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L' idiozia della guerra si tramuta secondo Bozzetto in una folle corsa (esaltata dal carrello laterale) verso un potere effimero ed evanescente. Il ritmo indiavolato è scandito dalla straordinaria Rapsodia Ungherese n°2 di Franz Liszt. Le epoche si susseguono ma l'antifona autodistruttiva è sempre la stessa anche se l'autore milanese concede un briciolo di speranza trovando nella conoscenza la chiave risolutiva, elevando dalle tenebre dell'ignoranza la razza umana in un finale pacificante.
Rapsodeus è il simbolo dell'umanità ossessionata dal possesso. Da questo e soprattutto dalla mancanza di condivisione di una cosa si scatena il finimondo e di conseguenza genera guerre e distruzione. La piccola luce verde che viene rincorsa per tutto il film può essere tutto e il contrario di tutto. Non importa in fondo che cosa è veramente, l'importante è possederlo in maniera esclusiva. Bozzetto, ritmando il fumetto sulle rapsodie di Liszt, rimane fedele alle sue figure stilizzate, utilizzando più computer grafica per lo sfondo e creando un lungo inseguimento che percorre tutte le ere sanguinose dell'umanità. Direi indovinato il finale.