anni 60,la nouvelle vague e il neorealismo.

Un affascinante bianco e nero e un tributo al cinema noir anni '50.
Preferisco il Fassbinder dei primi anni 70.

1 risposta al commento
Ultima risposta 31/01/2010 14.12.00
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Guy Picciotto  @  11/11/2009 22:31:42
   9 / 10
il viale del tramonto teutonico...si l'accostamento mi piace molto.....ma è un viale molto molto più grigio, nebbioso. Fassbinder è ossessionato dagli spettri del passato, siano essi reali apparizioni ectoplasmiche o solo il prodotto di uno stato alterato della mente, sono i fantasmi l'archetipo soprannaturale di preferenza, esattamente come succedeva a ben pensarci nella letteratura gotica. Tensione sessuale, amore/ossessione per il passato, follia: la figura del fantasma è veicolo privilegiato di queste tematiche, spesso si tratta solo di ricordi distorti nella mente di V.Voss, del delirio provocato dall'alcool, altre volte questi spettri agiscono in maniera indipendente e concreta....certo è che l'eleganza febbrile di questo film catapulta il già grande Fassbinder ad divenir un autore immortale, la fine della diva consunta Voss chiusa recintata nel di di festa non è neanche più un morire, è l'epifania, il suicidio come ben si sa è narcisismo all'ennesima potenza, sopratutto nel divismo, Fassbinder filma l'epifania della signora Germania, e dell'Europa della Nuova Oggettività io credo. Penultimo di Fass, tra i suoi migliori e definitivi

paride_86  @  02/10/2008 02:24:30
   7 / 10
Quarto film di Fassbinder sulla Germania postnazista raccontata attraverso figure di donne. Veronika Voss è un'icona del passato, schiava della morfina e padrona di nulla, neanche di se stessa. Sicuramente è l'immagine più disperata fra le quattro, ma anche la più fredda e distaccata dal suo destino.
Ad accentuare questa sensazione c'è anche il bianco e nero traslucido usato dal regista, che stavolta dal melodramma vira drasticamente al noir con atmosfere hitchcockiane. Eppure, secondo me, qualcosa non ha funzionato del tutto: il personaggio (teoricamente) principale, cioè Veronika, è stato approfondito ben poco.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  17/01/2008 09:29:47
   8½ / 10
L'incontro tra un giornalista sportivo ed un'attrice che è ormai avviata sul "viale del tramonto" tra ricordi di un luccicante passato e la glaciale tossicodipendenza del presente. Un b/n perfetto per un racconto dall'inizio amaro e dalla fine tragica e sarcastica allo stesso tempo.
Veramente notevole la prova di Rosel Zech.

2 risposte al commento
Ultima risposta 17/01/2008 11.44.22
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  02/10/2007 09:35:04
   8½ / 10
CHE STILE, CHE CLASSE! FASSIBINDER CI REGALA UN DRAMMA (E ANCHE UN PO' GIALLO) RAFFINATISSIMO CHE NON PUO' NON COLPIRE. GIRATO IN BIANCO E NERO, IL FILM SI INCENTRA SULLA VICENDA DI UNA EX ATTRICE DELLA GERMANIA NAZISTA, ORMAI DECADUTA E ABBANDONATA A SE STESSA E AD UN ISTITUTO CHE LA TIENE SOTTO CONTROLLO ATTRAVERSO L'USO DI SEDATIVI E MORFINA. SARA' UN GIORNALISTA A SCOPRIRE IL MISTERO CHE SI CELA DIETRO L'ATTRICE, ANCORA BELLA FUORI MA CON UNA PSICHE ORAMAI SERIAMENTE PROVATA DALLE SOSTANZE CHIMICHE E DA UNA VITA CHE LE HA TOLTO TUTTO QUELLO CHE LE AVEVA DONATO DURANTE I "FASTI" DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE.

Crimson  @  19/07/2007 23:18:34
   8½ / 10
Thriller in superficie, analisi psichica in profondità. Un film agghiacciante per l'atmosfera e per le relative sensazioni di non-vita che ne derivano. Veronika sceglie lucidamente la propria destinazione, senza rimpianti, e la persegue con un'aderenza che fà orrore per la propria aderenza cruda, verace, a costo di rinnegare qualunque appiglio con la vita che pur le viene offerto. Ma quale vita? ecco, mi piace pensare non ad un 'trionfo della morte' in stile dannunziano, ma in una concretezza scarna ma vera nella quale riconoscersi maggiormente seppur solo per alcuni versi. Assistiamo agli ultimi giorni di una persona che ha già firmato tutte le carte per la propria dipartita (la memoria, non mi è rimasta nemmeno quella), ed è ciò che la razionalità cieca del giornalista non riesce a concepire. E alla fine sorprendiamo noi stessi a desiderare che finisca in quel modo, così da mettere a nudo e interrogarci su tutte le nostre più profonde convinzioni etiche e sociologiche.
Bellissimo.

1 risposta al commento
Ultima risposta 19/07/2007 23.20.08
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pabren  @  01/10/2006 01:14:51
   10 / 10
per me è il suo film piu bello,in realta e l ultimeo perche querelle fu montato se non sbaglio quando lui era gia morto.
comunque veronica è la non paura della morte al confronto col terrore di vivere ancora .in un favoloso bianco e nero quasi un viale del tramonto tedesco dove non c e follia non c e delirio ma consapevolezza della propria fine dove l unico vero desiderio è morire da soli per pasqua in una sqallida camerette......arrivederci veronika

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