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Pochi istanti dopo la morte della madre, il piccolo Peter Quill viene rapito da un'astronave aliena. Cresciuto da una banda di contrabbandieri spaziali, con un walkman come unico ricordo dei suoi anni terrestri e la musica di un'unica, preziosa compilation come legame indissolubile con la propria umanità, Peter, o Star-Lord come preferisce farsi chiamare, entra in possesso del misterioso Orb durante una delle sue avventure. Sulle tracce dell'Orb ci sono Ronan l'Accusatore e Thanos il Titano Pazzo, che minacciano la pace appena siglata tra gli Xandariani e i Kree.
Insieme a quattro improbabili e altrettanto riluttanti compagni d'avventura (Rocket, Groot, Drax e Gamora) Star-Lord dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per sventare i piani di Ronan...
Awesome Mix - volume 1
Se si dovesse descrivere in due parole "Guardiani della Galassia" di James Gunn, forse l'espressione più appropriata sarebbe proprio il titolo della compilation tanto cara a Star-Lord: un insieme di "one-hit" commerciali di grande successo e immediato impatto, sapientemente accostate per non far mai calare il ritmo.
La differenza tra l'appagamento istantaneo di una compilation di pezzi ballabili e l'importanza di un seminale album di musica rock (scegliete voi quale preferite...) è la stessa che c'è tra "Guardiani della Galassia" e uno dei tanti film a cui fa esplicito riferimento, da "I Predatori dell'Arca Perduta" e "Star Wars" in giù. A patto dunque di non confondere le due cose, si può parlare di "Guardiani della Galassia" in senso positivo, per l'intelligenza con la quale quell'awesome mix è stato assemblato. I severi vincoli imposti dal formato dell'audiocassetta del film potrebbero, per non uscire dalla metafora, rappresentare i paletti imposti dai Marvel Studios per ricondurre anche questo capitolo nell'affresco narrativo complessivo iniziato con "Iron Man" e che si completerà (?) nel 2019, con la seconda parte di "Avengers: Infinity War".
L'incredibile successo di critica e pubblico di "Guardiani della Galassia" va ricercato più nel fattore sorpresa che nella effettiva qualità della pellicola, che non si distacca molto dalla tavolozza usata sinora dai Marvel Studios per colorare il proprio universo cinematografico. Personaggi misconosciuti e per decenni relegati ai margini della proposta editoriale Marvel, i "Guardiani della Galassia" vivono un insperato momento di notorietà grazie alle note vicende legate all'impossibilità della Marvel di utilizzare al cinema alcuni tra i propri personaggi più importanti (X-Men, Spider-Man, Fantastici Quattro), avendone ceduto i diritti alle altre major. Di necessità virtù, dunque - e un manipolo di personaggi secondari improvvisamente ruba la scena ai più famosi e importanti Avengers. A questo, si aggiunge la scelta di un attore ancora semisconosciuto al grande pubblico come Chris Pratt (ottimo nella prova vocale in "The LEGO Movie") per il ruolo del protagonista, mentre i due nomi di maggior richiamo (Bradley Cooper e Vin Diesel) sono stati relegati al solo doppiaggio di personaggi in CG. Al timone della più inattesa tra le pellicole Marvel è stato scelto James Gunn, la cui variazione sul tema supereoristico ("Super") è uno dei film più interessanti degli ultimi anni.
"Guardiani della Galassia" è sicuramente uno dei migliori film Marvel: poco al di sotto di Avengers, decisamente al di sopra di quasi tutti gli altri. Al di fuori dell'introduzione di personaggi poco noti al grande pubblico (che poi è quello che succede con ogni film dalla sceneggiatura originale), c'è il riuso di formule collaudatissime, sia del canone narrativo ed estetico Marvel, sia in generale di altri classici dell'intrattenimento. La sensazione rassicurante di deja-vu predispone lo spettatore all'introduzione di elementi estranei, che invece di aprire nuovi orizzonti, collassano su quelli esistenti e consolidati. Non c'è niente di male, in fondo, ma da questo punto di vista "Guardiani della Galassia" sembra più un'occasione persa che la mossa audace che Kevin Feige e soci hanno tentato di raccontare e la mano di James Gunn si nota appena. Certamente, l'introduzione contemporanea di cinque personaggi così freschi e divertenti ha portato una ventata d'aria fresca nella stanca alternanza cinematografica tra Thor, Capitan America e Iron Man, proponendo alternative credibili anche per dei film "a solo" (un film muto su Groot, ad esempio, sarebbe una vera mossa audace... ma uno spin-off su Rocket potrebbe andare altrettanto bene).
