Dal 16 marzo e fino al prossimo sabato Bari sarà il centro nevralgico dell'ennesimo festival di cinema voluto dalle varie commissions e dai fondi europei che finanziano.
Festival interessante e importante, festival che presenta anteprime di sicuro impatto (inaugura "Benvenuto Presidente", un film di satira politica di un'attualità sconvolgente) ma come tutte le manifestazioni, festival anche un po' legato a vari ingranaggi che non sempre sono comprensibili ai poveri mortali. Così il farraginoso meccanismo burocratico blocca legittime richieste per far spazio ai soliti noti e a chi ha avuto la ventura di conoscere il fantomatico "Picone" più o meno direttamente.
Auspicare un mutamento e una virata è un po' utopico ma nel bene o nel male questo festival vale la pena di seguirlo e vale la pena fare il punto delle varie giornate man mano che andrà avanti.
Di seguito alcune interviste di presentazione del festival:
Totò a fine anni Quaranta è stato impareggiabile interprete di "Totò cerca casa" film neorealista con inevitabile declinazione comica, in cui si affrontava la tematica della ricerca di un'abitazione da parte di un poveruomo rimasto senza un tetto dopo la fine della guerra per un bombardamento e costretto dapprima a vivere in un edificio scolastico requisito e poi a trovarsi altri rifugi fortunosi.
Negli anni Settanta Nino Manfredi è il capofamiglia di un numeroso nucleo di disadattati che vivono nelle baracche della periferia romana nel film di Scola, "Brutti, sporchi e cattivi", storia tragicomica in cui il tema dell'importanza di un'abitazione dignitosa ritorna prepotentemente in auge.
Dopo la sbornia del vacuo degli anni ottanta e novanta con storie improbabili di protagonisti ricchi e belli e le storie malinconiche del primo decennio del XXI secolo il nostro cinema (complice la crisi galoppante) vira nuovamente sulle tematiche neorealiste.Tornano gli operai, le case popolari e la casa che diventa un bene da inseguire.
Chiude il cerchio "Tutti contro tutti", riproponendo il dramma di un omino piccolo piccolo che si ritrova, nel 2013, a dover procurare un tetto alla sua famigliola.
Il primo fu 2001 Odissea nello spazio. Il genere "science fiction", che fino ad allora era di basso profilo, fu nobilitato per salire di categoria.
Il film esamina argomenti complessi, suscita forti impatti emotivi e a tutt'oggi ha segnato un passo fondamentale nella storia del cinema.
Anche Alien e la sua saga, con le palesi metafore, trascende dalla storia di fantascienza tout court.
L'ultimo decennio e in particolare gli ultimissimi anni, vuoi per un crescente bisogno da parte dell'uomo di soddisfare una sua parte spirituale che la vita moderna portava a trascurare, vuoi per la consapevolezza di vivere in quell'età futura che i grandi autori di fantascienza, sia in ambito letterario che cinematografico, avevano descritto e preconizzato, ha visto fiorire una serie di pellicole a stampo intellettual-filosofico tutte introspettive, astruse e talora anche noiose.
Ultimo della serie, uscito da pochi giorni, è Cloud Atlas: un film nel film, lungo ma non noioso apologo della vita e della libertà. La storia ha la novita di vedere collegati tra loro in un unicum passato, presente e futuro combinando generi filmici diversi (l'avventura dell'episodio ottocentesco, il genere commedia grottesca dell'episodio ambientato ai giorni d'oggi, il distopico degli episodi dei secoli futuri). Non manca un notevole camaleontismo da parte dei vari interpreti che passano ai vari personaggi (di epoche e talvolta di sesso diverso) con disinvoltura e mestiere.
Riflessioni sparse sulla diffusione della cinematografia italiana nel resto del mondo
Il cinema di casa nostra, da diversi anni a questa parte, sta attraversando un serio periodo di crisi che ha portato a una progressiva decrescita degli spettatori, e a una sempre minore considerazione da parte del pubblico estero: basti pensare che l'ultimo premio di grosso rilievo internazionale, vale a dire l'Oscar a La vita è bella di Benigni, risale addirittura al 1999!
E' molto difficile capire quali possano essere le ragioni vere di questa decadenza. Il costruire storie molto italiane potrebbe essere una spiegazione, ma considerato che film come Ladri di biciclette o Pane amore e fantasia, tutti girati in italiano e che parlavano di storie "nazionali", hanno fatto il giro del mondo, l'interrogativo persiste. Del resto film francesi o spagnoli con storie "locali" hanno avuto una diffusione e un appeal notevoli nel corso di questi ultimi anni, scatenando anche delle mode. E allora? Quale potrebbe essere il "problema"? Colpa di attori troppo legati al nostro substrato culturale? Del resto anche Totò diceva che un certo tipo di comicità giocata sul doppio senso linguistico non poteva attecchire all'estero.
Colpa di una cattiva rete di distribuzione internazionale? Dare ricette non è forse mestiere di chi il cinema si limita a guardarlo e a "criticarlo"? Una medicina sarebbe già quella di credere un po' di più in quello che si fa, di farlo con maggior impegno, e di sicuro se ne avrà un buon rendimento. Attendiamo le pellicole del 2013 per rivedere il resoconto attuale.
E come ogni anno il cinema si prepara al grande attacco di Natale. Già da alcune settimane ogni giovedì, nuova giornata scelta per allungare il weekend e tentare di guadagnare di più al botteghino, escono titoli su titoli. Se ne contano dieci/undici ogni settimana e molti di questi film, soprattutto se minori e ostinatamente programmati in questo periodo dorato, non escono nella maggior parte delle multisale che invece badano solo a lanciare i film più appetibili.
La scomparsa del cinepanettone, o meglio, la sua trasformazione dalla serie infinita del "Natale a" alla nuova pellicola con l'immarcescibile De Sica, è un significativo segno della crisi globale. Ormai diventa inutile sia propinare i soliti Natali volgarotti che di natalizio hanno solo il titolo sia cercare qualcosa di nuovo se si vuole evitare il vuoto pneumatico al botteghino.
I due titoli italiani più natalizi (Il peggior Natale della mia vita e Una famiglia perfetta) già usciti peraltro a novembre si contrappongono perché pur tentando di rivisitare le Feste in tono più originale e trasgressivo sposano comunque il già visto; con il primo che ripropone molta commedia anglosassone e l'altro più al vetriolo.
In attesa del verdetto finale attendiamo i titoli in uscita il giorno di Santa Lucia, un'altra giornata chiave per il periodo festaiolo.