cafe' society regia di Woody Allen USA 2016
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cafe' society (2016)

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locandina del film CAFE' SOCIETY

Titolo Originale: CAFÉ SOCIETY

RegiaWoody Allen

InterpretiJesse Eisenberg, Kristen Stewart, Steve Carell, Blake Lively, Jeannie Berlin, Sheryl Lee, Corey Stoll, Parker Posey, Anna Camp, Stephen Kunken, Paul Schneider, Ken Stott, Paul Schackman, Sari Lennick, Don Stark, Gregg Binkley, Anthony DiMaria

Durata: h 1.36
NazionalitàUSA 2016
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 2016

•  Altri film di Woody Allen

Trama del film Cafe' society

Ambientato nel 1930, il film segue il viaggio di Bobby Dorfman dal Bronx, dove è nato, a Hollywood, dove si innamora, per poi tornare nuovamente a New York, in cui viene travolto nel mondo vibrante della vita dei locali notturni dell'alta società. Incentrato sugli eventi della vita della famiglia originaria del Bronx di Bobby, il film è un ritratto scintillante delle star del cinema, esponenti dell'alta società, playboy, debuttanti, politici e gangster che riassumono l'emozione e il fascino dell'epoca. La famiglia di Bobby è composta dai genitori inesorabilmente conflittuali, Rose e Marty, dall'amorale ma disinvolto fratello gangster Ben, dalla protettiva ed intelligente sorella Evelyn e da suo marito, l'intellettuale Leonard. Per il malavitoso Ben, non ci sono domande a cui non si può rispondere con la violenza, mentre gli altri sono più propensi a riflettere su questioni più profonde, come il bene e il male, la vita e la morte, e la fattibilità commerciale della religione. Volendo di più dalla vita, Bobby lascia la gioielleria del padre e tenta la fortuna a Hollywood, con un lavoro per lo zio Phil, un potente agente delle star. Ben presto si innamora dell'affascinante segretaria di Phil, Vonnie...

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Voto Visitatori:   6,54 / 10 (42 voti)6,54Grafico
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Voti e commenti su Cafe' society, 42 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  29/04/2024 20:56:28
   6½ / 10
Nuova (e bella) atmosfera retrò, solito Woody Allen. Una messa in scena esteticamente curata, malinconica e a tratti sognante; manca forse di vera sostanza, ma da amante di Allen l'ho guardato con piacere.

Filman  @  24/06/2022 09:55:27
   6½ / 10
Le tematiche sono quelle dell'amore mondano, degli uomini che cambiano all'interno di una società veloce che ti vuole in un certo modo, dei contesti altoborghesi che assopiscono ogni forza emotiva. CAFÉ SOCIETY può far sognare certamente il nostalgico, vecchio dentro e radical chic Woody Allen, ma quello che provoca nello spettatore medio è irritazione generalizzata. La storia non entra mai realmente dentro allo spettatore, che si trova davanti ad un melodramma fatto per essere detestato e a storie di contorno che di cui si farebbe tranquillamente a meno: quello che rimane sul serio ancora una volta è la recitazione degli attori e il complesso tecnico.

markos  @  13/11/2017 14:42:16
   7 / 10
Non mi è dispiaciuto vederlo, bello lo stile anni 30 e buona storia d'amore.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  08/11/2017 16:40:29
   7 / 10
Ennesima commedia sentimentale di Allen in cui si mescolano i soliti temi. E' un film di amori mancati, negati, rifiutati; di vite incomplete, finte, tristi anche se appariscenti.
Solita eleganza e cura, tecnicamente ottimo. Raramente Woody sbaglia un colpo. Bello!

