in the cut (2003)

Con "In the Cut" Jane Campion prosegue sul tema fondamentale della sua filmografia: il maschilismo. Nessuna figura maschile del film è positiva, letteralmente nessuna: dal padre che lascia la fidanzata e ricicla l'anello di fidanzamento (e che si sposerà quattro volte), a poliziotti violenti e scurrili, all'amico pazzo e da cui fuggire, allo studente anch'esso pronto ad usare le mani e la forza. Non a caso il personaggio principale interpretato dalla Ryan non riesce a comprendere appieno il poliziotto Malloy: perché non si fida degli uomini. E d'altronde a guardare il film c'è poco da fidarsi.

In questo thriller erotico e con qualche improvvisa sequenza gore non c'è nulla di diverso da quanto la Campion non avesse già detto in "Lezioni di piano" e "Holy Smoke": ma se nel primo trovava momenti cinematografici mai più toccati in carriera e se nel secondo il gioco era comunque retto da due grandi attori e da uno script criptico, qui il tema è scoperto, mangiato e digerito e quindi ripetitivo. Si salva l'atmosfera malsana (interessante il fatto che il film sia molto giocato su primi e primissimi piani), ma in definitiva mi sembra un film del tutto fuori fuoco per i canoni della Campion.

Thriller ad alto tasso di erotismo, dalle atmosfere malsane e ambientato in una New York cupa e prevalentemente notturna. Bene il cast, soprattutto Ruffalo. Sicuramente non il migliore della Campion, però mi sorprende la media del sito, a mio avviso troppo penalizzante.

Per i primi 40 minuti non si sente parlare altro che di passere, membri virili, sesso, droga, ambiguità corelate. Il tutto miscelato in un contesto a dir poco soporifero. Perdita di tempo.

Credo che questo sia un lavoro di Jane Campion rimasto incompreso, è chiaro che è molto distante dalle sue altre opere come "Lezioni di piano", ma in realtà lo valuto un ottimo thriller, frutto della collaborazione con Susanna Moore, che mette a nudo alcuni aspetti molto importanti della psicologia femminile in un contesto dove ogni uomo può essere potenzialmente una minaccia mortale.

Pessimo.

"In the cut" è, di fatto, un'opera poco compresa.
Film urbano a tinte fosche e dalle atmosfere efficacemente sporche e disturbanti, il settimo lavoro della Campion è risultato il meno popolare fra i suoi strani e potenti lungometraggi.

Le splendide cornici di "Lezioni di piano" e "Ritratto di signora" sono i confini in cui la regista sbatte le dolorose vicende delle sue protagoniste, sempre controverse, conturbanti e ben analizzate. Così da Ada ad Isabella, a Janet e a Ruth si è arrivati a Frannie (e alla sorella Pauline).

La nuova cornice è, a sorpresa, il degrado, la mer.da.

