ultimo tango a parigi regia di Bernardo Bertolucci Italia, Francia 1972
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ultimo tango a parigi (1972)

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locandina del film ULTIMO TANGO A PARIGI

Titolo Originale: ULTIMO TANGO A PARIGI

RegiaBernardo Bertolucci

InterpretiMarlon Brando, Maria Schneider, Maria Michi, Giovanna Galletti, Gitt Magrini, Catherine Allégret, Luce Marquand

Durata: h 2.10
NazionalitàItalia, Francia 1972
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1972

•  Altri film di Bernardo Bertolucci

Trama del film Ultimo tango a parigi

Un americano di mezza età con una vita molto intensa e una ragazza della borghesia parigina, s'incontrano per caso in un appartamento da affittare e scoppia subito una passione sfrenata. I due decidono però di non farsi coinvolgere sentimentalmente e di rincontrarsi ancora nello stesso appartamento vuoto, senza neanche conoscere i reciproci nomi..

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Voto Visitatori:   7,85 / 10 (115 voti)7,85Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior Attrice Straniera (Maria Schneider)
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior Attrice Straniera (Maria Schneider)
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Voti e commenti su Ultimo tango a parigi, 115 opinioni inserite

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VincVega  @  19/06/2020 12:55:06
   8½ / 10
"Noi ci incontriamo senza sapere niente di quello che siamo fuori di qui. D'accordo?"
"Perchè?"
"Perchè non abbiamo bisogno di nomi qui dentro. Capisci? Dimenticheremo tutto ciò che sappiamo, tutto... cose, persone, gli altri... tutto ciò che siamo stati... gli amici, la casa... dobbiamo dimenticare ogni cosa, ogni cosa"
"Non so… ci riusciremo?"
"Non lo so. Hai paura?"
"No."

La libertà che Jeanne trova in quella stanza d'albergo, al di fuori di quel luogo sembra lontana. Le telecamere sempre accese quando è in compagnia del proprio ragazzo, dimostrano che la ragazza si ritrova in un mondo finto, continuando a rifugiarsi in quella stanza assieme ad un uomo che non conosce. E' una situazione che però non potrà andare avanti per molto tempo.

Il successo de "Ultimo Tango a Parigi" è stato in parte dovuto alla curiosità ed al fascino che emana (oltre alle polemiche sulla censura dell'epoca), ma allo stesso tempo non è per tutti. Molti non coglieranno l'essenza di un film che nonostante sia simbolo del post '68, non è invecchiato dopo quasi cinquant'anni. Anche il fatto di bruciare le pellicole negli anni '70, dimostra che è un film grazie al quale si è potuto attraversare dei limiti, in cui forse ancor oggi saremmo incastrati.

Immenso e memorabile Brando, che rispetto ad altri suoi film, non eccede mai rispetto al dovuto. Ecco quando non è in scena lui, la pellicola non è agli stessi livelli in cui lui è presente. "Ultimo Tango a Parigi" rimane comunque un grande ed importante film.

Goldust  @  10/03/2020 09:09:23
   5 / 10
Pellicola che fece scandalo ai tempi della sua uscita ma che rivista oggi perde gran parte del suo carico anticonformistico e di trasgressione. Bertolucci gira con una certa classe ma non può nulla contro la staticità delle situazioni. E la noia regna purtroppo sovrana. Classico esempio di film invecchiato male. Sopravvalutato.

Mike91  @  09/02/2017 00:50:06
   1 / 10
Noioso e sterile film che vorrebbe rappresentare un'idea di una solitudine affogata cinicamente come un biscotto indigeribile nel latte scremato di un erotismo in realtà vacuo e prevedibile. Diretto da Bertolucci, maestro della noia, per molti un genio, per altri sempre trombone sopravvalutato, definito da un critico inglese di cui adesso non ricordo il nome con un aggettivo che lo inchioda e che sintetizza quella che è stata la sua carriera: tremendamente gasato.
E gasato è anche questo film se si paragona la sua presunta artisticità col suo obiettivo, risibile, di scandalizzare la morale di allora, con il regista che ne parla ancora oggi del fatto che il suo film scontò una pesante censura, che le copie furono bruciate, ecc...A dire il vero la censura fu la vera fortuna di questo film, perché gli diede un'aurea di scabrosità che ha rapprsentato il principale motore affinché diventasse un cult.
Ridicolo da parte di Bertolucci l'uso macchiettistico del carissimo eroe (o anti eroe) della Novelle Vague Jean Pierre Leaud, il Doinel truffautiano, utilizzato anche da Godard e da altri, sopratutto di quel periodo, oggi ridotto a una maschera depressa che ricorda un pò la figura nostalgica di un moicano. Tutte le scene dove lui, Leaud, e la protagonista sono insieme, e cioé quando parlano, litigano, ecc, ebbene, tutte quelle scene sono irritanti, perché è chiaro che il gioco di Bernardo Trombolucci è quello di strizzare l'occhio a quel cinema della Novelle Vague, molto più fluido e interessante del suo. Certo la scena del salsiccione Brando e il burro è interessante, bella anche la colonna sonora di Gato Barbieri. Non voglio offendere Brando eh, intendiamoci; incendiario in altri film. Ma qui mi sembra un barbone.
Diciamoci la verità: ultimo tango a Parigi non è, come pensa qualche cinefilo sciatto, grande cinema; ultimo tango a Parigi è il prodotto della stupidaggine censoria di allora, che ha paradossalmente e involontariamente consegnato a una presuntà artisticità erotica una pellicola autoreferenziale come poche altre, pedantemente compiaciuta nella sua funebre e apparecchiata dissacrazione che però nel film resta sempre borghese, sempre piatta, sempre prevista; nella sua pornografia didascalica e falsamente esistenzialista, nelle sue prolissità annacquate che Bertolucci mette li a bella posta per dimostrare di essere un grande autore. Meglio il suo epifenomeno comico: ultimo tango a zagarolo.
Un film nato morto, tra l'altro doppiato anche male in italiano, con le voci troppo chiare, squillanti, stereotipate, che voleva scandalizzare, ma che oggi scandalizza per quanto è nullo e noioso. Chi lo considera un grande film sono convinto che lo fa più per conformismo storiografico che per reale passione per la pellicola. Lo fa perché secondo lui Ultimo tango a Parigi ha rappresentato una rottura, una dimensione altra.
In realtà è stata una trasgressione da operetta. E la protagonista dice che è stata forzata a fare una scena che non voleva fare. Ma chi lo sa?
Comunque, una cosa è sicura: Bertolucci è sempre stato un gasato.
Anche se il conformista è interessante. Ma giusto quello. Anche l'ultimo imperatore è una noia benché una noia di lusso, ma ne parleremo in altra sede.

2 risposte al commento
Ultima risposta 15/02/2017 12.49.51
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Allen90  @  06/09/2016 21:16:07
   6½ / 10
Un film disturbante, apertamente disturbante.

Ho adorato, come quasi sempre, Marlon Brando, uomo duro per antonomasia, che in questo film lascia però anche trasparire le sue lacrime e le sue enormi fragilità.
Maria Shneider mi è piaciuta un po' meno, forse per l'antipatia viscerale nei confronti del suo personaggio, una ragazza pronta a dare tutto ma che non concede nulla nel momento in cui viene richiesto.

Un film difficile da digerire, proprio per questo sento di doverlo vedere e analizzare più approfonditamente prima di alzare ulteriormente il giudizio.

Project Pat  @  27/06/2016 15:13:09
   7 / 10
Amore/odio può tranquillamente essere il sunto di questa celebre metafora di Bertolucci su quell'essere tanto complicato che risponde al nome di uomo, con le sue debolezze, le sue fallimentari convinzioni, la sua pseudo-forza.
Senza con ciò che sto per dire fare del qualunquismo, chi si aspetta un film non "pesante" farebbe forse meglio ad astenersi dal dare un voto basso, questo è cinema d'autore e a prescindere dal fatto che lo si colga o no appieno (io stesso non l'ho reputato un capolavoro, alcuni punti sono innegabilmente sottotono, è vero) merita rispetto, ché c'è solo da imparare.
Se non cambiò completamente allora le regole del gioco per alcuni, poco ci mancò.

fabio57  @  10/02/2016 15:04:50
   7 / 10
Bertolucci è un regista molto stimato dall'establishment cinematografico, dunque tutti i suoi lavori assurgono in default al rango di capolavori, soprattutto come in questo caso , quando c'è stato anche lo scandaletto che l'accompagna, la scena del burro ha fatto storia. In sostanza non mi sembra che questo film abbia particolari meriti .Certo c'è la solitudine dell'uomo, l'alienazione, l'ossessione, ma sono temi già affrontati in altre occasioni con approfondimenti di spessore più ampio. Marlon Brando è bravo, Maria Schneider incolore.

Matteoxr6  @  20/03/2015 20:13:27
   5 / 10
L'ho trovato molto noioso e troppo ripetitivo.

DogDayAfternoon  @  07/01/2015 20:55:45
   5 / 10
Evidentemente nell'anno 1972 bastava qualche scena di nudo integrale e qualche dialogo estremamente esplicito per gridare al capolavoro. Non avendo vissuto quegli anni, posso giudicare il film solamente con gli occhi di oggi, e quello che resta è il nulla.

Noia, sbadigli, noia e ancora sbadigli. Non c'è uno stralcio di trama, mai una minima scena che possa destare un minimo interesse, due ore di piattezza assoluta che nemmeno qualche amplesso buttato qua e là può smuovere. Ogni tanto spunta un pirla che non si capisce se stia girando un film sul serio o cos'altro stia facendo.

Apprezzabili solamente il gioco di luci all'interno della stanza, qualche inquadratura riuscita bene, e il grande Marlon ovviamente. Nemmeno la sua collega Maria Schneider comunque se la cava male.
Talento, di regia e attori, completamente sprecati. Ma voto 10 alla furbizia di Bertolucci.

