Dotato di un fascino tutto particolare, tipicamente mediterraneo, non si fa molta fatica a intuire le origini italiane di Mark Ruffalo.
È magro, bruno, ha il naso aquilino, la bocca sensuale, il sorriso lieve e lo sguardo profondo che, sullo schermo, lascia facilmente trasparire tutte le sfumature delle sue emozioni.
La stampa americana lo ha definito 'sex symbol delle donne che pensano', e in molti lo hanno eletto erede naturale di MARLON BRANDO, anche se Mark assicura che a Hollywood ancora oggi c'è chi fa fatica a ricordare il suo nome.
In ogni caso, successo o non successo, l'attore ci tiene alla sua libertà e alla sua autonomia di pensiero che, promette, di conservare fino alla morte.
Morte, o meglio presaggio di morte, che ha aleggiato nella sua esistenza, quando, una notte del 2002, Mark fece un sogno premonitore: sognò di avere qualcosa che cresceva nel suo cervello.Nato a Kenosha, una piccola cittadina del Wisconsin, il 22 novembre 1967, Mark discende da una famiglia di parrucchieri italo americani, ed è il primo di quattro fratelli.
Sono (o erano) parrucchieri la madre, le due sorelle, Tania e Nicole, e uno dei fratelli, Scott; il padre, invece, dopo aver divorziato dalla moglie, aveva impiantato un'impresa di verniciature industriali.
Dal Wisconsin la famiglia Ruffalo si trasferì a Virginia Beach, in Virginia, dove Mark ha trascorso l'adolescenza e frequentato le scuole fino al liceo, la First Colonial High School.
Quando Mark finì le scuole i Ruffalo si trasferirono di nuovo, prima a San Diego in California e poi a Los Angeles.
È qui che Mark ha preso a frequentare la scuola di recitazione, il famoso 'Stella Adler Conservatory', diretto dalla moglie di Harold Clurman, cofondatore (insieme a Lee Strasberg e Cheryl Crawford) del Group Theatre (di cui Stella Adler era una delle insegnanti più celebri), da cui, dopo lo scioglimento, sarebbe nato l'Actors' Studio.
Il corso aveva la durata di tre anni ma Mark, non sentendosi adeguatamente preparato, decide di proseguire lo studio per altri tre anni, e contemporaneamente di lavorare per guadagnarsi i soldi necessari per frequentare le lezioni.
Nel frattempo, ed anche in seguito, ha cominciato a sottoporsi ad una grande quantità di audizioni, ma l'unica cosa che è riuscito ad ottenere è stato un ingaggio per la pubblicità di una nota marca di cosmetici.
A ventidue anni decide di dare una svolta alla sua carriera e fonda una compagnia di teatro, la 'Orpheus Theatre Company', della quale era una specie di factotum: recita, scrive i soggetti, fa la comparsa, dirige gli spettacoli.
Ma il successo tarda ad arrivare e Mark per sopravvivere si adatta a fare diversi lavori: fa il barista, il cameriere, scava buche nel terreno per piantare alberi.
Intanto provvede personalmente a distribuire ai clienti del bar, i biglietti per i suoi spettacoli, che in pochi andavano a vedere.
Eppure, anche quando sembrava che le sue aspirazioni fossero divenute irrealizzabili, Mark, per fortuna, non ha mai perso la speranza di diventare attore, continuando, testardamente ad esibirsi davanti ad un pubblico ristretto, metà del quale era composto dai suoi amici: audizioni e commedie, commedie ed audizioni, più di ottocento in dieci anni.
Finalmente nel 1992 la sua perseveranza viene ripagata ed ottiene una scrittura per alcuni film horror che, per un depresso cronico come lui, non rappresentavano il massimo delle aspirazioni, ma erano pur sempre un primo trampolino di lancio.
Seguono sei anni di dura gavetta (e di partecipazioni a produzioni di non eccelso livello), durante i quali viene abbandonato dal suo agente perchè non gli faceva guadagnare abbastanza, e viene cacciato fuori dal sindacato attori perchè è in arretrato con le quote di iscrizione.
