11' 09 regia di Youssef Chahaine, Amos Gitai, Shohei Imamura, Alejandro Gonzalez Inarritu, Claude Lelouch USA 2002
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11' 09 (2002)

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locandina del film 11' 09

Titolo Originale: 11' 09

RegiaYoussef Chahaine, Amos Gitai, Shohei Imamura, Alejandro Gonzalez Inarritu, Claude Lelouch

Interpreti: -

Durata: h 2.15
NazionalitàUSA 2002
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 2002

•  Altri film di Youssef Chahaine
•  Altri film di Amos Gitai
•  Altri film di Shohei Imamura
•  Altri film di Alejandro Gonzalez Inarritu
•  Altri film di Claude Lelouch

Trama del film 11' 09

11 registi di fama internazionale (Youssef Chahaine, Amos Gitai, Shohei Imamura, Alejandro Gonzalez Inarritu, Claude Lelouch, Ken Loach, Samira Makhmalbaf, Mira Nair, Idrissa Ouedraogo, Sean Penn, Danis Tanovic) e 11 cortometraggi lunghi ognuno undici minuti, nove secondi e un fotogramma. Per ricordare gli eventi tragici dell'11 settembre 2001.

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Voto Visitatori:   7,44 / 10 (33 voti)7,44Grafico
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Voti e commenti su 11' 09, 33 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Filman  @  22/09/2021 16:20:47
   5 / 10
Per fortuna non si tratta di un film puramente commemorativo ed ogni regista preferisce parlare un po' di quello che vuole. O per sfortuna.
Alcuni registi decidono un po' per capriccio che gli attentati negli altri paesi siano più importanti da celebrare dell'evento più significativo del XXI secolo ("Bosnia-Erzegovina" di Danis Tanović), trovandola una buona occasione per criticare l'interventismo americano ("Egitto" di Youssef Chahine) o addirittura rispondendo alla retorica dell'eroismo americano con un'insopportabile e meschina contro-retorica anti-atlantista ("Regno Unito" di Ken Loach), atteggiamento più criminale che controcorrente.
Solo un episodio fuori tema decide di raccontare una storia per il gusto del racconto senza moralismi spiccioli ("Giappone" di Shōhei Imamura).
Per quanto le critiche allo stato di diritto post-attentato possano essere giustificate ("India" di Mira Nair), è palese come il mondo orientale abbia risposto a questo progetto in maniera politicamente schierata e non riflessiva.
"Francia" di Claude Lelouch sfrutta l'accaduto per raccontare una storia commovente. "Iran" di Samira Makhmalbaf da una prospettiva innocente all'accaduto. "Burkina Faso" di Idrissa Ouédraogo è un episodio curioso ma divertente. "Stati Uniti d'America" di Sean Penn è un episodio curioso ma che lascia perplessi. "Israele" di Amos Gitai non è male ma non esalta.
Alla fine dei conti, l'episodio più commemorativo di tutti è anche uno dei migliori, "Messico" di Alejandro Gonzalez Inarritu, il quale rievoca il caos di quel giorno in maniera sensoriale, tecnicamente sperimentale, con una semplicità che spazza via qualunque dialogo geopolitico.
11' 09 è un film fallito e controproducente.

DogDayAfternoon  @  07/02/2016 19:51:45
   5½ / 10
Lodevole la bella idea di creare 11 corti da 11 minuti e 9 secondi di 11 registi da paesi diversi. Inevitabilmente diventa difficile esprimere un giudizio unico e riassuntivo in quanto la qualità dei corti è ovviamente disomogenea.
Sono però in preponderanza numerica gli episodi poco (Iran, Bosnia, Inghilterra, Giappone) o male riusciti (Egitto, Burkina Faso, Israele) rispetto a quelli sufficienti (Francia, India, Stati Uniti) e all'unico che ne viene un po' fuori; quello di Inarritu infatti, pur essendo ben lontano dal capolavoro, è il solo a riuscire ad emozionare e colpire, e lo fa nel modo più semplice assoluto: lasciando parlare i fatti.

Come film/documentario non è comunque pienamente soddisfacente.

marcogiannelli  @  13/01/2016 11:54:20
   8½ / 10
Se volete un film e non un documentario su quel giorno terribile, questo è quello che mi è rimasto più dentro..tante nazioni, tanti occhi, tante storie..le mie preferite quella francese, quella indiana e quella leggera del Burkina Faso...incredibili le immagini trasmesse da Tel Aviv e gli 11 minuti di Inarritu

gemellino86  @  11/09/2011 17:54:57
   7½ / 10
La tragedia dell'11 settembre vista con gli occhi di tutti. Un buon documentario che ricorda l'accaduto e le sue vittime. Interessante e ben fatto.

