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Gran bel confronto dialogico tra un padre e un figlio che assume un significato diverso con la scena finale. Bravo il bambino seppur con una recitazione troppo cinematografica, troppo sopra le righe per essere un bambino. Giallini come al solito è bravissimo, peccato averlo scoperto troppo tardi.
Realizzato per la serie "PerFiducia" questo corto gioca tutte le migliori carte in un finale a sorpresa, in cui il confronto precedente tra padre e figlio prende un significato totalmente diverso rispetto a quello voluto far trapelare sino all'epilogo. Molto bravi gli interpreti, in particolar modo il bambino (Andrea Calligari), mentre Marco Giallini, anche se nell'occasione un po' troppo gigione, è sempre una garanzia. Messa in scena minimale e adatta allo scopo (siamo nel carcere romano di Rebibbia), buoni i dialoghi a definire l'esigenza di affetto alla base conflitto generatosi per una promessa che il genitore non potrà mantenere.
Un piccolo gioiello. Una piccola opera teatrale ma che non ha nulla a che vedere con l'esercizio stilistico cinematografico. Giallini poi a me piace sempre.
Poggia interamente sulla prova dei 2 attori, senz'altro apprezzabili. Il finale però non mi ha convinto, mi è sembrato poco coerente rispetto alla situazione presentata sino ad allora e di conseguenza il corto in sè non mi ha nè colpito nè emozionato come avrebbe voluto fare e come sembra aver fatto invece con gli utenti qui sotto.
Grandi attori, gran finale, gran bei dialoghi per uno dei migliori cortometraggi in assoluto riguardo al filone Per fiducia.
Anche la location da dramma carcerario risulta una scelta riuscita e tutto è godibile e professionale, riuscendo a non scadere mai nel banale e nel risaputo.
Da non perdere; quando le idee son superiori rispetto a ciò che si ha a disposizione.