Questo nuovo ritratto di donne sfrutta quello che è perlopiù un pretesto, e cioè quello del whodunit, ovvero il lato che tutti hanno preso per unico ed effettivo all'interno del film.
Allora non mi stupisco che molti si siano scandalizzati. Per vedere questo film è necessario comprendere le intenzioni della Campion, disseminate nella sua filmografia, nel voler dipingere personaggi e contesti, vicende, trame, drammi per amplificare sempre più l'indagine nei primi.
Sinceramente, in tal senso, "In the cut" è un'operazione più che riuscita, spoglia del tutto di quell'inspiegabile accusa di "leccate" registiche nelle sequenze erotiche. L'erotismo è secco, brutale, fastidioso, proprio come lo sono tutti i peersonaggi, che, aiutati da una fotografia spettacolare (Don Beebe) e da un cast efficace (Ruffalo in particolar modo) ci presentano un universo senza buoni, senza luce, senza pietà, un mondo ancestrale, schiacciante, opprimente (grande uso dei primi piani e splendida idea quella di sfruttare pochi set e sempre con spazi piccoli, anche nelle scene del bosco e del faro).
Il taglio diventa quasi documentaristico, e non stupisce affatto. La cura per i cromatismi, i particolari e gli sguardi costituisce da sempre una garanzia tutta "campioniana", e anche stavolta la neozelandese ce la propone.
Nell'insieme quindi, "In the cut" non è dissimile da un frenetico e oscuro incubo carico di malsanità e angoscia. Si assiste ad un'analisi sempre più crescente di un personaggio ambiguo e ermetico (non proprio in parte la Ryan, ma ci si accontenta di vederla in un ruolo più fresco), circondata da altrettanta ambiguità, da cattiveria, brutalità, sofferenza. Ne fa le spese l'unico suo evidente affetto, la sorella di Jennifer Jason Leigh, sempre più scarna nelle guance, carica di erotismo e indolenza. Personaggio formidabile, che entra ben presto in empatia con lo spettatore, grazie all'ottima caratterizzazione.
Si prosegue disturbati, sempre più distaccati, allibiti, perplessi, sino al finale spiazzante, pregno di male e disperazione, una fotografia dell'irreversibile. Oramai il delirio è penetrato nell'esistenza della protagonista, non più grigia di prima, e destinata a continuare nell'incomunicabilità, nel disagio della bugia dell'amore, dell'orrore di una carnalità che anzichè avvicinare allontana sempre di più.
Il pessimismo stempera nel nichilismo, la solitudine va a braccetto con l'apatia, con i corpi intorpiditi e le anime irrequiete che ne sono prigioniere. Nei momenti in cui Frannie è sola con se stessa assistiamo ad un dolore senza filtri, che passa attraverso la sua solitudine putrescente, immersa in un clima marcio e delirante.
Proprio le atmosfere, un po' come per "Il silenzio degli innocenti" sono gli ideali specchi dell'anima, in questo caso intesa oggi come oggi fra questi esseri fragili e mediocri: spazi chiusi, degradanti, puzzolenti, squallidi e luridi.
Anime sporche, piccole, ma pur sempre intangibili da chi ci vede dall'esterno, disagi e ignoranza, malessere e crudeltà, trasfigurati nei truculenti omicidi.
Si perde di vista ogni cosa. Si perde materialmente ogni cosa.
E' uno schifo di realtà tutta sbattuta in faccia attraverso linee e false piste che somigliano tanto agli errori anche futili che commettiamo ogni fottuto giorno.
Non sarebbero stonate le musiche indecifrabili ed oniriche dei Cocteau Twins.
"in the cut", cioè "nella piaga, nel taglio", è un esercizio di stile che passa per le vie del cinema d'essai e sfrutta i metodi e le tecniche tipici di quel genere indie che tanto entusiasma le nuove generazioni, risultando un film originale, intrigante, in bilico fra il solleticante e il rigetto.
Meritava accoglienze migliori.
Non è uno di quei film da godere frammento per frammento, a scene prese singolarmente, ma rappresenta l'esatto opposto a livello di fruizione: va goduto d'un fiato, restandone ammaliati. Perchè, indubbiamente, "In the cut" ammalia.
Proporrei una rivalutazione. Una rivalutazione per un film dalle mille sfaccettature, assai più complesso di quanto trapeli dalle affossanti critiche.
Non il migliore fra i film della Campion, sempre sospesi fra sublime e ridicolo, e per questo così pieni di fascino. Credo sia un talento anche quello. Ma senz'altro un conturbante filmone malsano e saturo di negatività e cattiveria, di angoscia ed estraneità.
Toglie letteralmente il fiato.

Da gustare con predisposizione.
Senza soffermarsi sulla secondarietà e semplicità (spacciata per incapacità, e non è la prima volta che capita) della trama thriller o sulle piccole tette di Meg Ryan.

