Recensione la rabbia di pasolini regia di Pier Paolo Pasolini, Giovannino Guareschi Italia 2008
al cinemain tvanteprimearchivioserie tvblogtrailerclassifichespecialiregistiattorirecensioniforumfeedmy
Skin Filmscoop in bianco Filmscoop nostalgia
Ciao Paul!
Ricerca veloce:       ricerca avanzatabeta

Recensione la rabbia di pasolini (2008)

Voto Visitatori:   7,50 / 10 (8 voti)7,50Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
Dimensione testo: caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi

locandina del film LA RABBIA DI PASOLINI

Immagine tratta dal film LA RABBIA DI PASOLINI

Immagine tratta dal film LA RABBIA DI PASOLINI

Immagine tratta dal film LA RABBIA DI PASOLINI

Immagine tratta dal film LA RABBIA DI PASOLINI
 

All'inizio degli anni '60 Gastone Ferranti, editore di Mondo Libero, chiede a Pier Paolo Pasolini, affermato e già controverso autore, di rileggere in forma di saggio cinematografico gli avvenimenti dell'ultimo decennio, lavorando su materiale di repertorio, cinegiornali, interviste e cronache.
Dal vaglio di questo materiale (oltre 90.000 metri di pellicola), per lo più semplici resoconti accompagnati da enfasi propagandistica e generalmente poveri di contenuti, Pasolini riesce ad estrarre una serie di sequenze di sintesi, che riteneva potessero aiutarlo ad illustrare il suo pensiero. Ad accompagnare le immagini sarebbero stati i suoi testi, letti in prosa da Renato Guttuso e in poesia da Giorgio Bassani.

Nasce così, già in fase di montaggio, un'opera fortemente disillusa, inquietante, lungimirante e feroce, tanto che il produttore decide di disinnescarne in parte il contenuto potenzialmente eversivo trasformando il film in un dittico, riducendo lo spazio critico di Pasolini e affidandone la controparte al qualunquismo bonario e innocuo di Giovannino Guareschi.
Questo nella speranza di un minor rischio, di un miglior ritorno commerciale ma anche e soprattutto nell'ottica generale del 'visto da destra, visto da sinistra', schema giornalistico ad uso e consumo del compromesso democristiano che, in voga ancor oggi, tanti danni ha fatto a chi produce e fruisce del libero pensiero. Precauzione forse utile ma sicuramente riduttiva, dato che il pensiero di Pasolini aveva già superato questi schematismi e lavorava su un'analisi critica radicale di portata ben più ampia, che come noto risulterà scomoda a destra quanto a sinistra.

In ogni caso l'autore accetta controvoglia la divisione del film e, pur senza mai incontrarsi con Guareschi che definiva un "umorista reazionario", elimina alcune sequenze iniziali e porta a termine la sua parte.
Il film esce con il titolo "La Rabbia" ma come prevedibile, incompreso nella sua profetica lucidità, naufraga nelle sale per pochissimi giorni, prima di avviarsi ad un inevitabile oblio.

A 45 anni di distanza, da un'idea di Tatti Sanguineti, il regista Giuseppe Bertolucci e la Cineteca di Bologna decidono oggi di riparare al torto, ricostruendo, con l'aiuto delle indicazioni dell'autore, la parte eliminata e riportando l'opera alla stesura originale.
Da questa idea nasce "La Rabbia di Pasolini".
E' opportuno anticipare, a scanso di equivoci, che questa operazione, seppur rigorosa e ineccepibile sul piano filologico, poco aggiunge a quanto l'autore era riuscito a condensare nei 53 minuti originari. L'aggiunta di questo cappello introduttivo quindi, che illustra in pochi tratti l'inizio del processo di normalizzazione occidentale, dalle esequie di De Gasperi all'avvento della televisione passando per la guerra di Corea e l'ammissione italiana alle Nazioni Unite, non modifica la valutazione e l'analisi della versione originale.

