l'inferno regia di Danis Tanovic Francia, Belgio, Giappone, Italia 2005
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l'inferno (2005)

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locandina del film L'INFERNO

Titolo Originale: L'ENFER

RegiaDanis Tanovic

InterpretiEmmanuelle Béart, Karin Viard, Marie Gillain, Jacques Gamblin, Jacques Perrin, Guillaume Canet

Durata: h 1.35
NazionalitàFrancia, Belgio, Giappone, Italia 2005
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2006

•  Altri film di Danis Tanovic

Trama del film L'inferno

Sophie, Celine e Ane sono tre sorelle che portano sulle spalle il peso di una tragedia familiare che ha segnato la loro infanzia e che non sono riuscite a dimenticare. Ormai adulte, si sono allontanate e hanno costruito ognuna una propria vita. Sarà l'arrivo di un uomo a sconvolgere le loro esistenze, a dare loro l'occasione di ritrovarsi, confrontarsi tra loro e con il passato...

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Voto Visitatori:   8,15 / 10 (17 voti)8,15Grafico
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Voti e commenti su L'inferno, 17 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

AMERICANFREE  @  12/08/2014 23:06:51
   7 / 10
Buon film sui problemi famigliari che ha cambiato la vita di ogni persona. Ottima recitazione, girato ottimamente.lo consiglio

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  07/08/2012 18:24:24
   7 / 10
Tre donne, una figura paterna negata, il peso della colpa che ne condiziona la vita, che le separa e poi le riunisce. Trama accattivante che raggiunge momenti emotivi molto intensi.

bebabi34  @  16/06/2011 11:26:23
   5 / 10
Dramma (o trauma) familiare raccontato con un mosaico di sequenze a volte troppo slegate. Buona la prova del cast. La trama è piuttosto prevedibile e quindi alcuni particolari lasciati in sospeso non provocano la dovuta sorpresa. Un film triste, ma poco emozionante, e con un finale...

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dave89  @  03/06/2011 10:52:57
   7 / 10
Bel film. da vedere.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  29/11/2010 00:19:57
   8 / 10
Drammone famigliare a tinte fosche, di quelli che mi mandano letteralmente in estasi.
Trattasi, tra l'altro, del secondo capitolo (il primo è stato "Heaven" di Tom Tykwer) di una trilogia postuma sui regni ultramondani firmata Kieslowski, ed infatti appare notevolissima l'operazione di scandaglio psicologico sui personaggi, flebili pedine traumatizzate in una realtà senza religione, che non riesce più a vivere la tragedia ma, se mai, solo un grande dramma.
Complesso e affascinante nell'intelaiatura simbolica (il nido dal quale precipita l'uccellino, i 'gironi infernali' dell'albergo in cui si sta consumando un adulterio), mozzafiato per la messinscena visiva e sonora, un tantino banale nelle conclusione ("je ne regrette rien..." troppo semplicistico) ma assolutamente da non perdere.
Tanovic ricopre con dignità un investitura che avrebbe scoraggiato chiunque e lo fa con stile e assoluto rispetto della materia.
Forse il maestro polacco avrebbe contestato qualcosina, ma è un vero filmone che dà modo di misurarsi con i fantasmi del proprio essere.
Interpreti eccellenti.

Tuonato  @  12/12/2009 01:13:30
   10 / 10
Secondo film del progetto postumo "Paradiso, Inferno e Purgatorio", orginariamente targato Kieslowski/Piesiewicz ma che, a causa della scomparsa di KK, non fu poi realizzato dal regista stesso.

Destino o coincidenza? Come se ci fosse poi chissà quale differenza sostanziale, cambia la forma l'idealizzazione ma non il risultato. La seconda sembra appartenere più alla nostra epoca, periodo nel quale i drammi hanno sostituito le tragedie. E proprio di dramma si tratta - perenne - nel quale sono immerse sin da piccole le tre sorelle Sophie, Celine ed Anne. Dramma tutto al femminile dal quale sembra non ci sia via d'uscita, anzi, inesorabilmente la vita le conduce, con il suo procedere a spirale, lentamente, sempre più giù nell'Inferno. Marcate sin dalla nascita. Destino.

"....la notte mi uccide il giorno mi riporta in vita
il giorno si perde la vita s'abbrevia
nei sogni, nelle incertezze
nella speranza, nell'attesa
sogno la vita e vivo sognando
nascondo il mio cuore, accuso il mio cuore
di non vivere più e di sognare ancora
nell'attesa, nella speranza."

Desolatamente e scoraggiosamente Kieslowskiano. Che l'abbia girato l'ottimo Tanovic è un dettaglio perchè questo film trasuda KK dall'inizio alla fine.

