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Maccio è sempre Maccio...in questo caso fa ricorso al metacinema (che non gli è argomento nuovo) ed i risvolti non sono proprio da sbellicarsi dalle risate...siamo dalle parti del sarcasmo e della satira anche cupa, ma Marcello Macchia ci ha abituato a questo suo stile e se piace questo comico il risultato è anche stavolta riuscito. Comicità intelligente e riflessiva.
Anche per Maccio Capatonda è arrivato il suo momento 8 e mezzo. Il protagonista è Maccio stesso, a corto di ispirazione con la sindrome della pagina bianca. Così arriva l'occasione di un presunto ritorno alle origini della sua comicità perdendo quella parte imborghesita di se stesso, attraverso prove tragicomiche in cui perde tutto. Non male questa miniserie che gioca molto sul rapporto del comico e della difficoltà di creare senza il vissuto dei suoi vecchi personaggi. Il tono della commedia è ben equilibrato da qualche momento di riflessione. Sconfort zone è un modo come un altro per Capatonda per ridefinirsi.
Maccio in crisi creativa, e la sensazione che fosse effettivamente la verità permaneva in tutta la mia visione... per me non è una grande idea, farne la mancanza di idee il soggetto di un lungometraggio in episodi... per carità si lascia vedere, si vede lo sforzo di stuzzicare l'interesse con la vicenda un po' thriller, e la bravura degli attori è notevole. Ma il finale troncatissimo non mi è piaciuto. 6 di stima per Maccio... anzi, Marcello MACCHIAAA.
La premessa è audace e promettentissima: saldare l'idea dell'"arte dalla catastrofe" con la crisi di creatività, dunque col suo recupero liberandosi del success'ottenuto e d'ogni beneficio ricevuto dalla propria stessa arte in un continuo ritorno alle origini ("Back to the Future" è il mantra del serial). Dopodiché qualche pallido sussulto nel dramedy al di sotto dell'aspettative suscitate.