Tom24  @  10/08/2011 23:51:44
   6 / 10
No ma il corto di inarritu uh che figo bello oooh ma vaffan****. è una ****** confezionata ad effetto. Meglio gli altri. Ma manco di tanto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  29/07/2011 19:26:55
   7½ / 10
Di certo è un esperimento riuscito,corti commissionati a 11 registi di 11 paesi diversi,che devono raccontare il loro 11 Settembre in 11 minuti. Di solito i film a episodi di tanta ambizione falliscono miseramente il risultato finale,ma qualcosa di buono da trovare si trova sempre.
In verità però,globalmente questo 11'09 delude poco,anzi affascina per la potenza evocativa quasi sempre presente. Non sarà difficile emozionare quando si ha a che fare con tragedie che hanno sconvolto l'umanità,specie se le ferite dell'11 Settembre 2001 sono ancora fresche e hanno lasciato strascichi di sangue,ma la libertà creativa e di espressione data a questi 11 registi ha permesso loro di realizzare qualcosa di nuovo,espressivo,a volte toccando anche il capolavoro e l'Arte. Poche le delusioni quindi in mezzo al mazzo di queste 11 carte.

Meglio andare per ordine:

1-Iran (Makhmalbaf): a fungere da apripista è un racconto di evocazione potente e immaginifica,come solo la fantasia dei bambini può a volte essere tanto forte e senza costrizioni: una maestra che spiega cosa è accaduto in America quel giorno con semplicità e dolcezza,raccattando per strada quello che è il futuro dell'umanità. Splendida la chiusura con la ciminiera.
Voto: 7,5

2-Francia (Lelouch): uno dei migliori; il silenzio,una storia d'amore,un finale tragico che riaccende questa fiammella. I brividi che ho provato appunto in quel finale hanno pochi eguali.
Voto: 8,5

3-Egitto (Shahin): il peggiore,mediocre e sempliciotto ma soprattutto con poco da dire e in maniela banale. Non merita di stare in mezzo ad altri corti del tutto superiori ma è pur sempre la visione di un regista,tant'è.
Voto: 5

4-Bosnia-Erzegovina (Tanovic): non dice quasi nulla per tutta la durata,si risolve alla fine con un bel messaggio di solidarietà e comunione.
Voto: 6

5-Burkina Faso (Ouedraogo): tra tutti gli 11 è il più divertente e ironico,eppure immerso in una realtà povera,quella del Burkina Faso, che emerge anche tra le risate.
Lo spettro di un demonio e i ragazzi che non vengono ascoltati concludono con una quasi amarezza un corto in cui tutto torna come prima,o forse no: i ragazzi sono ancora insieme nonostante tutto,e la loro vita continua tra le risate in mezzo alla miseria. Originale.
Voto: 7,5

6-Regno Unito (Loach): ecco,questo invece merita di essere una spanna sopra gli altri. Si affida a soluzioni visive semplicissime (un uomo che recita una lettera che sta scrivendo,filmati d'epoca) ma racconta di un altro 11 Settembre da molti dimenticato; Loach non rinuncia quindi alla provocazione in un contesto delicatissimo,ed è giusto rimarcare colpe da non dimenticare degli USA verso Allende,di cui si sporcarono le mani di sangue. Il climax emotivo raggiunge un'apice quando si parla delle torture fisiche inflitte a uomini e donne,dell'umiliazione e del dolore della dittatura. Ciononostante questo corto non è ovviamente una condanna o un suggerimento a dimenticarsi delle vittime del World Trade Center,ma come dice nella lettera il protagonista è un invito ad accomunare tragedie volute da interessi economici o fanatismo e a non dimenticarle. Due 11 Settembre profondamente accomunati,due tragedie che devono necessariamente essere ricordate per il dolore che hanno causato e che continueranno a causare.
Voto: 8

7-Messico (Inarritu): molti hanno già detto che questi 11 minuti saranno ricordati,ebbene confermo. Senza mezze misure,non credevo possibile poter evocare tante emozioni solo con l'ausilio del nero,di suoni e parole,di piccoli flash che sono un pugno nello stomaco fino alla domanda che non chiude un bel niente ma ci lascia con un interrogativo che tutti dovremmo porci. Stupendo.
Voto: 9