Per quanto riguarda la regia, alla Campion gli darei quasi un 8.
Ma per quanto riguarda la storia in sè, il voto si abbassa. Nel senso, tutto dipende da come lo si voglia inquadrare questo film. Ma se passiamo in rassegna il gusto medio e ma soprattutto l'etichetta "In the cut" non è un thriller convenzionale. Diretto dall'autrice di Lezioni di Piano e Holy Smoke, risente pertanto di un impostazione tipica della regista Jane: quella di indagare la psicologia femminile. E qui abbiamo una donna complicatissima (Meg Ryan) sull'orlo di una crisi di nervi, poi personaggi maschili abbastanza tronfi o inetti.
Insomma, le attese, almeno che non amiate la Campion, non vengono ripagate: più che un thriller in parecchi tratti si passa al dramma esistenziale e psicologico.
Non manca il colpo di scena finale, ma è chiaro che In the cut è un pò fuori i binari del genere, sospeso tra una mancata resa autoriale e l'uso di certi stereotipi a là Virginia Woolf (per altro menzionata nel film).
Un 6 è onesto.

Pessimo film. Di una noia mortale!!!

Film veramente strano e soporifero inframezzato talvolta da scene soft-core e altre volte da splatter e gore truculento ...
Dialoghi improbabili, trama impalpabile: non c'è una indagine, una ossatura che tenga in piedi il film che si trascina da solo stancamente ad un finale che dopo quasi due ore poteva essere uno qualsiasi , tanto non c'è nessun nesso tra lo svolgimento e la fine.

Leggo che Meg Ryan merita .... forse volevate scrivere la plastica appiccicata tra muscolatura e pelle di Meg Ryan ...

Mah ...

Regia 8 : di buona fattura anche se lenta, ma non è questo il problema
Fotografia 8: un po' fastidioso sto continuo effetto sfocato tra primo e piano e il resto,
soggetto e sceneggiatura 4 : per essere buono
colonna sonora 1 : ... sentito qualcosa ?
recitazione 5 : attori svogliati

media 5,2

in conclusione: un occasione sprecata.

Un thriller senza suspense, un film erotico senza passione.
Meg Ryan - perennemente in lacrime - non riesce ad essere sexy neanche una volta,. mentre Mark Ruffalo infastidisce, più che sedurre.
Insomma, un fallimento su tutta la linea.

Mi sembra un film fatto esclusivamente per scopi commerciali. Non si capisce neanche a quale genere appartiene (erotico, drammatico, thriller, horror). La Ryan è monoespressiva e la regia irrita non poco. Lascia perplessi.

imbarazzante!

Decisamente modesto, con dialoghi spesso imbarazzanti .

Film senza mordente..dialoghi inconsistenti e scene da film porno! salverei solo un ottima intepretazione della Ryan e una discreta regia

pessimo film erotico-porno travestito da horror senza né capo né coda affossato da una regia mediocre e da una recitazione monocorde. Noioso, banale, sciapo. Si dimentica subito: per fortuna!!

film inconcludente. una trama che innesca un circolo vizioso dal quale non riesce più ad uscire. ottima fotografia. penoso il resto. compresa una scialba meg ryan inadatta al ruolo.

Strabiliante l'inutilità di questo film, definirlo insulso è ancora un complimento. Oltre alla noia dovuta ad una sceneggiatura ridicola, ci mettiamo pure una Ryan che si sforza a dismisura per comunicare erotismo, ma per quanto sia ogettivamente bella (vabbeh, il botox l'ha mortificata, in effetti), proprio non ce la fa. Una catastrofe, francamente.

Incredibile come riescano ad essere inconcludenti e fronzolute queste donne alla regia, e non è un'osservazione dettata da misoginia, ma dal paragone con la Coppola, che ha lo stesso particolare senso dell'estetica, leggero, quasi frivolo in alcuni casi, concentrato sulle piccole cose. A pensarci bene ci metterei pure Jarmusch, sotto sotto potrebbe essere anche lui una donna.
Apparte gli scherzi, la regia e la fotografia non sono assolutamente da 3.5 di media, nè a maggior ragione l'atmosfera malata che si crea, che mi ha fatto sentire vagamente schifato per buona parte del film.
Ciò che mi porta all'insufficienza, come agli altri credo, è quel senso di futilità che si lascia dietro il film: si svela tutto un misero tuorlo, ricoperto da un albume programmaticamente sontuoso.
2 ore di cinema che si arrampica su sè stesso, senza trovare sbocco, ammesso che volesse trovarne.
Evitabile.

