Inquietante, sensuale e tenebrosa, una vita privata a dir poco turbolenta, segnata da un numero infinito di mariti e matrimoni, tossicodipendenza, bulimia, malattie, bizzarrie e capricci; l'ultima vera diva del cinema, la bellissima attrice dagli occhi viola, colei che è stata definita 'la donna più bella del mondo', è nata a Londra, il 27 febbraio 1932, da una famiglia di americani benestanti.
La madre, Sara, era una scrittrice di teatro e attrice di discreto successo, il padre, gallerista e antiquario, gira il mondo alla ricerca di oggetti d'arte, per la collezione di un ricco zio americano.
I Taylor vivono a Londra fino a quando Liz ha sette anni ma nel 1939, con lo scoppio della seconda guerra mondiale, fanno ritorno negli Stati Uniti, a Pasadena, nella casa del nonno paterno, dapprima solo Liz e la mamma, poi anche il padre.
Fin da piccolissima si rivela bella, intraprendente, dotata di talento e di eccezionale tenacia, e la madre decide di iscriverla ad una scuola di ballo, sotto la guida di una brava insegnante.
Una volta tornate in America, un amico di famiglia, consiglia i genitori di farle frequentare na scuola d'arte.
Dotata di eccezionale fotogenia, all'età di dieci anni viene scoperta da un talent-scout e firma il suo primo contratto con la Universal Studio, apparendo nel film "THERE'S ONE BORN EVERY MINUTE", del 1942.
Ma il film si rivela un colossale flop, tanto che viene cancellato dalla sua biografia ufficiale, e la Universal non le rinnova il contratto; interviene allora la MGM, che la assume con un contrato a lungo termine, contratto che durerà per circa venti anni.
Nel 1945 gira l'indimenticabile "TORNA A CASA LASSIE", di Fred Wilcox, la storia commovente dell'avventuroso viaggio del ritorno a casa, dal padroncino, di una cagna che era stata venduta per necessità.
Il film ottiene un grosso successo in tutto il mondo, tanto che ancora oggi viene spesso riproposto e trasmesso nei programmi per i ragazzi, e sia lei che il cane Lassie, che in realtà era un maschio e si chiamava Pal, acquistano una immediata popolarità.
A questo successo, l'anno successivo se ne aggiunge subito un altro: quello di "GRAN PREMIO", in cui interpreta, con eccezionale bravura da cavallerizza, la bambina che si allena con impegno per portare alla vittoria nel 'Gran Premio', il cavallo vinto in una lotteria.
A questo punto la piccola Liz è più che una semplice promessa: è già una piccola diva e gira "LE BIANCHE SCOGLIERE DI DOVER", e "LA PORTA PROIBITA".
Nel 46 interpreta il sequel di "Torna a casa Lassie", dal titolo "IL CORAGGIO DI LASSIE", che la vede nel ruolo della padroncina che fa tornare mansueto il magnifico cane, che i militari, addestrandolo per il combattimento, avevano fatto diventare aggressivo.
All'età di quindici anni, eccola figlia modello in "VITA COL PADRE", di Michael Curtiz: è già famosa in tutto il mondo, guadagna circa mille dollari a settimana e, per far fronte ai numerosi impegni, è costretta a lasciare la scuola.
La MGM, allora, le affianca un'insegnante privata, che l'aiuta a conseguire il diploma di scuola superiore, necessario per legge.
Ma la giovane Liz è palesemante ignorante e bizzosa, si rifiuta di crescere e si comporta come una bambina viziata e capricciosa, anche se sullo schermo appare già in ruoli da adulta fatale.
Nel 49 gira "ALTO TRADIMENTO" e "PICCOLE DONNE (1949)"; nel primo, un melodramma di smaccata propaganda anticomunista, è la moglie di Robert Taylor (nessuna parentela con lei), un maggiore americano che fa la spia per i sovietici; mentre nel secondo è una delle quattro sorelle March, nel terzo adattamento cinematografico del famoso romanzo omonimo di Louisa May Alcott.
L'anno successivo fa la figlia di Spencer Tracy nella commedia "IL PADRE DELLA SPOSA" di Vincent Minnelli; mentre nel sequel "PAPA' DIVENTA NONNO", con l'arrivo di un pestifero nipotino, continua a dare preoccupazioni al povero genitore, appena ripresosi dal costoso matrimonio.
Conquistata la popolarità internazionale, il suo nome, quasi quotidianamente, compare sui giornali, accostato a quello dei ragazzi più in vista della società bene americana, via via presentati come suoi boy friend o addirittura come veri e propri fidanzati. Ma lei si iscrive al 'Club delle ragazze solitarie', e i marins la eleggono 'fidanzata d'America'.
