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Ricordo di aver fatto abbonamento alla streaming tv solo per vedere questa serie appena uscita
Chi ha visto il padrino non può non vederla in questa modalità non da documentario o biopic, ma con la messa in opera della vita dei vari creatori di questa opera prima, nomi importantissimi oggi.
Per farla breve è ben sceneggiata, la scenografia è azzeccata, usi e costumi del periodo sono curati. Non vedrete Al Pacino, ma un attore che lo interpreta. Tutti i personaggi che hanno lavorato al film sono rappresentati da attori attuali che gli somigliano e li interpretano. Vedremo tante cose: il confronto tra produzione e società, tra i vari attori con regista... se pur breve come serie è riuscita a dare tantissimo, perchè scritta molto bene.
"Bob, sai quanto me che nessuno vuole stare così tanto al cinema per un film di gangster!" "Si, lo so, ma questo non è il tipico gangster movie. Non lo è mai stato. E noi non offriamo al pubblico una transizione, gli offriamo un'esperienza. Dobbiamo evolvere con la popolazione. Dobbiamo guidare la rivoluzione. Questi sono film che infrangono le regole. Non sono formule. Funzionano anche per questo. Ma non possiamo inseguire ciò che vuole vedere il pubblico. Noi dobbiamo mostragli ciò che deve vedere" Bob Evans - Paramount La storia della genesi de Il Padrino raccontata con un gusto e un amore per il cinema sconfinato. La ricostruzione storica, il cast (Coppola e Mario Puzo in copertina rendono abbastanza bene l'idea), la regia, il livello delle performance attoriali, la scelta di osservare e riproporre fuori campo le sequenze originali del film e le reazioni degli addetti ai lavori, la valanga di aneddoti snocciolati durante le 10 puntate. Roba assurda, soprattutto il contesto storico in cui si girava. Per tutti gli amanti del cinema direi una tappa obbligata.
In effetti questa miniserie è un'offerta che non si può rifiutare. Questo dietro le quinte della realizzazione di uno dei più grandi film di tutti i tempi riesce a farti respirare l'aria di quell'epoca. Quella New Hollywood che rimane, parere personale, la più florida della storia del cinema e non solo americano. Per me gli anni 70 sono irripetibili. Si guarda sempre il denaro perchè in fondo Hollywood è un'industria e vuole fare profitti, senza però umiliare creativi ed artisti. Albert Ruddy è il punto focale della storia, lo snodo dove vengono poste problematiche che lui deve risolvere come ogni buon produttore che si rispetti. Ma è un lavoro sfiancante, che assorbe totalmente tanto da essere in trincea h24. Dieci episodi serrati per ritmo e coinvolgimento, tra dramma e humor, con ottime caratterizzazioni ed il Bob Evans di Goode credo che sia una delle cose migliori, istrionico e fragile, insieme al Joe Colombo di Ribisi. Il cast è perfetto, la ricostruzione d'epoca eccellente, una narrazione che non offre tregua. Miniserie bellissima che celebra degnamente i 50 anni del film.