i miei vicini yamada regia di Isao Takahata Giappone 1999
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i miei vicini yamada (1999)

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locandina del film I MIEI VICINI YAMADA

Titolo Originale: HOHOKEKYO TONARI NO YAMADA-KUN

RegiaIsao Takahata

InterpretiHayato Isohata, Masako Araki, Naomi Uno, James Belushi, Tôru Masuoka

Durata: h 1.44
NazionalitàGiappone 1999
Genereanimazione
Al cinema nel Luglio 1999

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Trama del film I miei vicini yamada

Gli Yamada sono la tipica famiglia giapponese che vive a Tokyo. Il capofamiglia Takashi lavora in fabbrica, la moglie Matsuko è casalinga, il figlio maggiore Noboru è uno studente; poi ci sono la piccola Nonoko e la nonna Shige, che vive con loro e li aiuta nei lavori domestici. Tra piccoli drammi e momenti comici, tra realismo e fantasia, la vita della famiglia procede, verso un futuro da accogliere sempre con ironia.

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Voto Visitatori:   7,30 / 10 (5 voti)7,30Grafico
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Voti e commenti su I miei vicini yamada, 5 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Boromir  @  26/08/2023 15:12:10
   7½ / 10
Lungi dall'essere il miglior titolo targato Studio Ghibli, è forse il più personale firmato dal genio Isao Takahata per quanto riguarda l'inclinazione sperimentale all'animazione minimale: i segni della matita sembrano seguire direttamente il movimento di personaggi e oggetti di scena; l'assenza dei bordi nei fotogrammi esprime quasi l'assenza di limiti alla creatività stessa degli animatori; il ricorso al digitale si limita alla colorazione acquerellata dei personaggi e ad alcuni virtuosi movimenti di macchina che anticipano La città incantata. L'effetto è di pura meraviglia visiva.
Per quanto riguarda la narrazione, I miei vicini Yamada opta per una struttura a sketch satirici in perfetto stile sit-com, che offre uno spaccato umoristico e insieme malinconico dell'istituzione familiare come riflesso della società giapponese a cavallo tra due millenni. Molte le trovate comiche deliziose, meravigliose le parentesi filosofiche, così come ugualmente riusciti sono tutti i richiami alle buffe strisce fumettistiche a cui Takahata guarda per la realizzazione.
Tuttavia la struttura episodica costituisce anche il principale difetto dell'operazione: non tutti gli sketch funzionano alla stessa maniera, e la parte centrale accusa qualche rallentamento di troppo. Il tutto però si fa perdonare da un prologo memorabile, da un finale lirico nel pieno stile Takahata, e dalla fisiologica empatia che lo spettatore instaura con la famiglia Yamada. Bello.

Filman  @  04/01/2021 16:53:13
   7 / 10
Con HOHOKEKYO TONARI NO YAMADA-KUN (I Miei Vicini Yamada) il regista Isao Takahata dimostra una certa praticità nel portare avanti film animati con tecniche che non vengono praticamente mai usate oggigiorno per i lungometraggi.
In questo caso la tecnica di disegno è funzionale alla leggerezza del film, che ha non solo i tempi e i toni di una situation comedy ma anche una struttura a sketch. Esattamente come una situation comedy, oltre un tot di minuti stanca e questo probabilmente rende il film mal pensato nell'idea, controbilanciato però da un'apertura interessante e da uno spettacolo divertente diretto in maniera anticonvenzionale.

