Voto Visitatori: | 5,04 / 10 (158 voti) | Grafico | |
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Sono passati ormai quasi 10 anni dall'uscita dell'ormai celeberrimo "Jurassic Park", girato da uno Spielberg in forma, e probabilmente le attenzioni del pubblico si sono rivolte altrove.
Partiamo dalle origini.
"Jurassic Park" è riuscito ad ergersi come film cult degli anni '90, grazie alla geniale idea del regista di rilanciare sul grande schermo un argomento che era stato ormai dimenticato da decenni: i dinosauri.
Con un'idea di partenza così esplosiva e vincente, supportata da un regista bravo e nel contempo furbetto, Jurassic park non avrebbe mai e poi mai fatto flop.
Ed inevitabilmente ha registrato record d'incassi fuori parametro ,senza contare i guadagni conseguiti dalla produzione di videogame e di gadget a tema.
Insomma, "Jurassic park" diventa un marchio vincente che è riuscito ad imprimersi nell'immaginario collettivo.
Jhonston si assume la responsabilità di girare il secondo sequel di "Jurassic Park", risolvendo una necessità di cambio di regia che si era già avvertita ne "Il mondo perduto".
La pellicola riporta come protagonista Sam Neill, apprezzato attore nei panni del paleontologo Grant.
Ora gli anni sono passati: Grant è rimasto paleontologo ed è perennemente in difficoltà nel trovare finanziamenti per la sua attività ormai in estinzione (come le creature che deve disseppellire), Ellie si è sposata ed è diventata una madre amorevole verso il proprio figlio, mentre il cinico Ian Malcolm ha già avuto la sua seconda avventura nel sequel precedente girato da Spielberg.
SI doveva cercare un qualche pretesto per tornare a Isla Sorna, dato che nessuno (compreso il protagonista) ne sente realmente la necessità.
Si presenterà a lui Paul Kirby, un individuo che promette di finanziare l'attività del protagonista, in cambio però di un 'escursione prettamente amatoriale e goliardica attraverso Isla Sorna.
Non senza tentennamenti, Grant accetta ed i nostri eroi sono di nuovo prossimi a rivedere da vicino le antiche creature.
Soltanto dopo vari contrattempi (che comprendono anche la morte di due dei mercenari, che dovrebbero fungere da sicurezza per il gruppo) si viene a scoprire che i coniugi Kirby non hanno i soldi per onorare il patto, sono divorziati già da più di un anno ed in realtà stanno cercando il loro figlio, che da otto settimane è disperso nell'isola.
Da questo momento possono essere chiamati in causa possibili spoiler che rovinano la visione a chi non ha ancora visto il film.
Scoperta la reale intenzione dei genitori, Grant e compagni devono rassegnarsi all'inevitabile ed incominciare la ricerca di Eric.
Sia jhonston che SPielberg adottano la medesima gestione delle morti: i personaggi secondari fungono da preda per le fameliche creature, mentre lo stretto fulcro di protagonisti non conta mai ingenti perdite, anzi quasi sempre se la cavano a buon mercato in un ambiente che teoricamente non dovrebbe fare sconti a nessuno.
Questo è un marchio di fabbrica di Jhonston, che cerca di far familiarizzare il pubblico con personaggi dall'indubbia simpatia (Grant, Eric, I coniugi Kirby, Billy) e di preservarli fino alla fine in modo da non lasciare scontento nessuno.
Non è altro che un messaggio chiaramente indirizzato ad un pubblico più piccolo anagraficamente: i più virtuosi sopravvivono, le persone negative invece soccombono, pagando la loro superficialità.
I mercenari (Nash, Udesky, Cooper) fin dalle prime battute vengono tratteggiati come uomini senza scrupoli, non empatici con il pubblico e di conseguenza buoni ad aumentare il body- count (che comunque rimane pressoché basso, parliamo di un film che deve intrattenere pure un pubblico di bambini), una caratteristica peculiare che risaltava in maniera piuttosto esplicita anche nel primo film.
Ian Malcolm (probabilmente il personaggio più incisivo della saga, con il suo sarcastico cinismo e le battute taglienti), il dottor grant, la Sattler, Hammond (che nel libro incontra la morte a causa del morso anestetizzante dei compsognati) ed i due nipotini erano pressoché intoccabili nella pellicola.
A contrapposizione dei personaggi principali, venivano proposti Dennis Nedry (il ladro di embrioni mandato da Dodgson), Muldoon (spietato cacciatore a guardia degli spettatori del parco), Arnold (che si rende partecipe della famosa scena del braccio mozzato) e Donald Gennaro (insipido avvocato chiamato a valutare le reali sicurezze del parco di Hammond).
insomma, il format adottato nei precedenti episodi non viene assolutamente ignorato in questo terzo capitolo.
Dal punto di vista delle interpretazioni, bisogna sottolineare il sempreverde Sam Neill (attore oramai affermatosi anche con "Il seme della follia" di Carpenter e " L'uomo bicentenario" di Cuaròn) che riesce a regalarci un Grant particolarmente all'altezza.
Gli altri attori fanno il loro compito e non demeritano assolutamente.