Analisi che può muovere i suoi primi passi sul piano della forma: è evidente infatti come fosse un rischio attingere al modello più popolare di informazione, quale il cinegiornale, affiancando al suo piano linguistico un registro molto alto intessuto di lirismo e prosa, poesia e riflessioni di amplissimo respiro.
Pasolini ci riesce alla perfezione con quella che si definisce soggettiva libera indiretta; è proprio in queste sovrapposizioni di reale e poetico, nello stridere di questo contrasto che avvertiamo la sofferenza della lettura della società, la rabbia e l'indignazione dell'artista contro l'irresponsabilità storica, veicolate dal fluire delle immagini, dalle note di Albinoni e dalla riuscita collisione delle voci di Guttuso e Bassani.

Testimone primo di una trasformazione sociale in atto e anticipatore profetico del conformismo e del degrado morale a venire, Pasolini tenta allora una interpretazione molto vasta di quanto accade intorno a lui, in un'opera che fonde sociologia, etnografia, antropologia, storia, costume, politica e religione.
A susseguirsi sono sequenze che affrontano temi diversi: si spazia dal colonialismo e la sanguinosa indipendenza algerina ("finché l'uomo sfrutterà l'uomo non ci sarà normalità […] è nella speranza che la gente non ha colore") all'ipocrisia dei riti del perbenismo istituzionale, laico nell'incoronazione di Elisabetta II e religioso nell'alternarsi dei papi ("L'oscurità della coscienza non richiede dio bensì le sue statue"); dall'esaltazione della modernità meccanicista come consumo ("L'ansia del consumo è un'ansia di obbedienza a un ordine non pronunciato. […] Quando sarà inarrestabile il ciclo della produzione e del consumo, allora la nostra Storia sarà finita") all'appiattimento culturale dell'occidente, felice semplicemente di cibarsi di cultura premasticata e di addormentarsi nella propria normalità ("milioni di candidati alla morte dell'anima").

Ognuno di questi brevi quadri meriterebbe un'analisi separata ed è in realtà l'embrione di riflessioni che si svilupperanno ampliandosi poi nelle opere successive, attraverso approfondimenti e riletture che, spogliate anche dell'enfasi poetica e da una residua parzialità, ne mettono a nudo ancora oggi l'incredibile attualità e l'acuta amarezza.

A dir poco toccante l'omaggio finale a Marilyn e alla bellezza antica che rappresenta, vittima sacrificale dell'ideologia e della superficialità ("Sparì come una bianca ombra d'oro / La tua bellezza sopravvissuta del mondo antico, / richiesta dal mondo futuro, posseduta / dal mondo presente, divenne così un male"). Siamo qui al punto più alto della riflessione, le immagini di Marilyn si alternano a quelle di esplosioni nucleari in una fusione di bellezza e morte che ricorda il Resnais di Hiroshima mon amour.

In conclusione, è evidente da quanto detto finora come la sottotraccia unificante di questo difficile percorso di immagini sia lo scontro tra la diversità (di costume e di pensiero) come potenziale ricchezza e il tentativo continuo di renderla una minaccia, combattendola con le armi della guerra e dell'omologazione. Forse anche perché in prima persona vittima di questa battaglia (a dir la verità in buona compagnia, si pensi in quegli anni a Braibanti e ai balletti verdi) Pasolini non affonda del tutto il coltello ma cede il passo alla sua sensibilità e decide di far approdare questo contrasto in un finale consolatorio e consapevolmente ingenuo in cui si celebrano le parole del cosmonauta russo Titov "Da lassù tutti mi erano fratelli".

Sicuramente non esente da difetti, da sporadiche e oneste derive verbose o velleitarie (specie se rivisto oggi) il film si muove però sempre miracolosamente in bilico tra anacronismo e modernità delle intuizioni, regalando vertigini e sprazzi di genio.

