Un attore alcolizzato scopre una giovane cantante piena di talento e riesce a lanciarla nel mondo dello spettacolo. Ma più lei si afferma, più lui conosce una dolorosa decadenza. Finché decide di togliersi di mezzo volontariamente: una stella muore, un'altra nasce, "the show must go on".
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VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior attore in un film commedia o musicale (James Mason), Miglior attrice in un film commedia o musicale (Judy Garland)
Cukor non si smentisce mai e rifacendo un vecchio film anni trenta mette in piedi una giostra vorticosa in cui amore, spettacolo e dinamiche da studios hollywodiani vengono vivisezionati e trattati senza sconti, il tutto senza rinunciare all'eleganza formale tipica del suo cinema. Una pellicola senza dubbio affascinante in cui la parabola della stellina dei sobborghi che cresce a dismisura e quella dell'attore affermato che cade rovinosamente afflitto da demoni personali viene esaltata dalle performances di due protagonisti semplicemente perfetti per le rispettive parti. Ma nonostante il film vada sempre in crescendo proiettato verso un finale memorabile, due ore e quaranta di durata non sono una passeggiata e di qualche canzone della Garland si poteva anche fare a meno.
Uno dei classici della vecchia Hollywood riproposto da Cukor che si avvale di due attori in splendida forma! Lui è una sorta di "Dorian Gray" cinematografico che vede la sua luce affievolirsi al cospetto della nascita tra le star della sua amata. Lei forse troppo tardi si accorgera' di cosa porta il successo... Gli ultimi minuti sono da ricordare per la qualita' della fotografia,per l'intensita' emotiva di alcune scene e per il discorso finale della Garland! La parte centrale del film è un po noiosa forse dovuto ai vari pezzi musicali che non tanto mi convincono...
Un film sicuramente più ambizioso e sofferto rispetto al pur dignitoso adattamento precedente (di Wellman con Janet Gaynor). A dirla tutta, sembra una radiografia perfetta (involontaria) della vita della stessa Garland. La sua interpretazione è prodigiosa, e il film non è esattamente un musical, come viene erroneamente definito da qualcuno. L'interesse di Cukor per il prezzo del successo (cfr. suo un vecchio film intitolato eloquentemente "A che prezzo Hollywood?") va oltre una storia romantica che a poco a poco si infrange nello specchio di una desolante amarezza. Superba la prova di Mason, soprattutto nella sequenza in cui, ubriaco, umilia la sua amata (?) davanti al palcoscenico
Primo film a colori di Cukor, in cinescope, e che
colori. "E' nata una stella" appartiene a quella categoria
dei metafilmici, non solo perchè contiene scene di realizzazione di
un film ma anche perchè è una vera e propria testimonianza del
circuito Hollywodiano, le premiere, la premiazione agli oscar mostrati
nella pellicola, sono del tutto identiche a quelle del periodo degli anni
'50. La pellicola vanta di un plot dannatamente accurato e perfetto,
una struttura lineare ma particolare, a volte narrata attraverso delle
fotografie, a volte narrata con la voce fuori campo ed indimenticabile lo
scherzo fatto a Mason che terminerà sincronicamente rispetto ciò
che sta narrando la sequenza stessa, in un perfetto stile musical. Non
credo Cukor volesse mostrare il clichè della fama facile grazie al
mondo del cinema, anzi l'opposto, sono dell'idea che il regista invece,
avesse l' intenzione di criticare tutti coloro che credono in questo
luogo comune, Vicky in realtà non è nata dal nulla, una Vicky
interpretata da una strepitosa Judy Garland che riesce a far male anche
ciò che in realtà le riesce benissimo di fare, una Garland dalla
voce imbarazzante, una delle più incredibili e potenti di
sempre. Quattro anni dopo "Viale del tramonto", un'altro
film su Hollywood, questa volta però con una meravigliosa storia
d'amore come sfondo, l'atra metà è interpretata da Mason
quì grande fin dall'inizio, forse alla sua migliore interpretazione,
è il caso di dirlo, unico nelle davvero toccanti vesti di un attore
fallito, perfettamente consapevole di esserlo, che seguirà fino alla
fine la sua scoperta senza mai provare invidia. Ottima prova di tutta
la restante schiera di supporto, in poche parole questo film rappresenta
un rettile che deve cambiare la pelle morta.
film molto bello, sopratutto lo sento "lontano" e non perchè risale agli anni '50 ma è lontano questo modo di fare cinema, in particolar modo dagli statunitensi. mi piacerebbe vedere un film del genere di questi tempi, chissà che impronta si darebbe alla stella nascente, quale sarebbe il valore della ribalta, quale il suo prezzo.