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Inutile ricercare in questa pellicola qualche tocco riconoscibile di Edwards, è un thriller - giallo come se ne facevano tanti negli anni '70 che non disdegna qualche passaggio violento. Coburn ci sguazza facendo il bello e il cattivo tempo ( è un medico che appena arrivato nel suo nuovo ospedale si conquista in quattro e quattr'otto la bella di turno ) ma almeno infonde un minimo di interesse in una vicenda gialla poco più che ordinaria. Tra i lavori alimentari del regista e da catalogare sicuramente tra le sue opere minori.
Il Caso Carey è un film abbastanza atipico nella filmografia di Blake Edwards, abituato alle commedie sofisticate. Tuttavia il personaggio interpretato da Coburn, medico ma in fondo detective di questa vicenda, ha il compito di disvelare non tanto la trama poliziesca di fondo, ma di portare alla luce gli scheletri nell'armadio del contesto della vicenda. La tematica dell'aborto non è propriamente palese ma tutto sommato l'argomento è sempre presente. Grazie ad un linguaggio piuttosto tagliente l'operato di Carey svela i baronati degli ospedali, l'ipocrisia di una citta molto cattolica come quella di Boston che non tollera le pratiche abortive di facciata, ma le pratica in segreto. Un film che ha il merito di tenere viva l'attenzione con un Coburn particolarmente ispirato. Peccato che la O'Neill sia sacrificata in un ruolo da tappezzaria.
No niente di eccezionale in questa sceneggiatura ed in questa regia, io che sono un grtande ammiratore di Edwards, che ho sempre considerato come un ideale continuatore del messaggio di Wilder, be qui fa solo un lavoro svogliato senz'altro come un dovere dopo che Hollywood gli aveva voltato le spalle per un suo ingiusto flop. Attori poco motivati e poco interessanti. Disempegno assoluto, gli manca lo sbadiglio, ha questo grande regista che si è dovuto sobbarcare anche di quesdto tipo di operazioni James Coburn.Questo attore, dalla faccia giusta e dalle indubbie capacità, ha avuto spessissimo il torto di adagiarsi in facili ed inutili films che poi lo avrebbero portato al dimenticatoio, se nella parte finale della sua carriera non ci fosse stato un bel risveglio, anche se tardivo non male la colonna sonora di Roy Bad, insolita colloaborazione del regista che per una volta volta ha abbandonato Mancini. Comunque è interessante vedere il gusto musicale innato