Marlon Brando naque il 3 Aprile 1924 a Omaha, nel Nebraska. Era l'ultimo dei tre figli di Dorothy Pennebaker, attrice dilettante, e Marlon Brando Sr., commerciante alcoslista e donnaiolo.
L'infanzia del piccolo Marlon, a quei tempi soprannominato Bud per distinguerlo dal padre, fu un'infanzia difficile e profondamente segnata dai gravi problemi di alcolismo dei genitori; le uniche persone su cui Marlon da piccolo poteva fare affidamento erano le due sorelle maggiori: Jocelyn, nata nel 1919, e Francine, nata nel 1922, (che teneramente aveva soprannominato Tiddy e Frannie).
Nell'estate del 1936, quando Marlon aveva 12 anni, il matrimonio dei Brando cominciò a naufragare; allora la madre, desiderosa di cambiare vita, decise di andarsene e affidò i tre figli ad una loro zia che abitava a Sant'Ana, in California.
La separazione, tuttavia, non durò molto e nel 1937 la famiglia si riunì a Libertyville, una comunità agricola nell'Illinois.
Nell'autunno del 1938 Marlon si iscrisse alla "Libertyville high school" ma il giovane quattordicenne non era portato per gli studi (faceva ragazzate come scrivere parolacce sulla lavagna, dare fuoco ad un bidone infiammabile quando entrava l'insegnante oppure lanciava petardi fuori dalla finestra durante le lezioni di francese); i voti di Bud erano insufficienti a causa della dislessia e dell'instabile vita famigliare.
Marlon era quindi costretto a cercare altrove l'affetto e il calore di una famiglia normale; per questo motivo adorava stare a casa della sua "fidanzatina" delle scuole superiori Carmelita Pope, la quale afferma che Marlon, alla sera, non voleva mai tornarsene a casa, sicuro che tanto la madre, probabilmente rintanata in qualche pub a bere con degli sconosciuti, non si sarebbe preoccupata nemmeno di cercarlo.
Nel 1940 Brando dovette ripetere il secondo anno, suscitando la profonda rabbia del padre. In seguito fu mandato all'Accademia militare di Shattuck, a Fairbault (nel Minnesota); anche all'Accademia, però, le ragazzate di Marlon si alternavano ai voti insufficienti, fino a quando, un giorno, qualcosa cambiò: finalmente il giovane dimostrò interesse per un'attività, cioè la recitazione (faceva parte del gruppo di studenti del corso di arte drammatica). Il suo primo ruolo fu nella commedia teatrale "A message from Kufu" e fu talmente bravo che nel bel mezzo dello spettacolo tutti gli altri studenti si alzarono e applaudirono. Subito dopo questo successo, Marlon parlò per la prima volta con la madre di diventare attore; lei subito gli rivelò il suo orgoglio e la sua ammirazione. Ma l'interesse per la recitazione non fu sufficiente a tenere il diciottenne a Shattuck e nel giro di un anno fu espulso. Ormai non c'erano più soluzioni; aveva fallito in tutto.
Dopo cinque anni di scuola superiore, Marlon non conseguì il diploma ma capì che era tagliato per la recitazione.
Nel 1943, all'età di diciannove anni, raggiunse le sorelle a New York e frequentò il Laboratorio di Arte Drammatica nella nuova scuola per la ricerca sociale; questo laboratorio lo teneva impegnato tutto il giorno, ma Marlon lo adorava.
Le sue lezioni preferite erano tenute da Stella Adler, una grande del teatro mondiale. Fu lei a scoprire veramente Brando, il quale era l'unico della classe ad indossare un paio di jeans e una maglietta quando tutti (erano gli anni '40) indossavano giacca e cravatta. A lui bastava solamente gironzolare ed era bellissimo.
Stella notò subito quanto Marlon fosse sensuale, intenso, provocante; in seguito lo introdusse al metodo di recitazione Stanislavsky, nel quale bisognava attingere alle proprie esperienze personali. Brando era dotato di un talento eccezionale, un dono innato che non poteva essere insegnato ma solo perfezionato. Per la Adler era il migliore di tutti, il suo genio, quindi lo presentò all'Elitè culturale di New York, dove si sentiva un povero novellino impaurito in mezzo a tanti "pezzi grossi". Grazie a Stella, che continuò a guidarlo, Marlon ottenne quella preparazione che aveva rifiutato alle scuole superiori e ricevette l'approvazione che tanto desiderava.
Nell'autunno del 1944, a poco più di un anno dal suo arrivo a New York, Marlon era sulla buona strada per Broadway e per la notorietà. Aveva ottime probabilità per arrivare a Broadway per le sue eccellenti capacità e per l'aiuto della sua influente guida (Stella Adler, per l'appunto). Ormai era pronto a tutto,inclusa la celebrità.