adrmb  @  22/12/2016 18:49:09
   8½ / 10
A cavallo tra la le tematiche dei Simpsons dei Tracey Ullman Show e la leggerezza degli immensi Peanuts Takahata adatta la striscia di Hisaichi Ishii sfornando probabilmente la sua opera più sperimentale, il primo film in CGI dello Studio Ghibli che preceduto da opere di ampio respiro quali 'La tomba delle lucciole' e 'Omohide poroporo' potrebbe apparire come un puro divertissment (e in effetti lo è) in attesa dell'epitaffio 'La storia della principessa splendente' (altro grandissimo film), ma scavando a fondo ci si accorge come la mano autoriale del regista, il suo stile minimalista e le sue consuete tematiche riescono a conferire lirismo a quest'unione dei tanti slice of life, alcuni divertentissimi, alcuni dannatamente commoventi, altri ancora un po' più fiacchi (da qui non il massimo) pur se dannatamente efficaci nel ritrarre un perfetto ritratto familiare giapponese medio-borghese degli anni '90 (interessante in tal senso notare l'evoluzione dei ruoli cardine di padre madre e nonna rispetto agli anni '60, la cui ottica viene presentata da 'Omohide poroporo').
I dialoghi dei due matrimoni sublimati dalle sequenze oniriche più estreme presenti ai due poli estremi del film costituiscono una sorta di botta e risposta e offrono la giusta chiave di lettura per interpretare la polpa del film in un'ottica universale e disincantata, in piena linea con la poetica del regista.

topsecret  @  13/06/2016 20:35:32
   6½ / 10
Visivamente è il lavoro meno interessante dello Studio Ghibli, ma sopperisce alla grafica elementare con una serie di gag ben realizzata che si dimostra vincente. Parte un po' in sordina ma in corso d'opera le battute si fanno sempre più spiritose e divertenti.

Testu  @  27/05/2016 19:38:47
   7 / 10
Spezzoni di vita quotidiana, o come va di moda oggi, "Slice of Life", di una famiglia giapponese di ceto medio in era pre-smarthphone, con un abbozzato tratto a matita dai bordi aperti, un disegno deformed geometrico, e tenui colori acquarellati che rendono alla vista un effetto povero ma gradevole. La frammentarietà degli avvenimenti è dovuta principalmente alla fedeltà con lo schema dell'autore originario Hisaichi Ishii. Come prodotto d'animazione bisogna dire che le avventure di casa Yamada non iniziano nel modo migliore. Si da per scontata la loro conoscenza e le battute iniziali sono tra le più fiacche. La prima cosa che trasmettono e un senso di noia, ma pian piano che si conoscono i familiari il tempo passa sempre più piacevolmente. Gli Yamada si potrebbero quasi definire i pigri Simpson d'oriente per goffaggine ed epoca anni 90, nell'ottica di una versione ovviamente molto più garbata, semplice e in qualche modo affettuosa nel darsi aiuto. Dei quattro componenti il ruolo maggiore è affidato ai due capofamiglia, ma dei cinque membri solo la piccola e spensierata Nonoko funge da elemento veramente secondario (una Maggie parlante). Questa raccolta di eventi rimane sempre fondamentalmente leggera e, in ottica giapponese, ottimista. Del resto, il padre nonostante il lavoro tipicamente massacrante, ha una buona comunicazione e presenza coi figli nelle ore rimanenti, il suo rapporto genero-suocera alterna in modo buffo cortesia distaccata a battibecchi di confidenza e la sua sbadata consorte, benché si noti abbia il ruolo di gestire persone e finanze della casa, è piuttosto premurosa e bonaria. La compagna ideale se non fosse per i suoi pasticci e le misure generose. Tuttavia, si nota come verso la fine la produzione, nel tentare di rendere la società in modo onesto, non tenti di evitare qualche triste citazione di salute cagionevole, di cronaca nera e qualche malinconica presa di coscienza con la citazione dell'iconico tokusatsu Gekko Kamen, alias Moon Mask Rider. Come già detto in precedenza, lo stile generale è essenziale ma curato, coerente, ma con qualche raro virtuosismo stilistico e di movimento della telecamera, che insieme ai colori tradiscono l'uso, non troppo invasivo della computer grafica. Come ulteriore tratto distintivo, la produzione aggiungendo alcuni lunghi discorsi all'inizio e alla fine, pare voglia creare a modo suo un manuale per giovani famiglie. Francamente Houhokekyo Tonari no Yamada-kun o, più semplicemente, "I miei vicini Yamada", è qualcosa che fa un pò strano vedere importato da noi, non fosse stato Ghibli non se lo sarebbero continuato a filare di striscio nessuno ma, alla fine, nonostante una partenza migliorabile, devo dire che non mi è dispiaciuta come scelta.

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