EddieVedder70  @  17/09/2017 21:43:24
   6½ / 10
Ormai Woody, quando ha voglia, è sinonimo di leggerezza, cura del dettaglio, di poesia e di almeno 2-3 battute memorabili. Si avvale delle più interessanti ed accattivanti attrici del momento e di attori bravi a fare il surrogato di Lui stesso; poi, se l'ambientazione è New York (non importa l'epoca) ha una capacità di fotografarla da renderla unica e romantica. Il resto è contorno. Sono storie, anche intriganti, ma di compagnia... che finito il film ti dici "tutto qui?", eppure ti senti lo stesso soddisfatto. Come una coccola superflua che hai voglia di prendere.

Goldust  @  24/02/2017 18:27:59
   6½ / 10
Dal primissimo fotogramma balza subito all'occhio l'eleganza della fotografia ( del nostro Vittorio Storaro ) e la ricchezza delle scenografie ( di Santo Loquasto ): gli anni '30 raccontati già tante volte da Woody non erano mai stati così affascinanti e forse anche la regia in digitale ha aiutato in questo senso. Per quanto perfetto nella sua resa scenica il film è comunque una rimasticatura dei temi classici del regista, dal melò alla storia impossibile, dall'ebraismo al jazz, dalla malavita al bozzetto sociale. La pellicola scorre piacevole per l'ormai canonica durata dei 90 minuti, non aggiunge nulla nè nulla toglie a quanto già detto e dimostrato da Allen nel corso della sua gloriosa carriera, non si fa apprezzare come altre volte per l'arguzia dei dialoghi, tuttavia giostra bene un cast giovane ed eterogeneo, dove nessuno è fuori posto. Blake Lively si fa attendere per quasi un'ora ma quando entra in scena sa togliere il fiato come le vere Dive.

TheLegend  @  06/02/2017 02:57:42
   4 / 10
Ormai guardare un film di Woody Allen è diventata una tortura.

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  01/02/2017 17:59:11
   7 / 10
Il solito raffinato elegante Woody Allen con l'accessoria voce fuori campo, in qualsiasi scorcio di mondo ci regala un rullino di cartoline, fotografia patinata ma evocatrice del contesto ivi ambientato, romanticismo di carattere esistenziale spesso deflagratorio, e sopratutto temi su temi spesso riciclati, i quali sono l'unico 'difetto' del suo ultimo ventennio di cinema.
Allen sa girare bene come sempre e sa anche far recitare altrettanto bene i suoi caratteristi, Eisenberg è un credibilissimo suo alter ego, oserei dire uno dei migliori della sua carriera, la Stewart che è in innegabile crescita, appare con quell'aria un po' distratta, smaliziata, figlia di un personaggio che si discosta dai lustrini di quell'Hollywood che sognava in gioventù ma che poi ne verrà risucchiata tanto da perdere il vero amore della sua vita. Pizzico di malinconia aleggia ma sulla quale mai ci si ammorba, è un Allen solido che fa il compitino, cambia gli addendi di tanto in tanto mescola pezzi di copione passati, riordina le idee e le butta giu a braccetto con le sue fedeli tematiche. Pilota automatico e sufficienza piena.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/01/2017 23:40:42
   6½ / 10
Immaginarsi l'andamento della propria vita all'interno della grande mecca del cinema hollywoodiana, che nemmeno la grande depressione degli anni trenta sembra scalfire. Un mondo dorato e luminoso in cui Bobby sembra perdersi e dove in effetti si perde, per essere riportato con i piedi per terra quando i sogni vengono infranti e si ritorna alla realtà meno dorata di New York. Café society è un film malinconico, che riporta a quegli anni trenta che Allen ha frequentato molto spesso nella sua filmografia. Sogni che rimangono inappagati ed è proprio la sensazione di inappagamento che permea un po' tutta la pellicola fino ad un finale che sembra irrisolto, tuttavia in linea con questa tonalità. Un Allen che, complice anche il sostanzioso budget a disposizione, mette in luce questo contrasto anche grazie alla bella fotografia di Storaro e le scenografie di Loquasto. E' un Allen con il pilota automatico in un film non nuovo per lui, però indubbiamente molto curato dal punto di vista estetico.

