Recensione spider-man regia di Sam Raimi USA 2002
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Recensione spider-man (2002)

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locandina del film SPIDER-MAN

Immagine tratta dal film SPIDER-MAN

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Peter Parker è un brillante ma impacciato e solitario studente di liceo che vive con gli zii Ben e May che lo hanno cresciuto come un figlio; è innamorato da sempre della vicina di casa Mary Jane Watson, ma troppo timido per dichiararsi. Morso accidentalmente da un ragno geneticamente modificato, Peter si ritrova con poteri eccezionali, e abilità simili a quelle di un ragno: super-forza, capacità di arrampicarsi sui muri, ragnatela organica. Inizialmente Peter decide di usare i suoi poteri per fare un pò di soldi, ma lascia scappare un ladro che qualche tempo dopo uccide suo zio Ben. Catturato il ladro, Peter promette a se stesso di onorare la memoria di Ben non commettendo mai più lo stesso errore e ricordando sempre ciò che Ben gli ha insegnato, ovvero che "da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Contemporaneamente Norman Osborn, ricco magnate e padre di Harry, uno dei pochi amici di Peter e attuale ragazzo di Mary Jane, impazzisce in seguito all'assunzione di una formula per l'aumento delle capacità fisiche nell'ambito di un progetto per l'esercito e comincia a seminare il panico a New York nei panni di Goblin. Spider-Man interviene ad ostacolarlo, ma non passa molto tempo prima che Norman capisca chi nasconda la maschera dell'eroe e passi a mettere in pericolo le vite dei cari di Peter, giungendo ad un inevitabile, mortale scontro finale.

Il primo numero di "The Amazing Spider-Man" è uscito nel 1963, per gentile concessione di Stan Lee e Steve Ditko. Da allora, il punto di forza di Spider-Man è sempre stato Peter Parker con la sua rete di relazioni umane, prima che le sue avventure in costume, e soprattutto le conseguenze spesso drammatiche della sua doppia vita. La morte di Gwen Stacy e suo padre, la morte di Harry Osborn, la saga del Clone, la perdita di una figlia, il rapimento di zia May, fino allo sconclusionato recente patto con Mefisto (praticamente il Diavolo dell'universo Marvel) che ha sottratto a Peter anche il suo matrimonio e l'amore di Mary Jane... Fino al prossimo colpo di scena.
La costante in tutti questi anni è sempre stata l'incredibile forza con cui Peter è riuscito a uscire da situazioni impossibili e drammatiche, in nome del suo mantra, e a diventare da timido studente occhialuto, un uomo adulto e responsabile, un eroe a tutti gli effetti. Tutta la filosofia Marvel del super-eroe con super-problemi è racchiusa in Spider-Man, non a caso personaggio simbolo della casa di produzione americana, anche perchè l'immedesimazione tra il lettore medio di fumetti (adolecente un po' nerd) e Peter Parker è praticamente immediata, ed il suo riscatto, benché segreto, è il riscatto che tutti quelli vessati dai compagni di scuola o dai superiori e magari sfortunati con le donne sognano almeno una volta nella vita.
È evidente che portare al cinema una riduzione di una saga lunga trentacinque anni con un tale fardello di responsabilità per l'immagine della Marvel e del personaggio non era impresa da poco, ma va detto che, almeno per il primo film, Sam Raimi e i realizzatori del film hanno fatto un ottimo lavoro, riuscendo a soddisfare sia i fan hard-core di ogni età sia i neofiti.

La storia travagliata della realizzazione di un film sull'Uomo Ragno è nota e molto lunga; i diritti sono passati di mano in mano e attraverso vari progetti si è giunti (fortunatamente in tempi i cui gli effetti speciali potevano servire al meglio un concept come "Spider-Man) nelle mani di Sam Raimi, al suo primo blockbuster, un altro salto nel buio che però ha ripagato pienamente le attese.
Il casting di giovani attori trasformati in star (Tobey Maguire, Kirsten Dunst, James Franco) affiancati da un superlativo Willem Defoe e un geniale J.K. Simmons nei panni di J.J.Jameson, riesce nell'ardua prova di portare vita e credibilità a un insieme di personaggi nel cuore di tantissime persone pronte ad azzannare alla gola i realizzatori per qualunque profanazione. Anche gli iniziali dubbi su Maguire sono stati superati. Tobey Maguire è Peter Parker: un misto di timidezza, rimorsi, voglia di rivalsa, impacciataggine e forza d'animo. Soprattutto nella prima parte del film, è incredibile come sia riuscito a trasmettere perfettamente tutte le caratteristiche che i lettori hanno imparato a conoscere leggendo le avventure a fumetti.