Bah, mi pare forzato e pretenzioso come lavoro dove la regista cerca di sceneggiare una trama che è molto debole cercando di aiutarsi con scene apostrofate arricchite con una punta di surrealismo di bassa lega. Ridicolo il ruolo di Bacon e troppo volgare in certi punti, senza contare i dialoghi scarni e vuoti. Thriller fiacco, senza suspance.

Brutto thriller erotico firmato Jane Campion.
Il film è privo di ritmo e suspense, la storia è poco coinvolgente e Meg Ryan inadatta alla parte. Mark Ruffalo l'unica nota positiva di un film davvero scarso.

Ma cosè?

Film veramente noioso,pesante, che fai fatica a vedere fino alla fine.Lei in questo film mi da l'aria di una che non si lava che le puzza l'alito,che rutta scoreggia....poco attraente.

Una Meg Ryan (bona) in splendida forma forse come non mai, le ambientazioni tetre, malsane veramente notevoli (che ricordano vagamente l' altrettanto bel film "Nightwatch") ed un finale davvero niente male. Proprio non riesco a capire il perchè di una media così troppo bassa. Mezzo punto in più.

uno dei film più inutili da me visti negli ultimi anni

Francamente la media è eccessivamente bassa. Certo, come thriller lascia davvero il tempo che trova e un finale più ridicolo era difficile da scovare. Ma le interpretazioni del cast, la regia cupa e le atmosfere malate meritano di essere segnalate. Di certo disturbante e irritante, ma non da buttare.

l'ho visto un paio di anni fa,sinceramente me lo ero scordato.purtroppo la ex bella meg ryan come attrice semi porno fa schifo,mark ruffalo come dective e anche peggio,l'unico che si è salvato è kevin bacon.storia brutta,film noioso e finale scontato.da evitare

Un film dalla trama connaturata da mancanza di speranza dall'inizio sino alla fine.

La morbosità erotica è sin troppo marcata (come pure quella relativa al gore esposto, forse), ma la regia e la fotografia son ad ogni modo curatissime.

La Ryan si riscatta dai soliti ruoli da fidanzatina sfodernado un aspetto sexy e cattivo proprio insospettabile. Bene anche tutti gli altri interpreti.

Cade forse a paragone con gli altri filmoni del genere, ma come thriller a sfondo erotico (o, sarebbe meglio dire, come film thriller ed erotico) non c'è proprio nulla di meglio.

Non capisco quindi la ragione di questa media così bassa.

Da non perdere.

Non riesco proprio a comprendere tutto questo accanimento negativo verso In The Cut..
Io trovo sia un film davvero molto bello, molto ben interpretato dagli attori(ottima la scelta del cast)e molto piu psicologico e poetico(non me ne vogliate)di quanto sembra.

Un meritato otto.

Mamma mia che noia questo film..angosciante ma non in senso positivo,nel senso che non vedi l'ora che finisca..in pratica una delusione totale

Come poliziesco è talmente scontato che perfino io avevo indovinato il finale già dal primo tempo. Si salvano comunque le atmosfere cupe e ambigue che avvolgono la protagonista, dolente e trasandata maestrina piena di ricordi confusi (ma ahimè il risvolto psicoanalitico lascia molto a desiderare) nonché di inaspettate pulsioni erotiche (e qui la cosa interessa di più).
Bella e spiazzante la maschera di Jennifer Jason Leigh, la sorellastra due volte sfortunata.

e questo sarebbe un thriller?

Un film abbastanza statico, per nulla coinvolgente, buono solo per Meg Ryan che così si scrolla di dosso l'etichetta di fatina buona tutta posta e pianti. Un finale troppo poco incisivo e per nulla originale che fa storcere il naso per la pochezza di idee che caratterizza la sceneggiatura. Pellicola che non entusiasma e che come già detto da altri, verrà ricordato(forse), per l'inedito nudo della Ryan.

Si salva solo il nudo di Meg Ryan...........

Meg Ryan strana in questo film. Il film si lascia vedere.

