il servo regia di Joseph Losey Gran Bretagna 1963
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il servo (1963)

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locandina del film IL SERVO

Titolo Originale: THE SERVANT

RegiaJoseph Losey

InterpretiDirk Bogarde, James Fox, Sarah Miles, Wendy Craig, Catherine Lacey

Durata: h 1.56
NazionalitàGran Bretagna 1963
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1963

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Trama del film Il servo

Preso a servizio dal giovane, ricco e nobile Tony Mounset, il cameriere Hugo Barrett intuisce la debole indole del suo nuovo padrone e non tarda a conquistarsi una posizione dominante, coinvolgendo nel gioco anche la propria amante Vera…

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Voto Visitatori:   8,75 / 10 (22 voti)8,75Grafico
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Voti e commenti su Il servo, 22 opinioni inserite

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Crimson  @  11/06/2012 13:44:06
   9 / 10
Lo voglia o no, non sfugge alla sua sorte:
la schiavitù sessuale è la più forte.
Dice: "Non riconosco né vangeli né codici".
Il mondo è suo dominio incontrastato.
Dice: "Chi vede donna è già spacciato
e intorno a me non ne voglio vedere".
Parli pur finché vuole, ci ricasca:
è appena scesa notte, e già cavalca.
(Bertolt Brecht)

Nell'anno in cui Mario Bava nei 'Tre volti della paura' eleva la "goccia d'acqua" al fastidioso, incessante elemento di graduale ma implacabile senso di un orrore in divenire, Losey utilizza lo stesso escamotage per rappresentare l'incombere del rovesciamento della logica borghese: ognuno è schiavo di qualcosa, persino il padrone sotto un'altra prospettiva può divenire tale.
Hugo sovverte la forma di potere costituita sul "tutto è dovuto" aggredendola ferocemente alla gola della propria debolezza e instillandone una nuova.
Magistrali gli specchi deformanti, le allusioni sessuali, la claustrofobia di interni ossessivi e soffocanti.
La casa è parte integrante di questa rivoluzione domestica: attesta lo sgretolamento della coppia borghese e la formazione di nuovi scabrosi equilibri.
In ogni ribaltamento della logica è insita una deflagrazione perversa e affascinante.
Susan stessa è trascinata da questa duplice identità dell'inesplicabile che si manifesta sulla sua pusillanimità.
Se Hugo è la mente, Vera è il corpo della trasformazione.
Tony, agonizzante, la vittima della "rivoluzione", priva degli strumenti per identificarsi e dunque reagire nel Nuovo Ordine.

2 risposte al commento
Ultima risposta 20/06/2012 19.34.41
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Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  04/12/2010 09:14:57
   9 / 10
Riporto in spoiler il commento di questo CAPOLAVORO, limitandomi in questo spazio ad elogiare le performance strabilianti di Dirk Bogarde e quella validissima di James Fox.

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3 risposte al commento
Ultima risposta 17/02/2011 22.57.44
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  08/04/2008 00:22:23
   10 / 10
Questo film di Losey è un capolavoro assoluto, che autore questo regista.
Si tratta di un seducente gioco, eterosessuale o omosessuale non si capisce, di scambio dei ruoli sociali e privati, una pellicola di una raffinatezza rara con dei continui, erotici movimenti di macchina ma che non scadono mai nell'esercizio stilistico.
Vanta di una sceneggiatura perfetta che non ci fa quasi accorgere dello scambio, pochi sono i film che ti trasmettono queste sensazioni così genuine e viscerali, una pellicola che incute ansia, tensione come nei migliori thriller ed horror, in una trama che a conti fatti non succede mai nulla di così pericoloso. Se a "Rashomon" spetta il primato della pioggia più bella di tutti i tempi, a "Il servo" spetta senz'altro quello della caduta di neve, una fotografia impossibile da descrivere, lo dico spesso ma questa rientra per davvero tra i cinque B/N migliori di sempre, interni barocchi per sfociare nel climax enfatizzato dal taglio espressionista che caratterizza tutti gli ultimi 20 minuti di pellicola, dove gli umiliati saranno gli umiliatori e viceversa. Losey non spreca un foglio dello script, tanti sono gli elementi a disposizione, gioca con i silenzi, con gli sguardi, con gli squilli del telefono, il lavandino che gocciola, spesso servo e padrone sono vestiti così in maniera similare da distinguerli per il colore dei capelli.
Ottima e fondamentale interpretazione di Bogarde nell'ambiguo maggiordomo, splendida e sensualissima Sarah Miles nella parte della pedina decisiva ai fini del gioco.



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2 risposte al commento
Ultima risposta 15/11/2008 19.49.25
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/10/2006 21:46:36
   9½ / 10
Consiglio a tutti il testo di Maughan, visto che questo è uno dei (raramente riusciti) matrimoni tra letteratura e cinema, e cosa ancor piu' straordinaria, il film di Losey supera per intensità anche l'ottimo romanzo dell'autore originale.
Siamo di fronte a una delle piu' affascinanti metafore dell'aberrazione dell'uomo su un suo simile, che attinge pienamente alla velata (ma neppure troppo) omosessualità del tema, grazie a due attori straordinari e un regista di raro talento, e un sceneggiatore come Ibsen, praticamente un casting di persone dichiaratamente omosessuali nella vita reale.
Lasciando da parte queste notizie da gossip scandalistico (che non dovrebbero si spera scandalizzare piu' nessuno), l'interpretazione di Bogarde, col gessato e l'aria inquietante, mette ancora addosso i brividi.
La fragilità di Fox esprime il bisogno estremo di vivere una dimensione recidiva, traviato dal nemico/amico per il quale egli prova disprezzo ma anche riconoscenza cfr. il classico tema del pericolo dal quale siamo respinti, sedotti e infine ancora attirati.
Curiosità postilla: nel 1970 lo stesso Fox interpreto' un film di Roeg, "performance", una variazione freak dell'opera di Maughan, e il ruolo principale era di Mick Jagger.
Riuscite a immaginare personaggi piu' distanti fra loro dell'aristocratico Bogarde e del "maledetto" Mick? Eppure anche quel film funzionava, per la sua eccentricità e oggi è un cult.
"Il servo" è forse il capolavoro della coppia Ibsen-Losey, e consiglio vivamente di recuperare altri film di questo straordinario regista, soprattutto "Messaggero d'amore", anch'esso affine al suo nobile referente letterario

3 risposte al commento
Ultima risposta 05/04/2008 19.44.28
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