all is lost - tutto e' perduto regia di J.C. Chandor USA 2013
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all is lost - tutto e' perduto (2013)

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locandina del film ALL IS LOST - TUTTO E' PERDUTO

Titolo Originale: ALL IS LOST

RegiaJ.C. Chandor

InterpretiRobert Redford

Durata: h 1.46
NazionalitàUSA 2013
Generedrammatico
Al cinema nel Febbraio 2014

•  Altri film di J.C. Chandor

Trama del film All is lost - tutto e' perduto

Durante un viaggio nell'Oceano Indiano, un uomo si trova da solo in balia del mare e degli elementi, dopo che il suo yacht ha subito una collisione con un container abbandonato. Con l'equipaggiamento di navigazione e la radio fuori uso, l'uomo per sopravvivere deve far affidamento solo su un sestante, delle mappe nautiche, e il suo intuito.

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Voto Visitatori:   6,75 / 10 (38 voti)6,75Grafico
Miglior colonna sonora (Alex Ebert)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior colonna sonora (Alex Ebert)
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Voti e commenti su All is lost - tutto e' perduto, 38 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bellin1  @  10/06/2021 23:15:42
   5 / 10
Un water movie dove solo Redford cerca di tenere in mano le vidlcissutini di un soggetto disperso in mare. Nulla di eccezionale, ritmo troppo lento e privo di mordente. Salvo i paesaggi solamente.
Mediocre

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR 1819  @  11/04/2021 13:29:05
   6½ / 10
Considerata la scenografia non ci si poteva aspettare una grande varietà di temi e inquadrature. Detto questo il film regge grazie a regia e recitazione.

biosman2010  @  09/09/2020 00:22:20
   7 / 10
probabilmente non è un film per tutti, a me è piaciuto,
Redford impeccabile..

Beefheart  @  22/06/2019 13:07:47
   7 / 10
Diciamo subito che il finale eccessivamente romanzesco si avvicina molto al rovinare il tutto...
Infatti, pur non essendo io sufficientemente esperto in nautica per valutare in maniera del tutto obiettiva, questo film mi sembra comunque abbastanza ben fatto per regia, interpretazione, sceneggiatura ecc... sino ai 3 minuti finali.
Prima di allora si mantiene su buoni livelli di credibilità, asciuttezza (paradossalmente), efficacia, tensione. Persino il ritmo narrativo, nonostante la mancanza di dialogo e l'improbabile flemma del protagonista, pare opportuno.
Ecco perchè cedere alla tentazione di hollywoodiare il finale è stato un vero peccato.

Wilding  @  31/08/2018 11:47:21
   7 / 10
Il solito filone "alla deriva" che resta pur sempre affascinante e si lascia seguire senza noia. Qui Redford è davvero bravo (come sempre peraltro), riuscendo anche a dare un tocco di originalità.

Crystal_89  @  16/04/2017 23:07:11
   4 / 10
il film consiste essenzialmente in Robert Redford che fa cose poco interessanti su una barca. così come si presenta, è a tutti gli effetti un'opera incompleta. va bene la lotta per la sopravvivenza, ma da sola non basta, soprattutto perché di azione vera ce n'è pochissima.
la durata giusta sarebbe stata 90 minuti, con un'introduzione e/o dei flashback per farci conoscere il personaggio. altrimenti è impossibile provare empatia per lui, e un film sterile non interessa a nessuno

1 risposta al commento
Ultima risposta 22/06/2019 13.19.00
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Thorondir  @  09/07/2016 12:40:56
   7 / 10
Lavoro di sottrazione per Chandor, regista di cinema che ormai sembra scomparire. Il suo film non è soltanto l'uomo solo che trova dentro di se lo spirito di sopravvivenza ma è un attacco metaforico e simbolico al sistema del mercato odierno. Sembra strano ma: la sua barca viene colpita da un container, la grandi navi mercantilistiche gli passano a fianco senza accorgersi di lui e il finale...un film molto più complesso di quanto la sua apparente semplicità possa far sembrare. Ci sono diversi blooper (lui che entra in acqua e esce asciutto, più altre cose di questo tipo che ad un regista come Chandor non posso perdonare), ma nel complesso è un film ambizioso che lascia qualcosa e che riappacifica con un certo cinema di immagini e suoni.

