Voto Visitatori: | 8,94 / 10 (407 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 9,00 / 10 | ||
Sicuramente "Schindler's List" è il grande capolavoro di Spielberg, e il 1993 è l'anno migliore del regista ebreo-americano. Egli si cimenta nel grande dramma della shoah e trascrive, secondo gli attuali canoni hollywoodiani, la vicenda di Oskar Schindler. Il risultato è un film acclamato a gran voce sia da critica, che da pubblico e vincitore di 7 premi Oscar, tra cui miglior film e miglior regia.
Il film inizia con un prologo (ambientato nei giorni nostri) a colori, in cui un gruppo di ebrei prega, e finisce con un epilogo in cui i veri parenti e i sopravvissuti delle persone della lista si recano alla tomba di Schindler appoggiandovi un sasso, in segno di devozione e ringraziamento, secondo l'usanza ebraica. Tutto quello che vi è in mezzo è una struggente, quanto cruda ricostruzione dell'orrore dello sterminio, girata completamente in B/N (tranne qualche dettaglio simbolico, come la giacca di una bambina).
Comunque la vicenda si può dividere principalmente in tre parti: la prima concerne la vita di Schindler e l'epopea della sua storia. La seconda corrisponde al lento, ma inesorabile cambiamento dell'animo del protagonista, anche alla luce delle brutalità che vengono compiute nel campo di lavoro di Plaszow. Ovviamente la terza è l'acquisto dei suoi ebrei, e la messa in gioco di tutte le sue energie per la loro salvezza.
In principio Schindler decide di aprire un'azienda di oggetti smaltati, con una manodopera totalmente ebraica. Egli opta per lo sfruttamento di questo popolo senza particolari ragioni etico-morali, poiché "gli ebrei costano meno dei polacchi". Possiamo anche sostenere che Schindler non fosse contrario alla guerra, ne era anzi entusiasta, in quanto era stata quest'ultima a rendere possibile la sua fortuna. Va sostenuto che è proprio quando inaugura la sua impresa che si presenta lo straordinario personaggio di Itzhak Stern, prima suo contabile, poi suo amico e infine suo alter ego.
Proseguendo in una descrizione del protagonista è evidente che egli è una persona decisamente superficiale, un uomo a cui interessa soltanto fare soldi, crearsi amici importanti e avere appresso belle donne. Pian piano però questa personalità viene maturando, diventa decisamente più profonda: per esempio egli si arrabbia quando viene ucciso un uomo menomato della sua fabbrica.
Nella seconda parte questo cambiamento diventa palpabile: quando viene aperto il campo di lavoro di Plaszow, egli inizia a salvare delle persone che hanno lavorato per lui: prima il rabbino, poi un orfano e soprattutto due anziani: è proprio in questo momento che la sua metamorfosi avviene. Infatti, una ragazza gli si presenta supplicandolo di prendere nel suo "ricovero" i genitori destinati a morte sicura. Schindler scarica la sua ira contro Itzhak Stern, mentore ed amico, e all'apice della "sfuriata" accetta di prendere i due anziani nella sua ditta.
Oltretutto in questa parte della pellicola cerca di redimere Amon Goeth, comandante del campo delle SS, schizofrenico e alcolizzato, con il vizio di uccidere qualunque ebreo abbia tra le mani, esempio tipico della banalità del Male impersonata da tanti uomini mediocri trasformati in carnefici zelanti nel tempo di tenebre di Adolf Hitler.
Ma è nella terza parte che avviene la totale redenzione di Schindler. Quando viene dato ordine a Goeth di chiudere il campo di lavoro e spedire tutti gli ebrei ad Auschitz, Schindler compra le vite di 1100 persone (uomini, donne, vecchi, bambini) e li porta in Cecoslovacchia salvandoli dallo sterminio.Però, per qualche errore burocratico, il treno delle donne viene spedito ad Auschitz.
Al regista basta una sola immagine per fare capire la brutalità e l'orrore della shoah, che corrisponde all'inquadratura del camino di un forno crematorio, che non smette mai di far uscire fumo, neanche quando è notte. Ma dato che lo sterminio è totalmente insensato, così come qualunque azione dei nazisti, Schindler riesce a salvare di nuovo e in modo totalmente paradossale le donne, grazie alla corruzione di un ufficiale tedesco. Infatti è assurdo che il treno, facilmente paragonabile alla dantesca e apocalittica immagine del "nocchier della livida palude", dopo aver traghettato le persone all'interno dell'Inferno, li riporti fuori.
Infine nell'ultima scena della vicenda, ambientata nella notte in cui i russi liberano le zone occupate dai tedeschi, le oltre 1100 persone di Schindler si riuniscono a ringraziarlo e donandogli un anello su cui è inciso un antico detto ebraico: "Chiunque salva una vita, ha salvato il mondo intero". Come già accennato l'epilogo (a colori) è ambientato nei giorni nostri. Infatti vediamo la tomba di Schindler (morto anziano) e una lunghissima fila di persone, i veri protagonisti della vicenda, con tutti i loro discendenti, che si recano alla sua tomba a rendergli un tributo.
Lasciatemi sottolineare il fatto che, per una volta, Spielberg ci regala un finale più che adatto. Solitamente il regista cerca di trovare a tutti i costi un lieto fine. Dunque va sottolineato che in "Schindler's Lis"t viene conferita all'epilogo una certa profondità, piuttosto che una melodrammaticità tipica dei finali spielberghiani.
Sul piano prettamente tecnico, non possiamo che elogiare le musiche di John Williams, che s'integrano perfettamente nella pellicola. A dir poco straordinario è anche il bianco e nero, davvero azzeccato. E' un insulto il fatto che tra la miriade di Oscar, non ne sia stato attribuito uno a Liam Neeson.
Una curiosità: in inglese Schindler's List significa, come ben noto, "la lista di Schindler", mentre in yiddish "il trucco di Schindler".
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Recensione a cura di Harpo - aggiornata al 04/08/2006
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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