Passando al comparto meramente tecnico, è doveroso soffermarsi sulla fotografia e gli effetti speciali.
La prima è buona (non eccezionale), ma riesce a far risaltare il verde lussureggiante dell'isola, valorizzando nella maniera ottimale l'ambientazione selvaggia e ostile.
Sugli effetti speciali bisogna fare una duplice osservazione, scomodando il primo film.
I dinosauri non sono fatti male, dato che lo Spinosauro ed i Velociraptor sono credibili nei movimenti e nelle reazioni verso i protagonisti.
La computer grafica riesce ad essere coadiuvata molto bene con gli elementi realistici, ma purtroppo non c'è stata un'evoluzione poderosa rispetto al film di Spielberg.
Bisogna tenere presente che sono passati otto anni abbondanti, e questo non fa altro che confermare la perfezione del comparto tecnico che "Jurassic Park" può ancora sfoggiare con un certo orgoglio.
Il film purtroppo non viene assolutamente "aiutato" dal fatto di essere il terzo episodio di una serie che ha stancato troppo presto il grande pubblico.
L'idea che c'era nel primo film era assolutamente innovativa e riusciva anche a colmare le (non tanto evidenti) penurie di sceneggiatura e di una trama che non potevano riprendere proprio tutto il bagaglio lasciato dall'ormai compianto Crichton.
L'elemento fondamentale del primo film era la sorpresa, il vedere per la prima volta i dinosauri riprendere vita e lasciare stupefatti qualunque tipo di spettatore.
"Jurassic Park III" non può contare sull'effetto sorpresa, perciò si cerca di ripiegare sul fattore "intrattenimento", cercando anche di proporre alcuni dinosauri che nei precedenti film erano stati volutamente lasciati in secondo piano.
La prima grande (e coraggiosa) proposta è il cambio del villain principale.
Il Tirannosauro Rex è diventato l'icona del film Jurassic park, con il suo lento incedere e con i passi che riecheggiavano su Isla Nublar ,mentre magari tremava il bicchierino poggiato sul cruscotto della macchina.
In questa pellicola il tirannosauro effettivamente appare, ma in meno di 2-3 minuti perde uno scontro mortale contro la new entry: lo Spinosauro.
Seppur un cambio "generazionale" potrebbe essere gradito ai più, dal punto di vista scientifico tale scelta traballa non poco.
Lo spinosauro era un dinosauro prevalentemente ittiofago, e quindi dal punto di vista biologico mai avrebbe sentito la necessità di uccidere e predare un tirannosauro.
Inoltre un ipotetico scontro sarebbe stato vinto in maniera abbastanza netta dal tirannosauro, dato che la vela dello spinosauro è riccamente irrorata di arterie e vene, diventando pertanto un appariscente "tallone d'Achille" per la creatura.
Purtroppo gli errori non terminano qui, dato che moltissime creature riportano errori recidivi perfino dai film precedenti.
I velociraptor in questi film vengono ancora una volta proposti senza penne, quando ormai moltissime persone sanno che questo tipo di dinosauro aveva alcune superfici del corpo ricoperte da quel rivestimento (essendo anche antenati degli odierni uccelli).
Un altro errore grossolano è il repentino cambio di "dieta" da parte degli Pterodattili: anche loro si nutrivano di pesce, ed il loro becco non possedeva assolutamente denti all'interno.
Un dinosauro che purtroppo non ha avuto il risalto che probabilmente meritava è stato il Carnosauro.
Questo carnivoro (antagonista principale ne "Dinosauri" della Disney) fa una brevissima apparizione pure in questa pellicola, ma nel momento in cui la creatura annusa le feci dello Spinosauro, si dilegua spaventato.
I Carnosauri sastrei ne "Il mondo perduto" di Chricton si rendevano protagonisti di una interessante agguato, facendo leva sulle loro pericolose capacità di mimetizzazione derivanti da una pelle simile a quella dell'odierno camaleonte.
Si può disquisire anche su altri elementi, come il telefono che squilla nello stomaco dello spinosauro oppure sulle reali profondità del fiume sul quale la chiatta naviga per cercare di raggiungere la costa oppure ancora sul fatto che il ragazzo non può aver raccolto urine di t-rex (perché defecazione e minzione erano praticamente contemporanee).
Insomma, la pellicola di Jhonston palesa numerose pecche e leggerezze, che francamente non sono più giustificabili arrivati alla conclusione (?) della saga.
Nonostante tutto, il film riesce ad intrattenere in maniera onesta, offrendo anche alcune scene di tensione costruite abbastanza bene.
SI pensi al ritorno nei laboratori Ingen, oppure alla gabbia degli pterodattili.
Anche la scena del fiume che coinvolge lo spinosauro non è girata male.
Come detto in precedenza, "Jurassic Park III" non può assolutamente competere con il capostipite della saga, ma riesce ancora ad offrire un sano e divertente intrattenimento, mettendo purtroppo in evidenza il fatto che le buone idee si erano già esaurite con il primissimo film.
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Recensione a cura di carsit - aggiornata al 08/01/2014 17.07.00
Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it
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