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Nel suo film di debutto con la Essenay Chaplin propone giustamente quello che stava diventando un cavallo di battaglia già con la Keystone: il film ambientato in uno studio cinematografico durante le riprese di un film, questa volta con Charlot che viene assunto come attore-anche lui debuttante come Chaplin con la nuova casa di produzione, doppiando il senso di "nuova avventura" appena iniziata; finirà nel caos per Charlot-naturalmente- e non sarà un'esperienza particolarmente felice nemmeno per Chaplin, quella con la Essenay, sebbene caratterizzata da incontri fondamentali (Edna Purviance) e film essenziali per la definizione finale della maschera Charlot ("The Tramp"). In questo cortometraggio in particolare Chaplin lavora per la prima volta con quella che sarà una delle sue spalle ricorrenti di quel periodo, Ben Turpin. Ormai il geniale regista e attore inglese è perfettamente a suo agio con cortometraggi che si attestano stabilmente sulla mezz'ora di durata, e può esprimere con più pellicola a disposizione le sue idee e le sue gag; è un po' un peccato dunque che in "His New Job" spesso le situazioni finiscano con l'essere anche troppo ripetitive e poco fantasiose per quella che è la durata del film, sicuramente con momenti divertenti ma senza idee e situazioni particolarmente brillanti o, quantomeno, si cade in una ripetitività eccessiva. Chaplin gioca sul sicuro, con situazioni ben consolidate e uno Charlot ancora acerbo e ancorato al personaggio visto quasi sempre durante l'anno precedente. In ogni caso è sempre divertente vedere Charlot alle prese con il mondo del cinema. La nota di colore è la fugace presenza, come stenografa nell'ufficio del produttore, di una giovanissima Gloria Swanson, appena sedicenne, praticamente al suo debutto sotto la regia di Charlie Chaplin, un cerchio che si chiuderà idealmente 35 anni dopo, con quel bellissimo omaggio in QUELLA scena di "Sunset Boulevard".
Comincia con questo film il periodo Essanay di Chaplin. Più libertà creativa e soprattutto un organizzazione generale molto più curata nelle pellicole che risultano più curate di quelle del periodo Keystone sotto tutti gli aspetti.
Ancora una volta ne Il Debutto di Charlot interessa l'aspetto del dietro le quinte del mondo dello spettacolo. Belle alcune gag, ci si diverte indubbiamente di più rispetto ai lavori precedenti e il carattere del Vagabondo è ormai completo. Viene inoltre inserito in un contesto sociale ancora più simile a quello reale, per quanto improbabile.
Il pregio di questo corto è nel riuscire a mantenere un buon ritmo senza eccessive cadute di tono, effetto questo deleterio per la riuscita delle slapstick. particolarmente riusciti i duetti con Ben Turpin.
Di questo volume dei corti di Chaplin "Comiche vagabonde 1", è il corto che meno mi ha colpito, non scendo comunque sotto il voto politico, in tutti questi corti è spesso lo stesso mix di mattoni, calci, pugni..va benissimo per i nostalgici ma da quì a far ridere ce ne passa.
primo di 15 film che Chaplin gira con la "essanay"...non basta questo per tradurlo come "debutto di Charlot"... per il resto troviamo un po di storia ma le disavventure sono ripetitive...calci,ceffoni e cadute ridicole! il grande talento del regista sta maturando...