Ottenne il suo primo ruolo a Broadway nella nuova commedia "I remember mama", dove interpretava Nels; il ruolo era piccolo ma la produzione prestigosa. La maggior parte dei critici non lo notò subito, ma i suoi colleghi furono colpiti dalla sua straordinaria presenza scenica: non si capiva che stesse recitando, talmente era naturale. La rappresentazione fu un successo e rimase in cartellone per ben 18 mesi; durante questa lunga programmazione Marlon cominciò ad annoiarsi e disturbava in continuazione gli altri attori sul set.
Nel febbraio del 1946 lasciò "I remember mama" per una parte più prestigiosa in una commedia intitolata "Truckline cafè" dove interpretava uno xuricida; essendo un personaggio molto difficile dovette impegnarsi al massimo. Nonostante la commedia fu un fiasco, l'interpretazione esplosiva di Marlon fu inevitabilmente notata dai critici.
Dopo "Truckline cafè" ricevette una nuova parte e una causa da sostenere: nel '46, infatto, entrò nel cast di "A flag is born", spettacolo teatrale politico che sosteneva la lotta degli ebrei in Palestina per una nuova patria; l'attore si identificò nella cultura ebraica e interpretò David, lo spirito di Israele. Tutto ciò gli diede l'ammirazione dell'ambiente culturale di New York. Cominciava, quindi, ad affermarsi nel mondo del teatro e di conseguenza arrivarono anche una serie di vantaggi, tra i quali le donne.
Nel 1947 il grande regista Elia Kazan stava assegnando le parti per il nuovo lavoro del produttore Tennesse Williams intitolato "UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO" e volle a tutti i costi Marlon per la parte del protagonista, il burbero Stanley Kowalski. All'inizio delle riprese Brando trovò qualche difficoltà ad immedesimarsi nel personaggio, anche se tuttavia quando il "tram" debuttò, l'attore non deluse affatto: offrì alla sala gremita di gente un'interpretazione senza precedenti. Il mondo impazzì per quell'esibizione, compresa la madre Dorothy. Marlon Brando era sulla bocca di tutti ed aveva portato la recitazione a livelli imparagonabili.
Il successo, però, sconvolse la vita del giovane attore che, non sapendo gestire certe cose, cominciò a soffrire di ansia, di palpitazioni, di eccessi di collera e di insonnia; così andò in cura dallo psicanalista (dove ci rimarrà per tutta la vita).
Nel 1949 lasciò Broadway e si diresse a ovest. L'anno successivo interpretò un reduce di guerra divenuto paraplegico nel primo film della sua carriera cinematografica, "UOMINI - IL MIO CORPO TI APPARTIENE". La pellicola fu un fiasco ma Marlon continuava a ricevere sempre e solo critiche positive.
Giunto a Hollywood, iniziò ad insultare le due regine di Hollywood di allora, Hedda Hopper e Luella Parsons, e fece capire fin da subito il suo disprezzo per i dirigenti degli Studios (diceva che lo pagavano un sacco di soldi ma non compravano di certo la sua anima).
Il 1951 è l'anno dell'adattamento cinematografico di "UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO": interpretando di nuovo Kowalski venne consacratò sex symbol e venne presto considerato l'uomo più bello del mondo, ovvero colui che accendeva i desideri più nascosti di ogni donna.
Nel 1952 interpretò il rivoluzionario messicano Emiliano Zapata in "VIVA ZAPATA!" di Elia Kazan.
Vennero, a seguire, l'interpretazione di Marc'Antonio in "GIULIO CESARE" (1953), il ribelle sulla motocicletta nel film mito di una generazione "IL SELVAGGIO" (1954), Napoleone Bonaparte in "DESIRÈE" (1954) e "FRONTE DEL PORTO" (1954), il film dove interpretava un pugile fallito e che gli fruttò il primo Oscar.
Nel 1955 si cimentò nel musical "BULLI E PUPE" e, anche questa volta, fu un successo incredibile.
Gli anni a seguire lo videro protagonista di titoli minori come "LA CASA DA TÈ ALLA LUNA D'AGOSTO" (1956), "SAYONARA" (1957), "I GIOVANI LEONI" (1958) e "PELLE DI SERPENTE" che comunque non fecero altro che incrementare il mito che si era creato.
Nel 1961 decise di cimentarsi nella regia del western "I DUE VOLTI DELLA VENDETTA" ma, non avendo alcuna esperienza come regista, il film risultò lungo e impreciso.