Più o meno nello stesso periodo uscì un film di un certo Kubrick che destò altrettanto scalpore: ma quello sì che era un film che dava scandalo, quello sì che era un film rivoluzionario, quello sì che era un capolavoro.

lukef  @  26/08/2014 11:46:22
   7 / 10
Visto la prima volta diversi anni fa, ho provato a riguardarlo ora che sono un bambino grande ma devo, ahimè, rincofermare le mie prime impressioni. Evidentemente questo film non è proprio nelle mie corde.
In sintesi, mi sembra che anche Bertolucci, dopo i vari Antonioni e compagnia bella di qua e di là dell'oceano, abbia deciso di cavalcare l'onda post-sesantottina con un'opera discretamente conservatrice nella sua "rivoluzionarietà" (mi si perdoni l'ossimoro), a cui comunque non si può negare l'indubbio valore artistico. Siamo in un'epoca (pur poi storicamente squalificata) in cui v'era ancora la necessità di un certo coraggio nella trasgressione (qui comunque troppo ostentata) e bisogna riconoscergli il merito di aver ideato una delle opere più significative del periodo in quanto a cultura popolare e memoria collettiva.
Entrando nel concreto: la fotografia, così come il sonoro e tutto il resto, sono ottimi e marcano egregiamente la naturale poesia di talune degradanti atmosfere parisien, che ben si legano a quel senso di smarrimento nell'animo dei protagonisti.
Ciò nonostante, a mio personalissimo giudizio, ho trovato piuttosto pesante questo continuo ripetersi di cromatismi monotòni e situazioni fumose e non nego una discreta quantità di noia. Come molte altre opere stilisticamente ineccepibili, ho letto una certa nota di impersonalità.. specie se la si relaziona a tutto quel filone della Nouvelle Vague che certo non è stato Bertolucci ad inaugurare.
Concludendo… un film certamente "da vedere" che tuttavia può (facilmente) non piacere.

alex94  @  10/07/2014 13:38:02
   8½ / 10
Film meraviglioso diretto da Bernardo Bertolucci nel 1972.
La trama è buona ed è sviluppata molto bene,bravissimi gli attori in particolare il grandissimo Marlon Brando in una delle sue migliori interpretazioni.
Ottima naturalmente la regia.
Un grande film ricco di simbolismi e di significati profondi, merita assolutamente di essere visto.

Niko.g  @  10/06/2014 11:51:58
   6 / 10
E' il film più famoso di Bernardo Bertolucci, esaltato da una critica che ne fece in gran parte strumento di battaglia politica, al di là dei meriti tecnici che il film oggettivamente possiede.
Non mi sembra però che si vada oltre una fredda e morbosa cronaca passional-parigina verniciata di esistenzialismo. Un dramma carnale e monocorde a cui manca un vero e proprio processo di autocoscienza da parte dei protagonisti. Su questo piano trovo superiore "Luna di fiele" di Roman Polanski, dove il conflitto tra Eros e Thanatos è sottoposto alle varianti e alle simmetrie di una trama che alimenta coinvolgimento ed empatia, una parabola ben più pronunciata e interessante da seguire.
Si parla molto della bravura di Marlon Brando nel ruolo di Paul, eppure fa sorridere il fatto che Brando fu solo la quarta scelta del regista e che prima di lui rifiutarono la parte Trintignant, Delon e Belmondo. Quest'ultimo, in particolare, non volle nemmeno incontrare Bertolucci, ritenendo il film pornografico e degradante. Già.

"Ultimo tango" è un film intriso di ideologia, quella tipica di quegli anni di contestazione e che si può sintetizzare nelle parole di Herbert Marcuse sulla rivolta giovanile: "una ribellione allo stesso tempo morale, politica, sessuale". Bertolucci si lancia a tutta velocità in questa carreggiata inaugurata nel 1968, rivelatasi poi un vicolo cieco sul cui muro ha sbattuto la fronte un'intera generazione (più o meno alla maniera di un personaggio del recente film di Paolo Sorrentino).
Traspare in modo evidente l'odio e la negazione radicale che il regista nutriva per i valori tradizionali e gli istituti fondati sull'assenso religioso. Dalle bestemmie fatte pronunciare a Marlon Brando, agli insulti che lo stesso rivolge alla famiglia come istituzione, durante un atto di sodomizzazione del tutto gratuito ed evitabile. Inevitabile fu invece la censura, ferma e decisa, con sentenza della Corte di Cassazione passata in giudicato e perciò indelebile.

Anche se oggi prevale la tendenza, per nulla rassicurante, a non scandalizzarsi di nulla, alcuni passaggi della pellicola risultano deprecabili ancora adesso, a meno di non saper distinguere tra arte e depravazione. Non è quindi solo una questione di burro, ma anche di maiali, di vomito di maiali, di sodomìa e di uso pornografico delle mani (mi riferisco alle parti censurate).
Va poi tenuto presente che in questo caso non entra in gioco la sospensione dell'incredulità richiesta dal film d'azione, né l'aspetto fantastico dell'horror, né il realismo del film storico. Metterei da parte anche la fantomatica lettura dell'incomunicabilità, scomodata per giustificare il non giustificabile e per coprire la povertà filosofica del testo. No, qui la percezione è su ben altro piano e credo che questo abbia pesato molto nel giudizio di oscenità che la censura ebbe modo di rilevare.
Senza tali premesse, è difficile comprendere le conseguenze che ne scaturirono sul piano legale. Su questo aspetto, vale la pena soffermarsi e spendere qualche parola.
Esiste ed esisterà sempre una giustificazione dei registi, del tipo: "con questa scena voglio denunciare la tale situazione", "con quest'altra voglio sensibilizzare il pubblico su questo aspetto"… ma se non si fissano dei limiti, si finisce inevitabilmente per ledere altri diritti, altre libertà, arrivando ad inscenare lo stupro di un bambino in "A serbian film". O forse qualcuno pensa che tale Srdan Spasojevic non si sia giustificato tirando in ballo le violenze del Governo serbo?

IL BUON COSTUME E' UN BENE DI TUTTI.
Malgrado qualche sprovveduto sia convinto del contrario, il riferimento al "buon costume" è fatto ai sensi dell'articolo 21 della Costituzione italiana, non ai sensi dell'art. 21 del Catechismo della Chiesa cattolica.
La Corte di Cassazione lo ha definito "un bene collettivo, un patrimonio comune", mentre "il pudore è assunto dalla legge nella sua accezione di valore etico proprio della collettività e non come bene individuale (quale pure è)" (Annali italiani del diritto d'autore 1992, 20/1).

CHI E' DAVVERO IGNORANTE?
Si sente spesso dire che non si può imporre il senso del pudore agli altri e che la libertà di manifestare il proprio pensiero attraverso un'opera d'arte, non può essere soppressa, né limitata. Questo significa essere ignoranti, non capire nulla di diritto e di eguaglianza e non aver capito nulla di cosa sia la libertà. Perché una libertà che non preveda limitazioni e costrizioni etiche, non potrebbe essere una vera libertà, diventando sopruso o anarchia.
Nel caso del film in questione, la censura agì non permettendo che il diritto alla libera espressione dell'artista sopprimesse altri diritti che ne riducevano contemporaneamente la portata assolutistica; i diritti di coloro che, non potendo conoscere il contenuto della pellicola e negare il proprio consenso, come nel caso delle proiezioni a luci rosse, si sarebbero dichiarati lesi da atti che ne avessero offeso il senso del pudore o ne avessero turbato la psiche. Furono proprio alcuni privati cittadini di Porretta Terme (dove si svolse la prima proiezione italiana) a denunciare il film per oscenità, facendo trasferire il processo a Bologna. Stessa situazione a Roma, dove diverse persone abbandonarono la sala dei cinema.

PERCHE' CENSURARE.
Il collegamento ai princìpi della Costituzione va ricercato non tanto nelle norme sulla libertà personale o sulla protezione dei minori, ma nel più ampio concetto di "persona umana" o meglio di "dignità della persona umana" (così la Corte Costituzionale). Concetto che l'arte ha spesso trascurato.
Ovviamente cambiano i tempi e cambiano i costumi, ma per quanto nel corso della storia il costume sociale possa cambiare, "non vi è momento in cui il cittadino e tanto più il giudice, non siano in grado di valutare quali comportamenti debbano considerarsi osceni secondo il comune senso del pudore, nel tempo e nelle circostanze in cui essi si realizzano" (sent. 191/1970).
"Ultimo tango a Parigi" venne allora censurato a ragion veduta e, come giustamente osservò qualcuno, se la percezione della morale è poi mutata, ciò vuol dire che la sentenza del '74 fu giusta almeno rispetto a quella morale. Tra l'altro, se è vero che i costumi sociali cambiano nel tempo, è altrettanto vero che la dignità dell'essere umano non è soggetta a cambiamenti e se l'arte non può mai dirsi oscena, l'osceno non può mai dirsi arte (come la Cassazione ritenne).
Anche nei confronti dell'artista più ribelle, i diritti fondamentali costituzionalmente garantiti invocano piena tutela. L'arte non può, ad esempio, sacrificare la dignità umana oltre ogni limite, così come non può decidere di porre fine alla vita di un animale. Eppure, il cinema è arrivato anche a questo con "Cannibal Holocaust".

Tornando a "Ultimo tango", è proprio nel considerare la mortificazione del corpo, la dignità dell'essere umano e la potenza devastante di un'ideologia che accecò un regista nel suo delirio artistico, che ci si può rendere conto di quanto la vicenda umana di Maria Schneider sia più significativa di mille commenti e sentenze della Corte di Cassazione.
Nonostante la grande celebrità che ottenne grazie al film, Maria Schneider (forse neanche ventenne all'epoca delle riprese) dichiarò più volte che la scena di sesso anale non era nella sceneggiatura e che se avesse saputo e potuto non l'avrebbe mai girata, perché la considerò una violenza e un'umiliazione. Raccontò di aver pianto lacrime vere, mentre qualcuno le diceva: "E' SOLO UN FILM".
Ebbe per questo scompensi psicologici e anni di dipendenza da stupefacenti. Portò per sempre rancore nei confronti del film e del regista.
Bertolucci: "È purtroppo quello che succede quando si è dentro un'avventura che non si comprende".