Tra veri e presunti amori, la fidanzano con Marshal Thompson, il primo uomo a baciarla, poi si vede con Peter Lawford (che più in la diventerà membro della famiglia Kennedy, quando sposerà la sorella del Presidente assassinato a Dallas), ed esce con Glen Davis, famoso campione sportivo.
Il primo fidanzamento ufficiale fu con William D. Pawley jr., atletico miliardario, che le regala un un anello di fidanzamento con diamante di 3 carati e 1/2; fidanzamento che non dura a lungo, perchè lui voleva che lasciasse il cinema; lei, per tutta risposta, si tiene il diamante e si mette a flirtare prima con Howard Hughes, poi con Roddy McDowal e poi ancora Vic Damone.
Il 6 maggio 1950 si sposa per la prima volta: il prescelto è Conrad Nicholas Hilton, figlio del presidente dell'omonima catena di alberghi di lusso; ma nel gennaio dell'anno successivo, un tempestivo divorzio mette fine al burrascoso matrimonio. Anni dopo rivelerà di aver perso un figlio, per le botte ricevute dal manesco coniuge.
Nel 51, gira uno dei suoi film più famosi, il drammatico "UN POSTO AL SOLE", tratto dal romanzo 'Una tragedia americana' di Theodor Dreisen; e conosce MONTGOMERY CLIFT, il suo partner, per cui proverà un irresistibile palpito d'amore. Ma la lacerante omosessualità del bellissimo attore le impedisce di conquistarlo. Tuttavia rimarrà per sempre la sua migliore amica, e sarà proprio lei a salvargli la vita, la sera che, di ritorno da una festa nella villa di lei, ebbe il terribile incidente che lo sfigurò irrimediabilmente.
A 19 anni si innamora del regista Stanley Donen, ma la relazione non è gradita nè alla famiglia di lei, perchè Donen è spiantato e separato, nè agli studios, che la spediscono in Inghilterra a girare il kolossal di cappa e spada "IVANHOE", ancora con l'omonimo Robert Taylor.
Intanto la madre, per far cessare i pettegolezzi sulla figlia, si dà da fare per trovarle un marito, e la scelta cade su Michel Wilding, un attore di venti anni più vecchio di lei.
Il matrimonio viene celebrato nel 1952, nasceranno due figli e si concluderà nel 56.
I giornali d'epoca, raccontano che Wilding era piuttosto restio al grande passo, e che fu la stessa Liz a comprarsi l'anello di fidanzamento, un enorme zaffiro blu, che da sposati vivevano circondati da un numero imprecisato di animali domestici, che erano pieni di debiti, perchè lei era una grande spendacciona, incapace di rinunciare al suo tenore di vita, lussuoso e dispendioso.
Quasi per ironia della sorte, nel 52 gira "MARITO PER FORZA"; e nel 53 "VITA INQUIETA".
Nel 54, a ventidue anni, gira ben quattro film: "LORD BRUMMEL", biografia romanzata dell'elegantone inglese, di umili origini, diventato uomo di corte, grazie all'amicizia del principe di Galles, il futuro re d'Inghilterra; "RAPSODIA", di King Vidor, con Vittorio Gassman; "LA PISTA DEGLI ELEFANTI", melodramma coloniale con Peter Finch; e "L'ULTIMA VOLTA CHE VIDI PARIGI", una storia d'amore e di abbandono nella Parigi postbellica, tratto da un racconto di Francis Scott Fitgerald.
Nel 55 è la volta dell'intramontabile successo di George Stevens "IL GIGANTE", che peraltro ebbe la fortuna di interpretare in seguito al rifiuto di GRACE KELLY, nel quale è la moglie di Rock Hudson, ricco texano,allevatore di bestiame, che non si riconosce nel mondo che cambia ed è in perenne conflitto con il vicino, arricchitosi col petrolio e innamorato di sua moglie. Durante la lavorazione, Liz si prende una cotta per JAMES DEAN, poi ne piange la prematura scomparsa, a seguito di un incidente automobilistico, prima del termine delle riprese del film.
L'anno successivo divorzia dal marito, ma si consola con la prima nomination agli Oscar, per il ruolo di Susanna Drake , la ricca ragazza del sud, che in "L'ALBERO DELLA VITA", tormenta la vita del marito, idealista poeta del nord, sposato al termine della guerra civile. E' questo il film che portò sfortuna a MONTGOMERY CLIFT, rimasto ferito al volto, in seguito all'incidente d'auto, dopo essere letteralmente fuggito dalla festa in casa di lei.
