Ispirata a fatti realmente accaduti, la miniserie racconta la storia di Marie, un'adolescente accusata di mentire sulla violenza subita da uno sconosciuto che si è introdotto nella sua abitazione. Il caso verrà seguito da due detective donne che attraverseranno un percorso tortuoso per arrivare alla verità.
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I casi di stupro sono estremamente complessi ed occorre molta esperienza da parte degli inquirenti, parecchi dei quali li considerano come delle rogne da cui liberarsi il prima possibile. Se la situazione di Marie Adler sembrerà assurda, vedendo come corollario il documentario Victim/Suspect, sempre su Netflix, ci si renderà conto che non è così assurda, anzi è reale e documentata. La miniserie si divide in due filoni distinti e separati che si incontrano alla lontana solo nel finale. Dauna parte Marie Adler, vittima di stupro non creduta e costretta a ritrattare la propria denuncia. Sprofonda in una solitudine che la aliena dal contesto esterno, maturando un comportamento passivo di fronte all'evento. Sola, nessuno disposto ad aiutarla e persino derisa. Dall'altra parte un coppia di poliziotti che dedicano anima e corpo alla caccia di questo stupratore seriale. Raccolgono prove ed indizi a cui non sanno dare un volto. Qui forse la miniserie ha parecchi punti in comune con Zodiac, nell'incedere narrativo. Una mancanza di coordinamento, di circolazione interna delle informazioni che permettono al criminale di essere sempre un passo avanti a loro. Non appena incroci i dati lo stupratore è catturato. Ottima la prova della delle Dever, senza sminuire sia la Colette e la Wever, ma la sua Marie Adler crea un'empatia fortissima verso una ragazza già provata dalla vita che non merita l'ennesima ingiustizia. Una buona miniserie.
A me la serie non ha entusiasmato, anche se è fuori dubbio che sia confezionata bene. Probabilmente gran parte del successo che ha riscosso va ricercato nel modo in cui ha saputo affrontare temi delicati e molto attuali come la violenza sulle donne ed il potere distruttivo dei social media, e di aver esaltato la cooperazione tra due donne detective che - guarda caso - risolvono il caso a discapito dei pari ruolo maschi, notoriamente più sbrigativi e superficiali. Non posso neanche dire sia recitata male, anche se ho trovato la Dever e la Wever insopportabili ( la mia preferenza va quindi ad una sempre brava Toni Collette ). Insomma io l'ho trovato un buon prodotto medio di genere, che segue le dinamiche moderne poliziesche ( niente che non si sia visto nel Csi o nel Closer di turno ) e ci aggiunge un pò di approfondimento sociale sempre utile.
Potente serie tv basata su tema delicatissimo e ispirata a fatti di cronaca, fatti così assurdi da sembrare incredibili. C'è molta carne al fuoco, dal "victim blaming" alla questione poliziesco-giudiziaria, tra incapacità e brutalità di un sistema che finisce con lo "stuprare" le vittime di stupro. Personaggi ottimamente caratterizzati. Brava Kaitlyn Dever, in un ruolo che non può che ispirare infinita compassione; ottime Toni Collette e Merritt Wever, che impersonano due detective determinate a risolvere il caso. Senza dubbio una delle migliori serie tv del 2019.
"'Cause even with good people, even with people that you can kinda trust, if the truth is inconvenient, and if the truth doesn't, like, fit, they don't believe it."
Crime drama eccezionale, da vedere assolutamente, SIA per la mole notevole di temi trattati e gli spunti di riflessione che offre (su: violenza sulle donne e conseguenti traumi subiti, sistema giudiziario superficiale, gestione dell'affido familiare, potere dei social network e dei mass media, victim blaming ecc.) CHE per le performance magistrali delle tre protagoniste principali. Credo che verranno tutte e tre nominate agli Emmy 2020 e, imho, sarà una bella battaglia tra Dever e Wever per la miglior interpretazione femminile.