Quando una giovane donna americana viene mandata a Roma per iniziare una vita al servizio della Chiesa, incontra un'oscurità che la porta a mettere in discussione la sua stessa fede e a scoprire una terrificante cospirazione che spera di far nascere il male incarnato.
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Il nuovo trend di dirigere i prequel di classici del passato dopo lunghissimo tempo, si sta rivelando una formula riuscita ed è già uscito anche quello di " Rosemary's Baby". "The First Omen" vanta innanzitutto una piacevolissima e riuscita ricostruzione di Roma dei primi anni settanta, visivamente e tecnicamente è ben realizzato e non disdegna di scene abbastanza audaci. Discreta prova del cast ad iniziare dalla protagonista Nell Tiger Free che interpreta "Margaret Daino" e la bellezza ispanica di Maria Caballero nel ruolo di "Luz Valez". Piccoli ruoli per Bill Nighy e Charles Dance. Sicuramente meritevole di una visione dove le due ore di durata passano in un attimo. Il collegamento finale con "The Omen" del 1976 con Gregory Peck crea una certa suggestione anche se c'è qualche incongruenza tra le due pellicole. Promosso.
Il film e ben fatto e l'atmosfera e perfetta per il genere,più splatter che suspance,forse l'eccessiva durata lo rende a tratti noioso,per essere il millesimo film del genere non è male
Non male nonostante alcuni eccessi evitabili, specie nel finale... Non impazzisco per il film capostipite ma questo prequel è ben realizzato e non disdegna di sequenze per "stomaci forti".
Partito con aspettative bassissime, un prequel di un capolavoro di quasi 50 anni fà che aveva le premesse di ricollegarsi alla nascita di Damien e di spiegare appunto l'origine del presagio. Pensavo fosse il solito film con un sacco di jump scare buttati li a casaccio e con poca storia, invece mi sono dovuto davvero ricredere, la storia è interessante, l'atmosfera all'interno dell'orfanotrofio trasmette tanta tensione e ci sono alcune scene ben fatte che lasciano il segno. Il finale arriva a collegare bene e in maniera chiara l'inizio del primo film, davvero uina bella sorpresa, da vedere dopo aver riguardato il film del 1976.
Avevo aspettative basse per questo prequel, però mi sono dovuto ricredere almeno in parte perchè è un film che riesce a riportarci a quell'atmosfera malsana horror anni 70 e riuscendo a non essere un prodotto solo per nostalgici. Inserito in un contesto di contestazione giovanile che fornisce lo sfondo, la questione satanismo è parzialmente accantonata per mostrare l'anima divisa dell'Istituzione chiesa, paurosa non tanto per il diavolo in sè ma disposta ad usare il diavolo stesso per impedire quel processo irreversibile di secolarizzazione che mina le basi del potere della chiesa stessa, perlomeno di quella parte deviata e più estremista all'interno di essa. In ciò si inserisce una buona galleria di personaggi ben caratterizzati, qualche richiamo al Presagio di Donner ed una citazione molto palese del Possession di Zulawski. Pochissimi Jumpscare, giusto un paio, ma una buona costruzione d'insieme tesa a creare un terrore che si insinua sottopelle con delle sequenze anche piuttosto forti. Non ci avrei scommesso una lira, ma l'ho apprezzato, anche in presenza di errori evidenti come la compilation di canzoni nella serata in discoteca.
Direi che è quasi un miracolo, un prequel su una saga horror ormai vecchia di cinquant'anni che riesce nell'essere (nonostante i paletti di trama che debbono per forza collegare il tutto) fresco e tutto sommato non così scontato. Il merito probabilmente (oltre al giusto cast) è da trovare nell'abilita della regista, che usa tutte le libertà e il budget nelle migliori ipotesi possibili per un film del genere. Ambientazione anni 70 in Italia ottimamente azzeccata, i notturni sono fantastici nel mostrare una città santa e maligna allo stesso tempo come può esserlo Roma, così come l'approccio indie che ricerca tramite immagini e sonoro (colonna sonora al bacio quando parte il richiamo a quella storica di Goldsmith) il vero impatto della pellicola. Belle le strizzate d'occhio a Possession, in particolare la scena in cui avviene la crisi stile Adjani.
Dopo 48 anni (!) dal mitico "Il presagio" con Gregory Peck ecco il prequel diretto della saga della saga che probabilmente genererà anche un suo seguito... A me piacciono questi film horror a sfondo religioso e devo dire che questo lo porrei tra i migliori usciti negli ultimi anni se non fosse per qualche caduta nel ritmo. A tratti la trama è, soprattutto se si conosce la saga, un po' telefonata ma nel complesso il film è capace di intrattenere fino alla fine in maniera discreta... Per gli appassionati del genere è un pezzo del puzzle che andrebbe sicuramente guardato con un certo interesse ed anche una buona scusa per poi rivedersi il mitico Omen originale, per tutti gli altri: non così malaccio tutto sommato...
Sono casi più unici che rari, ma a volte può capitare che vai al cinema a vedere un film che già sai che ti farà ca*are, con il solo scopo di farti due risate con gli amici e poi scrivere un commento fortemente sarcastico e denigratorio su filmscoop, e poi invece va a finire che resti favorevolmente sorpreso. Molto curato sotto l'aspetto scenografico e visivo, con più di una buona intuizione di regia, mentre a livello di sceneggiatura paga un po' lo scotto di doversi muovere all'interno di binari per larga parte predefiniti…comunque tanta roba per essere il sesto capitolo di una saga che era già bollita dopo il secondo episodio. C'è rispetto per il franchise e allo stesso tempo voglia di affrancarsene per fare qualcosa di non banale. Regista esordiente da tenere d'occhio.