A ciascuno le proprie riflessioni.

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/10/2014 01.34.37
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gemellino86  @  10/01/2014 13:07:10
   9 / 10
Marlon Brando è qualcosa di straordinario in questo filmone che è sicuramente uno dei migliori di Bertolucci. Chissà se ha avuto qualche nomination. Da vedere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  08/01/2014 17:06:35
   7½ / 10
Mi aspettavo una mattonata e mi sono dovuto ricredere.
Nel film scandalo per eccellenza di Bertolucci (scandalo risibile al giorno d'oggi), le scene al di fuori delle mura della squallida camera d'albergo sono poco interessanti ed al limite del surreale; il resto però, nonostante un ritmo tutt'altro che vivace, merita davvero in quanto trattasi di una storia d'amore e solitudine folle e lancinante, nata e vissuta in un mondo tutto suo, priva di qualsivoglia romanticheria ed intensa come non mai sia a livello sessuale che psicologico.
Lui vedovo tormentato ed arrabbiato senza più ragioni per vivere, lei pùttanella capricciosa ed ingenua che si lascia trascinare dagli eventi senza neanche rendersene conto; gli elementi perfetti per un "gioco" che non richiede passione ne tantomeno identità... ma anche con tutta la testardaggine e l'orgoglio di questo mondo, alla fine è comunque impossibile non farsi coinvolgere emotivamente. Anche se il prezzo da pagare è la propria sanità mentale.

Dialoghi pungenti, affascinante colonna sonora, ottima regia (alienante tanto quanto i protagonisti), ambientazione perfetta, ed un Marlon Brando semplicemente folgorante (senza nulla togliere alla bravissima Maria Schneider).

Raramente ricapiterà di vedere un film che rappresenti con così tanto fascino e verosomiglianza le varie fasi del male d'amore; e il finale, potentissimo, è la riprova assoluta che quando finisce il mistero, finisce anche l'infatuazione (o dipendenza dall'altro).

Prime impressioni di una prima visione, ma sotto la superficie c'è molto di più; per questo lo considero uno di quei film che per capirli a fondo vanno guardati più di una volta.
Per ora mi fermo ad un quasi "film magnifico, non perdetelo".

Ah, dimenticavo... il buon "9 settimane e 1/2" di Lyne gli è parecchio debitore.

Tuonato  @  29/09/2013 19:03:46
   8½ / 10
Messa in scena del "Teorema" di Marco Ferradini.
Film dai molteplici cliché sul rapporto uomo-donna: la difficoltà della relazione, la larga differenza di età, le alte aspettative, l'amor vacuo. Spiazzanti alcune scenette secondarie per il loro non senso.
Bertolucci se l'è vista brutta al tempo, venendo condannato per offesa al comune senso del pudore.
E' già tanto che questa pellicola sia arrivata a noi con poche copie largamente censurate.
Scandalosamente cult.

Tuco ElPuerco  @  24/09/2013 10:34:52
   8 / 10
L'unica cosa che posso rinscontrare , per me che a 34 anni ho visto per la prima volta questo film simbolo della generazione precedente la mia , è il contrasto che c'e' con la maggiorparte delle opere moderne.
Questo, come molti altri film , non solletica ne stimola il cervello nella maniera piu' assoluta. E' una storia reale per come è ed irreale per il modo in cui è racontata, una storia sull'amore.....

mauro84  @  14/04/2013 00:27:30
   8 / 10
dovevo giunger ai miei 29 anni per potermi veder con gusto e quella passione celata questo spendido capolavoro italiano. bellissima trama.. location parigine molto particolari\ quasi il tutto suggestsive.. mancano dei film di genere al giorno d'oggi!
Nonostante le varie scene di nudo è tutto con gusto e tanta passione nella totale drammaticità della vicenda. gli anni 70 giusti ricordarli così!

Complimenti a marlon brando (mancherà tanto...) e a questa Maria Schneider ( premio di donatello strameritato..) mi è rimasta nella mente il suo fascino e bellezza.

questo è uno dei film che non deve mancar ad un vero appassionato!!!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  04/04/2013 21:07:03
   8 / 10
Di una certa classe come Bertolucci insegna, questo film è famoso soprattutto per le scene di sesso, le quali però non sono il fulcro della storia. Il tema principale è l'amore inteso come forza costruttrice e distruttrice, potente sentimento in grado di cambiare le nostre vite. Ottime regia e colonna sonora, grande Marlon Brando. Del tutto riuscito e d'effetto il finale.

Invia una mail all'autore del commento diderot  @  23/03/2013 13:52:43
   6 / 10
Una media eccessiva per un film che non dimostra aspetti così straordinari da definirlo un capolavoro. La trama, se pur per certi versi assurda, si dimostra interessante ma resta un racconto pallido e poco incisivo. Straordinario Marlon Brando che penso sia il punto forte di tutto il film, capace di tenere alta l'attenzione con la sua interpretazione così appassionata. Poco credibile invece il personaggio interpretato da Maria Schneider. Per il resto alcune scene sono davvero assurde, quasi squallide e male inserite nel contesto. Un film che rasenta la sufficienza ma che sarà difficile dimenticare!

TonyStark  @  30/11/2012 20:20:57
   8 / 10
veramente bello, che piaccia o no non si può riconoscere la sua eccellenza, la storia di due solitudini che si sfiorano senza mai unirsi.

Oskarsson88  @  12/10/2012 20:41:07
   8 / 10
premettendo un forte disprezzo per la censura che ha creato non pochi problemi a questo lavoro di Bertolucci, devo dire che Ultimo tango a Parigi mi ha decisamente coinvolto, in questa storia di trasgressione ed evasione che riesce a funzionare solamente fintanto che si crea un mondo a parte, un mondo non reale, in cui ci si dimentica chi siamo...almeno questa vale per la giovane e bella protagonista, la quale un po' aggressiva e un po' selvaggia si lascia felicemente incatenare da questa relazione fuori dagli schemi. Paul invece, molto più disincantato, gioca e si diverte con la giovane, fino però a cadere lui stesso vittima dell'amore. Film complesso e psicologico, in cui non tutto è spiegabile, ma sicuramente di ottimo valore artistico.

sweetyy  @  09/10/2012 02:58:26
   7½ / 10
Tra i miglior film di Bertolucci, con 2 protagonisti assolutamente perfetti.
Struggente.

dobel  @  02/06/2012 16:42:02
   8 / 10
Dopo la visione di un film di Bertolucci si ha sempre l'impressione di aver incontrato una persona di grande intelligenza e cultura (del resto la famiglia è di quelle ben piazzate, intellettualmente parlando...), che per la smania di voler dire 100 cose ne fa capire 50, mentre se si fosse accontentato di dirne 70 sarebbe riuscito a farne capire 65.
A parte questo, Ultimo tango è un film importante, di spessore e profondità non consuete.
E' la storia di una solitudine-rifugio che raggiunge la morte e la distruzione nel momento in cui decide di uscire da se stessa. La vita vissuta pienamente è un rischio letale al quale si deve preferire la zattera di salvataggio che ci offre un isolamento forzato e autoimposto. Una morale vigliacca? Nichilista? Certamente amara e disperata!
Le scene di sesso (poche...!) che hanno fatto togliere i diritti civili al regista per cinque anni e decretato il mito di una pellicola da ricordare per ben altri motivi che non siano una o due scopate sul pavimento, sono tali per cui oggi potrebbero essere trasmesse su Disney Channel in orario di punta senza che alcun tredicenne ne abbia scandalo...

desertoceano  @  25/03/2012 00:05:29
   3 / 10
Tutti che ne parlano come di un capolavoro e invece a me non é piaciuto per niente. E' troppo confusionario e l'ho trovato anche squallido. Non sono una moralista ma la prima scena di sesso, con tanto di corpi che rotolano a terra ognuno per i fatti propri alla fine del complesso, a me é sembrato uno stupro.
Una donna per accettare di essere trattata così da un uomo deve essere proprio fuori di testa, e non parlo il fatto di vivere una storia di solo sesso, ma di tutta la violenza con cui l'uomo la tratta per tutto il film e che porterà al tragico epilogo. Se mi proponessero di rivederlo di nuovo mi rifiuterei. Mi ha turbato troppo la visione di questo film.

Ciaby  @  16/09/2011 21:06:12
   10 / 10
Perchè non l'avevo ancora votato? Boh.

Comunque...

Film meraviglioso, che inquadra alla perfezione la deriva devastante di un rapporto impossibile basato sulla non-conoscenza, e che quindi da il la all'alternarsi convulso e possessivo di odio e amore. Una splendida Maria Schneider e un magnetico Marlon Brando incarnano i due fulcri di questo trascinante dramma, che mai parla d'amore. O meglio, lascia che l'amore esca invano da parole subdole o fasulle, ma non si tocca mai vertici romantici.

Nel sesso, i due personaggi cercano di riconoscersi, senza sapere l'uno del passato dell'altro. E se prima lui sembra ostentare nell'eliminazione dell'identità, poi i ruoli si invertono e si crea spiazzamento: lo spettatore non sa più davanti a chi si trova di fronte.

Sono esseri umani incoerenti e terribilmente fragili che tentano di porre le loro insicurezze nella sfera sessuale, invano.
Il disperato finale cerca una soluzione alla fine, ma non è detto che le cose avvengano come vengono ipotizzate. L'imprevedibilità umana risiede nell'incapacità della comprensione (persino il ragazzo di Jeanne non la capisce, preferendo prima fare un film che baciarla sul serio).