Il primo lavoro che gli procura l'interessamento della critica, e recensioni positive, è la rappresentazione, nel 1997, della commedia off-Broadway, 'This is Your Youth', messa in scena insieme al suo amico regista e sceneggiatore, Kenneth Lonergan,
L'anno successivo è tra gli interpreti del film "SAFE MEN", di John Hamburg, che ottiene un insperato successo internazionale e fa conoscere il nome di Mark Ruffalo anche fuori dai confini degli Stati Uniti.
Segue la partecipazione al film "STUDIO 54", di Mark Christopher, sull'ascesa e caduta del night-club preferito di Andy Warhol e Truman Capote, dove fra sesso e droga fa carriera RYAN PHILLIPPE, un ragazzotto venuto dalla campagna del New Jersey, e dove maturerà la vita di un gruppo di giovani sognatori, abbagliati dalle luci sfolgoranti del locale che dominava la scena notturna di New York, nello scintillante edonismo degli anni '70 - '80.
Un altro ruolo da comprimario Mark lo sostiene nel film "CAVALCANDO CON IL DIAVOLO", una pagina dell'epopea americana, al tempo della guerra di secessione, raccontata con la solita percezione stilistica dal taiwanese-americano Ang Lee, sulle gesta di un gruppo di ragazzi degli stati del sud che, attraverso gli orrori della guerra, scoprono il valore dell'amicizia, dell'amore, degli ideali.
Il primo ruolo da protagonista glielo confeziona, com'è naturale, il suo amico Kenneth Lonergan che, al suo esordio come regista cinematografico, confermandosi determinante per il suo successo, gli fa interpretare nel drammatico "CONTA SU DI ME" il ruolo di Terry Prescott, tipico ragazzo buono a nulla e fannullone, il quale, dopo anni di vagabondaggio, torna a casa dalla sorella, neodivorziata con figlioletto. Quì, dopo un iniziale momento di diffidenza, riesce a stabilire un buon rapporto col nipotino ma finisce col cacciarsi in altri guai.
Dopo il film di Lonergan, cominciano a fioccare per Mark le proposte più interessanti e, con la sua aria da 'bello e dannato', viene affiancato alle star più in vista di Hollywood.
Ne "IL CASTELLO", un film di ambiente carcerario di Rod Lurie, è accanto a ROBERT REDFORD che guida una rivolta in un carcere militare di massima sicurezza, dove si trova rinchiuso perchè da generale ha disobbedito agli ordini causando la morte di otto soldati.
In "WINDTALKERS", un bellico di John Woo, è accanto a NICOLAS CAGE che ha il compito di proteggere un indiano navajo impiegato, durante la seconda guerra mondiale, come trasmettitore di mesaggi in codice in lingua navajo, allo scopo di ingannare i nemici giapponesi.
Ne "LA MIA VITA SENZA ME", della regista canadese Isabel Coixet, Mark è un artista solitario con cui una ragazza, che ha appena scoperto di esssere molto malata, vive la sua ultima storia d'amore, per ripagarsi della vita che le ha offerto un marito immaturo, l'impossibilità di frequentare l'università, un padre galeotto e una madre astiosa. Nonostante ciò trova la forza di concedersi l'ultima avventura extraconiugale, trovare una nuova madre per le sue bambine e stilare una lista delle priorità per quando non ci sarà più.
Eppure, nonostante grondi pietismo, il film ottiene un discreto successo e Mark ha la possibilità di farsi notare e di dimostrare che siamo di fronte ad un attore di talento.
Comincia così per Mark un periodo di grandi soddisfazioni professionali ma anche di impegnativo lavoro.br> In "UNA HOSTESS TRA LE NUVOLE", commedia di Bruno Barreto, è il partner di GWYNETH PALTROW, che interpreta un'assistente di volo in carriera, alla quale però manca l'amore.
Nel morboso "IN THE CUT", di Jane Campion, in cui divide lo schermo con Meg Ryan, è un investigatore newyorkese che, indagando sul caso di omicidio di una ragazza, conosce la testimone oculare del delitto, che ne subisce il fascino, ma finisce col crederlo coinvolto nell'omicidio.
Prodotto da NICOLE KIDMAN, che ne doveva essere la protagonista, fino a quando non ha scoperto che alcune situazioni erano troppo forti per la sua immagine, il film esplora il lato oscuro della sessualità femminile, ed è stato un successo al botteghino, anche se in Italia, per evitare divieti, alcune scene sono state oscurate dai distributori.
