Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Film d'esordio alla regia per Edson Oda che racconta la vita (e invita a celebrarne ogni singolo momento) tramite un espediente metafisico e originale, fuggendo dalle solite banalità. Sapiente soprattutto per come viene dato spazio ai vari personaggi, ognuno dei quali ha modo di mettere in mostra, chi più e chi meno, la propria personalità. A questo proposito va aggiunta anche la bravura del cast tutto che così bene riesce a dare vita alla propria figura, con una menzione particolare al trio Winston Duke - Zazie Beetz - Bill Skarsgard.
Una location che simboleggia una sorta di limbo in cui dei candidati vengono "scelti" per ottenere una vita vera, nove giorni di "prova" attitudinale e osservazione umanista, studio degli esseri umani per quello che potrebbero dare al mondo in caso di "vera vita", manifesto sulla vita e contro il suicidio. Soggetto originale questo di Edson Oda: c'è però un problema notevole. Il film è quello che tecnicamente si definisce "film a focalizzazione esterna": i personaggi sanno molto di più di quanto sanno gli spettatori e il film decide di non essere didascalico, di non spiegare ma solamente di far intuire. Ciò che viene fatto intuire è però costruito in modo tale da rimanere sempre in nuce: lo spettatore non ne è partecipe, la carica emozionale è volutamente minima (se non nel finale) e il film diventa una di quelle classiche opere che o ti trascina via o scorre sull'epidermide dello spettatore senza lasciare particolari sussulti. Per quanto mi riguarda è accaduta la seconda situazione.
Film che avrebbe potuto osare molto di più. Ha una prima parte davvero molto accattivante, dialoghi stimolanti, regia raffinata, da cinema d'autore, ambientazione
in questa realtà parallela dal fascino retrò della tecnologia che sembra ferma agli anni '80-'90. Dovrebbe rappresentare l'aldilà, il limbo... chissà dai dialoghi neanche i protagonisti sembrano averlo ben chiaro.
C'è poi una parte centrale in cui le situazioni eccessivamente ripetitive, annoiano un po'. Ed un guizzo finale... nell'ultima mezz'ora, che porta diversi spunti di riflessione, certo, non particolarmente innovativi, ma comunque interessanti.
Ambientazione ed una buona fotografia che illumina un contesto metafisico. Nove anime da selezionare e solo una sarà scelta per vivere quell'esperienza chiamata vita. Lo spunto non sarebbe nemmeno da buttare via, tuttavia manca quel grado di coinvolgimento che attira realmente l'attenzione. In fondo sono sempre i quesiti sul senso della vita stessa, del perchè vada vissuta e sulla natura che determina le nostre scelte. E' presente, a mio parere, una certa pretenziosità di fondo, il quale ha certamente influito sul mio personale grado di giudizio. Formalmente di buon livello, ma come contenuti non mi ha convinto in fondo.