8-Israele (Gitai): ancora una volta si "aggira l'ostacolo" parlando di un'altra tragedia che poi viene avvicinata e unita a quella trattata dai registi. Un lungo pianosequenza tecnicamente complicatissimo e bello da vedere,saturato da confusione,urla e dal feroce attacco di una reporter (invano) sul luogo di un attentato che riguarda la terra dell'esiliato Gitai.
Voto:6,5

9-India (Nair): storia vera girata in maniera asciutta e che parla di un razzismo inevitabile dopo l'attentato. Da assassino a eroe...
Voto: 7

10-Usa (Penn): toccante vicenda di un vedovo che vive nel suo mondo di illusioni,spezzato dal crollo delle torri che paradossalmente gli farà vedere la "luce" sulla sua condizione di fantasia. Ottimo il sottofondo musicale con la chitarra e Penn si conferma un regista capace.
Voto: 7,5

11-Giappone (Imamura): è l'unico che non parla mai esplicitamente dell'11 Settembre,ma di un altra guerra disseminata di morte che lascia ferite indelebili nella testa e nello spirito del protagonista giapponese,tornato dal fronte non più umano e che si trasforma in rettile lentamente.
A riallaccarsi con il tema portante dei corti è la frase finale,giusta conclusione di tutto il film in cui si accomunano guerre e morti per cause folli laddove "nessuna guerra è santa".
Voto: 7,5

guidox  @  01/06/2011 00:11:34
   8 / 10
impossibile stabilire un livello medio, ma il voto che attribuisco è alto per i corti di Penn, Lelouch, Inarritu e Loach (in ordine di gradimento personale) che sono veramente di valore (i primi 3 un'ulteriore spanna sopra).

dave89  @  10/05/2011 23:01:36
   8 / 10
bulldog  @  03/05/2011 10:52:19
   9 / 10
Ho visto solo gli 11 minuti di Inarritu ma lo voto lo stesso.
Nessun appuntamento con il reale.

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Ultima risposta 03/05/2011 11.18.17
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  28/07/2010 23:30:40
   9½ / 10
Chi se ne frega degli altri episodi, solo il corto di Inarritu basta per far entrare questo film nella storia del cinema. 10 minuti di buio, voci confuse, flash ed una sola, secca domanda alla fine sono più che sufficienti per devastare qualsiasi coscienza, più di mille immagini.

tylerdurden80  @  19/11/2009 14:14:31
   4½ / 10
l'idea degli 11 cortometraggi è brillante peccato che di questi se ne salvino giusto 3 o 4...
quello che personalmente mi ha emozionato di + è il corto di Sean Penn,questo si davvero bellissimo,non male neanche quello di Inarritu,quello di Lelouch e quello del regista indiano ma nel complesso il film risulta noioso proprio perchè la maggioranza dei corti è pessima e dice ben poco.
piuttosto che vedere il film guardatevi su youtube(se ci sono) questi 4 corti e vi risparmierete 78 minuti,3 secondi e 7 fotogrammi di noia...

Gruppo COLLABORATORI julian  @  02/10/2009 23:15:48
   7 / 10
A un anno di distanza dagli attentati dell'11 Settembre, il signor Alain Brigand commissiona a ciascuno di 11 registi internazionali un corto di 11 minuti 9 secondi e 1 decimo di secondo esatti, in qualche modo collegato all'evento, lasciando loro carta bianca: un interessante inno alla libertà d'espressione;
lo scopo dovrebbe essere quello di mostrare la reazione dei più disparati angoli del mondo e delle varie culture a quei terribili attentati, come è cambiata insomma, da un giorno all'altro, la vita di molti, come non è cambiata affatto la vita di altri.
Ne vien fuori una forma d'arte variegata capace di apici di impressionante potenza visiva e allo stesso tempo di clamorosi tonfi nella banalità. E questo è ciò che si rischia quando vengono coinvolti vari autori.
Parte del fascino dell'opera però sta proprio nel diverso approccio di ciascun regista: c'è chi mostra l'orrore da vicino, chi lo cita a stento, chi lo associa artificiosamente a qualche altro episodio di storia o vita quotidiana. C'è chi compiange, chi commemora, chi assiste in silenzio, chi provoca con uno sterile antiamericanismo quanto mai fuori luogo.
Brutto dire che il mio voto deriva da un'operazione matematica, ma purtroppo bisogna far così; ho già detto che senza alcuni corti l'opera sarebbe potuta essere un capolavoro ma vabbè... proprio per la presenza di corti così discordanti cercherò di votarli uno per uno.

