Vole è accusato di aver assassinato una ricca vedova. Il testamento dell'uccisa, steso pochi giorni prima della sua morte, costituisce erede di una notevole sostanza il presunto assassino. La situazione di Vole è resa ancora più delicata dall'atteggiamento ambiguo della moglie Christine, una tedesca, ch'egli, inglese, ha incontrato ad Amburgo ed ha sposato durante l'ultima guerra. Il caso di Vole interessa vivamente un celebre avvocato, sir Wilfred Roberts, il quale, convinto dell'innocenza dell'imputato, malgrado la sua età non più giovane e le sue precarle condizioni di salute, ne assume la difesa.
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Filmone di Wilder con una sceneggiatura tra le più prorompenti di sempre nel genere processuale, dialoghi spettacolari e cast eccelso... unica nota negativa che non fa gridare al capolavoro assoluto è l'epilogo, gestito troppo alla sbrigativa.... inoltre, la pugnalata finale, decisamente evitabile, che, tra l'altro, pare non sia neanche presente nel testo originale della Christie. Peccato
"Testimone d'accusa" è avvolto in un oggettiva bellezza che lo porta, senza pendenti dubbi, ad esser apprezzato dai più. Billy Wilder notevole alla regia inizia a deliziare lo spettatore con un cast di eccellenza, Charles Laughton porge una prova mostruosa idealizzando di conseguenza il suo intrigante e spettacolare personaggio. A livello di tecnico il tutto gira per il meglio, oltre agli attori ,in un palese strato di grazia, segue una buona fotografia, regia per quanto concerne le inquadrature perfetta.
"Testimone d'accusa" si avvale di una trama di primo livello, spettatore automaticamente coinvolto, ma oltre alla storia ben congeniata è la sceneggiatura, nelle sue sfaccettature circa i personaggi, a potenziare tale lavoro del 1957. Tutti i protagonisti hanno un massiccio spessore psicologico, su tutti il formidabile avvocato piena esplosione di ironia, cinismo ed estro evasivo. A giocare una carta preziosa in questo film sicuramente i dialoghi creati proprio per rendere la pellicola fastosa e brillante, alle volte "Testimone d'accusa" abbandona il pesante (ma interessante) clima giudiziario per dirottarsi, sempre in modo puntellato, nella commedia. Billy Wilder contorna il film con un finale sorprendente ove i colpi di scena dilettano ulteriormente coloro che visionano "Testimone d'accusa", l'epilogo è fastoso, energico e magniloquente; gran bel film di un tempo che fortunatamente ha goduto di una buonissima e meritata fama.
Dramma giudiziario stilisticamente perfetto firmato da quel Regista con la R maiuscola Billy Wilder. Tratto da un racconto di Agatha Christie, lei stessa dichiarò che è la più grande trasposizione cinematografica di una sua opera. Laughton e la Dietrich superlativi, solita grande parte di Tyrone Power. Sublime
Ringrazio LoSpaccone che me lo ha consigliato sulla scia de La Parola Ai Giurati. Amo questo genere, un eredità trasmessami dal mio vecchio, ma devo dire che questo film è capace di incollare allo schermo anche i non amanti. Mescola ironia, suspance e risvolti interessanti per creare due ore di film intrigante e ben recitato. L'avvocato Wilfred è uno spasso.
Grande Wilder. Un altro film pauroso e bellissimo soprattutto la prova di Charles Laughton, tagliente e da scompisciarsi dalle risate. Solo Wilder poteva scrivere questo giallo processuale, nessun altro lo ha fatto con così tanta ironia. Una perla di film non dovete perderlo.
Il capolavoro che non ti aspetti. Dopo "La fiamma del peccato" e "Viale del Tramonto" (e non ho visto "Giorni Perduti"), Billy Wilder ci regala un'altra perla, probabilmente il miglior film processuale della storia del cinema. Una sceneggiatura perfetta tratta da un romanzo di Agatha Christie, indubbiamente è impossibile staccare gli occhi dal film mentre lo si guarda, non si può, o meglio non si riesce a perdere nemmeno un minuto. E mentre negli ultimi venti minuti comincia a intuirsi qualcosa, subito si cambiano le carte in tavola in un finale splendido e riuscitissimo. Che dire, poi, degli attori: Charles Laughton ci ha offerto un'interpretazione sublime, superba che rientra nella categoria delle migliori della storia del cinema, perfetta soprattutto nel finale Marlene Dietrich. Wilder ha scritto una grossa pagina della storia del cinema.
"Lo sa, Miss Plimsoll, che nel mio letto di dolore ho seriamente pensato di strangolarla con uno dei suoi tubi di gomma? Poi avrei confessato il delitto e mi sarei assunto per la difesa."
Wilder ci consegna uno dei migliori film della storia del cinema, non ci si scolla mai dallo schermo, probabilmente gli ultimi 10 minuti migliori di tutti i tempi.
Premetto che non do il massimo voto perchè questo film mi ricorda troppo "Il caso Paradine", la figura di Laughton che fuma il sigaro nella stessa maniera non aiuta in questa mia impressione, d'altro canto ritengo che il film di Hitchcock abbia un tocco più personale e forse lo preferisco, o non lo ritengo inferiore. Per il resto che dire, inizia che sembra una normale pellicola, si procede con dialoghi che ti fanno ancora una volta ringraziare Billy Wilder di aver scelto una certa professione, e poi, quando quasi te ne eri dimenticato fosse presente nel cast, l'entrata in scena di lei, Marlene Dietrich. Marlene(56 anni qui???ne dimostra 20 di meno) è ovviamente la Dark Lady, l'unica in grado di dare un senso alla storia, ma nella logica del noir, e del mistero che essenzialmente è lei in questo caso, letteralmente non permetterà che venga buttata alcuna "luce" sul mistero stesso(il famigerato "test" del tutto personale dell'avvocato Wilfred Roberts). Interessante per di più la figura della Dietrich che può quasi essere collegata alla figura da lei stessa interpretata 14 anni prima in "Scandalo internazionale" sempre di Wilder, dove interpretava proprio la parte di una tedesca che cantava in un locale in Germania. Una pellicola geniale, divertente come "Sabrina", l'assenza di sbavature di "La fiamma del peccato", per un indimenticabile noir giudiziario con un indimenticabile colpo di scena finale.