Ancor più del film in sé paradossalmente è però indicativa dei tempi, dell'accoglienza riservata ad esso e più in generale al suo autore, l'appendice intitolata "L'aria del tempo" in cui sono raccolte una serie di valutazioni dell'opera di Pasolini da parte di critici e personaggi pubblici, tra lo scherno e il linciaggio, la cui pochezza strappa oggi, consci degli avvenimenti successivi e del prezzo pagato, una lacrima di rabbia impotente.
Ed è in questa chiave allora che l'opera di riscoperta trova oggi più che mai la sua necessità e la sua rinnovata urgenza, prima ancora che la sua compiutezza. Per rendere giustizia ma soprattutto per non dimenticare quello che è stato senza dubbio, inascoltata coscienza critica, uno dei più lucidi e disincantati intellettuali del nostro tempo.

Commenta la recensione di LA RABBIA DI PASOLINI sul forum

Condividi su Facebook Condividi recensione su Facebook


Recensione a cura di Lot - aggiornata al 15/09/2008

Il contenuto di questo scritto esprime il pensiero dell'autore e non necessariamente rappresenta Filmscoop.it

In programmazione

Ordine elenco: Data   Media voti   Commenti   Alfabetico

 NEW
a big bold beautiful journey - un viaggio straordinarioa' son imageag4in - il film del quarto scudetto del napoliagonalpha (2025)bolero (2024)come closercome ti muovi, sbaglicrossing istanbuldangerous animalsdemon slayer: kimetsu no yaiba - il castello dell’infinitodiscesa liberadownton abbey - il gran finaleduseelisa (2025)enzoesprimi un desideriofamiliar touchfin qui tutto bene?francesco de gregori nevergreenfranco califano - nun ve trattengogrand prix (2025)green is the new redhellboy: l'uomo deforme
 NEW
himhoney don't!i puffi - il filmi rosesil mio amico pinguinoil nascondiglio (2025)il padre dell'anno (2025)in the lost landsio sono nessuno 2jane austen ha stravolto la mia vitakneecapl’ultimo turnola casa delle bambole di gabby - il filmla famiglia leroyla grazia
 NEW
la mia amica evala riunione di condominiola valle dei sorrisi
 R
la voce di hind rajablast breath (2025)
 NEW
l'attachement - la tenerezza
 NEW
le citta' di pianuraleopardi & co
 NEW
l'isola di andrealo spartito della vitalocked - in trappolamaterial lovemonsieur blake - maggiordomo per amoremother (2025)pomeriggi di solitudinequel pazzo venerdi', sempre più pazzoquirsconosciuti per una nottesotto le nuvolesplendida imperfezione - il primo amore di casanovasuccede in una nottesuper happy forever
 NEW
testa o croce? (2025)the conjuring - il rito finalethe life of chuckthe lost bus
 NEW
the smashing machinetroppo cattivi 2tutta colpa del rockun anno di scuolaun film fatto per bene
 NEW
un viaggio per incontrare mimi'una battaglia dopo l’altrauna scomoda circostanza - caught stealinguna sorellina per peppa pigwarfare - tempo di guerraweapons
 NEW
zvani' - il romanzo famigliare di giovanni pascoli

1065858 commenti su 52694 film
Feed RSS film in programmazione

Ultimi film inseriti in archivio

A KNIGHT'S WARALLA RICERCA DI MIA FIGLIAALLELUJA!AVVENTURA NEL MAR NEROBIO HUNTERBROOKLYN CHIAMA POLIZIACIA - UN UOMO NEL MIRINOCORPSE MANIACRYING FREEMAN: KILLER'S ROMANCECRYPTIC PLASMDER DOKTOR - L'OMBRA DELLA MORTEDINOFIVE ELEMENTS NINJASGALAXY HORRORI FORZATI DELLA GLORIAIL LAGO DELLA VENDETTAIL POEMA DEL VENTO E DEGLI ALBERILA CANAGLIA IN MINIGONNALA FOSSA DEI DANNATILA MALEDIZIONE DELLA MUMMIALA MALEDIZIONE DI KAZUO UMEZULA MANO DELLA MUMMIALA VAMPIRALE OMBRE DELLA MEMORIAMOUNTAINHEADNOSTRO PANE QUOTIDIANO (1934)PLAY DEAD (2025)PROJECT A-KOROB PEACEROOTS SEARCHSINFONIA NUZIALESLAUGHTER BEACHTHE PIPER (2024)THE RED SPECTACLESTHE ROOKUN AMORE DA RISCOPRIREUN ASSASSINO TRA DI NOIUN OMICIDIO PER DUE - ULTIMA NOTTE DI NOZZEUZUMAKI (2024)WHAT HAPPENS AFTER THE MASSACRE?ZOMBIES OF THE THIRD REICH