topsecret  @  16/01/2017 17:25:18
   6½ / 10
Provo un po' di nostalgia per l'Allen attore, ormai è dal 2012 (se non sbaglio) che non interpreta personalmente un film "limitandosi" al ruolo di regista, ma devo ammettere che le sue storie hanno sempre qualcosa di raffinato, coinvolgente ed ironico, anche quando sono manchevoli della sua presenza comica.
Anche questo CAFE' SOCIETY possiede un certo fascino accattivante, in perenne equilibrio tra la classica ironia e la coerenza che l'artista newyorkese ha sempre (o quasi) mantenuto.
Il cast è ben amalgamato, la regia sobria e senza sbavature, il ritmo abbastanza sostenuto e i dialoghi sembrano ben scritti, purtroppo però la storia mi è sembrata poco originale, senza grande inventiva e con un finale che ha un senso di incompiuto abbastanza evidente.
Nonostante tutto, è una commedia discreta che certamente non annoia e si lascia guardare, anche se non rappresenta, a mio avviso, il top della filmografia di Allen.

LoSqualo  @  12/12/2016 17:06:04
   7½ / 10
Non sarà l'opera più inspirata di Woody allen , ma non si può dire che questo sia un brutto film , un film che sa di poetico e di tutta la genialità di quest'uomo che ormai ci delizia ogni anno con un film , regista che forse dovrebbe fermarsi qualche anno per scrivere tra le righe qualcosa di altro genere , ma il tempo passa e Woody ha solcato ormai la soglia degli 80 anni , quindi potrebbe essere questo il motivo della sua frenesia nel portarci in sala un film ogni anno , il motivo lo sa soltanto lui , ma fino a quando ci porta delle pellicole degne della sua fama , per me ne può anche fare due all'anno , film criticato in parte per la non originalità che ormai contraddistingue il regista occhialuto ,dei film con forti dosi di esistenzialità come era anche lo scorso Irrational Man che ho apprezzato , ma voler cambiare le idee di un regista e sceneggiatore potrebbe portare a film che potrebbero rivelarsi dei buchi nell'acqua , regista che mette il carisma che lo contraddistingue in ognuno dei personaggi a cui dedica il ruolo di protagonista in questo caso il giovane Bobby Dorfman interpretato da un buon Jesse Eisenberg che man mano che passano gli anni sembra maturare per dei ruoli più maturi come è questo Cafè Society , Cafè Society che è il non plus ultra della societa altizzosa e snob degli alti borghi qui instaurata nel Night Club dei fratelli Dorfam che mette in se stessa tutta l'ipocrisia di quell'ambiente , perfetta l'idea di dare il ruolo femminile a Kristen Stewart che anche lei col tempo sembra essere molto più credibile nele sue espressioni e emozioni dopo la lunga parentisi con i film della saga vampiresca Twilight , e che quest'anno sta facendo davvero bene anche con un film che purtroppo non ho potuto vedere cioè Equals , poi meraviglioso Steve Carrel che finalmente ha trovato il suo vero posto nel cinema , sinceramente mi era stufato vederlo in commedie che per la verità un risata non me la hanno mai strappata , forse qualcuna in 40 anni vergine , qui lui è il capo sia dell'aziena cinematografica che del cast , uno che si sa fare e che spero venga riconosciuto il suo talento , da menzionare una melodica e Jezzata colonna sonora una delle migliori ascoltate nel 2016 da me Soundtrack completa della colonna sonora di Cafè Society "prevedo nomination oscar" e che accompagna lo spettatore per tutto il film , con quei toni bellissimi e che ti lasciano con lo sguardo perso nel vuoto come quelli dei due protagonsti nella scena finale , bellissima la fotografia del nostro Vittorio Storaro che vanta tre premi oscar per la miglior fotografia e che per mio avviso si proietta per la quarta statuetta , ottimi anche i costumi in stile proprio di quei anni .
Per concludere un opera non delle più ispirate del maestro Woody , ma che si fa piacere , il suo cinema è arte e fa provare sempre svariate emozioni , non siamo ai livelli dei suoi più grandi lavori ma si avvicina a quelli più contemporanei come Match Point e più recentemente Blu Jasmine , è sempre un piacere vederlo all'opera e per la prima volta ha girato un suo film in digitale , quindi il film è buono e al più incallito estimatore del regista non deve sfuggire , una storia di amore incompreso per poi essere condiviso per poi separarsi e successivamente riunirsi in una cosa che può essere tanto bella quanto crudele come il sognare a occhi aperti l'amore della propria vita .

