questione di punti di vista (2009)

Sergio Castellitto/Vittorio veste Prada, ma non è un diavolo. Tutt'al più un elegante, moderno e curioso supporter che si lascia affascinare da un piccolo gruppo circense del quale decide di seguire le orme. Si ritroverà a incoraggiare alla vita la "canard enchaîné" (un'ermetica seppur sorridente Jane Birkin), afflitta dai dolori dell'elaborazione di un lutto e dai sensi di colpa.

Jacques Rivette, uno dei maestri della Nouvelle Vague, mette in scena un piacevole gruppo di mimi, clown, acrobati e giocolieri, degni portatori di un'illusione che ormai sembra essersi sbiadita. Forse il tempo li ha superati, in qualche modo calpestati. Forse i nostri tempi non sono più in grado di sostenere un modo di filmare così atipico, piantato per terra, privo di svolazzi se non quelli dell'anima.

Improvviso e scostante come una partitura jazz, senza musica e senza applausi, pervaso da una calma fiaccante e dal silenzio del vuoto, il tono leggero dell'autore (finalmente un film dove nessuno urla e dove si chiede il permesso prima di parlare) prende corpo, e il suo lunatico svago nel piccolo circo non soffoca le ambizioni.
Il cinema/circo non è rutilante, ne' apprensivo. Viene spogliato da qualsiasi carattere freak e rivestito da un impianto teatrale, dove si esibiscono filosofi che ripetono ogni sera la loro litania esistenziale in un sud della Francia provinciale, caldo e quasi disabitato. Minimalista, come l'opera rappresentata.

Film sul passato e sul futuro intriso da un fatalismo totalizzante.
Personaggi ben designati in maniera quasi favolistica.
Splendida prova di Jane Birkin, bella ambientazione e dialoghi interessanti ma tematiche un po' troppo usurate.

Film di elementi consunti e fuori tempo massimo, si salva per il mestiere di un grande vecchio. Magnetica Jane Birkin.

Il nuovo film del decano esponente della Nouvelle Vague dimostra come oramai il regista possa permettersi di girare ciò che più lo aggrada, senza preoccuparsi del pubblico e della critica. In una pellicola leggera, ma zeppa di virtuosismi registici, un ottimo Castellitto è attratto dalla vita circense, infatuandosi per la figlia del proprietario, Kate (Jane Birkin), fino ad essere costretto a parteciapre ad un fantastico sketch in veste di clown.
Film romantico, ma neanche troppo, ognuno troverà la sua strada anche grazie a Castellitto.

E' davvero sorprendente che un film di Rivette presentato alla Mostra del Cinema in questi giorni finisca per essere - come sembra - già prossimo alla distribuzione, sarà la presenza del divo italiano (Castellitto)?
Non è cambiato nulla: il cinema di Rivette è unico per questo, con la sua propensione all'introspezione psicologica dei personaggi, le citazioni cinefile e letterarie (da Cocteau a H. Boll passando per Alexander Kluge e Beckett), i suoi tempi morti, l'adattamento naturale con propensione a un difficile fatalismo morale.
Un film profondissimo, ma consigliato ai pochi eletti che amano e conoscono il regista francese