L'amore di "Ultimo Tango A Parigi" è impalpabile, perchè, come nella vita reale, sembra non esistere. è la visione cruda e appassionata di un Bertolucci che non si dà limiti e che colpisce duro nel tratteggiare le solitudini di personaggi che non possono parlare, perchè legati troppo al passato da dimenticare.

è un glorioso capolavoro, che distrugge la famiglia e tutto ciò da cui porre le radici. Un film che suona come una rivoluzione, ma che è anti-rivoluzione perchè in "Ultimo Tango A Parigi" non c'è redenzione. Come, spesso, avviene nella vita reale.

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Ultima risposta 16/09/2011 22.44.08
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  12/09/2011 10:32:45
   5 / 10
Un amore che sboccia fra due sconosciuti, i quali non vogliono conoscersi né parlare di loro.
Un regista che sta girando un film, o una specie di film.
Il nesso fra le due trame? Boh.
Non mi ha convinto questo “Ultimo tango a Parigi”. Gira e rigira sulle stesse situazioni senza arrivare a nulla secondo me. Non mi ha trasmesso niente, solo noia. Insomma, non succede niente di interessante, diciamo la verità.
Brando non mi entusiasma, Léaud invece sì, molto bravo, e brava anche la Schneider.
Certe scene saranno state scandalose allora ma oggi, io personalmente, le ho trovate ridicole.
Belli i colori della fotografia.

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Ultima risposta 26/10/2012 22.39.15
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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  04/04/2011 23:37:16
   8 / 10
Parlare di "Ultimo tango a Parigi" a ben 38 anni di distanza dalla sua uscita è un'operazione complessa, ma si può dire senza correre il rischio di smentite clamorose che il film resta un capolavoro assoluto del cinema italiano.
Sono convinto che in tutti questi anni il film abbia perso la sua leggendaria capacità di scandalizzare i cosiddetti benpensanti di turno - abituati come siamo agli standard odierni con film ben più diretti ed espliciti - , acquisendo però una maggiore carica erotica.
Si può allora inquadrare oggi, più che 38 anni fa, questo film come il film erotico più bello di tutti i tempi, un film estremamente ambizioso e retto da un'ottima interpretazione della Schneider e da una delle interpretazioni più magistrale di sempre, quella di Marlon Brando.
La colta citazione iniziale di due quadri di Bacon, casuale o non che sia, acquisisce senso compiuto nel contesto del film, una corda tesa tra Schopenhauer e Freud e ben esplicita la tematica principale del film, cui mi accingo a parlare.
Ciò che è necessario dire è che questo film parla dello struggimento dell'amore di un uomo di mezz'età, in decadimento in seguito alla morte della moglie suicida, che tenta di aggrapparsi alla vita(come farà emblematicamente nell'ultima scena, quella del chewing-gum)con l'unico mezzo a sua disposizione, l'unico che lo faccia sentire un uomo realizzato: il sesso.
E così, chiuso nella stanza di un albergo con una giovane ed affascinante Marie Schneider, riuscirà di nuovo a vivere in modo "autentico", a vivere il sesso in maniera fatale, come gli amanti senza volto di Magritte, senza nomi, senza identità, solo fisicità, niente compromessi.
La società borghese è chiaramente presa di mira dal regista per bocca dello stesso protagonista(che scopriremo chiamarsi Paul), come nella famosa scena del burro.
Paul è un fallito, è un emarginato, una persona colpita negli affetti ed estremamente sola, che riesce ad essere se stessa solo ottundendo i sensi con il sesso, riscoprendo se stesso e manifestando il suo dissenso verso un mondo indifferente, di facciata, borghese e insulso, i cui valori solo soltanto falsità.
E in quella stanza, senza nomi, i due vivono una vera vita, dove dimenticano i propri problemi e la banalità della propria esistenza, il fallimento della vita coniugale e professionale(Paul)e l'insulsa relazione con un regista da strapazzo(citazione di Truffaut), nel caso di Jeanne, la protagonista.
Ma dopo una febbrile ultima notte che vede i due ballare un tango ubrachi, accadrà l'irreparabile.
Eros e Thanatos, come dicevo, sin dal principio si fondono in maniera inestricabile, i quadri di Bacon all'inizio ce lo dicono. Ce lo dice l'urlo "silenzioso" di Brando quando passa il treno, urlo munchiano, ma anche di Schiele, urlo sordo e disperato.
Ce lo dice la passione fatalista di Paul, quando nella stanza vuole soltanto i nomi... e ce lo dice il tragico epilogo.
Alla fine la morte di Brando è quasi l'annullamento dell'alter-ego del regista(scisso tra la passionalità di Brando e la professione del regista), il suo drammatico "tornare con i piedi per terra".
Marlon Brando ci offre una delle interpretazioni più sofferte della storia del cinema. Marlon Brando sembra quasi interpretare se stesso, tanto è immedesimato nel personaggio. Per me resta la migliore delle sue interpretazioni, il che la dice lunga sulla grandezza della leggenda che si chiamava Marlon Brando. I'm speechless.
La colonna sonora di Gato Barbieri è tra le migliori che io abbia mai sentito, una di quelle che davvero sono difficili da dimenticare. Stupenda.
Quanto ai difetti, devo dire che il film è estremamente ambizioso e ho a tratti avuto l'impressione che qualche elemento sia stato un po' sovrainterpretato dai soliti critici e che in realtà il regista avesse qualche idea in meno da quanto possa trasparire dal film.
Le sequenze fuori dall'appartamento, soprattutto quelle incentrare sulla vita del regista, a mio avviso Bertolucci avrebbe potuto benissimo evitarle, rendendo il film più essenziale e forse anche meno pretenzioso.
Ad ogni modo, a parte questa personalissima impressione, il film lo reputo ugualmente ottimo.
Il film "Ai no Corrida" di Oshima a mio avviso resta comunque superiore e molto più compiuto.

Leonhearth87  @  02/04/2011 16:05:58
   6 / 10
Ultimo Tango a Parigi è un film difficile da commentare. Sì perchè non è una pellicola semplice, non è il solito drammatico, è una toccante introspezione sull'amore e sull'infelicità. Il tocco di Bertolucci è palpabile, a partire dalla musica jazz molto dolce, le riprese che sovente guardano le ombre sulla parete create dalla finestra, ambientazione cupe e stantìe. Marlon Brando è veramente bravo, e sfoggia una grande interpretazione in un ruolo non facile. Purtroppo, a mio avviso, la grande pecca di questo film è la trama stessa: due ore e 10 minuti di trama inconsistente. Per spiegare la storia basterebbero 10 minuti, i restanti minuti sono giocati con l'emozioni e i dialoghi tra il vedovo e la ragazza, che spesso sfociano in rapporti sessuali, il più delle volte inutili. Bertolucci è molto bravo a trasmettere le sensazioni "a pelle" del protagonista, ma purtroppo il film non decolla mai.
In conclusione, l'unica cosa che posso dire è che almeno una chance al film va data, Bertolucci è sempre un grande regista e il film vale almeno la visione, ma sicuramente non è adatto a tutti.

la_gradisca  @  26/03/2011 18:38:09
   10 / 10
Il migliore di Bertolucci.
Ha fatto scalpore, ma lo scalpore per me è la straordinaria bellezza del film.
Grandissimo Brando, ma ancora più grande la bella e selvaggia Maria Schneider.
La musica, la scenografia, la sceneggiatura e i costumi sono da Oscar.
Indimenticabile.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  19/03/2011 00:54:39
   8½ / 10
Non si capisce minimamente dove voglia andare a parare, non c'è nessuna cima, nessun traguardo. Nulla è chiaro ma tutto appare reale, per qualche strana suggestione che non so nemmeno spiegarmi. Due identità anonime che si conoscono attraverso il sesso e la memoria. Che meraviglia l'immagine di Brando che raccontando la sua giovinezza strizza gli occhi e scuote la testa, come faccio sempre io, forse tutti, quando voglio scacciare il ribrezzo legato a certi eventi. Ed è una vera illuminazione l'ultima sequenza, che vede i due protagonisti scendere l'ultimo scalino del loro sovra-mondo, diventare finalmente lucidi seppur nell'ubriachezza.

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Ultima risposta 08/12/2011 15.22.01
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Rockem  @  28/02/2011 14:48:16
   5 / 10
Ho aprezzato in questo film degli interessanti spunti di ripresa, dalle numerose inquadrature alle ombre dei personaggi, al volto deformato e kaleidoscopico femminile filtrato spesse volte attraverso il vetro di una finestra, per non parlare di una musica jazz dolce e sensuale e un'adeguata (per la storia) muffosa scenografia; tutto questo non porta però il film di Bertolucci alla sifficenza: troppi buchi neri in una trama inconsistente e solo abbozzata, troppe incongruenze e comportamenti al limite della realtà da parte dei personaggi, troppe insulse e inutili azioni violente e sessualmente irriverenti e inadeguate per la storia e per la narrazione della vicenda, troppo, infine, scarsa la qualità espressiva dei due/tre protagonisti della storia. Troppo poco per saziare per lo meno le aspettative di uno spettatore medio. Inconcludente.