La vicenda dell'Orb è l'elemento che lega "Guardiani della Galassia" ai film sugli Avengers, ma di fatto è un MacGuffin anche piuttosto noioso (come poco incisivo risulta Ronan L'Accusatore come villain). Il punto di forza sono senza dubbio i personaggi principali: non supereroi in senso stretto, ma emarginati, ricercati, avventurieri, sicari, psicopatici. Un ennesimo "awesome mix". L'interazione tra cinque elementi molto diversi tra loro riprende le dinamiche dei più riusciti buddy movie degli anni Ottanta, aumentando i gradi di libertà e sfruttando intelligentemente i personaggi a seconda delle esigenze: sia Star-Lord che Rocket sono in grado di alternarsi nei panni dell'eroe riluttante (il modello è chiaramente Han Solo), mentre Drax e Groot contribuiscono all'elemento fantasia e simpatia (nessuno dei due è molto più loquace di Chewbacca, sempre per restare in tema, ma sono altrettanto imponenti e pericolosi). Zoe Saldana (al suo terzo franchise dopo "Avatar" e "Star Trek"), convince sempre poco e anche l'arco narrativo di Gamora è il meno interessante fra quelli dei cinque protagonisti. La credibilità del personaggio di Rocket è la chiave della riuscita del film: il piccolo procione antropomorfo sociopatico accompagnato da un albero parlante entra istantaneamente nel novero dei migliori personaggi introdotti al cinema dalla Marvel, l'unico in grado di risultare davvero sempre imprevedibile.
"Guardiani della Galassia" alterna momenti molto divertenti ad altri di sconcertante banalità e paga dazio, soprattutto nell'ultimo atto, alla necessità di ricollegarsi alla vicenda delle Gemme dell'Infinito che lega i vari film Marvel. Altra scelta poco convincente, la messa in scena della battaglia conclusiva, troppo simile a quella del finale di "Avengers" e "Capitan America": "The Winter Soldier", che denota scarsa volontà (e nulla necessità) di dare compimento e consistenza alla vicenda narrata. Più che mancanza di creatività o sciatteria, sembra una scelta obbligata una volta stabilito di costruire una saga in tanti atti, nessuno per forza di cose conclusivo. Il climax finale è uno scontro spettacolare e pirotecnico, che stordisce ma non conclude, abbastanza scontato nei modi e nei risvolti narrativi, in modo che il film, invece di appagare fino in fondo, ottemperi alla sua funzione di "gancio" per i capitoli successivi. Alla fine, sembra sempre che le cose migliori siano rimandate al film seguente.
Tutte le cose migliori di "Guardiani della Galassia" accadono nei primi due atti, quando la vicenda è ancora relativamente libera da vincoli narrativi: la scena iniziale è molto toccante, l'incontro/scontro tra Star-Lord, Gamora, Rocket e Groot è spettacolare e coreograficamente indovinatissimo, la sequenza dell'evasione dal carcere è forse la migliore del film (anche perché permette di capire fino in fondo che meraviglioso personaggio sia Rocket Raccoon). Chris Pratt fa un ottimo lavoro, confermando la performance (solo vocale) fornita per "The LEGO Movie", nel quale il suo personaggio, Emmet, in maniera non dissimile da Star-Lord, si trovava suo malgrado al centro di una vicenda più grande di lui, e candidandosi come erede credibile per i ruoli da anti-eroe che trent'anni fa erano di Bruce Willis e Harrison Ford (ad esempio, ci sarebbe quello spin-off su Han Solo per il 2018...). Lo vedremo sempre più spesso.
Si è parlato tanto della colonna sonora del film, e in effetti un mix di brani pop e soul in luogo della solita banale orchestra in pompa magna, oltre a connotare efficacemente il tono leggero del film, ha un ruolo ben preciso nella storia di Star-Lord, essendo l'unico legame rimasto con la sua origine terrestre, e in particolare un ricordo prezioso dell'amata madre. Che sia stato esaltato addirittura come un elemento di rottura e novità, è l'ennesimo falso prospettico dovuto alla pochezza generale dell'operazione dei Marvel Studios (e della proposta dei film di intrattenimento in generale), appiattiti sin da subito su una formula cinematograficamente insulsa ma (considerati gli incassi) immutabile, che consente a un film nel complesso appena sufficiente come "Guardiani della Galassia" di essere il successo della stagione, in attesa, ovviamente, di un "Awesome Mix - volume 2".
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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 11/11/2014 10.52.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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