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Come tutti,mi trovo incredibilmente sorpreso nel commentare un film del 1924 che riesce ad essere all'avanguardia anche oggi,con trovate semplicemente straordinarie. Di Keaton avevo sentito parlare molto e molto bene,ma mai mi ero avvicinato ad un suo lavoro,devo ringraziare Compagneros che ha dato la spinta definitiva.
Tecnicamente sono rimasto a bocca aperta,sembra di assistere ai trucchi di un prestigiatore non fosse per il fatto che questo è un film muto,innovatore però non solo nel genere muto ma per il Cinema stesso. Keaton ha ispirato tantissimi e fa un pò male pensare che il sonoro,l'evoluzione del cinema, abbia significato per lui il declino impotente,proprio per lui che (mi) ha dimostrato di aver cambiato anche il Cinema non solo di genere muto. Per quanto riguarda le gag alcune sono veramente fantastiche (quella della moto ma anche quella del biliardo,certo è difficile trovarne una sola tra le tante ma quelle due sequenze sono le più spassose),le espressioni e la gestuaità di Keaton sono straordinarie e il significato di Sherlock junior è profondo e analizza cinema e vita vera. Come detto da qualcuno,uno dei primi esempi se non il primo esempio di metacinema.
La prima cosa che mi è venuta in mente alla fine è stata uno spontaneo:"Ma è geniale!". Ripensandoci è certamente cosi,ancora non capisco come Keaton abbia fatto tecnicamente a fare certe cose. Non solo tecnica però,anche la trama e la recitazione lo rendono indiscutibilmente un capolavoro.
Indubbiamente un gran film, anche se il suo lato migliore restano le gag, le trovate e la grande abilità di Keaton come stuntman. La storia è un po'esilina e non sempre il ritmo è uniforme, ma ne convengo che ci siano idee che da sole valgano la pellicola.
Il comico dalla faccia triste è uno dei più grandi geni che quest'arte ci abbia mai regalato; spesso superiore anche al più acclamato Chaplin, al cui ovattato verismo ha sempre opposto una disarmante naturalezza, sempre sul filo del surreale. In questo incredibile mediometraggio Keaton dà il meglio di sè, sia sul piano narrativo che tecnico, con invenzioni che lasciano a bocca aperta per la realizzazione. Decine di registi e attori a venire, a cominciare da Allen, gli devono tutto.
Corto di Keaton molto bello e divinamente realizzato. Questo corto è sicuramente uno dei capiosaldi del film d'autore, sia per il film in sé sia per gli effetti speciali incredibili per l'epoca. Però sono convinto che Buster può fare certamente di meglio, a prescindere che questo viene considerato un capolavoro assoluto.
Con questo Sherlock JR. riesce a costruire -senza neanche una sbavatura- un ponte grandiosamente espressionista che non fatica affatto a trovare quell'unione inossidabile tra realtà e finzione, vita e spettacolo, essere umano e attore calato splendidamente nella parte.
Una superba, divertentissima e impeccabile dichirazione d'amore da parte di un Mostro che non le mandava mai a dire!...semmai a vedere!..e ancor di più a ispirarare e prendere spunto.
Ho aspettato con ansia questo film perché ritenevo Keaton superiore nell' atteggiarsi allo slapstick rispetto Chaplin, ma quest' ultimo irraggiungibile nella regia; e finalmente, perché "La Palla Numero 13" è un capolavoro assoluto e ai livelli dei migliori risultati del regista di "Luci Della Città". E' la pellicola che ha ispirato Woody Allen per "La Rosa Purpurea del Cairo" che devo dire ne ha sfruttato la struttura in modo molto interessante, pur essendone il remake. Direttamente collegato con Vertov in Russia, specialmente per quanto riguada "Il Cameraman", qui Keaton è alle prese con quel che è il primo esempio di metacinema di tutti i tempi, molto più significativo del film russo (che viene comunque cinque anni dopo) perché mescola intelligentemente il cinema con la realtà, quindi i sogni e le fantasie in stretta relazione con la vita di tutti i giorni. Capolavoro proprio perché è la funzione principale del cinema stesso, così misterioso nella sua capacità di farci immedesimare con la storia che a volte può accadere qualcosa di magico e inspiegabile. E qui la regia è una lezione per tutti, Chaplin compreso, un Keaton prestigiatore con l' insignificante dettaglio che ciò che si vede è tutto vero, successo realmente; anche se solo nelle fantasie del protagonista. Decine i momenti degni di nota. E se fosse Buster Keaton il primo grande surrealista della storia del cinema?.
Una pellicola affascinante, un gran capolavoro. Durante la proiezione ero frastornato ed ero incredulo di fronte a cotanta perfezione. Un film d'avanguardia, girato in maniera sublime con una fotografia monumentale. La scena cult e una delle mie preferite in assoluto è quella del biliardo. Immortale
un colosso del cinema muto! La migliore opera cinematografica che sia riuscita a spiegare l'importanza del cinema per l'immaginario onirico umano! impressionanti le gag di Keaton che si destreggia con palle da biliardo (quella che da il titolo al film è la numero 13), motociclette e travestimenti.