Un film inutile da una regista che ci aveva abituati a ben altro, la sceneggiatura è scialba tanto quanto la fotografia...Meg Ryan non contribuisce, se non mostrandosi con generosità.

lento, macchinoso, a tratti incocludente...

Da J. Campion mi aspettavo qualcosa in più del solito Thriller oramai usurato. M Ryan è inadatta alla parte e la sceneggiatura non aiuta.
Insomma, non è un disastro totale, ma ci siamo vicini.

Totale fallimento per la brava Jane Campion, questo thriller è inespressivo e noioso. Da dimenticare.

Le premesse per un buon film c'erano tutte: una regista come la Campion, fra le migliori degli ultimi quindici anni cimentarsi in un genere nuovo per lei, la curiosità di vedere un'attrice come Meg Ryan (la cosidetta fidanzatina d'America) in un ruolo completamente antitetico fra quelli interpretati finora. Il risultato però è abbastanza deludente. La storia è troppo confusa, sconclusionata, con troppe forzature e con un finale a dir poco posticcio. La Ryan è lodevole per impegno, ma non abbastanza coinvolgente in questo ruolo. Da salvare però è la fotografia di Dion Beebe, cupa e soffocante. Peccato, un'occasione sprecata.

Thriller erotico di media-bassa qualita''...con un cast del genere (bacon- Meg Ryan) e'' un occasione sprecata...la recitazione dei poliziotti poi e'' scandalosa... La pellicola cerca di entrare nella personalita'' della protagonista ma la ryan sembra effettivamente a disagio.
mediocre. 5+.

Mamma mia che brutto film!...E pensare che mi era stato detto che non era un granchè...ma io, testardo e ancora innamorato della sempre bella e dolce Meg ci sono cascato. Ritmo blando e trama noiosa. Delusione in tutti i sensi.

Jane Campion tenta il suo "Basic Instinct" senza avere nè la classe nè il talento visionario di Verhoeven. Il film scorre a rilento per tutta la sua durata senza attirare l'attenzione da parte dello spettatore con una sceneggiatura piatta e noiosa (opera dell'autrice del romanzo da cui il film e' ispirato) e un'interprete dal talento decisamente sprecato che fa parlare di sè solo per le "grazie" messe in mostra piu' che della performance recitativa.

Da classificare come film porno nn come thriller. Nn mi è proprio piaciuto.

meg ryan avrebbe fatto meglio a restare la reginetta delle commedie romentiche, anche perchè... sarà per il labrotto da papera che le impone una gamma espressiva dal catatonico all'abulico, sarà per l'esasperazione della ricerca della posa sexy fino allo spasimo... ma è davvero ridicola.
La storia poi non avvince, non coinvolge, non è un triller, non è erotica, non è nulla se non una noia infinita.

A qualche anno dalla visione, se penso a questo film ancora mi chiedo cosa volesse dire Jane Campion. Ma davvero la regista di Lezioni di piano ha potuto partorire un prodotto del genere?
A parte la faccia di Meg Ryan, da cui si rimane ipnotizzati a causa della paralisi botulinica causata dal mito della giovinezza a ogni costo, sconcerta la lentezza e la povertà della sceneggiatura. Per di più il tutto è fotografato in toni ombrosi e lugubri... il che poteva essere un tocco di classe se il film avesse avuto un senso.

Forse questo e'il film piu'brutto visto negli ultimi 10 anni....buona l'idea di sfruttare l'ex fidanzatina d'america in un ruolo torbido e scabroso,ma assolutamente pessimo il risultato con trama gia'vista,risvolti telefonati e cast indegno(Mark Ruffalo e'semplicemente ridicolo).Da evitare....

