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Come il romanzo da cui è tratto ("Un uomo solo" di Christopher Isherwood), è un film elegante ed impenetrabile, apparentemente profondissimo ma incapace di farci vivere il disagio sociale del protagonista (che nella pagina, in realtà, era spiegato con spreco di prosa sublime ed inaccessibile). Al di là dell'incredibile ricercatezza formale dell'opera e dei suoi temi eclatanti, resto col rimpianto di non aver afferrato pienamente il senso di questa storia, trasposta sullo schermo dallo stilista esordiente alla regia Tom Forsd con tale e tanta ricchezza da risultare ora incantevole (come quando i colori della fotografia si accendono e si spengono a seconda del grado di attenzione del protagonista), talora freddo e stucchevole. Ciò che non si discute è la meravigliosa recitazione di un superbo Colin Firth e della splendida Julianne Moore, l'amica nevrotica e sola del professore. Bellissime anche le musiche.