Quindi il mio voto per Cafè Society è un 7.5 .

lupin 3  @  22/11/2016 11:01:28
   8½ / 10
Mi piace lo stile di Woody Allen.
Lungometraggio ben fatto promosso a pieni voti.

Rollo Tommasi  @  19/11/2016 19:46:04
   5 / 10
Leggero.
Bolla di sapone ineffabile e strobiscopica che si libra nell'aria con affascinanti riflessi di luce ma che annoia subito ed evapora.
Commedia impacciata, involuta ed insipida, che ha ancora meno energia ed umorismo del modesto Magic in The Moonlight.
Il cast è una riga di antipatici memorabili: dall'irritante alter ego del regista, Jessie Eisenberg, alla "Lolita sbagliata" Kristen Stewart, fino al ricco impresario cinematografico, l'indeciso cronico Steve Carell (del resto, è risaputo dalla sua filmografia che Woody abbia un debole per i personaggi inetti di successo).
Trasuda improvvisazione e sceneggiatura impostata. Affettato. Aritmico. Stavolta, il cinismo non può salvare questo film da una piena insufficienza.
Polvere di fuffa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  13/11/2016 19:48:13
   7 / 10
niente di nuovo sul fronte Allen .. non sarà una delle sue cose più brutte ,nè una delle più geniali .. ma ha ritmo ,costumi,scenografia e un'ottima recitazione di un cast di primordine .
Con lui vai sul sicuro e anche un filo sullo scontato e banale in questa ultima decade , però sai che il prodottto è di una qualità sobria,discreta,affascinante e anche un pò sognate.

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suzuki71  @  10/11/2016 17:38:15
   7 / 10
A volte è proprio il superfluo che diventa necessario, come questo ultimo film di Allen: fondamentalmente inutile, ma girato con ritmo ed eleganza inarrivabili.

GLIMMERTWINS  @  31/10/2016 20:59:10
   8 / 10
"I sogni sono.....sogni"

Trixter  @  31/10/2016 12:08:46
   6½ / 10
Sofisticato, elegante, ovattato. Film di Allen molto "alleniano", tanto acuto quanto logorroico, con personaggi ben caratterizzati ma, a tratti, un pò sopra le righe. Allen affida se stesso ad Eisenberg, giovanotto sfigato che però avrà la capacità di assurgere a ricco ed ammirato uomo di successo.
E' una storia di storie, amore, tradimenti, religione e famiglia. A suon di jazz, Woody ci racconta una vicenda un pò vacua di gente poco originale, che trova la propria dimensione tra il luccichio di Hollywood e la nobiltà di New York. Insomma, non il miglior Allen ma, di sicuro, apprezzabile.

marcogiannelli  @  30/10/2016 18:38:36
   7 / 10
film elegantissimo di Woody, ironico come sempre e che usa Jesse Eisenberg come mezzo per dare voce ai suoi pensieri. Non amo Jesse e le sue interpretazioni, seppur lo ritenga abbastanza in gamba, ma qui sia lui che la Stewart danno prova massima delle proprie potenzialità (una parolina anche su Blake Lively). Insomma una commedia romantica in agrodolce, con una fotografia pazzesca, una regia solida e … insomma il classico film di Woody. Ancora un atto d'amore nei confronti della sua New York, contrapposta alla straluccicante Hollywood che poco lo attira veramente.