Essendo privo di colpi di scena o particolare intrattenimento, il film risulta comunque scorrevole, proprio perché in tutta la visione il ritmo è sempre quello, non cambia proprio mai, nemmeno nel finale. Ma non è neppure noioso, solamente scorrevole, e si arriva alla fine senza neanche accorgersene.
Tutti questi commenti negativi in ogni caso non li posso contestare, perché x farla breve, hanno ragione. Ma infatti questo film io non lo lodo, è solo che non ci trovo niente di negativo, diciamo che sono indifferente.
Secondo me il vero difetto del film è che il 99% delle scene sono del tutto inverosimili, non ce n’è neanche una credibile, a partire dall’interrogazione della protagonista (impossibile rimanere così indifferenti ad un simile omicidio e con il cadavere in giardino!) fino al finale che non è sto granché.
Le musiche di Hilmarrson poi sono restrittive al massimo!
Il film comunque arriva alla sufficienza perché non è stato noioso e gli attori se la cavano bene.

…e a proposito, il genere è erotico/thriller, siccome molti se lo chiedono!

Questa porcheria farebbe arrossire Tinto Brass...Non lo catalogherei nel genere Thriller, piuttosto...erotico o anche peggio.

Porcata.... Si insulta il genere thriller.

mi e'' piaciuto , sicuramente andro'' controcorrente , ma debbo dire che e'' un film molto intrigante .oddio i flop del cinema credo non siano questi , ma credo tipo il codice da vionci ...

Sono fatto a Negroniiiiiiiiiiiiiiiiii.........oh my goooooooooooood.........ne ho bevuti quasi 3 a pranzo e ankora mi "sballonzola" la testa........eheheheheheh.....mannaggia a Nick ke ha voluto STRAoffrire e- ovviamente- le bevute gratis non si rifiutano mai, eh? :-)
Ma ciò non mi ha impedito di analizzare attentamente 'sto film, ke mi sono visto nonostante la quasi totalità di pareri negativi qui su Filmscoop....ma io so' un po' kome San Tommaso......ehehehehehh........però devo ammettere ke ki l'ha trattato 'na kiavika ha un po' ragione, eh? ;-)
Oddio......non è proprio una kiavika doc...ma poko ci manka......innanzitutto del thriller ha ben poko......è più un film stile "Cattivi Pensieri" (ciclo porno soft trasmesso dalla mitika Telecapri.......evvaiiiiiiiiiiiiii).....ma poi è abbastanza lento e i "kolpi di scena" (se kosì si possono kiamare) so' un bel po' prevedibili......boh........
gli metto 5 giusto perkè gli attori se la kavikkiano......ma è decisamente troppo poko per pensare di promuovere 'sto film....mah......

Non riuscirei nemmeno a definire a quale genere di film appartiene.
Orribile

molto noioso, nn so se sia da flop, ma nn m è piaciuto niente, un miscuglio mal riuscito fra thriller ed erotico, troppo lento, si salva solo meg

Veramente un film pessimo, di una noia e di una pesantezza insostenibili. Giusto capolinea per Meg Ryan, che al di fuori della parte della "fidanzatina" non ha saputo fare altro.

pesantissimo, noioso, non mi è propio piaciuto.

sicuramente lento , ma debbo dire che poi non e' secondo me , cosi' malvagio ,
nell'insieme carino.

noiosissimo

sicuramente non e' un gran film , ma dai c'e' di peggio !!!

Da chiedere il rimborso spese! Ma come si fa a fare un film del genere? mah

Un thriller imbarazzante con trama intrigante quanto un minestrone di verdure ripassato in padella...alla soglia dei 40 anni per la cara Meg Ryan accettare un copione del genere vuol dire essere arrivata al capolinea!

interessante film della campion troppo soffocato dalla letterarieta della storia ma ben sorretto dagli interpreti
la rappresentazione della new york autunnale e' affascinante

Grandissima delusione!!!!
Ho preso il film in DVD per via della regista, pensavo fosse una specie di marchio di garanzia...
...e invece rappresenta il gradino più basso della sua parabola discendente...
... diciamo se avessi letto: da un idea di Almadovar, thriller realizzato da Alvaro Vitali, forse e dico forse, il film sarebbe stato adeguato alle aspettative

Io l'ho visto al cinema quando è uscito, non è un bellissimo film ma nemmeno così brutto.