Samira Makhmalbaf:
inizio del film zoppicante. La regista, iraniana, forse vuole mostrare l'indifferenza, forse la scarsa capacità dei bambini di cogliere l'importanza di certi eventi, anche a causa dell'educazione ricevuta, o forse ancora vuole parlare della condizione dei 3 milioni di afgani profughi in Iran, cosa che evidentemente la coinvolge da vicino. Dato che la terza spiegazione è la più probabile allora io dico, chissenefrega ?
Inutile e brutto.
Voto: 5

Claude Lelouch:
il vecchio francese fa sentire subito la vera firma d'autore. Il suo corto, praticamente muto, giocato sul contrasto tra il silenzio e le sfiancanti immagini del crollo delle torri, istintivamente associate a un rumore assordante, è pura poesia. La storia d'amore si risolve con la tragedia. Stupendo.
Voto: 8,5

Yusuf Shahin:
il più brutto e non serve neanche confrontarsi con altri per capire che è così.
Pessimo, delirante e inspiegabilmente pretenzioso, sfiora vette di trash pazzesco (la partita di beach volley) e si ammanta di un antiamericanismo infantile e tronfio. E' come se volesse giustificare la strage con i barbari motti "occhio per occhio, dente per dente" e "chi la fa l'aspetti".
Roba da pazzi.
Voto: 4,5

Danis Tanovic:
qui l'idea è più carina, ovvero l'unione di tutti gli addolorati del mondo, ciascuno per le proprie ragioni, sotto un unico vessillo. La ragazza non rinuncia a commemorare i proprio morti e forse, nel suo cuore, spende un pensiero anche per i morti degli altri. Cmq per renderlo interessante bisogna costruirvici sopra tutto questo ragionamento, altrimenti è l'ennesimo tributo alla strage che sta a cuore al regista di turno. Pare proprio che, col fatto che è stato concesso questo interessante spazio anche a registi sconosciuti di piccoli paesi (come qui la Bosnia-Erzegovina), questi non vogliano rinunciare all'opportunità di ricordare gli eccidi dimenticati dei loro paesi. Comprensibile dai.
Voto: 5,5

Idrissa Ouedraogo:
prospettiva stimolante quella dell'africano. Neanche lui rinuncia ad esporre i problemi (immensi) del suo paese, il Burkina Faso, ma lo fa in maniera del tutto particolare. La storia è l'unica dal sapore scanzonato, almeno apparentemente; in realtà non può non avere una continuazione tragica.
L'evento negli States non viene contemplato con leccaculaggine, ma in modo più che realistico: spezza la quotidianeità, diventa un filo di assurda speranza per il giovane protagonista. E' un corto che dimostra grande intelligenza, ma anche rassegnazione per un paese in cui ogni giorno è un 11 settembre.
Voto: 7

Ken Loach:
documentaristico il taglio dato dall'inglese, un pò verboso e telefonato e un pò sciocca la mossa di rivangare la storia del Cile, per quanto possa essere stato scandaloso e illibertario (come al solito !) il ruolo degli Stati Uniti nella vicenda.
Credo solo che non sia giusto inserire una simile denuncia in un film sull'11 settembre, tutto qui. Collegamento tra i più artificiosi.
Voto: 6,5