Ultimo film commentato

Ultimo post blog

Speciali

Speciale SHOKUZAISpeciale SHOKUZAI
A cura di The Gaunt

Ultime recensioni inserite

in sala


LA VOCE DI HIND RAJAB
Locandina del film LA VOCE DI HIND RAJAB Regia: Kaouther ben Hania
Interpreti: Amer Hlehel, Clara Khoury, Motaz Malhees, Saja Kilani
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

THE ORDER (2024)
Locandina del film THE ORDER (2024) Regia: Justin Kurzel
Interpreti: Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett, Alison Oliver, Morgan Holmstrom, Odessa Young, Marc Maron, Philip Granger, Sebastian Pigott, Matias Lucas, Bradley Stryker, Phillip Forest Lewitski, Victor Slezak, Daniel Doheny, Bryan J. McHale, Ryan Chandoul Wesley, Geena Meszaros, George Tchortov, Daniel Yip, Sean Tyler Foley, John Warkentin, Vanessa Holmes, Rae Farrer, Carter Morrison, Huxley Fisher, mandy fisher
Genere: thriller

Recensione a cura di The Gaunt

archivio


SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA
Locandina del film SEPTEMBER 5 - LA DIRETTA CHE CAMBIO' LA STORIA Regia: Tim Fehlbaum
Interpreti: John Magaro, Leonie Benesch, Peter Sarsgaard, Ben Chaplin, Zinedine Soualem, Georgina Rich, Corey Johnson, Marcus Rutherford, Daniel Adeosun, Benjamin Walker, Ferdinand Dörfler, Solomon Mousley, Caroline Ebner, Daniel Betts, Leif Eduard Eisenberg, Sebastian Jehkul, Rony Herman, Jeff Book, Robert Porter Templeton, Stephen Fraser, Leon Dragoi, Doris Meier, Mark Ruppel, Christine Ulrich, Günther Wernhard, Antje Westermann, Harry Waterstone, Andreas Honold, Stefan Mittermaier
Genere: drammatico

Recensione a cura di The Gaunt

NOSFERATU (2024)
Locandina del film NOSFERATU (2024) Regia: Robert Eggers
Interpreti: Lily-Rose Depp, Nicholas Hoult, Bill Skarsgård, Aaron Taylor-Johnson, Willem Dafoe, Emma Corrin, Ralph Ineson, Simon McBurney, Adéla Hesová, Milena Konstantinova, Stacy Thunes, Gregory Gudgeon, Robert Russell, Curtis Matthew, Claudiu Trandafir, Georgina Bereghianu, Jordan Haj, Kateřina Bílá, Maria Ion, Tereza Dušková, Liana Navrot, Mihai Verbintschi, Karel Dobrý, Andrei Sergeev, Matěj Beneš, Marek Pospíchal, Jan Filipenský, Alex East, Christian Dunckley Clark
Genere: horror

Recensione a cura di Harpo

Ultima biografia inserita

Casualmente dall'archivio

Novità e Recensioni

Iscriviti alla newsletter di Filmscoop.it per essere sempre aggiornarto su nuove uscite, novità, classifiche direttamente nella tua email!

Novità e recensioni
 

Site powered by www.webngo.net