Aufwand82  @  27/10/2016 10:32:20
   5½ / 10
Macchinoso, logorroico e noioso.
Operazione nostalgia di Woody Allen, che non può far più certi film con l'età che ha e ricorre ad un alter ego che gli assomiglia e si muove come lui. Un personaggio sfigato, che però arriva sempre al successo e vive sempre una storia d'amore con la bellissima di turno.
Il problema che lo schema dei sui film è sempre il solito da 50 anni e lui no. Ogni tanto arriva una battuta che salva dallo sbadiglio incombente e fa recuperare l'attenzione, ma che fatica!
Gli sketch più riusciti sono quelli sugli ebrei e ma sono inseriti a forza, come quando il fratello del protagonista si vuole convertire, è solo un pretesto per lo sketch successivo...dai...
Bella la fotografia.

cinematografo  @  21/10/2016 13:12:07
   7½ / 10
Davvero un bel film. Allen difficilmente sbaglia un film!!!... leggero, ironico e commovente al punto giusto!...promosso!!

airpix84  @  20/10/2016 12:52:53
   7 / 10
Un film piacevole, senza infamia e senza lode che impegna poco per una scorrevole ora mezza della vostra vita.
Ho apprezzato Allen migliori ed ho saggiamente evitato Allen peggiori ma questo è comunque ben costruito ed impacchettato.
La fotografia è impeccabile come da altri sottolineato ma a mio parere pure troppo, il passaggio al digitale si vedere e personalmente per questo genere di film e di ambientazioni non si sposa a pieno.

Edredone  @  19/10/2016 14:26:43
   6½ / 10
Per gli appassionati di Woody che torna su buoni livelli.

Chi non ama il regista meglio passi oltre, carino ma non imperdibile.

DarkRareMirko  @  19/10/2016 00:55:00
   8 / 10
Visto in rassegna; mi è piaciuto, il tutto è amaro e malinconico e son uscito di sala rattristato.

Tutto molto buono, dagli attori (in parte il trio protagonista, anche se Eisenberg in ogni film recita sempre in modo molto simile; irriconoscibile la Posey) alla fotografia di Storaro, passando per dei momenti Scorsesiani mica da ridere (il vicino che finisce male).

Impianto leggero, qualcosa di solo accennato e non sempre approfondito, contesto storico non troppo deliniato, ma il film convince appieno.

Un film Alleniano al 100%.

Comincio a pensare che To Rome with love l'abbia fatto qualcun altro...

7219415  @  17/10/2016 09:53:55
   6 / 10
non mi ha convinto davvero

andreadieffe201  @  16/10/2016 14:18:35
   5 / 10
atmosfera ben ricostruita, ma è fondamentalemnte una pellicola che non decolla.

eruyomè  @  16/10/2016 00:14:52
   7 / 10
Allen ormai è un obbligato appuntamento annuale, e a due euro non si poteva proprio non approfittarne. La visione è stata gradevolissima. Ok, è tutto già visto, originalità zero (quantomeno per chi conosce il regista, i neofiti potrebbero apprezzare, e anche molto, data la vacuità media generale), ma i dialoghi sono al solito brillanti, le situazioni divertenti e grottesche, e alcuni personaggi imperdibili (il babbo ebreo, decisamente meraviglioso!)
Il finale - giustamente - amaro e malinconico, corona ottimamente il tutto.

Allen bisogna magnificarlo anche per un'ottima direzione degli attori. Sono riuscita a non detestare i due protagonisti, nonostante partissi più che prevenuta per i due attori principali, che detesto cordialmente. Ma qui no, se le cavano. Anzi, di più, i personaggi sono vestiti a pennello.