Io l'ho trovato perfetto. Non ho trovato alcun difetto, tutto superbo. Dalla sceneggiatura convincente e sorprendente alla fotografia soggettiva per ogni sorella, dal ritmo categoricamente lento alla Béart, la Gillain e la Bouquet: bravissime e bellissime.

KK può sorridere. Ovunque si trovi.

Ironkarlo  @  17/04/2009 14:06:34
   6½ / 10
10 è esagerato...
il film parte lento, quando poi si sviluppa la storia diventa interessante...

giuliapra  @  11/02/2007 13:21:51
   10 / 10
profondo ed emozionante.. da vedere

Gruppo REDAZIONE maremare  @  11/01/2007 09:50:21
   7½ / 10
Film di atmosfera su script del grande KK.
La storia di tre sorelle segnate da un trauma infantile.
Una chicca la scelta della splendida Beart nella parte della moglie tradita.
Da vedere.

  @  13/10/2006 17:34:51
   10 / 10
stupendo!! da vedere

1 risposta al commento
Ultima risposta 11/01/2007 09.55.45
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  11/10/2006 10:26:29
   6½ / 10
Il trittico di film ideato da Kieslowski continua a prendere vita e dopo il non eccezionale “Heaven” diretto da Tom Tykwer,Danis Tanovic ha deciso di sobbarcarsi l’ardua impresa di realizzare “L’enfer”.
Storia di tre sorelle, che pur abitando nella stessa citta’ ,si sono perse di vista colpite da un grave trauma infantile.
Le loro vite sono tutt’altro che serene,Celine conduce un’esistenza solitaria dedicata all’anziana madre,Sophie soffre i continui tradimenti del marito,Anne è invece perdutamente innamorata di un maturo docente universitario che non ricambia…quando nelle vite delle tre donne entrera’ Sebastien tutto cambiera’ prospettiva,le sorelle si riavvicineranno (?) sino a trascinarci in un finale ad alto tasso drammatico.
Interessante notare come Tanovic,per sua stessa ammissione,figlio di un inferno devastante come quello della guerra nell’ex Jugoslavia, si sia avvicinato alla sceneggiatura originale per mostrare come il dramma possa esistere anche in ambienti borghesi,benestanti,apparentemente lontani dai problemi.
In questo caso viene celebrato il dramma del non detto,che obbliga le protagoniste ad una vita segnata da un fatto che si rivelera’ diverso da cio’ che loro hanno sempre creduto.
Non tutto funziona a dovere pero’,preso atto che Tanovic è abilissimo con la macchina da presa,che le attrici sono tutte molto brave,che i sentimenti e gli stati d’animo sono ben rappresentati, a rovinare un po’ il tutto è il continuo citazionismo ed il continuo simbolismo a cui Tanovic si affida,i dialoghi sono spesso eccessivamente altisonanti e retorici,la tensione è veramente poca e non bastano i buoni venti minuti finali a risollevare dal torpore la pellicola,la fotografia è banale e gia’ abbondantemente sfruttata con l’idea di affibbiare una tonalita’ diversa di colore ad ognuna delle tre protagoniste.
A mio avviso siamo lontani e di molto da celebrare questo film come un capolavoro,sicuramente è una pellicola interessante, ma No man’s land (film che segno’ il debutto di Tanovic) era di livello notevolmente superiore.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  25/07/2006 21:49:39
   7½ / 10
Non è facile valutare questo film, che merita sicuramente dei voti altissimi per lo script (soggetto di Kieslowsky, e si vede) ma qualche punto in meno per lo svolgimento.
Giustamente la critica ha evidenziato quanto Tanovic fosse a disagio in una prova non sua: si direbbe in effetti un film privo di identità.
Eppure resta un'opera tra le piu' interessanti della stagione.

