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Un film controverso, c'è chi l'ha eletto a proprio culto senza averne visto mai neanche un fotogramma, altri lo ritengono un incredibile incitamento alla violenza e poi c'è chi con una visione meno superficiale vi ha saputo vedere dell'altro.
Ispirato al romanzo A Clockwork Orange di Anthony Burgess, il film di Kubrick è una grande riflessione sull'uomo, sulla sua natura a contatto con i condizionamenti della cultura.
Alex è un giovane senza arte né parte, figlio di proletari e dedito a furti, stupri e omicidi. Fa capo a una banda di spostati, denominati drughi. Dopo aver usato violenza alla moglie di uno scrittore finisce in carcere. Viene sottoposto ad angherie ma si fa amico un prete. Pur di essere scarcerato accetta il "trattamento ludovico", che consiste nell'assistere a filmati di violenza. Quando esce scopre che i genitori hanno subaffittato la sua stanza. Senza poter reagire, dovrà subire violenza da alcuni mendicanti vendicativi, dai drughi diventati poliziotti e dallo scrittore che ha perso la moglie e che ora si trova su una sedia a rotelle. Tenta il suicidio e all'ospedale riceve una visita di cortesia da parte del primo ministro.
Ma come in ogni grande film bisogna andare oltre quel freddo scheletro chiamato "trama". Ad esempio è incredibile quanto fondamentale sia l'elemento musicale in Arancia Meccanica più che in ogni altro film di Kubrick. Qui, infatti, la musica viene a essere parte integrante del racconto cinematografico delle gesta di Alex e, addirittura, motivo del suo agire. Diciamo che la musica ci rivela un ambivalenza insita nello spirito di Alex, ma che dopotutto si riscontra in tutto il film. Si tratta di Beethoven e Rossini. Pensiamo ad alcuni esempi: Alex e i drughi lungo il Tamigi: i drughi hanno appena mancato di rispetto al loro leader e Alex, non appena sente la Gazza Ladra di Rossini, diffusa da uno stereo nelle vicinanze, Sa quello che deve fare: è la musica (è Alex a dircelo) che diventa motore della sua azione. Oppure: Alex e la cura Ludovico: Alex è emotivamente ferito più dalla musica che dalle immagini di cui gli viene imposta la visione. Gli esempi qui sotto citati mettono in risalto tutti la medesima cosa: sarebbe a dire lo stretto legame che esiste tra ciò che Alex fa e vive e la musica che fruisce.
Iniziamo con il "dolce, dolcissimo, Ludovico Van":
Senza dubbio Beethoven rappresenta il vero IO di Alex, il suo lato più intimo. Ad esempio quando torna a casa dopo la "visita" allo scrittore, nel silenzio della sua stanza, accarezza il suo amato "pitone" (chiaro simbolo fallico) che tiene nascosto in un cassetto, e si mette ad ascoltare la Nona, che sembra essere un inno al suo "ego". Mentre ascolta, Alex, verosimilmente posseduto dal suo flusso di coscienza, incomincia a masturbarsi. Il mattino dopo, Alex apre la porta di camera sua e ci appare in relazione prospettica con il poster di Beethoven che tiene appeso alla parete.
Poi... Rossini
La sua musica, nel film, accompagna le scene di violenza e di sesso: è, per dir così, la colonna sonora dell'agire "sociale" (nel senso più lato del termine) del nostro protagonista. La Gazza Ladra accompagna lo scontro tra Alex e i drughi e la banda di Georgie Boy e il viaggio verso la casa dello scrittore; il Guglielmo Tell, in versione parodisticamente accelerata scandisce le fasi dell'accoppiamento tra Alex e le due ragazze incontrate nel negozio di dischi. E' ancora la Gazza Ladra a far da motivo conduttore all'assalto, da parte di Alex, alla signora dei gatti.
Beethoven
la sua musica è l'anima stessa di Alex, la sua componente più intima e pura; Rossini è quello in cui questa componente si trasforma una volta varcata la soglia di casa.
Non è comunque solo la musica l'unico elemento rappresentativo di questo capolavoro. Basta riflettere sul titolo; "Arancia meccanica" o tradotto letteralmente "Arancia ad orologeria". Il film sarebbe divisibile in 3 parti, o 2 ed un epilogo. Gli avvenimenti del film si susseguono in maniera ciclica, e tutta la violenza che usa Alex nella prima parte gli si ritorce contro senza meno. Il titolo del film "A Clockwork Orange" soprattutto la parola clock sta a simboleggiare le lancette che viaggiano su di un percorso che le riporta sempre allo stesso punto, passando per i suoi molteplici "spicchi". Quali siano questi spicchi è chiaro(Alex violento, Alex da carnefice a vittima, Alex di nuovo violento ma per conto dello stato), poichè sono il fulcro del film, ed è quello che l'autore vuole maggiormente esprimere.
Alex rappresenta l'uomo, ed il suo nome è simbolico, "A - Lex" in cui la A è privativa quindi senza legge. Il film è chiaramente polemico, ma in particolare, la polemica si dirige contro un ben preciso tipo di violenza: quella che lo Stato opera nei confronti dell'Individuo o della Natura. Nella visione antropologica di Kubrick l'Uomo è violento per sua stessa natura: ciò lo solleva da ogni colpa e da ogni responsabilità, visto che di tutto ciò che gli è congenito un essere non può rispondere. Accusarlo per la sua natura violenta sarebbe infatti come condannarlo del fatto di muoversi in posizione eretta o del fatto di possedere un pollice opponibile. Quello che lo rende colpevole è il passo successivo, che si concreta nello scontro con la Civiltà, con quel mondo di Regole e Doveri che egli non comprende e perciò non accetta. Nemico di ogni compromesso, che sia vittima di quella stessa Civiltà (il barbone) oppure il suo più illustre rappresentante (il Primo Ministro).
Se un personaggio come quello di Alex ha dato tanto fastidio a taluni, se è stato motivo di tanto scalpore è solo ed esclusivamente perché Alex e l'Uomo sono una cosa sola. Il suo personaggio crea una fortissima immedesimazione e questo, a quei taluni sopra menzionati, è parso assolutamente inammissibile.
Questo film è volutamente tutto quello che il film stesso mette all'indice, è un film che mostra la violenza per esserne un contro-manifesto. L'ambiguità del personaggio era necessaria per mostrare le diverse violenze della medicina, della polizia, della politica e della gente comune. Quando Alex viene guarito, non può gestire le proprie scelte. Diventa docile non per volontà ma per allergia (sente nausea quando cerca di usare violenza, anche se cerca di difendersi).
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Recensione a cura di _Orion - aggiornata al 19/01/2004
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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