Constantine  @  05/02/2011 15:49:19
   9 / 10
Pellicola intensa, introspettiva, viscerale. Bertolucci si affida a Brando che di conseguenza gli restituisce una performance storica, immortale, che consacra la pellicola oltre ogni censura, critica o epoca. La storia di due personaggi interdetti sulle proprie emozioni, sulla propria vita, sui grandi temi dell'umanità. Uno scandagliare continuo nell'animo umano, attraverso tutte le sue pulsioni, passioni e perversioni. Un gorgo emozionale fino al tanto atteso e purtroppo leggermente diluito finale. Marlon Brando è tanto quanto Bertolucci, se non più dello stesso, fautore del forte successo di quest'opera. Unica pecca, la diminuzione ingiustificata di atmosfera nei momenti in cui il protagonista non è in scena e la conseguente, oppure problermatica, riduzione di potenza della narrazione, niente o quasi della stessa comunicazione della traccia portante. Scene stra-cult ovunque le vogliate e titolo imperdibile per ogni cinefilo.

topsecret  @  25/01/2011 11:38:39
   6 / 10
Dopo aver visto alcuni suoi lavori, posso affermare con una certa decisione che Bertolucci non mi coinvolge. Ma la colpa è mia perchè non riesco a comprendere pienamente quello che il regista parmense vuole raccontare nei suoi film.
In questo ULTIMO TANGO A PARIGI, peraltro a mio avviso incredibilmente stangato dalla censura, la prova di Marlon Brando mi è sembrata la sola cosa che si eleva al di sopra di una storia tiepida, poco interessante e che culmina in un finale quasi farsesco, svuotato di quella carica emozionale che invece vorrebbe trasmettere.
Personalmente non lo ritengo un film eccezionale, anzi credo che se non avesse avuto quella cassa di risonanza creata dalle polemiche censoree avrebbe fatto parecchia fatica a farsi ricordare o lasciare un solco profondo nella cinematografia mondiale.
Per questo mi sento di premiare con la sufficienza solo la performance del mitico Brando.

JOKER1926  @  08/01/2011 15:49:56
   7 / 10
E' ampia e significativa l'analisi imperniata su "Ultimo tango a Parigi", Bernardo Bertolucci alla regia in un film che ha fatto storia; regista legalmente perseguitato (perse il diritto del voto) e copie di questo prodotto cinematografico mandate al rogo proprio come le streghe.
Ciò è la prefazione di un lavoro teso e ammaliante con cadute a picco nella perversione, fra sesso e sentimento, fra passione e cinismo.

"Ultimo tango a Parigi" è costruito su una sceneggiatura particolare dal sapore utopico, oltre i vari passaggi narrativi che esaltano i luoghi chiusi e la staticità dell'azione sale in cattedra un Marlon Brando di grandissimo livello, insomma senza questa icona il film, in una congetturata fattispecie, perderebbe gran parte della sua bellezza, del suo fascino.
Bertolucci nel complesso sbaglia poco o niente, la durata forse è leggermente sproporzionata per un film che non offre poi tante diramazioni narrative, in pratica subentra, durante la visione, un po' di noia figlia di qualche parte meno vibrante, e guarda caso il rallentamento si verifica quando Brando scompare dalla scena.
Nel quadro della regia inoltre varie scene di sesso, non mancano dialoghi coloriti e sul piano etico scorretti, ma questo è un eufemismo.
La storia ideata dalla regia è quella di un isolamento di due individui che fuggono dal mondo sociale per aprire scenari nuovi e torbidi di un'ambiguità notevole, non esistono nomi, manca l'identificazione prevale l'alienazione, ma alla fine il sentimento, in modo alterno annebbia i personaggi; "Ultimo tango a Parigi" si snoda e si esalta in un clima malsano e poetico nel medesimo tempo.

"Ultimo tango a Parigi" ancora oggi è lodato, ammirato, la storia ha un suo significato, ma da evidenziare forse più la forma che la sostanza, in questo film è l'immagine, i momenti, la "situazione" che prevale sulla narrazione alle volte (vedere il finale) un po' troppo fuori dagli schemi.

7219415  @  19/11/2010 11:04:24
   6½ / 10
Non mi ha entusiasmato...

ValeGo  @  19/11/2010 10:20:57
   8 / 10
Il film è molto particolare..con scene alquanto forti..i protagonisti sono coinvolti in un "tango" ..di passione,di erotismo..appena finito di vedere il finale mi ha lasciato l'amaro in bocca perchè mi sembrava un pò inconcludente ma poi,pensandoci, mi è parso una diretta conseguenza di tutto ciò che la protagonista "subisce" (volente e nolente)dall'amante.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  14/10/2010 01:29:10
   8 / 10
Non li ho visti tutti ma devo dire che questo film di Bertolucci è un'emozione continua. Un pathos molto particolare che porta il film a saltare da stati di passione e eccitazione ad autentiche anzie e agitazioni. Censurato e criticato fu oggetto di discussioni accese all'epoca. A tratti sfiora il poetico e Brando è eccezionale. Da vedere.

Lory_noir  @  01/10/2010 12:17:45
   5½ / 10
Bertolucci ancora una volta non mi convince a pieno. I personaggi non mi sono piaciuti e a parte qualche monologo ho trovato la storia sconclusionata e poco credibile.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  23/09/2010 20:12:09
   6½ / 10
Film dai contenuti forti, con una storia che ti coinvolge anche per merito dei due bravi attori ma che alla fine risulta un pò inconcludente, e quindi delude.

cris_k  @  27/08/2010 13:55:14
   5 / 10
Non lo so. Bertolucci è un regista che non mi ha mai appassionato. Per quanto mi riguarda, la violenza si prende tutta l'attenzione dello spettatore e avvilisce un progetto con un potenziale più alto. Certo la contrapposizione dentro-fuori, sapere di te-non sapere di te, e poi? E poi tanta violenza gratuita, scene aggiunte senza valenza narrativa.
Di Bertolucci ho comunque apprezzato Il Conformista e Novecento, ma questo mi sembra un film ESTREMAMENTE SOPRAVVALUTATO perché ambiguo, gratuitamente violento e autoreferenziale.
Certo, il mio punto di vista è quello di un comune mortale. Ma io penso che il cinema, come l'arte, sia fatto per comunicare qualcosa o intrattenere. Secondo me in questo caso è un cinema fine a se stesso, che magari ha una bella fotografia, e a cosa serve? E' una noia mortale.

pinhead88  @  14/06/2010 14:46:36
   7 / 10
Uno spunto originale e maledetto per quei tempi,ma Bertolucci come al solito non si distingue dal suo autocompiacimento facendo sprofondare nella noia lo spettatore con le sue inutili e pesantissime pause.per il resto è tutto curato, sceneggiature povere e squalide che si amalgamano perfettamente alla storia e fotografia giallognola adatta al contesto.l'ultima parte è quella che ho apprezzato maggiormente.

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Ultima risposta 14/06/2010 15.49.06
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  20/04/2010 19:07:19
   7½ / 10
Uno dei film piu' rappresentativi del cinema di Bertolucci forse anche per essere una delle storie piu' "vietate" degli anni settanta!Censura e critica che ovviamente hanno portato sempre piu' visibilita' alla pellicola!
I due sconosciuti che vivono questa conturbante relazione sono un uomo vedovo da poco,interpretato da un bravissimo Brando anche candidato all'oscar,e da una donna in procinto di sposarsi...
Non vado matto per questo genere di storie ma non si puo' certo negare anche il lato "poetico" del film che fa guadagnare punti al mio giudizio!

Libss  @  29/03/2010 12:27:38
   9½ / 10
E' un film imperfetto e con parentesi inutili, assolutamente irreale (e non irrealistico), inutilmente psicanalitico, astratto nella concretezza ma di una forza trascinante che lo rende indimenticabile. Brando è superbo, la colonna sonora di Gato Barbieri da over.

MidnightMikko  @  13/03/2010 20:14:22
   10 / 10
Una premessa è d'obbligo: Ultimo Tango a Parigi o si ama o si odia.
Chi lo odia molto probabilmente non ama il vero cinema,quello fatto di emozioni tangibili,di sospiri,anche di eccitamento,diciamolo (come si fa a non godere di fronte ad un piano sequenza perfetta o ad una fotografia da sballo?).
Ultimo Tango a Parigi è l'inarrivabile e perfetto capolavoro,insieme al monumentale Novecento,di uno dei più grandi registi della storia del cinema, Bernardo Bertolucci. Con una regia perfetta e lussuriosa come l'amore effimero dei due mediocri ed inutili protagonisti (un Marlon Brando magistrale e una Schneider sempre sensualissima,qui nella sua migliore interpretazione),Bertolucci confeziona un film che non si limita a catturare lo spettatore,ma entra in esso e lo trascina nello stesso vortice di mediocrità dei protagonisti. Sembra di sentire il tanfo di quella stanza d'appartamento.
Perfetto.

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Ultima risposta 13/03/2010 20.32.13
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edmond90  @  18/02/2010 12:04:22
   9½ / 10
Impagabile opera di Bertolucci.Per me il suo capolavoro,con una grandissima regia e una storia struggente e indimenticabile.Brando col suo magnetismo dona al film qualcosa di magico.

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chry2403  @  16/02/2010 10:34:42
   1 / 10
Assurdo film assolutamente inconcludente dall’inizio alla fine con monologhi senza senso e pause che pesano come macigni, ovvero un classico film francese, strano che l’abbia girato un italiano, evidentemente l’influenza di Parigi è stata molto più grave di quanto lui potesse immaginare.

Bertolucci avrebbe la pretesa di creare un film profondo con tematiche esistenzialiste, ma ha sfornato una pellicola noiosa e senza sostanza con la speranza che la presenza di Brando (nello stesso anno è uscito il film “il padrino”) e le scene di sesso potessero essere sufficienti a dargli il successo. Sull’inconsistente relazione tra i due protagonisti rimando allo spoiler del commento dell’utente “paride_86” dell’11/01/2009, ore 21.12.22 che trovo molto completo.

Le scene di sesso non sono per nulla fatte bene, girate male, senza passione, senza trasmettere il piacere/dolore/indifferenza che possono provare i protagonisti, sono tra l’altro pure espresse peggio dagli attori, soprattutto la Schneider che, come femmina, ha tanta importanza nella buona riuscita di questo tipo di scene, offre un lavoro decisamente scadente. Incomprensibile come la censura si sia scagliata su questo film che ha del sesso certamente spinto, ma dal punto di vista della scabrosità i veri film hard sono tutt’altra cosa.