L'espressione tangibile del dolore di un trauma è attraversata da una sorta di protervia continuità, alla ricerca inconscia ma profonda, radicale della protezione drammatica del dolore stesso.
E' qualcosa che non ci lascia mai, che amiamo lasciare alla fredda ferita, qualcosa che non avrà mai una necrosi epidermica nè psicologica.
Il dramma della disperazione nativa ("no man's land") cede il posto a un Tanovic insolito (produzione franco-belga-giapponese - ?!) dove i destini di tre donne vengono plasmate da rivelazioni ed eventi.
"L'enfer" è il feto femminile dove grava il senso di sconfitta delle tre protagoniste: un corpo frenato da un desiderio mai vinto, la gravidanza di una relazione sofferta, il corpo che ha già dato ed espia i tradimenti coniugali con un senso quasi masochista di voyeurismo.
Un film intenso, forse troppo, sorprendentemente feroce, e a tratti traspare un minimalismo degno del miglior cinema francese contemporaneo.
Sautet per esempio?!
E i ripetuti scontri coniugali tra la Beart e il consorte hanno forse lo stesso essenziale vigore di Rivette... o magari la trasfigurazione soggettiva di Chereau (l'immenso "Gabrielle").
Come in quel film, L'enfer è una rischiosa sfida cinematografica, non priva di prolissita' e momenti sottotono, ma talmente incisiva da non lasciare indifferenti.
Che non sia piaciuto alla critica poco conta: sarà rivalutato, pur con i suoi difetti, in futuro.
Ripeto: attenzione, chi ha vissuto eventi del genere si premuri ad evitarlo.
Perchè è dannatamente irreversibile nel consolidare un moto temporale che non puo' essere cambiato, come se il tempo determinasse e in modo impellente la condanna del destino.
Eppure nel consolidamente delle verità c'è una via di fuga o meglio una rappacificazione con i propri tagli bruschi del passato.
Realtà che la frase "sogno la vita e vivo sognando" sembra apparentemente l'unico mezzo di accettazione di sè.
Poi parlano le immagini: immagini di cupi condomini francesi, della natura che processa il senso enorme della vita (occhio all'iniziale, splendida sequenza del cu**** che scaccia i fratelli cfr. segno di una radice estirpata fin dalla nascita).
Eppure quando Tanovic racconta la relazione di una delle donne (la piu' giovane?) con un maturo professore universitario, c'è un forte rischio di precipitare nel naivitismo di un banale fotoromanzo.
Difetti conpensati dall'equilibrio spezzato dal senso delle scelte ("cosa sono io, destino o coincidenza?").
No, non è coincidenza.
Anche i tempi morti che annaspano alla ricerca di una soluzione ne valorizzano la crescita.
Insomma, non saro' io a rovinare una media così alta, e del resto le splendide interpretazioni delle attrici (fra cui una conturbante Bouquet sensuale anche con i capelli bianchi) e l'affascinante aria cospiratrice del soggetto mi hanno letteralmente sconvolto, e superano di gran lunga qualche perplessità stilistica

bea80  @  21/06/2006 00:24:38
   9½ / 10
Bellissimo, intenso, emozionante. Ringrazio paul per avermelo consigliato.

Invia una mail all'autore del commento Marla Singer  @  19/06/2006 11:06:35
   9 / 10
EMOZIONANTE.certo la figura maschile ne esce veramente male, meschina e vigliacca.
Regia e la fotografia sono da manuale, e le tre attrici davvero coinvolte e coinvolgenti.Come già detto...viva il buon cinema!

Vegetable man  @  19/06/2006 11:02:09
   9 / 10
Film incentrato sulla sofferenza della condizione umana, nello specifico femminile, usando come paradigma la Medea di Euripide (che è una citazione ricorrente nel film). La regia è molto curata, con diverse immagini deliziose, ed è molto felice la scelta di privilegiare sguardi ed azioni dei personaggi piuttosto che un fiume di parole, come accade di solito in altri film sugli amori contrastati. Si può trovare un difetto nella linearità della trama, che non fa mai "strappi", ma ad ogni modo è un film davvero interessante e meritevole di una visione. Mamma mia Emanuelle Beart !

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Gruppo COLLABORATORI paul  @  15/06/2006 00:28:18
   9 / 10
Concordo con regista, un film eccezionale, avrebbe dovuto essere (tanto tempo fa) diretto da Kieslowski, ed infatti è stato scritto da Kieslowski medesimo (insieme all'inseparabile Krzysztof Piesiewicz, fido cosceneggiatore del Dogma e dei "tre colori") ed è a lui stesso dedicato. Sotto certi aspetti ancora più incentrato sulla figura della donna di quanto faccia Almodovar con Volver. Sicuramente più venato da forte misiandria. Laddove l'uomo passa per un inetto, qui passa per una figura crudele. Ed il finale, l'ultima frase scritta dalla Bouqet, è emblematica. Imperdibile per chi ama K.K. e il bel cinema. Fotografia e montaggio superbi.

6 risposte al commento
Ultima risposta 18/07/2006 13.52.16
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regista  @  10/06/2006 15:42:56
   10 / 10
un capolavoro tanovic è superbo atrrici bravissime soprattuttu la bèart particolare ma bellissimo da vedete viva il buon cinema

3 risposte al commento
Ultima risposta 17/05/2007 11.08.40
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