L'anno successivo gira con PAUL NEWMAN, "LA GATTA SUL TETTO CHE SCOTTA", e ottiene la seconda nomination agli Oscar per il ruolo di Maggie 'la gatta', giovane e bellissima moglie del fragile figlio di un ricco proprietario terriero sudista, che per vendicarsi dell'oppressione paterna, gli rivela la gravità della sua malattia.
Terza nomination di fila, l'anno sucessivo per il ruolo di Catherine Holly, la giovane che in "IMPROVVISAMENTE L'ESTATE SCORSA", la zia vuol fare lobotomizzare, perchè dimentichi il ricordo della morte violenta del cugino.
Nel frattempo era già convolata a nozze, per la terza volta, con il produttore Mike Todd, matrimonio preceduto da un brillante di 30 carati, e finito tragicamente per la morte del magnate, schiantatosi col suo aereo personale, sul fianco di una montagna.
Ma il ruolo di vedova incosolabile non le si addice affatto, e infatti, di lì a poco, ruba il marito, Eddie Fisher, alla sua migliore amica, Debbie Reynolds, che tanto si era prodigata per farle superare il dolore per la prematura vedovanza, e si risposa per la quarta volta.
Con "VENERE IN VISONE" del 1960, dove recita magistralmente il ruolo di una prostituta d'alto bordo, combattuta tra tentazioni di dissolutezza e aspirazione di rispettabilità, alla quarta nomination consecutiva, l'Academy Award le assegna l'Oscar come miglior attrice protagonista.
Inizia intanto un periodo buio della sua vita: ingrassa, poi dimagrisce, viene ricoverata varie volte in clinica, per problemi alla spina dorsale, poi per disintossicarsi da alcol e droghe varie, ed anche per un tentativo di suicidio.
Nell'estate del 62, in grave ritardo per una serie di contrattempi, non ultimi i suoi problemi sia personali che di salute (era stata colpita da una grave forma di meningite, e poi da una polmonite che rese necessario un'intervento di tracheotomia), che costrinsero produttore e regista a rinviare varie volte l'inizio, cominciano le riprese del kolossal epico "CLEOPATRA (1963)", la storia della regina del Nilo, dei suoi amori con Giulio Cesare e con Antonio, e della sua morte, cercata e anticipata dal morso di un aspide; il film, che si rivelerà il più costoso della storia del cinema, fu un enorme successo, ma portò alla rovina la Fox.
Sul set scoppiò l'amore tra Liz e il suo partner, Richard Burton, amore che fece scorrere fiumi d'inchiostro, alimentando le cronache rosa di tutti i giornali dell'epoca. Entrambi regolarmente sposati, divorziano dai rispettivi coniugi e si uniscono in matrimonio nel 1964.
La loro storia d'amore e passione va avanti per dieci anni, alimentata da furibonde litigate, colossali bevute e ingiurie reciproche: lei lo chiama 'sporco gallese ubriacone'; lui replica appellandola 'palla di lardo' e 'bambola senz'anima'.
Insieme interpretano numerosi film: "INTERNATIONAL HOTEL", "CASTELLI DI SABBIA", "CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?", la storia amara e impietosa di una crisi familiare (quasi un ritratto della loro vita coniugale). L'interpretazione davvero memorabile, del dramma di Mike Nichols, forse l'ultima della sua carriera, le fa vincere il suo secondo Oscar come miglior attice protagonista.
Ancora insieme girano "LA BISBETICA DOMATA", riduzionedi Franco Zeffirelli, dell'opera di William Shakespeare; "I COMMEDIANTI", una storia pirandelliana, di Peter Glenville, da un racconto Graham Green; "IL DOTTOR FAUSTUS", unico cimento nella regia di Richard Burton, da un dramma di Christopher Marlowe sul mito del celebre dottore, che vende la sua anima al diavolo, in cambio dell'eterna giovinezza.
Nel 67, invece, è accanto a MARLON BRANDO, in "RIFLESSI IN UN OCCHIO D'ORO", di John Huston, un dramma a forti tinte sull'ossessione amorosa di un maggiore dell'esercito, acuita dalla sua impossibilità di amare, dal romanzo omonimo di Carson McGillers, che privileggiava la componente omosessuale del protagonista, e che qui, invece, si stempera in un "rincorrersi di emozioni visibili e furori repressi" (Courson - Tavernier).