Per immedesimarsi nel ruolo del detective macho e sensuale, Mark ha dovuto frequentare, per un certo perido, il mondo della polizia newyorkese; il che gli ha procurato un bel po' di dubbi, visto che tra lui e i poliziotti non erano mai intercorsi ottimi rapporti, a causa del suo passato burrascoso e poco convenzionale. 'Ma alla fine', dichiara l'attore, 'mi sono divertito molto e mi ha sorpreso l'incredibile quantità di sigarette che riescono a fumare i poliziotti e l'enorme quantità di whisky che riescono a mandare giù'.
Anche lavorare con Jane Campion e Meg Ryan è stata un'esperienza molto positiva, dichiara Mark, la regista è una donna molto stimolante, capace di mettere a proprio agio gli attori e non fare differenza tra uomo e donna. La Ryan è una donna ironica e un'attrice di solida professionalità, con cui è facile fare amicizia ed altrettanto facile girare anche le scene più imbarazzanti.
Molto convincente risulta anche la sua interpretazione nel drammatico "IL GIOCO DEI GRANDI", di John Curran, ovvero i 'giochi' di due coppie di amici che, con i rispettivi matrimoni vacillanti, sperimentano il gusto della trasgressione credendo di trovare nel tradimento una via d'uscita alle rispettive crisi coniugali. Ma quando qualcuno di loro comincia a pretendere qualcosa di più, l'amicizia si spezza, saltano i delicati equilibri di coppia e a rimetterci sono, come sempre, i bambini.
Nel 2004 Michel Gondry lo scrittura per un ruolo di contorno ma importante (è Sam, il maniaco della tecnologia) in "SE MI LASCI TI CANCELLO", un film che sotto l'apparenza di leggerezza e di paradossalità invita a riflettere sugli errori che si fanno in amore e sull'importanza dei ricordi, che la società moderna tende a rimuovere.
In "30 ANNI IN UN SECONDO", di Gary Winik, è l'uomo dei sogni di Jennifer Garner, la tredicenne che vuol diventare grande in fretta e in men che non si dica si ritrova trentenne, scoprendosi cinica e arrivista.
Nel 2004 Mark gira con Daniel Mann il noir "COLLATERAL", nel ruolo dello sprezzante e ostinato sbirro Fanning, nella storia che vede TOM CRUISE vestire i panni di un killer a contratto, freddo e determinato, che deve uccidere in una notte cinque persone di Los Angeles, e per questo costringe un tassista a portarlo in giro a compiere la sua missione di morte.
I lavori più recenti di Mark Ruffalo comprendono:
"SE SOLO FOSSE VERO", di Mark Waters, in cui lo vediamo nel ruolo di un architetto che, dopo aver affittato la casa appartenuta ad una giovane dottoressa morta in un incidente d'auto, comincia a vederne lo spirito e ad intessere un piacevole rapporto che lo porterà a scoprire una piacevole sorpresa;
"VIZI DI FAMIGLIA", di Rob Reiner, che segna il ritorno al cinema, in grande stile, di Shirley MacLaine nei panni della nonna della ragazza di Mark che, alla viglia delle nozze, dopo aver fatto la conoscenza con un miliardario, che le rivela molte cose che riguardano lei e la sua famiglia, capisce che forse non ha fatto la scelta giusta;
"TUTTI GLI UOMINI DEL RE", di Steven Zaillian, storia della parabola discendente di Willie Stark/SEAN PENN, che da difensore dei diritti civili diventa governatore della Louisiana corrotto e senza scrupoli.
Ha inoltre più di recente preso parte alle pellicole "MARGARET", di Kenneth Lonergan e "ZODIAC", un thriller di David Fincher su un serial killer che terrorizza San Francisco.
L'attore è sposato dal giugno 2000 con l'attrice Sunrise Coigney, da cui ha avuto due bambini: Keen, nato nel 2001 e Bella, nata nel 2005.
Era stato scritturato per il ruolo di Merril Hess nel film "SIGNS", ma la malattia e la conseguente lunga degenza lo hanno costretto a rinunciare al progetto; il ruolo è poi andato a Joaquin Phoenix.
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Biografia a cura di luisa75 - ultimo aggiornamento 01/10/2007
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