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Film uscito nel 1952 in pieno neorealismo e diretto da Pietro Germi, uomo del Nord con il cuore oltre Eboli, "Il brigante di Tacca del Lupo" è tratto dall'omonimo romanzo di Riccardo Bacchelli, scrittore purtroppo ingiustamente dimenticato, autore di possenti saghe italiane da cui gli sceneggiatori della prima Rai attinsero a piene mani.
La storia si ispira vagamente alle vicende del brigante lucano Carmine Crocco (la pellicola è di fatto ambientata e girata nell'entroterra di Melfi) ma il bandito che compare a inizio film con i suoi sodali in una serie di scene di notevole impatto è in realtà un pretesto, poiché il protagonista a tutto tondo è il capitano settentrionale dei bersaglieri Giordani (Amedeo Nazzari), imponente per altezza e dai modi spicci e ruvidi, a cui si contrappone il commissario Siceli (Saro Urzì, interprete d'elezione nei film di Germi), meridionale, ex funzionario borbonico, all'apparenza cinico e viscido, ma in realtà buon conoscitore della realtà locale. Sullo sfondo la storia della giovane Zita Maria, violentata dal brigante e dal marito che vuole vendicarne l'onore macchiato.
Dietro questi personaggi che muovono i fili della vicenda, Germi contrappone la massa della popolazione del posto, interpretata da comparse locali ma anche da attori di varia provenienza (forse per sottolineare la distanza tra Nord e Sud, Germi chiama attori di parlata siciliana ma anche napoletana in un comune afflato) e anche il cospicuo gruppo dei soldati di provenienza settentrionale è ovviamente di varia origine (si ascolta anche la parlata veneta, malgrado la regione in questione sia entrata a far parte del regno d'Italia solo nel 1866, vale a dire tre anni dopo lo svolgimento dei fatti del film).
L'intento del regista è chiaro: al di là di una vuota retorica che ha rappresentato l'unità d'Italia eroicamente, si vuole mostrare quanto tutto sommato siano simili gli abitanti del Nord e del Sud, gente semplice, divisa dal diverso dialetto e dalla distanza, ma affratellata dalla comune fatica quotidiana e dalla voglia di fare.
Briganti e bersaglieri sono visti, complice anche la morfologia del territorio lucano, come pellerossa e soldati nordisti alla stregua di un western stile John Ford e non a caso il suono della carica, popolare ai fautori del genere, si ode più volte nella pellicola.
Le interpretazioni di Nazzari e Urzì sono sicuramente degne della fama dei due attori, peccato che il film pur partendo con intenti di denuncia e di analisi della famigerata "questione meridionale" si perda poi nella storia della giovane violata (interpretata un po' superficialmente dalla bella Cosetta Greco) sfociando così nella vicenda d'onore tanto cara a Germi e si concluda ex abrupto con un lieto fine decisamente appiccicaticcio, anche se forse di auspicio a una migliore relazione Nord-Sud.
Assolutamente imperdibile per chi vuole conoscere la cinematografia del grande Germi e per chi vuole sapere qualcosa di più della storia d'Italia.
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Recensione a cura di peucezia - aggiornata al 20/07/2011 16.47.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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