L’inizio è assurdo e completamente fuori dalla realtà: un marito distrutto dal dolore che ha appena visto la moglie suicida nel bagno di casa cosa ha di meglio da fare? Andare a visionare un nuovo appartamento (anzi un attico immenso), trovare una donna sconosciuta e farsela dopo averci scambiato due parole, per giunta tutti vestiti. E la donna ci sta pure senza avere nessun tentennamento! Mai visto una scena più lontana dalla realtà come questa.

Una musica degna d’essere chiamata tale avrebbe potuto migliorare un po’ il film, ma è proprio quella che si pretende che venga chiamata colonna sonora a dare il colpo di grazia a questo scempio.

Ritengo un ulteriore errore la scelta della doppiatrice italiana della protagonista, con una voce troppo adulta per una ragazza di soli 20 anni. Infine non è chiaro cosa c’entri il tango indicato nel titolo se non per la penultima scena assolutamente ininfluente nell’economia del film, in questo caso infatti il titolo è totalmente fuorviante. No comment sull'epilogo, si poteva tranquillamente evitare.

La Schneider è un pianto, non fa nulla che possa considerarsi almeno decente, è stata presa solo per la sua bellezza acqua e sapone, ma tecnicamente è nulla. Brando qualche sprazzo di talento lo mostra, ma è lontano dai suoi film migliori e comunque non risolleva per nulla il film. Inutili gli altri.

La visione del film per me è stata una delusione profondissima, mi aspettavo ben altro.

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Ultima risposta 20/04/2010 02.49.37
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  30/01/2010 12:04:40
   8½ / 10
Film che per me è un quasi capolavoro. Non lo è forse a causa proprio di Bertolucci che raramente nelle scene in cui è assente Brando riesce a far seguire il film con passione e invece annoia con i rimandi registici a Truffaut (che non amo particolarmente,anzi). Per il resto la sua bravura dietro la macchina da presa è evidente,e all'epoca aveva solo 30 anni!

Chi veramente ha reso grande il film è Brando con un interpretazione intensa e sofferente,veramente emozionante in più punti. Nelle scene in cui è presente lui c'è sempre un emozione da prendere.

Maria Schneider è molto brava,non ai livelli della sua controparte Brando ma se la cava egregiamente (non so che fine abbia fatto dopo).

Le musiche jazz di Barbieri sono molto belle e la fotografia è uno dei punti forti del film.
Dal lato tecnico Ultimo tango è quasi ineccepibile,quindi. Bertolucci ha dei virtuosismo tecnici eccellenti in molti punti, ma come detto non ho apprezzato tanti momenti senza Brando.

Quanto alla storia è densa di profondità filosofica,raramente al cinema si è visto un film che trattasse la coppia Eros/Thanatos in maniera tanto sincera e profonda. La struggente e imprevedibile scena finale ne è un esempio. Quanto alle scene erotiche che tanto scatenarono la mandria di bigotti dell'epoca, viste quasi 40 anni dopo non hanno quasi più lo stesso effetto di sorpresa e non scandalizzano più di tanto. Certo sono funzionali ed essenziali nella trama.
Inutile dire che censurare un film per questo l'ho sempre trovato deprecabile,visto che poi le copie furono condannate ad essere distrutte all'epoca,allora mi viene sempre in mente il rogo di libri nazista. Meno male che oggi Ultimo tango possiamo vedercelo senza problemi.

Alcune scene non possono essere censurate totalmente,altrimenti il film perde tantissimo. Quella famosa del burro ad esempio,a quanto pare "inventata" da Brando. Probabilmente è la scena più famosa del film ma è anche la più sofferta,in cui gli ideali della famiglia vengono deturpati/analizzati in maniera viscerale.

L'ho apprezzato veramente tanto,stavolta però il bravo Bertolucci deve ringraziare Brando e deve essere contento di avergli lasciato carta bianca con il suo personaggio. Altrimenti non staremmo a parlare dello stesso film.

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Ultima risposta 14/02/2010 12.04.03
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ulysses1  @  26/12/2009 14:44:16
   4½ / 10
Ho visto un paio di volte questo film ma la mia considerazione è la stessa: è un film che possiede un "alone" di mistero/trasgressione che potrebbe colpire un adolescente, non me. Bertolucci è sopravvalutato rispetto ai suoi meriti reali, soprattutto per quel che riguarda i film con tematiche esistenziali/psicologiche: basterebbe guardare i suoi film recenti, Io ballo da sola... The dreamers... Ci sono continue perle di involontaria comicità, film che vorrebbero essere profondi ma sono banali o forzati quando non risibili, sciocche tematiche sessantottine o esistenzialiste, da cui per cultura e formazione mi tengo a distanza, ma che non esiterei a valutare meglio se ce ne fossero le condizioni. La situazione migliora con i film di ambientazione storica: Novecento, L'ultimo imperatore...
Tornando al film: è un film pretenzioso che vive del credito che garantisce la presenza di Brando e il fatto che il sesso sia trattato in maniera esplicita, quest'ultimo è un fattore che non lascia mai indifferente il pubblico... Naturalmente immagino ci sia gente che dirà che il sesso è solo un espediente per trattare temi più profondi... peccato che in questo caso di profondità io ne veda davvero poca!

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  22/10/2009 23:24:55
   9½ / 10
Indimenticabile film scandalo che non di mostra affatto i quasi quarant'anni che si porta sulle spalle. Bertolucci filma splendidamente il male di vivere, il dolore della solitudine, l'ansia di morte. Sublime la prova di uno straziante (e straziato) Marlon Brando, grande anche la Schneider e folgorante il cameo di Girotti. Alla perfezione contibuiscono l'avvolgente fotografia di Vittorio Storaro e le intramontabili musiche di Gato Barbieri. Raramente il cinema è riuscito a raggiungere simili vette di emotività.

Invia una mail all'autore del commento King Of Pop  @  24/08/2009 03:29:59
   6 / 10
Abbastanza inverosimile e in alcuni tratti lento e noioso.Ottima la recitazione dei protagonisti,soprattutto quella di Brando,ma per il resto non lo ritengo per nulla un capolavoro.E' una pellicola che rappresenta un "amore" caratterizzato da pura follia e da una violenza sessuale e verbale che può turbare lo spettatore odierno,figuriamoci quello dell'epoca!Diciamo che si basa sulla pubblicità-scandalo,ossia sul fatto che vuole far parlare di sè proprio per i contenuti forti.Ma per il resto non ha morale,ne significati intrinseci.

Lunamagica  @  03/04/2009 20:40:17
   10 / 10
Splendido, toccante, non si può non apprezzare ultimo tango a parigi...

All I Want  @  29/03/2009 16:56:54
   5½ / 10
Lento, noioso, e sorprendentemente inutile in una videoteca di livello.

Un film molto famoso che in realtà pone solo delle basi ad un possibile film indimenticabile, ma si ferma lì.

Trama quasi inesistente e scene erotiche che sembrano risvegliare il film in alcuni tratti per poi farlo ripiombare nel sonno più assoluto


Delusione

Invia una mail all'autore del commento f_calderini  @  24/02/2009 10:45:58
   8 / 10
Bel film; trama molto impegnata. Bello il profilo psicologico dei personaggi. Forse col passare degli anni va perdendo il suo fascino... certe cose ormai sono all'ordine del giorno e non stupiscono più.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  14/02/2009 16:05:04
   9½ / 10
Capolavoro. La censura di Stato ha provato a privarci di questa pellicola ma per fortuna non ci è riuscita.
Due persone si ritrovano in un appartamento di Parigi solamente per fare sesso. Come dice il protagonista tutto ciò che sta fuori è m€rd@. In quell'appartamento non servono nomi, l'età, posizione sociale o altro. I protagonisti mettono da parte il loro IO e si dedicano ai piaceri sessuali. Questa idea poetica è di per se geniale, la realizzazione lo è altrettanto.
Ottima Maria Schneider ma superbo Marlon Brando. La regia di Bertolucci non si può nemmeno discutere. Ottima la colonna sonora così come la fotografia di Storaro.
Capolavoro da vedere assolutamente !!!

paride_86  @  11/01/2009 21:13:22
   4½ / 10
Un uomo di mezza età e una giovane ragazza si lasciano coinvolgere da un'intensa e coinvolgente passione erotica che stravolgerà le loro vite.
Ho appena finito di vederlo e sono davvero basito. Ma come è possibile che questo film sia considerato un capolavoro? Sono sconcertato, e non certo dalle scene erotiche perché non lo ho trovate per niente "scandalose" o "blasfeme" come vennero descritte da alcuni bigotti dell'epoca. Il problema è proprio la storia che non mi ha convinto.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER
Il racconto è piuttosto lento e in certi punti noioso; il finale, poi, l'ho trovato particolarmente irritante.
Insomma, credo che il successo di questo film sia stato decretato soprattutto dalle immagini audaci (per l'epoca) e dalla becera attenzione della censura e della magistratura nei suoi confronti (io, personalmente, ci tengo a dire che eliminerei proprio l'obbligo del visto censura per ogni tipo di opera).
Per il resto credo che "Ultimo tango a Parigi" non sia per niente indimenticabile ma, anzi, piuttosto mediocre.
Tanto per fare un confronto con un'altra pellicola tartassata dai processi e dalla censura: questo film non reggerebbe mai il paragone con "Salò - Le 120 giornale di Sodoma" di Pasolini, che, pur essendo un film molto forte, brilla per la profondità dei concetti e delle intenzioni narrative.
Qui invece di cosa stiamo parlando?

giusss  @  28/12/2008 01:13:58
   2 / 10
Noioso,malinconico,pietoso,stancante,patetico.Ci vuol coraggio a dire che è un film bello!

