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"Coniugazione di immagini e musica", questo era il desiderio di Walt Disney: per la prima volta la musica non è creata come colonna sonora in funzione dell'immagine, ma è l'immagine che accompagna e completa la musica.
Un esperimento pericoloso però per gli anni '40; la pellicola infatti avrebbe avuto un costo tutt'altro che contenuto, ma soprattutto l'unico modo per rendere a pieno l'anima del film era un impianto acustico che pochissimi cinema dell'epoca potevano vantare. Per l'uscita del film (13 novembre 1940) infatti in ogni sala appartenente al ridotto gruppo di cinema adibiti alla rappresentazione, vennero installate più di trenta casse acustiche, che circondavano gli spettatori seguendo un determinato disegno, andando a riprodurre per la prima volta un suono definibile "stereofonico". Walt Disney teneva molto all'opera realizzata, considerandola molto più importante di un semplice film d'animazione, e voleva che alle sue rappresentazioni tutti gli spettatori si presentassero vestiti al massimo dell'eleganza.
Purtroppo però la Walt Disney non riuscì a salvarsi dall'imminente crisi finanziaria dovuta al così ristretto numero di sale cinematografiche in grado di adeguarsi alle potenzialità sonore del film; così nel 1941 venne incentivata la distribuzione del film grazie a una nuova versione avente un audio monofonico.
Per oltre trent'anni il film ha subito numerosi tagli e modifiche, dovuti anche alla lunghezza dell'opera; i primi elogi che avevano accolto la pellicola vennero ben presto soppiantati dalle critiche più disparate, in particolar modo dagli amanti della musica classica. Una delle sequenze meno apprezzate rimaneva la rappresentazione "mitologica" della "Sinfonia n°6" di Beethoven, vista l'associazione dell'opera tedesca a un paesaggio mitologico greco. Fu persino necessario, viste le accuse di razzismo che si andavano sollevando, censurare uno dei personaggi metà donna di colore e metà asino.
Rimane comunque indubbio che, come era volontà del suo creatore, "Fantasia" rimane un capolavoro artistico senza precedenti, in cui l'immaginazione degli animatori ha saputo esaltare con eleganza la bellezza di alcuni dei più famosi e storici brani della musica classica.
Assistente indispensabile di Walt Disney nella creazione del film, fu il direttore d'orchestra Leopold Stokowski che svolse anche l'importante compito di registrare (gratuitamente) le musiche della pellicola in doppia bobina, dopo aver messo insieme un orchestra che poteva vantare molti dei migliori musicisti americani del momento.
Inizialmente tutto naque da quella che poi diventerà la punta di diamante del film: "L'Apprendista stregone", ispirato dall'omonima composizione di Paul Dukas. Gli animatori crearono con una cura molto meticolosa questo corto, utilizzando nuove tecniche per l'animazione molto innovative per quegli anni (e quindi anche molto costose). Walt Disney lo considerava un omaggio al personaggio di Topolino, che stava lentamente perdendo l'affetto del pubblico, entusiasta del nuovo Paperino.
Fu proprio la preparazione di questa sequenza animata a suggerire ai fratelli Disney la creazione di un opera composta da corti animati musicati, tra i quali collocare il piccolo apprendista stregone. Inizialmente come titolo di quest'opera era stato proposto "The Concert Feature", successivamente fu cambiato in "Fantasia".
Non tutte le rappresentazioni della pellicola sono animate: il film si apre con una rappresentazione della "Toccata e fuga in re minore" di Bach in cui l'immagine gioca interamente su luci, ombre e colori, e con varie immagini dei compositori dell'orchestra intenti nell'esecuzione dell'opera. Ma rimangono forse la più affascinante e famosa idea di questa sequenza i giochi di luci creati dietro alla nera figura in controluce del direttore d'orchestra.
Successivamente ci troviamo ad osservare fatine che danzano sulle note dello "Schiaccianoci" di Tchaikovsky offrendoci suggestive immagini dei cambi delle stagioni. La natura continua quindi le sue danze con fiori, funghi e "vanitosi" pesci che ci offrono un vero e proprio trionfo di colori.
Di seguito i creatori di "Fantasia" decidono, ispirati dalle parole dello stesso Stravinskij, di raffigurare la "La Sagra della Primavera" con una lunga sequenza che ci ripropone la storia della Terra, partendo dalle origini primordiali, da quando questa era un pianeta inabitabile dominato da tempeste e eruzioni vulcaniche, alla comparsa delle prime forme di vita acquatiche, ai dinosauri e la loro estinzione (gli animatori ammisero seguentemente di aver commesso un errore nel rappresentare il Tyrannosaurus Rex con tre dita).
Subito dopo assistiamo a una simpaticissima rappresentazione della colonna sonora (intesa umoristicamente proprio come "colonna"), presentata giustamente come la vera protagonista del film, in grado di riprodurre un infinito numero di svariati suoni e, in questo caso grazie agli animatori, di rappresentarli.
La seguente famosa "Sinfonia n°6" di Beethoven è accompagnata dalle danze di numerose creature mitologiche, cavalli volanti, fauni, angioletti, centauri (il pubblico rimase non poco scandalizzato dalla nudità dei centauri femmine), e il dio Bacco; danze interrotte dalla furia di Zeus che si diverte dall'alto a incutere paura con i suoi fulmini.
La "Danza delle ore" di Amilcare Ponchielli ci intrattiente quindi con un comico e frenetico balletto di elefanti, struzzi e dispettosi coccodrilli.
Gli ultimi due episodi a cui assistiamo sono poi da considerarsi due capolavori difficili da descrivere a parole.
"Una notte sul monte calvo" è una sequenza che rappresenta quello che è considerato il villain più riuscito di tutti i film disneyani, il demone Chernabog (gli animatori dissero di essersi ispirati per la caratterizzazione del personaggio all’attore Bela Lugosi). Di notte, dopo la scena visivamente riuscitissima del suo risveglio, egli dalla cima del suo monte su cui riposa, richiama a se gli spaventosi fantasmi del villaggio e del cimitero. Le macabre danze di questi spiriti vengono interrotte dai rintocchi di una campana che ci introduce l'ultimo episodio, raffigurante un tema nettamente opposto.
La sequenza dell'"Ave Maria" di Franz Schubert è stata, a detta del suo stesso animatore, la più difficile da realizzare; un'intera parte di essa dovette essere cancellata e girata nuovamente. In questa lavorazione venne infatti utilizzata l'innovativa "camera multipiano". Per le complicazioni incontrate nella creazione dell'episodio sembra che esso, alla prima del film, venne consegnato a parte solo venti minuti prima della proiezione.
L'opera Fantasia si chiude quindi sulle ultime note di questo brano, e con l'immagine dell'alba.
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Recensione a cura di Amira - aggiornata al 16/07/2007
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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