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Ultima risposta 16/10/2016 22.21.39
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GianniArshavin  @  14/10/2016 22:06:28
   6½ / 10
Dopo il dramma moderno di Blue Jasmine, la dolce pacatezza di Magic in the moonlight e il nichilismo ironico di Irrational man torna Woody Allen con una commedia sentimentale degli intrecci e degli equivoci ambientata nei ridenti anni 30.
Malgrado le trame ormai siano quasi sempre quelle e le storie risultino molto prevedibili e già viste, il regista americano riesce anche questa volta a confezionare un prodotto godibile e piacevole, a questo giro grazie principalmente ad un'atmosfera nostalgica e sognante.
A mancare, purtroppo, è anche la vena dissacratoria dei tempi migliori, ma fortunatamente i dialoghi sono sempre curati e brillanti ed anche la storia, nonostante l'effetto minestra riscaldata, riesce a lasciarti a fine visione una sensazione di piacevole appagamento grazie ad un ambientazione ricostruita perfettamente e ad alcuni passaggi fra il divertente e il malinconico.
Se dovessi paragonare Café society a qualche altro lavoro di Allen, il primo che mi verrebbe in mente sarebbe Radio days, non tanto per la trama quanto per l'atmosfera nostalgica che si respira in ogni inquadratura.
Altro punto a favore del film è l'innata bravura del regista nell'estrapolare il meglio da qualsiasi attore, anche da quelli non portentosi e Café society non fa eccezione.

In conclusione una commedia simpatica che piacerà più ai neofiti che non ai fan di vecchia data del regista americano.

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Ultima risposta 15/10/2016 10.53.12
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Estonia  @  14/10/2016 14:29:06
   6 / 10
Commedia collocata temporalmente nel quadro degli anni '30 tra la fauna festaiola degli studios hollywoodiani e la mondanità del Café Society newyorkese. Storia d'amore lieve e malinconica condita con stilettate di umorismo yiddish. Film leggero ed elegante, scivola via senza particolari scossoni o sussulti emotivi. Buona la fotografia.

Light-Alex  @  14/10/2016 12:33:50
   5½ / 10
La storia scivola senza particolari sussulti, senza nemmeno coinvolgere troppo lo spettatore emozionalmente o mentalmente. Si lascia guardare nel suo essere un prodotto ben fatto, curato, di gusto (come tutti i film di Allen). Costumi, scenografia, linguaggio della sceneggiatura. Il tutto mostra sempre il tocco-Allen, anche se lo fa in maniera questa volta eccessivamente distaccata e fredda. Aggiungerei anche poco originale rispetto ad altri suoi lavori.
Per cui per quanto il film sia ironico, vintage, nostalgico e malinconico, non c'è poi nulla che rimanga impresso o segni particolarmente. Gradevole, ma sottotono.
La fotografia di Vittorio Storaro risalta particolarmente, e la telecamera digitale infine approcciata, per un occhio abituato alla regia del newyorkese sono la vera nota di originalità.

gemellino86  @  12/10/2016 19:13:30
   6½ / 10
Un Allen più romantico del solito. Il film ha dalla sua parte una buona scenografia e dei dialoghi che tutto sommato funzionano. La seconda parte è un po' prolissa e ripetitiva. Secondo me era meglio mettere più carne al fuoco. Finale frettoloso.

BrundleFly  @  10/10/2016 12:15:31
   6½ / 10
Sapevo già che non sarei andato a vedere un capolavoro, ma ormai il film annuale di Woody Allen è diventata una tradizione.
La trama è bene o male sempre la stessa, ma l'umorismo c'è e abbiamo anche splendide scenografie e fotografie ad accompagnare i personaggi.
Compitino ben svolto dal regista newyorkese.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  09/10/2016 15:42:37
   7 / 10
Negli ultimi anni Allen non ha sempre sfornato capolavori, comunque non riesco a non cedere alla tentazione di vedere un suo nuovo film in sala.
Cafè Society non è un film indimenticabile, ma un intrattenimento leggero e ben fatto. Molto bravi i protagonisti. Bella, forse fin troppo patinata, la fotografia.
Un pizzico di magia del regista si coglie in diverse scene e nell'ironia che accompagna la visione.