12 risposte al commento
Ultima risposta 30/12/2008 01.56.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  18/09/2008 18:39:06
   9½ / 10
Credo siano pochi i film ad aver avuto "l'onore" della messa al rogo: una censura degna dell'Inquisizione spagnola, ed invece siamo nell'Italia degli anni 70.
Lo scandalo sollevato dai moralisti, epperciò ipocriti, non ha scalfito la bellezza e la poesia di una delle storie tra un uomo ed una donna più forti di sempre.
Abbattere i confini, sgretolare i concetti di normalità o di lecito e illecito; lo spogliarsi nei corpi è mai come qui una ricerca di verità sulla natura del nostro essere umani, paradossalmente una ricerca di purezza originaria.
Ingenuo ed utopico, il tentativo struggente, doloroso di Paul di inventare un nuovo modo di relazione, un nuovo mondo forse, va in mille pezzi tragicamente quando cede alla debolezza di portarlo nel mondo reale.
Rimane la poesia.

Spero essere perdonata per una piccola postilla su Marlon Brando che qui è uomo dal fascino unico ed irripetibile.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  15/08/2008 17:16:18
   10 / 10
Il tempo sembra non aver intaccato la forza di qusto film, aldilà delle polemiche e dello scandalo che suscitò all'epoca. A distanza di molti anni e quindi aldilà del mito stesso del film, in tutta sincerità, un'analisi così profonda di due personaggi in crisi con il mondo reale che li circonda, poche volte si è vista sullo schermo cinematografico. A mio parere sono state più le stilettate verso le istituzioni sociali (famiglia, matrimonio, chiesa...) a far inferocire i cosidetti benpensanti. Curato in tutti i particolari, dalla fotografia di Storaro alle musiche di Barbieri e naturalmente l'interpretazione di Brando e l'alchimia perfetta con la Schneider.

Tony Ciccione90  @  20/07/2008 13:59:53
   7½ / 10
Il film forse non vale 8, ma l'interpretazione di Brando sì. Marlon interpreta un uomo di mezza età in crisi, che si rifugia tra le braccia di una giovane per vincere il suo disagio. Questo film sconvolse il mondo per le scene di nudo e di sesso anale che erano tabù per l'epoca. Il film, però, è a tratti troppo noioso.

vito corleone  @  24/06/2008 20:00:15
   5 / 10
Il film di Bernabucci è lento e in alcuni punti noioso.
La sceneggiatura ruota intorno ad un uomo di mezza eta' distrutto e sull'orlo della pazzia per colpa del suicidio di una moglie adultera e non proprio ideale,ma che comunque amava alla follia.
Allo stesso modo la ragazza ventenne ama il proprietario d'albergo; nonostante sia un'uomo greve e rozzo,la giovane è affascinata piu' dal 45enne che dall'infantile cineasta.
Bisogna ammettere che il messaggio della trama è originale,anche se squallido e non condivisibile dalla morale comune,ma la sceneggiatura secondo me è poco curata nella presentazione dei personaggi secondari e nella connessione con i protagonisti,e inverosimile: quante possibilita' ci sono che una ragazza si innamori per colpo di fulmine di un uomo che potrebbe essere il padre e ci instauri una relazione completamente basata sulla violenza verbale e sessuale senza sapere niente l'uno dell'altro? Quante probabilita' che una donna che si dichiari innamorata un minuto dopo spari alla sua meta'?

La recitazione di Marlon Brando è ottima,non la migliore,ma comunque l'attore da dimostrazione della sua bravura e versatilita'.
Anche la fotografia è molto bella,e probabilmente in alcune inquadrature (quelle con i giochi di luce) suggerita dall'attore stesso,come fece in Apocalypse Now.
In conclusione pero' il film non raggiunge la sufficienza,dato che il regista italiano,secondo me,ha voluto,vista l'epoca,lanciare una sfida cinematografica irriverente (si è beccato anche la reclusione) e non ha fatto nascere l'opera dal cuore.
Non sono ne' prete ne' moralista,e tantomeno difendo i loro ideali,ma non ci vuole molto a capire che invettive contro la Chiesa nei riferimenti ai sacerdoti o alla famiglia e al pubblico pudore,vista la pellicola (oltretutto censurata) non sono una coincidenza se si trovano insieme miscelate in un contesto poco attinente.
Il film ha preso parecchi punti con giudizi di critici che avevano trovato nel film retaggi poetici collegati all'Eros e Tanathos,che secondo me,non erano proprio nelle intenzioni del regista.
Molto soppravvalutato.

4 risposte al commento
Ultima risposta 22/09/2008 19.21.33
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  18/06/2008 10:34:42
   8 / 10
Tutti, nella vita, abbiamo un proprio nido dove isolarsi dall'esterno, è un bisogno fisiologico.
"Utlimo tango a Parigi" è, anche granzie al contributo fotografico, un'intensa opera d'arte sull'amore, lui, un uomo dal passato un pò ambiguo che non ha più voglia di innamorarsi, lei, una donna repressa sentimentalmente che si innamora anche con troppa facilità. Tipico.
Ma gli opposti si attraggono, da quegli incontri fisici nascerà l'amore, un amore mal comunicato. SPOILER
Omicidio premeditato, improbabile per un'alta borghese parigina, pensarla con una pistola. Si può uccidere per troppa passione? Sì, è forse l'atto d'amore più estremo. FINE SPOILER.
Detesto comunque i compiacimenti di Bertolucci, anche se qui sono pochi e relativamente tollerabili.
Una delle migliori interpretazioni di Marlon Brando, l'ultimo primo piano vale l'intera carriera di un attore.

Wally  @  09/04/2008 22:58:42
   8½ / 10
Gran film! Marlon Brando credo che si sia divertito un mondo in questo film

DarkRareMirko  @  27/03/2008 03:48:27
   8 / 10
Film davvero magnifico, questo Ultimo tango a Parigi.
Perfetto inno all'emancipazione e all'anticonformismo.


Neanche poi così esageratamente esploitativo come molti dicono, è più simbolico e profondo di quello che apparentemente mostra.
Splendida la critica all'istituto della famiglia e l'idea dell'appartamento.


La Schneider è fine, elegante e sexy da impazzire e Brando ci regala una delle sue migliori interpretazioni.
Mi hai svuotato, dirà poi a Bertolucci, dal momento che ha portato nel film il suo personaggio di uomo che interpreta nella sua di vita.


Indimenticabile.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Vegetable man  @  11/03/2008 09:31:39
   7½ / 10
Premettendo che non sono un grande sostenitore di Bertolucci, ho ritrovato in questo film i suoi pregi e i suoi difetti.
I pregi: bellissime musiche; la capacità di riunire due attori che comunque con questa interpretazione hanno fatto epoca; il tentativo (parzialmente riuscito) di catturare una sfera delle emozioni umane (vogliamo chiamarla angoscia, alienazione?) e tenta di trasportalo in pellicola; da ricordare la sequenza del tango, nonchè alcuni dialoghi.
I difetti: presuntuoso e pretestuoso; Gratuito in alcune sequenze 'dimostrative', che sembrano montate ad arte per assecondare lo spirito ribelle del regista; una messa in scena spesso teatrale, che ostenta una drammatizzazione della vicenda; finale grottesco che personalmente non mi ha convinto.

In definitiva, un film in bilico tra capolavoro e baracconata, che per l'appunto rispecchia a mio parere l'essenza di Bertolucci.
Resta comunque uno dei suoi film più riusciti.

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  10/03/2008 12:18:00
   7½ / 10
Non riesco a dare più di sette a questo film e il perchè è presto detto: non sono d'accordo con la filosofia alla base di questa pellicola, come di qausi tutte le pellicole di Bertolucci.

Bertolucci non mi piace, come artista è distante anni luce dalle mie idee e dal mio ideale.

Non dubito che il film sia girato ottimamente, con un Brando in formissima (anche se, visivamente, assomiglia a Califano) e con musiche che... lasciamo stare, mi viene la pelle d'oca a pensarci.

Per tutti questi fattori il film è un capolavoro, l'ho visto fino alla fine con un po' di fatica ma mai con noia, e il finale mi ha fatto trasalire (catartico, direi).

E' quello che c'è alla base, dietro il film, che mi rende perplesso e che forse non me lo fa apprezzare pienamente!

THE_FEX84  @  20/02/2008 12:13:43
   10 / 10
Film-manifesto di un'epoca,l'opera di Bertolucci ebbe modo di trattare con una sconcertante e sconvolgente libertà il periodo in cui l'essere umano si sentiva totalmente smarrito faticando a trovare se stesso,e che qui trovava rifugio in un'alienazione fisica e mentale che portava alla estreme conseguenze l'inconscio,elevandolo ad un'essenza funerea senza vie d'uscita.Con uno stile apparentemente sobrio e con una messinscena volutamente straniante,Bertolucci analizza profondamente lo stato di due anime e di due corpi a stretto contatto con il vuoto assoluto di ciò che gli ha sempre circondati,e li inserisce in un luogo a entrambi ignoto per sperimentare la fusione dei loro corpi con degli eccessi sessuali che diventano quasi degli sfoghi esistenziali e dove il piacere della carne diventa tutt'uno con la pochezza di ciò che si sono lasciati alle spalle.Senza neanche sapere i nomi di uno e dell'altra,i due protagonisti dovranno prima o poi accantonare il loro spregiudicato modo di vivere,per ritornare a fare i conti con ciò che avevano abbandonato,ma le menti di entrambi non riusciranno più a essere comunicanti come una volta e il rifiuto del ritorno di lei alla vita alienante appena sorpassata,riserverà all'altro una tragica,inevitabile tragedia.Il modo in cui Brando,ormai in totale confusione esistenziale,tenta grottescamente di reintegrarsi nella superficiale mentalità cittadina ballando un tango che sintetizza perfettamente il suo stato d'animo,è epocale,così come lo è la sua inquietante maschera,che sembra modificarsi(o meglio"plasmarsi")man mano che il film procede.Dopo una serie di sciagurate vicissitudini(tra cui un rogo della pellicola e una serie di denunce per Bertolucci,che rischiò pure la galera),il film è riuscito a ritornare nel suo splendore formale solo diversi anni dopo,non perdendo la forza emotiva e risultando sempre un'opera all'avanguardia che va ammirata e studiata ,e che segnò profondamente il cinema degli anni a venire,traformandosi giustamente in un cult-movie d'autore.

