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Sinceramente non so cosa pensare di questo film, spacciato come uno dei migliori horror degli ultimi dieci anni, si rivela invece un film pienissimo di difetti, difetti palesi e molto gravi. Do la sufficienza giusto perché girato molto bene e con un paio di idee intriganti, purtroppo sviluppate malissimo. Un horror piatto e noioso, dove l'ansia emerge a tratti, di spavento neanche l'ombra, alcuni buchi di sceneggiatura non convincono affatto, comportamenti inspiegabili di alcuni personaggi, tra cui un padre inutilmente passivo e una medium raccattata a casaccio, senza contare un'evoluzione psicotica frettolosa della madre. La bimba, che con quel viso e quell'aria misteriosa sarebbe potuta essere la carta vincente, viene presto eliminata. La figura del ragazzo è sviluppata con sufficienza. Gli ultimi dieci minuti sono buoni, almeno succede un qualcosa che si aspetta dall'inizio ma che arriva solo alla fine, e che dura troppo poco, anche se tutto è fin troppo palese con l'inutile spiegone per un pubblico che soffre di disturbi dell'attenzione. Peccato, un film con delle potenzialità ma sceneggiato da cani. L'esorcista dei tempi moderni? Certo, come no, credeteci...
Ciò che più accomuna "Hereditary" ai vari ' l'inquilino del terzo piano" e "rosemary's baby"o, senza andare così in là, a Babadook, sebbene il film di Aster sia molto più stratificato e incisivo di quello della Kent, è l'angoscia. Un'ansia e un mal di vivere che solo chi ha passato determinate situazioni può comprendere appieno. E Annie, interpretata da una mostruosa Toni Colette, è l'incarnazione dell'angoscia, un recipiente umano della fragilità che si nasconde in tutti noi, pronto a rompersi irreparabilmente alla prima occasione utile.
E nel suo caso le occasioni per andare in frantumi sono state innumerevoli: un'infanzia infelice, un rapporto burrascoso con la madre, lutti improvvisi e un matrimonio in cui ella giace inerme. Un'intera vita - in realtà - in cui Annie giace inerme, in totale balia degli eventi che si susseguono e a cui ella non può porre rimedio in alcuna maniera, incapace di credere IN se stessa e persino A se stessa. Poi il punto (o i punti?) di rottura, in grado di scatenare una serie di eventi incredibili, forse in un certo senso necessari, sicuramente inevitabili per la vita della donna, ormai arrivata al turning point finale.
Ad uno spettatore superficiale Hereditary potrebbe sembrare un film che vive di luce riflessa ma è spingendosi nelle sue profondità che si afferrano i pregi di un prodotto in grado di dare davvero nuova linfa al filone, capace di rimescolare e a tratti rinnovare alcuni stilemi tipici ormai considerati triti per ergersi quale nuovo totem per i futuri film di genere.
Violenza psicologica, sofferenza, ambiguità e follia vi parranno così vividi, che uscirete dalla sala storditi e con un nodo alla gola e soprattutto con la sensazione di aver visto qualcosa di terribilmente vero, nonostante tutto. Per quanto mi riguarda era da molto tempo che il limite tra realtà e follia non era così labile.
Non vi va di bocciare un horror del genere. Anche se non mi ha convinto del tutto ti tiene agitato per tutta la durata. Molta tensione con scene che non te le aspetti . Il filane! Perché? Come 10 minuti possono diatruggere a mio giudizio un bel film .
Il nulla, letteralmente il nulla per 126 minuti. Ti aspetti che sia un lento crescendo verso qualcosa, ed invece....finisce il film.
Protagonisti piatti ed irritanti. Elementi "di mistero" somministrati col cucchiaino, come se lo spettatore fosse un minus habens. Salvo giusto alcuni bei montaggi.