Alejandro Gonzalez Inarritu:
bisognava aspettarselo che il colpo migliore, quello che davvero ti fa ricordare questo film, sarebbe arrivato da lui. Un grande.
Il commento di Ultraviolence, ma anche, e di questo mi stupisco, di Mauro Lanari, ha già detto tutto.
Io ci aggiungo che pochi film (e dico film, non corti) mi hanno emozionato così tanto; questo, per giunta, ci è riuscito con quasi 11 minuti di buio.
Un'esperienza, cinematografica e non, fondamentale, capace di sciogliere le pietre, da vivere in silenzio e possibilmente a luci spente.
Inarritu capisce che il modo migliore per raccontare l'orrore è disorientando:
tiene le luci spente per i primi 2 minuti e lo spettatore non capisce nulla, poi inizia a mostrare fulminei fotogrammi: gente che precipita a una luce rossastra da tramonto. Il gioco di luci è quanto mai suggestivo e straniante. Nel frattempo voci e sussurri indistinti da pelle d'oca si iniziano ad udire. Si continua così per un pò: le immagini subitanee, a causa di un effetto ottico, rimangono marchiate a fuoco nella mente anche quando lo schermo torna nero.
Lo show però non è ancora cominciato: quando Inarritu manda i commenti dei giornalisti di tutto il mondo, le frasi attonite dei newyorkesi, le telefonate, i pianti, non se ne capisce più niente. Sfruttando ancora effetti ottici, Inarritu ci violenta gli occhi alternando rapidamente il nero dello schermo con l'azzurro vivo del cielo. E' come se ci volesse far distogliere lo sguardo: ciò che presenta sullo schermo è troppo terribile da guardare.
Le torri iniziano a crollare. Il rumore va e viene e poi se ne va. Le torri crollano in silenzio.
Quando si ristabilisce la calma, un'aura celestiale avvolge lo schermo e alla luce dell'alba la scritta: La luce di D.io ci guida o ci acceca ?
E lì son lacrime a tutta birra. Un'emozione unica.
Il regista messicano ha speso meno di tutti probabilmente, avrà sfruttato neanche un decimo del budget disponibile, eppure mi ha fatto vivere 11 minuti 9 secondi e 1 decimo indimenticabili. E' Cinema.
Voto: 9,5.

Amos Gitai:
ancora scossi dal corto di Inarritu, si assiste a questo totalmente cambiati.
Un unico piano sequenza che vuole dire e vuole fare, ma non fa e non dice niente. Alcuni attori sono addirittura odiosi. Non è orribile.
Voto: 6

Mira Nair:
una storia vera, anche abbastanza commovente. Un corto che mi ha fatto pensare... nel periodo post 11 settembre siamo stati tutti un pò involontariamente razzisti, dobbiamo ammetterlo, verso l'etnia afgana.
Se ne vedevamo uno in treno ci iniziavamo a preoccupare.
Un atto di ingiustizia e stupidità, come fare di tutta l'erba un fascio.
Voto: 8

Sean Penn:
avevo qualche ricordo di questo corto di Penn, senz'altro il secondo in ordine di bellezza. Un tenerissimo Ernest Borgnine, versione vedovo totalmente perso nei ricordi, è il protagonista.
Giorno dopo giorno, la straziante ripetitività della vita di un vecchio che non ha più nulla da chiedere alla vita, finchè qualcosa non cambia...
Splendida la sequenza del crollo delle torri, visto attraverso l'ombra che cala e la luce che invade la stanza. Anche questo è poesia. Bellissimo.
Voto: 9

Shohei Imamura:
curioso il giapponese, l'unico che dell'11 settembre non parla proprio.
La sua è un'associazione profonda, quella che unisce la stupidità e la futilità di tutte le guerre. La luce e la musica sono evocative; è il corto, dopo quello di Inarritu, che più mi ha fatto emozionare. E la storia dell'uomo serpente è illuminante, una metafora creata attraverso la consueta compenetrazione uomo-natura dei giapponesi che, porca miseria, ci sanno fare con la macchina da presa.
Voto: 8,5

Media matematica: 7,09.

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Ultima risposta 05/10/2009 23.52.20
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  30/09/2009 17:50:54
   8 / 10
I fatti dell’11 settembre 2001 non avvennero nei soli pressi di Manhattan, né interessarono unicamente le vittime e gli immediati soccorritori. Tanto meno, non si consumarono e s’estinsero nell’arco di qualche ora. Lo scenario fu altresì tutto il mondo, le braci ardono sino ad oggi, e ad essere coinvolta fu l’umanità intera.
E’ a tale considerazione che mirano gli episodi di questa pellicola (non film e non documentario), che prova a raccontare diversi punti d’ascolto rinunciando al veicolo della commiserazione sterile e della commozione. Privandoci ora dell’immagine, ora del sonoro (nel bellissimo episodio della sordo-muta di Claude Lelouch), ora della realtà dei fatti, lasciando intatto il senso comune di smarrimento e d’incomprensione. Ruotando attorno al nucleo di quel luogo e di quelle ore, senza pienamente mai entrarvi, e senza servirsi del mezzo della finzione per farci vivere in prima persona quei momenti atroci.