The Monia 84  @  14/02/2008 22:12:36
   9½ / 10
Il sesso come ancora di salvezza, come unico riscatto alla precarietà della vita. Senza il compromesso dell'amore o qualsiasi impegno sentimentale. Lui vedovo da poco. Lei una viziata insicura. In una stanza vuota che Storaro illumina come un grembo materno e la rende, paradossalmente, grande come il mondo. Brando è immenso, un eroe alla deriva tragico e sboccato. Mary Shneider è stupenda, infantile, carnale e terribilmente attraente.

kosmonotte  @  13/02/2008 14:14:04
   10 / 10
poetico, introspettivo ,denso di significati profondi....magnifico!!!
il mondo fuori da una stanza....dove non sono degni di entrare neanche i nomi.....la conoscenza attraverso l'unione dei corpi, o meglio, dell'anima....che non ammette vincoli, nè gelosie..
Indimenticabile il finale....

La ricotta  @  25/01/2008 12:40:31
   7½ / 10
Film a metà. Straordinario Marlon Brando (ragion per cui aggiungo un punto alla mia votazione). La parte finale è molto intensa, ma il resto non credo sia all'altezza. Con una storia del genere, si poteva fare di meglio.

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betsim76  @  21/01/2008 14:11:06
   4 / 10
A costo di attirarmi le ire dei fans, non posso dare un voto diverso a questo film, altrimenti falserei tutta la mia scala di valori. Ovviamente il mio giudizio é personalissimo, e non é legato alla media (avrei dato 1 se proprio volevo affossarlo). Ma il film lo trovo pesante, lento, per quanto volutamente, faticoso. A tratti ho smarrito il filo, la logica. Specialmente nel finale, dove entra in contraddizione con se stesso (dal mio punto di vista). Forse non é il mio genere, ma proprio non lo rivedrei (e a stento ho terminato la visione). Avrei potuto dare il 6 se Brando mi avesse impressionato, ma a parte la mole considerevole lo trovo stucchevole, questa volta.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/12/2007 22:15:04
   10 / 10
"Niente nomi qui", "voglio sapere il tuo nome", "non ho mai saputo il suo nome" i retaggi di uno scorno, di un rifiuto d'identità (o della rivelazione repressa) sfuggono ai codici di un film che è più importante nei gesti e nelle parole della stessa storia. Ora brutale, ora indemoniato, ora fatalmente compresso tra Bataille e lo smacco di un romanticismo perduto per sempre, "Ultimo tango" è soprattutto uno dei più grandi esempi di amore incondizionato per il mezzo cinematografico di sempre.
E' così imperfetto e irritante, a tratti (difficile accettare come omaggio a Truffaut il personaggio di Leaud, però è anche splendidamente rivelatore: un cineasta-veritè che appartiene a un'altro film, comprimario della sua stessa scena e del tributo che Bertolucci ne fa) che sarebbe condivisibile strappare un 8 e niente più, ma il pathos che reca, sconvolgente, è inafferabile esattamente come tutte le cose che cercano di non coinvolgerti e per questo affondano la carne logorando la psiche dello spettatore più di quanto pretenda.
"Era a caccia di tutti i segreti che aveva nascosto nelle interpretazioni precedenti" cfr. Bertolucci a proposito di Brando: personaggio di disperata dignità, Paul, immediatamente "nudo" (anche nel crollo fisico della sua antica bellezza divistica) e reo di logorarsi fino a pretendere di esprimere tutte le amarissime controreazioni del personaggio.
Inutile ridestarsi pensando alle scene del burro, alla metafora del lupo di una celebre favola, al rogo che ha esposto degli sciagurati al pubblico lubidrio della loro esimia ignoranza: forzature ce ne sono a decine, i rimandi a Bataille già citati, i riferimenti a Von Masoch e al nobile Sartre, una vena "maledetta" che mette in ombra il profeta di tutto, tale Godard, e lo dissacra completamente.
Ma nel terreno artistico non di Bertolucci soltanto ma della carriera artistica di Brando una disfatta morale (evviva) equivale a una risurrezione: un vuoto che precipita raccoglie in eterno il suo fiero respiro

norah  @  04/12/2007 20:25:12
   8½ / 10
" Ero in una camera, senza lume.
Mi si venne a dire ch'ella era in casa mia:
e io la vidi nel mio letto, tutta mia, senza lume.
Così un'angoscia mi prese.
Ero cencioso, io, ed ella, una mondana che si dava: bisognava che se ne andasse! Un'angoscia senza nome:
la presi e la lasciai cadere fuor dal letto, quasi nuda; e, nella mai indicibile debolezza, le caddi sopra, e con lei mi trascinai sui tappeti, senza lume!
La lampada familiare arrossava, una dopo l'altra, le camere vicine.
Allora, la donna sparì.
Io versai più lacrime di quante Dio abbia potuto mai chiedere."

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Ultima risposta 23/01/2008 15.40.08
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Cardablasco  @  28/10/2007 10:41:37
   7½ / 10
Un gran bel finale,ma non capisco questi voti altissimi perche' il film nella parte centrale è troppo lento,cmq bellissimo il mondo creato da poul nella stanza,dove lui non voleva sapere niente del mondo al di fuori di li

sonhador  @  25/10/2007 20:48:04
   10 / 10
meraviglioso capolavoro...sensuale e brutale allo stesso tempo...
marlon Brando da pelle d'oca..eterno. Da vedere e rivedere.

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  19/09/2007 13:04:00
   9 / 10
L'IMPOSSIBILITA' DI VIVERE LIBERAMENTE E NATURALMENTE, SENZA GLI SCHEMI E LE SOVRASTRUTTURE CHE LE CONVENZIONI SOCIALI CI IMPONGONO. UN MARLON BRANDO SUBLIME.

harry stoner  @  16/09/2007 21:42:52
   10 / 10
Mi sembra che il grande Gillo Pontecorvo una volta defini' Brando come l'attore che riusciva con un occhio a piangere e con l'altro a ridere.Per semplificare la definizione basta osservare il suo volto nel momento in cui,colpito a morte,esce fuori nel balcone e guarda dritto nella macchina da presa prima di morire.Un interpretazione magistrale,un'immedesimazione totale con il personaggio di Paul che aveva molti punti in comune col la sua vera vita.Molto brava e selvaggia anche la Schneider,peccato che dopo si sia persa un po' per strada per fatti personali.Se pensiamo a tutto quello che ha dovuto subire Bertolucci per questo capolavoro (perse il diritto di voto per cinque anni,condanna al carcere,rogo del negativo,ecc)e allo schifo gratuito che si vede oggi in tv ad ogni ora, be forse dovremmo vergognarci di essere italiani.

AKIRA KUROSAWA  @  27/08/2007 01:56:37
   9 / 10
un opera d arte di indiscusso valore, un film che riesce perfettamente a mettere insieme l amore carnale con l amore sentimentale, in poche parole il sesso e il romanticismo.
perfetta l interpretazioe del divino marlon brando, ma anche la scheider è davvero brava.bellissima la colonna sonora..
un film che a suo tempo creo scandalo oggi invece è un comune film con un pizzico di erotismo..
per me nn il migliore di bertolucci, il piccolo buddha è il film che piu mi ha affascinato di bernardo, questo tuttavia è intoccabile

metafisico  @  07/08/2007 22:50:58
   6 / 10
secondo me è un film decisamente sopravvalutato , con una trama tenue che a suo tempo aveva l'intento solamente di scandalizzare ...riuscendoci benissimo.
Brando stesso in una delle sue ultime interviste rivelava di non aver capito il senso del film a distanza di anni...
Il miglior Bertolucci non è certo questo

larcio  @  02/08/2007 19:33:00
   9 / 10
film magnifiko....soprattutto per le interpretazioni dei due protagonisti e per la grande maestria di bertolucci dietro la macchina da presa....maria schneider è dawero stupenda e bellissima e anke marlon è in gran forma, anke se la sua migliore interpretazione è quella di vito corleone ne "il padrino"....ad ogni modo è un film da vedere

private_joker  @  02/07/2007 17:12:18
   9 / 10
Un film bellissimo, triste e intenso, con una coppia di interpreti superba.

Divino Stanley  @  02/07/2007 16:40:35
   6½ / 10
Film stranissimo, non per la trama ma per le tematiche trattate. E' un film ambizioso che si vorrebbe dire molte cose ed ad affrontare varie tematiche, ma alla fine riesce ad esaminarle solo alcune. Per quel che ho visto, Bertolucci vorrebbe fare una panoramica su tutta la psiche umana, incentrando la sua ricerca sul sesso: purtroppo però, man mano che il film passa, accantona tutte le altre tematiche per adoperarsi al meglio su quella sessale. La morte, la solitudine, la sofferenza, l' amore e l' amicizia sono tematiche affrontate solo parzialmente mentre il sesso viene visto in ogni suo aspetto, dal punto di vista prettamente erotico, con il rapporto fra Paul e Jean, e da quello amoroso, con il rapporto fra il giovane regista e Jean.
Insomma, se me lo concedete, per le aspettative che avevo, mi ha deluso.
E, se la devo dire tutta, anche la sceneggiatura non che poi mi abbia entusiasmato. Stlisticamente, le uniche cose valide sono le musiche e l' interpretazione di Brando, veramente eccezionale.

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