Del 68 sono: "CERIMONIA SEGRETA", psicodramma di Joseph Losey; e "LA SCOGLIERA DEL DESIDERIO", ancora di Losey, nel quale torna a recitare accanto al marito, per interpretare il ruolo di una ricca miliardaria al tramonto, scritto da Tennessee Williams.
In "L'UNICO GIOCO IN CITTA'", del 1970 è accanto a WARREN BEATTY; poi, ingrassata e demotivata le offrono una serie di film decisamente poco memorabili, e una serie di ruoli superficiali, anzi, alcuni, decisamente, al limite del ridicolo, come: "CERIMONIA SEGRETA", o "MERCOLEDI DELLE CENERI", o "IDENTIKIT", che nemmeno la regia di Giuseppe Patroni Griffi, la sceneggiatura dello scrittore Raffaele La Capria e la fotografia di Vittorio Storaro, riescono a risollevare.
Nel 74, l'ennesimo divorzio pone fine al suo burrascono menage con Richard Burton, già minato da anni di reciproca gelosia; ma, ancora innamorati, si risposano l'anno succesivo, per poi separarsi definitivamente nel 76; ma quando lui muore, nell'84, Liz affranta dirà: "Il mio cuore è sceso nella tomba con Burton".
Tra i 76 e il 79 gira "IL GIARDINO DELLA FELICITA'", di George Cukor, insieme a molte altre dive sul viale del tramonto; "LA LUNGA NOTTE DI ENTEBBE", mediocre ricostruzione di un episodio della guerra arabo-israeliana, relativo ad un dirottamento aereo in Uganda, da parte di un gruppo di palestinesi; i gialli "REBUS PER UN ASSASSINIO" e "ASSASSINIO ALLO SPECCHIO", tratto da un romanzo di Agatha Christie.
Nel 76 si risposa, per la settima volta, con il senatore John Warner, ex ministro repubblicano della marina, da cui divorzia nell'81, quando ricomincia ad ingrassare, preda di una forma incontenibile di bulimia, fino a raggiungere gli ottanta chili, si ammala di un un tumore benigno al cervello, e ricomincia a bere e assumere droghe. Per disintossicarsi si ricovera al Betty Ford Center, dove conosce un ex muratore, Larry Fortensky, di venti anni più giovane di lei, che sposa dopo essere tornata di nuovo in forma e recuperata la sua inesauribile carica vitale; forma ritrovata attraverso una serie di interventi di chirurgia plastica, costati, pare, 30 mila dollari, che le fanno ritrovare un'apparente giovinezza.
Nel 1981, liquida lautamente il giovane marito, perchè, dice, le mancava di rispetto, chiamandola 'anziana signora che porta male gli anni e russa' e divorzia per l'ottava volta.
Dal 1985, dopo la morte del suo caro amico Rock Hudson, si dedica alla beneficienza, diventando Presidente della Fondazione per la ricerca contro il virus dell'AIDS.
Torna al cinema nell'87 recitando nel western "POKER ALICE", poi l'anno successivo è di nuovo con Zeffirelli in "IL GIOVANE TOSCANINI", impropabile e anacronistica ricostruzione della vita del grande maestro, quando, 'scappato' in Brasile, raggiunse il successo.
Nell'89 gira "LA DOLCE ALA DELLA GIOVINEZZA", dal dramma di Tennessee Williams, remake del film omonimo del 62, di Richard Brooks, di ben altro spessore e di ben altra intensità.
La sua ultima apparizione sul grande schermo risale al 1994 con il film "THE FLINTSTONES", tratto dal fumetto 'Gli Antenati' di Hanna e Barbera; anche se, in realtà, nel 2001 ha lavorato per la TV nel film "THESE OLD BROADS".
Nel 2000 al Festival di Cannes ha fatto sfilare in lingerie, le più belle top model del mondo per raccogliere fondi per la sua Fondazione contro l'AIDS; pochi giorni dopo è stata insignita, a Londra, del titolo di 'Dama di Corte'.
Ha lanciato due profumi: 'Elizabeth Taylor's Passion' e 'White Diamonds'; ed ha scritto un'autobiografia intitolata 'Belle - Elizabeth Taylor take off'.
Dai suoi numerosi mariti ha avuto quattro figli, di cui una adottiva.
Le mode passano, i miti crollano, ma lei a settanta anni passati fa ancora parlare di sè, ricordata, ancora oggi, per il suo stile recitativo emozionale ed eclettico, che le ha permesso di interpretare personaggi a volte agli antipodi tra loro, senza cadere mai nel manierismo, restando sempre fedele al suo ruolo di 'ultima diva'.
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Biografia a cura di Mimmot - ultimo aggiornamento 26/04/2005
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