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Tra i primissimi film in assoluto a parlare della droga in un certo modo (secondo me comunque sbagliato), non necessariamente di condanna (seppur qualunquismi, clichè e frasi fatte non manchino).
E' più che altro un film di attori (grandissimi McGregor e Carlyle, che nel tempo dimostreranno le proprie doti anche in film e ruoli tra loro diversissimi, come lo stesso regista Boyle del resto), salvato da una sceneggiatura molto buona e citazionista (L'atalante, certi film di 007, ecc.) e di pesanti scene indimenticabili (quando McGregor entra nel bagno lercio ad esempio, il neonato lasciato morire, ecc.)
Splendide musiche (Iggy Pop, la leggendaria Born slippy degli Underworld, ecc.), caratterizzazioni molto curate e credibili (il mezzo matto Spud, tra i tanti), montaggio serratissimo e professionalmente videoclipparo per un ritratto generazionale indiscutibilmente verosimile, sia negli eventi, sia nei modi di fare (e purtroppo ancora valido dopo più di 15 anni dalla sua realizzazione); il titolo va a riferirsi al passatempo di fermarsi a vedere i treni che passano (alla "Il ragazzo di campagna", per intenderci XD) seppur tale cosa nel film sia solo accennata.
Un incontrovertibile cult, che ha influenzato decine di film e serie tv (Human traffic, Spun, e via dicendo), divenendo manifesto degli anni '90.