le campane di santa maria (1945)

A tratti ingenuo ed eccessivamente buonista, e non poteva essere altrimenti, LE CAMPANE DI SANTA MARIA non possiede grandi caratteristiche da esibire, se si eccettuano due grandi interpreti e un discreto sonoro (premiato con l'oscar).
La storia è piuttosto semplice ma troppo lineare, povera di intersezioni interessanti o dinamiche di grande coinvolgimento, offrendo sì una visione tranquilla ma decisamente troppo monotona da poter apprezzare a pieno.
Fu comunque un grande successo ai botteghini.

Séguito a grande richiesta del melassoso "La mia via", sempre di McCarey e con Crosby protagonista nel ruolo del pacioso prete canterino chiamato stavolta a rimettere ordine in un collegio tenuto allo stato brado da un gruppo di monache dalla ridarella facile.
Ampiamente prevedibile, basato su scaramucce da oratorio e valanghe di buoni sentimenti ma meglio tollerabile del predecessore, probabilmente per la presenza di una splendida Ingrid Bergman, castigata dalla tonaca ma capace di infondere con la forza dello sguardo e con la classe dell'andamento una comunicativa straordinaria; nel finale riesce anche a commuovere (sarò io una pappamolla...).
Innegabilmente datatissimo, sono certo che riuscirebbe ancora a fare la sua onesta figura col suo messaggio di altruismo se trasmesso in un nevoso pomeriggio natalizio.