Non è per niente un film thriller. Ha il principale difetto di essere lento, noioso, ma soprattutto si addentra nella psicologia femminile piuttosto che badare all'azione, quasi del tutto assente. Assolutamente da evitare!

a me non è dispiaciuto affatto, ma capita così a produzioni troppo sponsorizzate. Poi c'è Kevin. Meno di 7 in films dove c'è lui non esiste proprio

Ciao, sono lo sporcaccione che citava Blasfemus.
Vi confermo che il film è orrendo, nonostante le tette (poche) di Meg Ryan!

Senza parole noia assoluta.

UN film che dire imbarazzante e' dire poco....la protagonista?Da buona sposina D'America non si era mai spogliata e ora decide di farlo a 40 anni?Be in questo film sfigurano pure le sue poche(nulle)forme unico motivo per cui da buon sporcaccione avevo deciso di vederlo!

lentissimo, pesante, penoso.

Grazie a Dio l'ho visto gratis...

L'ho trovato eccessivamente lento e inconsistente, forse solo mirato a ricucire una nuova caratterizzazione a Meg Ryan

una noia infinita dall'inizio alla fine

la prima volta non mi piacque....rivedendolo ho capito perchè. Me l'avevano presentato come un thriller alla seven, e quindi per due ore aspettavo che accadessero determinate cose in un certo modo. E invece non è questo, ciò che c'è dietro è molto più complesso. Parla della femminilità, del rischio che si corre a "perdere la testa" per qualcuno, ad esporsi, a lasciare che qualcuno violi la nostra intimità...il serial killer non è il centro della storia, ma una metafora vera e propria di una paura che è più propria dell'universo femminile, ma di cui la protagonista alla fine riesce ad impadronirsi...e allora...dopo aver capito questo, l'inquietudine nel vederlo si è manifestata, ed è stata potente!!! Non credo che vi potesse essere attrice più adatta di meg ryan: un angelo sognatore in una città lurida ed ostile, una poetessa che preferisce i versi alla vita. Lento si, ma bello secondo me

ma che razza di film è?

Che ruolo dovevano assumere nel contesto le scene di sesso?
A mio parere del tutto gratuite e utilizzate per tenere svegli (eeh capirai!!)
Thriller scontato, banale, noioso.
Meg Ryan completamente fuori ruolo.
Un fallimento totale.

Poverino che media... Certo, non piu di sei, è piuttosto piatto, sopratutto in alcune scene. Si, il sesso è presente in questo film, ma a parte una scena sul tavolo (si può dire) e qualche altra volta(non scendo nei particolari) non è cosi preponderante nella narrazione

Noioso quasi come una partita tra Svizzera e Croazia finita zero a zero.
E dico quasi solo perchè il film lo è di più.
Mai un film con un serial killer e scene di sesso è stato così piatto.
Tre solo perchè 1 e 2 li lascio per film amatoriali o quasi.

Il film, bonariamente, può essere inteso come la ricerca dell'amore da parte delle donne attraverso - o meglio nonostante - lo squallore della vita e la follia degli uomini. Considerazione sottolineata da colori e ambientazioni degradati e degradanti.
Concretamente il film è talmente lento che definirlo thriller è decisamente un azzardo, talmente lento che il colpo di scena finale è coperto dagli sbadigli della platea.

Pochi momenti di suspanse e tanta noia. Meg ce la mette tutta a cambiare registro dai suoi soliti film ma nn ci riesce bene, non mi ha trasmesso nulla o quasi.

Trama scontata, personaggi profondamente stereotipati, intreccio piatto.
Il film si riassume lì, escluse scene di sesso più o meno viste e riviste nella stragrande maggioranza dei thriller americani di livello mediocre.
Meg Ryan non si salva. Anche perchè non sembra essere a suo agio fuori dalle commedie sentimental - romantiche che le riescono così bene.
Fate altro, non rimpiangerete di non aver visto questo film.

STOMACHEVOLE!
bruttissimo,uno dei film più brutti che ho avuto la sfortuna di vedere!
un triller banalissimo,scontato,inutile.
attori indisponenti, vuoti,incapaci.
la squallidità tremenda delle scene "d'amore" che risultano a tratti nauseanti!
veramente bisogna chiedersi con che corraggio si propone una pellicola del genere al pubblico!