E poi il nucleo non è che uno schermo buio, folgorante, traumatico, abissale. Un panico di frasi e rumori. Un tessuto di vocii provenienti da ogni lato del pianeta che si sovrappongono senza potersi spiegare. Una sconvolgente sinfonia del nero attraversata da flash d’immagini terrificanti. Una vertigine collettiva. Il senso di orrore cieco e d’impotenza di noi davanti alle notizie radiofoniche. Confusi, colti impreparati. Solo qualche lampo. Quasi gli impulsi d’un encefalogramma che va spegnendosi irreparabilmente. Una voragine di paure. Persone che precipitano dai piani alti dei grattaceli. Silenzio, il crollo, una musica, due esplosioni, due abbagli di Dio che nascono dalla lingua anglosassone e da quella araba. Il Dio cristiano e Allah. Due come gli schianti degli aerei sulle torri.

Quello di Inarritu è l’episodio attorno al quale ruota l’intera opera e, a mio parere, una delle più alte vette artistiche raggiunte in questo inizio di millennio. Ma a ragion del vero bisogna anche dire che non tutti gli episodi posseggono la stessa efficacia, e le troppe divagazioni rischiano a tratti di perdere di vista quel nucleo di cui parlavo.
Resta l’esperienza indimenticabile che Inarritu ci ha offerto però, autentica, lancinante, essenziale.
La conclusione, affidata alla crudezza onirica di Imamura, è un’inquietante metamorfosi Kafkiana dell’uomo recluso in una guerra senza confini territoriali e di tempo. “Non esistono guerre Sante”.

BlackNight90  @  12/09/2009 15:47:36
   8 / 10
Undici registi che tentano di esprimere l'incredulità, lo sdegno, il dolore e l'orrore di una tragedia universale ed indescrivibile.
Splendidi ed intensi, pieni di significati gli episodi di Loach, Lelouch, Penn e Chahaine (se ricordo bene), inferiori e abbastanza anonimi gli altri, l'episodio dell'attacco al mercato israeliano girato in un unico piano-sequenza decisamente brutto.
Lo schermo nero, le urla e i rumori dell'episodio di Innaritu sono qualcosa che rimane impresso nella mente, che risuona nella testa vivido e indelebile.

"La luce di D.io ci illumina o ci acceca?"

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Ultima risposta 18/09/2009 17.16.08
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Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  08/09/2009 07:56:46
   10 / 10
Alejandro Gonzalez Inarritu aveva capito che non si poteva rappresentare l'irrapresentabile. Niente cinema, niente sequenze, niente trama. Solo qualche flash e il resto lasciato al senso d'impotenza e spaesamento espresso dalla concitazione di chi tenta di descrivere qualcosa, trovandosi di fronte all'inenarrabile. Di un'essenzialità micidiale: l'assurdo della realtà trasmesso senza alcuna mediazione artificiosa, ma solo con l'impatto emotivo del momento. Un turbinare di frastuoni e una babele di voci immerse nel disorientamento, dalle quali emerge la percezione lancinante del caos che irrompe inspiegabilmente. Dopodichè una sola domanda, diretta e immediata: “La luce di Dio ci guida o ci acceca?”
Se l'ipertrofia dell'immagine telegiornalistica depotenzia la portata tragica dell'evento, allora non rimane che ridurre tutto a qualche “frame”: “oscurare” e "de-spettacolizzare" per giungere al cuore del dramma vissuto individualmente e collettivamente.

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Ultima risposta 17/10/2009 17.41.14
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Jumpy  @  07/09/2009 12:07:24
   7½ / 10
Anche se complessivamente merita, non tutti gli episodi mi son sembrati riusciti, mi hanno particolarmente colpito i lavori di Lelouch e Sean Penn

DarkRareMirko  @  22/11/2008 00:10:00
   9 / 10
Ottimo film ad episodi, tutti commemorativi per la tragedia dell'11 settembre.

Ovviamente alcuni son migliori di altri, anche se tutti si attestano tra il buono e l'ottimo livello.

Anche secondo me quello più intenso ed originale è quello di Inarritu (Babel, 21 grammi, Amores perros), che se la spartisce con quello poetico e commovente di Penn, interpretato dal bravo Ernest Brognine.
Molto buono anche quello di Loach, narrato da una giornalista ed ambientato in strada ed in zone di guerriglia.

Invece francamente non mi è piaciuto l'ultimo (banalotto) episodio, orientale se non sbaglio, dove nel finale viene mostrato un serpente.

Ad ogni modo gran bella operazione, sensibile ed utilissima.

Per non dimenticare.

Mauro Lanari  @  19/09/2007 23:04:16
   10 / 10
7° episodio firmato da Alejandro Gonzáles Iñárritu.
Schermo nero, con i suoni dei rumori di strada e delle cronache sull'11 settembre da tutto il mondo. Brevi flash visivi sui corpi che si gettano dalle Torri.