L'attualizzazione della trama ha ovviamente richiesto una dolorosa semplificazione del cast storico di comprimari e degli avvenimenti; non c'è traccia di Gwen Stacy, né di altri avversari all'infuori di Goblin, storica nemesi, il quale invece di portare un bizzarro costume da elfo è equipaggiato con un esoscheletro progettato per l'esercito.
Altra licenza poetica, la scena del ponte in origine prevedeva Gwen rapita da Goblin (e ben altra conclusione...), mentre la trama del film è direttamente incentrata su Mary Jane come unico e storico interesse sentimentale di Peter ed un triangolo latente con Harry Osborn per acccentuare la tensione tra i personaggi, in vista anche di un proseguimento della saga.

Proprio sulla Dunst si potrebbero avere delle riserve, perché troppo poco conserva del personaggio originale, somigliando di fatto molto più alla Mary Jane della recentissima serie a fumetti "Ultimate Spider- Man" (una revisione moderna di tutta la saga, con un Peter ancora liceale), per ovvie ragioni di marketing e di target sia del film che della serie "Ultimate", nata con l'obiettivo di attirare nuove generazioni di lettori senza spaventarli con centinaia di storie arretrate da recuperare.

Come tutti i "primi" film su un super-eroe, la prima parte del film è incentrata sulla presentazione dei personaggi e sulle origini dei poteri. Obliterata brillantemente la questione, si passa nel vivo dell'azione, con Norman Osborn impazzito a seminare il panico a New York e Peter, ormai preso nel suo ruolo di eroe, a tentare di fermarlo. Ci vuole poco perché il brillante Norman capisca l'identità di Spider-man e passi a minacciare zia May e Mary Jane, portando al drammatico scontro finale con Peter.

Il punto di forza del film, a parte la spettacolarità garantita dalle evoluzioni di Spider-Man penzolante tra i grattacieli appeso alla sua ragnatela, è proprio la centralità degli affetti di Peter, che sono contemporaneamente il suo punto debole ed il suo punto di forza, qualcosa da proteggere sempre, ma anche qualcosa messo estremamente in pericolo dal rischioso ruolo di super-eroe.

L'amara conclusione a cui giunge Peter chiude in maniera malinconica ma realistica un gran film, che riesce anche a trasmettere lo spirito scanzonato con cui Spider-Man affronta le sue battaglie a fianco di momenti molto intensi (la morte di Zio Ben, la follia di Norman, il distacco volontario di Peter da Mary Jane, la salute di zia May) e molto ravvicinati fra loro. Raimi riesce a dosare le due anime del personaggio, e più in generale la sintesi proposta per il primo episodio riassume in maniera soddisfacente le caratteristiche principali e le dinamiche classiche che si sono rivelate vincenti per il successo dei comics: la difficoltà di Peter di gestire le sue due vite, spesso a scapito di quella "ufficiale" e delle sue relazioni, il pericolo in cui immancabilmente zia May o Mary Jane finiscono, la vittoria mai definitiva e mai completa di Peter sulle sue nemesi.

"Spider-Man" è uscito nel 2002, in un'America ancora scossa dagli attentati dell'11 settembre, quindi va perdonato l'eccesso di patriottismo (con i coraggiosi newyorkesi in pericolo di vita a d aiutare Spider-Man contro Goblin, o zia May in preda al delirio mistico quando Norman la attacca).
Dopo il successo dell'esperimento "X-Men", la prova del fuoco per il genere supereroistico oggi tanto in voga è stato proprio "Spider-Man", il cui enorme successo planetario ha dato luogo non solo a due sequel, ma anche alla vera e propria rinascita di un genere dato per morto a causa degli imbarazzanti ultimi "Batman" degli anni '90: dal 2003 in poi, i diritti di quasi tutti i supereroi Marvel e DC, ma anche di altre opere a fumetti, sono stati opzionati dalle varie major e trasformati in film o serie di film, con alterni risultati. Rivisto oggi, "Spider-Man" sembra un cauto approccio al genere, già obsoleto dal punto di vista degli effetti speciali impiegati, ma questo risulta anche un punto di forza, in quanto resta consistente non solo come adattamento di un'opera, ma anche come film fantasy in sé, al contrario di molti altri franchise ("Daredevil", "Fantastici Quattro"...) che hanno completamente tradito lo spirito originale e non stanno in piedi assolutamente come prodotti cinematografici, oppure che sono solo effetti speciali, fracasso e montaggio frenetico.

La potenza di un personaggio come Spider-Man, del resto, la sua superiore capacità di attrarre tasversalmente molti tipi di pubblico, e, ad onor del vero, l'ottimo lavoro di Raimi e co., fanno di "Spider-Man", a distanza di tanto tempo, ancora uno dei migliori adattamenti cinematografici di un'opera a fumetti, uno dei pochi in grado di trasformarsi per il grande schermo senza perdere le caratteristiche che lo hanno reso il fumetto di supereroi per eccellenza.

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Recensione a cura di JackR - aggiornata al 27/05/2009

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

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