Gli anni '60 procedettero con "GLI AMMUTINATI DEL BOUNTY" (1962), "LA CACCIA" (1966), "LA CONTESSA DI HONG KONG" di Chaplin (1966), "RIFLESSI IN UN OCCHIO D'ORO" (1967), "LA NOTTE DEL GIORNO DOPO" e "QUEIMADA" di Gillo Pontecorvo.
Nonostante le sue interpretazioni furono sempre e comunque eccellenti, l'attore era diventato alquanto cinico e pretendeva spesso di decidere ciò che in realtà era compito del regista e del produttore. Dopo essere stato la causa del "quasi fallimento" della MGM (una delle maggiori case produttrici al mondo) che aveva finanziato al fim "GLI AMMUTINATI DEL BOUNTY" nessuno ormai lo scritturava più perchè tutti i registi e produttori temevano che il comportamento "capriccioso" di Marlon potrebbe aver avuto conseguenze negative sul film (e aggiunsero che era diventato impossibile lavorare con lui).
Ma ecco che, agli inizi degli anni '70, il successo stava per bussare di nuovo alla sua porta; gli venne proposto di intrepretare due film che sarebbero poi diventati alcuni dei più grandi film di tutti i tempi: "ULTIMO TANGO A PARIGI", il film scandalo di Bernardo Berolucci nel quale Marlon è Paul, ex pugile depresso per il suicidio della moglie, che si incontra in un appartamento sfitto di Parigi con una giovane ragazza francese (Maria Shneider) e lì danno sfogo alle loro fantasie più erotiche, e "IL PADRINO" di Francis Ford Coppola nel quale interpreta il famosissimo boss mafioso Vito Corleone e che gli fruttò la seconda statuetta (che però non andò a ritirare perchè, seguendo ciò che il suo impegno politico gli "suggeriva", mandò una giovane apache per protestare a favore degli Indiani d'America).
Dopo l'immenso successo di questo ultimi due film, entrambi del 1972, Marlon non aveva più bisogno di dimostare ciò che valeva, cosi chè si dedicò ad interpretazioni molto meno impegnative in film come "IMPROVVISAMENTE UN UOMO NELLA NOTTE" (1973), "MISSOURI" (1976) al fianco del suo grande amico e vicino di casa JACK NICHOLSON, "SUPERMAN" (1978) e "APOCALYPSE NOW", dove ricopriva il ruolo dello psicopatico colonnello Kurtz.
Negli anni '80 il bell'attore era invecchiato, ingrassato (sfiorava i 110 chili) e non aveva più voglia di lavorare. Recitare non lo entusiasmava più e diceva che se recitava lo faceva solo ed esclusivamente per denaro.
Nel 1989 interpreta un film intitolato "UN'ARIDA STAGIONE BIANCA", per il quale riceve una nomination all'Oscar.
Gli anni '90 si aprono con la parodia del Padrino "IL BOSS E LA MATRICOLA" (1991), "CRISTOFORO COLOMBO - LA SCOPERTA" (1992), "DON JUAN DE MARCO" (1995) e "IL CORAGGIOSO" (1997), entrambi accanto al giovane JOHNNY DEPP del quale diventerà molto amico (tant'è che molti sostengono che Depp sia il "discepolo" di Brando), "L'ISOLA PERDUTA" (1997), "IN FUGA COL MALLOPPO" (1998) ed, infine, "THE SCORE" (2001) al fianco di ROBERT DE NIRO.
Nel "privato" l'attore ebbe una a dir poco intensa vita sessuale che lo portò ad avere ben dieci figli riconosciuti piu altrettanti figli che sostengono di essere suoi figli illegittimi (inoltre condusse tre matrimoni senza mai riuscire a creare una vera relazione con nessuna donna e ebbe infinite relazioni, famose e non). Di conseguenza la vita, specialmente negli ultimi anni, non gli ha risparmiato colpi bassi: infatti ha affrontato infiniti processi (tra cui il più imporante quello per cercare di salvare dalla pena di morte il primogenito Christian per l'omicidio del fidanzato della sorellastra Cheyenne, l'altra figlia adoratissima di Marlon), il suicidio di quest'ultima nel 1995 proprio sull'isola che l'attore comprò negli anni '60 (atollo di Tetiaroa), cause a non finire di donne che hanno sostenuto che Marlon fosse in debito con loro... Tutti gli "ingredienti" per definire la vita di Brando una "tragedia greca".
Una vita fatta di eccessi di ogni genere, la depressione che lo aveva colpito e i 170 chili che lo inchiodavano ad una sedia a rotelle con una bombola di ossigeno per respirare se lo sono portato via all'età di 80 anni il 1 di luglio, in seguito ad un'insufficienza respiratoria.
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Biografia a cura di Sere90 - ultimo aggiornamento 18/01/2005
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