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Ultima risposta 10/06/2009 02.23.07
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  19/09/2007 10:07:43
   7 / 10
L'11 settembre 2001, per l'assurdità di ciò che è accaduto ma anche per il fatto che sia successo negli USA e per l'enorme copertura mediatica, ha segnato uno spartiacque tra il "prima" e il "dopo". Si è fatto storia mentre ancora era cronaca. Secondo il mondo (occidentale) tutti gli 11 settembre precedenti perdono di significato e tutti quelli futuri non potranno che essere dolorosi anniversari.
Tuttavia in quella data, negli anni precedenti e non troppo lontani da noi, o anche nello stesso giorno e altrove nel mondo, sono accaduti fatti altrettanto deflagranti e terribili per chi li ha vissuti.
Per questo motivo, i primi episodi di questo film che voglio citare sono quelli di Loach e Tanovich, che riportano alla memoria eventi che hanno cambiato il corso di molte vite e che brutalmente vengono dimenticati, nascosti dalla cortina di polvere dell'oblio. Anche l'episodio di Gitai (pur nella sua bruttezza) ci parla di quello che accadde quell'11 settembre in un altro luogo "caldo" del mondo, un luogo che fa sempre notizia.
Tra gli altri corti, per emozione mi hanno colpita quello di Sean Penn (la luce che entra finalmente da una finestra e regala un improvviso moto di gioia ma anche una dolorosa acquisizione di coscienza) e di Lelouche (il silenzio in una giornata assordante, poetico ma sminuito dal finale).
Menzione a parte per Inarritu: la Babele di voci e gli sprazzi di immagini sono videoarte di altissimo livello.

11'09 è in definitiva un lavoro interessante, forse non "necessario" ma molto più partecipato e reale di mille servizi giornalistici e cronache dirette.

Lory_noir  @  01/07/2007 17:49:17
   4 / 10
Sono d'accordo con il commento di amnesia: anche per me c'era qualcosa di buono in questo film ma solo per quanto riguarda due o tre episodi come l'ultimo, penso che il film, considerando come sia iniziato e come sia andato avanti, si chiuda bene con l'episodio del serpente. Per il resto ho visto solo banalità assurde. Si è visto tanto sull'episodio dell'11 settembre al cinema ma nessun film che io abbia visto sull'argomento penso che descriva decentemente quel che è successo.

Gruppo COLLABORATORI antoniuccio  @  08/09/2006 17:38:25
   8 / 10
Il voto è interamente per l'episodio senza audio di Claude Lelouch (regista peraltro da me sempre odiato....).

2 risposte al commento
Ultima risposta 18/10/2006 10.05.23
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lupin 3  @  07/07/2006 21:35:34
   6 / 10
Mi aspettavo qualcosa di più eclatante...

Gruppo STAFF, Moderatore priss  @  05/07/2006 15:41:51
   8 / 10
Ricordo il primo giorno della mia prima visita a New York. Scendere dalla metro a battery park e risalire la broadway. Gennaio, la neve grigia ancora accumulata sul bordo delle strade benchè non cada più un fiocco dalla settimana prima... I palazzi sono troppo alti perchè il sole la intacchi... continuando poco sopra l'incrocio con wall street, sulla destra un cubo rosso e sulla sinistra le twin towers: uno scintillio d'acciao in un cielo di puro cristallo, l'aria limpidissima del freddo inverno, il vento sferzante nei canyon di cemento, col naso all'insù a cercare di fotografare qualcosa che per quanto ci si provi nell'oobiettivo della macchina fotografica proprio non ci sta e il collo che comincia a far male.

quando sono tornata lì nel 2002... all'altezza del cubo rosso sulla destra si apriva uno spiazzo immenso impazzito di luce.
Ma non aveva senso tutto quel sole in quel luogo, strideva violentemente con i canaloni di pietra delle avenues... Malgrado i miei 28 anni, malgrado fossi preparata allo choc, malgrado l'abituazione al dolore stupito legato ad un avvenimento tanto irreale, malgrado tutto... ho pianto come una bambina, con singhiozzi pieni e irrefrenabili.

a dicembre scorso ground zero era già diverso: tutto un cantiere, un ricorstruire, una marcia di sisifo che riprende... e malgrado la discontinuità, la retoria e il sapore retrò di alcuni episodi io sono grata a questo film, sicuramente in misura maggiore a penn, lelouche e loach, ma anche solo a chi ha deciso di produrre un film come questo.

perchè un dramma non è mai UN dramma.