marimito  @  08/10/2016 20:22:52
   6½ / 10
Non starò a ripetere il già sentito; il problema è che ci si aspetta sempre tanto da lui e quindi il mediocre delude. é un film godibile, ironico nei confronti della vita, che si diverte sempre a sparigliare le carte e talvolta anche scontato, per chi conosce Allen.
Certo la fotografia appare a volte troppo perfetta e poco appropriata al contesto narrato.
Il voto è soprattutto al finale poco finale, che, in pieno suo stile, lascia un vuoto che spetta poi a ciascuno riempire.

Wilding  @  06/10/2016 20:40:09
   7 / 10
Piacevole e rilassante. Il solito bravissimo Allen.

djciko  @  06/10/2016 01:10:22
   7 / 10
Se avete amato il Woody Allen vecchia scuola questo vi piacerà.
La solita delicata ironia sviscerata fra le cromature volutamente marcate e gli ambienti deliziosamente arredati dell'alta borghesia dell'America anni 30, a New York ed Hollywood.
L'amore, il caso, i conti che presenta la vita e gli sfottò alla religione, alcuni davvero spassosi.
Il Woody Allen di una volta è tornato, gli esperimenti in giro per l'europa sono finiti e dopo tre di lavori non pienamente convincenti, torna con un film divertente e dai ritmi serrati. Se ci riuscite, guardatelo in lingua originale.

FABRIT  @  04/10/2016 17:50:45
   7 / 10
Sempre sprazzi di grande cinema a ritmo di jazz! Woody c'è.

ivanello  @  02/10/2016 11:27:19
   6½ / 10
Mi astengo dall'esercizio del paragone dell'ultimo film di Allen con tutti gli altri film di Allen. Giudico il prodotto per come si presenta, leggero, delicato, ironia e nostalgia che si mescolano in maniera garbata. Anche tecnicamente ineccepibile. Da vedere.

hghgg  @  01/10/2016 07:38:24
   5½ / 10
Il solito piattissimo Allen dell'ultimo decennio. Niente di strano, non è una sorpresa, oh, Allen ha ottant'anni, come pretendere che pensi e scriva ancora cose nuove, fresche, che abbia ancora voglia di sperimentare cose diverse ad ogni film come gli è capitato di fare in passato, che sia ancora ispirato nella scrittura e nella regia, su è volere troppo, una deriva simile era prevedibile ed è piuttosto naturale, io gli rimprovero solo "To Rome with Love" l'unica vera enorme porcheria della sua carriera, per il resto è cinema di mestiere di un vecchietto che si diverte ancora a scrivere le sue solite cosette ma che, semplicemente, non riesce più a divertire gli spettatori, almeno dal mio punto di vista. Piatto, tutto qui.

"Oh, ma guarda che Kurosawa a 80 anni ha fatto Sogni, che è un film stupendo" mi direte voi e avete ragione, ma insomma sono casi rari. poi certo Kurosawa girava un film ogni 5 anni dal 1965 in poi, Allen ne fa uscire due all'anno, troppi, a questo punto della sua carriera.

La cosa brutta è che il film l'ho visto due sere fa e già quasi non ne ricordo più nulla. Dura 96 minuti ma è pesante e noiosetto proprio a causa di quella piattezza di stile e di idee senza contare che francamente Allen ha diretto attori un tantino migliori di questi (ma vaaa ?) e che Kristen Stewart che recita le battute di Allen "nun-se-po'-sentì", sebbene negli anni si sia dimostrata molto meno cagna di quanto avesse lasciato immaginare in quel tragico 2008. Francamente gli altri interpreti, compreso il Woody Allen di turno, Jesse Eisenberg, non mi hanno lasciato nulla, zero e così i dialoghi; i soliti, reiterati, fossilizzati dialoghi, qualcuno anche simpatico eh ma insomma, ho una vastissima gamma di gran film con scritto sopra "Regia di Woody Allen", qui non c'è proprio nulla che possa spingermi ad una seconda visione in futuro.