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Ultima risposta 05/07/2006 17.45.42
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amnesia78  @  15/06/2006 15:48:59
   4½ / 10
Anche a leggere i commenti più favorevoli mi sembra che il film sia stato apprezzato tutt'al più per 3 o 4 dei suoi episodi, onde mi è parso che la media complessiva sia decisamente troppo alta. Da parte mia, ho intravisto pure qualche lampo di originalità, ma in una notte di banalità e noia.

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Ultima risposta 21/06/2006 11.48.34
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carlitos  @  15/06/2006 12:58:11
   9 / 10
Peccato per alcuni cortometraggi di difficile lettura(vedi giapponese)o banali e superficiali(vedi marines e kamikaze palestinese),perchè per il resto a mio avviso è un capolavoro e l'episodio firmato Sean Penn è di una profondità e di una bellezza davvero sublimi...una metafora poetica davvero senza eguali(rimane tra le sequenze filmate più belle e ricche di significato che io abbia mai visto).Da vedere,capire,riflettere....stupendo!

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Ultima risposta 25/05/2007 14.46.37
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Sandpipers  @  21/02/2006 23:11:22
   7½ / 10
Eccezionali alcuni episodi. In assoluto i migliori sono quello africano, il capolavoro di Sean Penn, la genialata del messicano (in assoluto il migliore secondo me) e quello giapponese. Gli altri si lasciano vedere senza infamia e senza lode. Molto bello anche l'episodio del regista francese, con il silenzio che impera per tutto il corto. Documentario molto interessante che in alcuni tratti poteva essere realizzato meglio (vedi il primo episodio e quello israeliano, oltre a quello della serbia-montenegro).

polbot  @  14/10/2005 13:20:49
   6 / 10
mah! forse il 6 è perchè m'aspettavo davvero di +!

Invia una mail all'autore del commento bobo94  @  14/10/2005 11:25:48
   7 / 10
Mi allineo agli altri commenti.
Mi aspettavo molto di piu'. Ci sono un paio di episodi davvero pietosi per trama e regia. Vale la pena invece di vederlo per altri 2-3 episodi davvero belli.
Quello che mi è piaciuto di piu' è senzaltro il primo.
Originale, senza esagerazioni, molto introspettivo e sicuramente emozionante.


Moderator  @  04/06/2005 17:58:52
   10 / 10
documentario oltre che interessante anche fatto molto bene.. diffusione culturale su tanti passi storici che conducono al fattaccio

Invia una mail all'autore del commento Drughetto  @  10/12/2004 15:54:30
   9 / 10
alcuni "episodi" sono quasi patetici, ma basta il capolavoro di Ken Loach a riscattare il tutto

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Aliena  @  31/08/2004 19:07:37
   7 / 10
...in generale è un film, o meglio una raccolta di cortometraggi,
apprezzabile
interessante
ad alcuni cortometraggi avrei dato anche più di 7
come a quello di Lelouch,
che sfiora l'argomento con eleganza ed intelligenza,
e a quello di Sean Penn che è vera e propria poesia
Notevoli anche quelli di Loach e del regista africano,
che rapportano quello che è successo con altre realtà,
a mio parere, forse più dure
Angosciante il cortometraggio del regista messicano intenso,
bello anche se sembra più un videoclip, ma in mezzo agli altri ci stava bene...
Interessante l'ultimo contro le guerre in generale...

vale la pena vederlo...

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Ultima risposta 25/05/2007 14.44.37
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Raskolnikov  @  06/08/2004 23:42:29
   7 / 10
Il 7 non è una media tra i voti degli undici cortometraggi, ma il voto che mi sento di dare ai corti migliori. Che sono, in ordine sparso, quelli di Ken Loach (partecipato e necessario), Claude Lelouch (molto efficace), Sean Penn (poetico anche se ferraginoso), Shohei Imamura (l'ultimo, amaro e incisivo) e Alejandro Inarritu (il più intenso e originale, questo ragazzo ha talento). Gli altri sono un po' banalotti, quando non irritanti.
In ogni caso, mille volte meglio un'iniziativa del genere che un qualunque dossier giornalistico.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  19/04/2004 02:42:41
   7 / 10

Difficile commentare un film che fondamentalmente vuole essere un omaggio ai martiri di una guerra tra una potenza dalla logica imperialista e degli invasati sorretti da una fede 'barbara'.
Film multietnico, racchiude alcuni bei corti e altri meno riusciti.

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