Oh e ancora le staffilate al mondo hollywoodiano, ancora a dirci che New York è meglio, ancora ad ironizzare su questi due mondi, abbiamo capito Woody, ancora tutti i riferimenti al mondo e alle famiglie ebree, anche questo l'abbiamo capito. E la scena di Bobby con la prostituta ? Carina, ma ho tutto "La dea dell'amore" per questo.

Comprensibile visto lo stile, l'ambientazione e l'ironia del film l'uso di una fotografia con colori così brillanti e volutamente patinati, esageratamente perfetti e belli. Peccato che a me questo effetto cartolina non sia piaciuto.

Non è un bruttissimo film "Cafè society", non è che uno stia lì a dire "oh, ammazza che mèrda di film", è solo quello che dicevo all'inizio è... Niente. E un po' un due palle. La cosa migliore, e riuscita bene, è il finale, almeno quello a me ha convinto.

Non starò qui a lamentarmi dicendo che ormai Allen è finito, i film fino a vent'anni fa erano meglio e grazie al quarzo che erano meglio, è normale che si sia adagiato in questo modo alla sua età e con una simile quantità di (bei) film alle spalle.

Tuttavia, visto che mi è capitato di vederlo questo filmetto mi viene proprio da ribadire che un Allen così piatto è un pochino desolante, tutto qui.

6 risposte al commento
Ultima risposta 19/11/2016 22.37.16
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uranian  @  01/10/2016 03:17:01
   5½ / 10
Un po' troppo approssimativo e di maniera per catturare davvero l'attenzione. Allen imita Allen e il risultato è il solito: un film sì godibile, ma innegabilmente fiacco. Peccato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  30/09/2016 22:20:51
   7 / 10
Rispetto ai meccanismi ad orologeria narrativa e alle merdine degli ultimi anni (tranne rari casi) Café Society innesta finalmente l'amarezza nei silenzi, ce la narra con gli sguardi, la piega nelle pause, accelera e poi frena e ancora la inchioda nell'inquadratura, figlia di una fotografia magicamente orchestrata dal dio Storaro.
Dai Woody che ce la puoi fare a farci vedere degli sprazzi di Cinema.

romrom  @  30/09/2016 10:20:42
   5½ / 10
Voto di stima, filmetto che scorre senza sussulti, del vecchio Woody rimane ormai ben poco.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  30/09/2016 01:33:57
   6 / 10
Non biasimo Woody Allen se a parte qualche exploit ha perduto il gusto della ricerca narrativa e cinematografica da circa due decenni ormai. I suoi "compitini" retro' peccano spesso di manierismo e purtroppo "Cafe' society", pur essendo un film grazioso, supera ogni limite. Se almeno avesse scelto un b/n anziche' uno stucchevole trionfo a colori, il risultato sarebbe stato apprezzabile. Divertenti alcuni comprimari - cfr. Il padre ebreo non ortodosso e fuori dagli schemi - tuttavia non se ne puo' piu' della sua ironia semita, dei suoi omaggi a Hollywood, dei suoi intrecci sentimentali e via dicendo. Anche cogliendo una garbata credibilita' nei suoi tributi a Cupido, il film risulta ora esilarante ora noioso, come certe vecchie barzellette che, a forza di repliche, non fanno piu' ridere. Oltretutto se si conosce un po' il vecchio cinema, notera' che parecchie cose sono cronologicamente imprecise. Sei politico per la capacita' di riconoscersi ancora, ma una volta Allen faceva di tutto per avere un'identita' diversa, ai tempi di Zelig e di Crimini e Misfatti, forse i suoi massimi Capolavori

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