76eric  @  06/05/2016 22:16:57
   7 / 10
Buon film. Per quel che mi riguarda, sebbene siano due generi diversi, lo paragono a Gravity, anche quest' ultimo visto recentemente... Sono pellicole che si lasciano vedere, che ti portano fino ai titoli di coda, ma che difficilmente invogliano ad una seconda visione. La prima ed unica basta e avanza. Un pò Cast away, un pò Open Water, un pò "La tempesta perfetta" ( "Col mare non si scherza...." cit. Nick Castle/Tom Atkins ...) un pò di questo e un pò di quello..... In linea con la media....

cirus  @  27/04/2016 14:40:12
   7½ / 10
se un film è lento o non ha dialoghi non vuol dire che è brutto o noioso! nel 1° caso fa riflettere di più rispetto a un film tutto azione travolgente che diventa solo effetti cerebrali... nel 2° ci troviamo all'essenza del cinema: soprattutto le immagini!!! ad alcuni non piace il fatto che non sappiamo questo uomo chi è e donde venga: ma è proprio questo il bello! fa riflettere sulla tenacia alla vita, sull'abbandono della stessa, poi - non so gli altri - a me ha sorpreso il finale rispetto a come si presentava l'inizio....

catisidoro  @  25/04/2016 23:03:29
   2 / 10
voto a Redford 8 alla fotografia 8 alla regia 6 alla trama 2 al film in sé 2, visto una volta basta e avanza ha più pathos una scurreggia del mio gatto, noioso e prevedibile

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Sbrillo  @  06/05/2015 12:06:25
   4 / 10
ok la lotta per la sopravvivenza, ma di questo uomo non si sa niente....non si sa chi sia, non si sa perchè stia li... bah.....un film troppo essenziale per i miei gusti....mi ha annoiato alla morte, di una lentezza unica....ok Redford, che mantiene il film da solo essendo l'unico attore, ma io a metà film non vedevo l'ora che morisse, almeno finiva lo strazio....mai più!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/04/2015 23:11:00
   6 / 10
La trama è essenziale, lotta per la sopravvivenza. La sceneggiatura ridotta all'osso, in fondo è l'odissea di un uomo alla deriva nel bel mezzo dell'Oceano Indiano. Ho apprezzato l'idea di ridurre tutto al tema centrale della sopravvivenza: nulla si sa dell'uomo, nessuna narrazione fuori campo tipo "diario di bordo" che alla lunga avrebbe appesantito un film che di per sè comunque non è una passeggiata di salute, perchè francamente si poteva eliminare qualcosa (i passaggi delle navi mercantili che non vedono l'uomo diventano ripetitivi). Curioso ed interessante l'eliminazione prograssiva delle appendici tecnologiche (computer e radio) ed il ritorno ad una certa manualità perduta anche per un uomo di mare o presunto tale (l'utilizzo del sestante imparato su una guida). Tecnicamente il film è buono, sia dal punto di vista registico, sia come fotografia. Redford si prende sulle spalle il film e lo porta a termine con una certa disinvoltura. Peccato che non sia molto a livello di contenuto che non sia stato raccontato da altri film.

Invia una mail all'autore del commento DjAlan78  @  18/02/2015 13:44:34
   7 / 10
Giovans91  @  10/01/2015 14:15:10
   7 / 10
Un uomo di cui non sapremo mai nulla, né il nome né la provenienza, né perché sia da solo in mezzo all'Oceano, è in una piccola barca a vela che viene speronata da un container (che poi si capirà perché si trovasse proprio lì). Da quel momento inizieranno alcune disavventure, logiche per chi si trova in quella situazione, a cui il protagonista tenterà di porre rimedio almeno fino a dove le capacità umane lo consentono. Perché è proprio qui che, probabilmente, il film vuole raggiungere la sua pienezza, ribadendo ancora una volta quanto l'uomo sia impotente di fronte alla natura o, forse, quanto l'uomo sia semplicemente solo.
La struttura di "All is lost" è quella, già vista, del 'one-man story', ma la totale assenza di dialoghi e di qualunque altro personaggio o luogo che non sia il mare lo fa diventare un esperimento decisamente unico nel suo genere. Il regista J.C.Chandor ("Margin Call"), decide di essere essenziale in tutto, eliminando ciò che non è puramente funzionale al racconto, e lascia sulle spalle del magnifico Robert Redford (candidato al Golden Globe per questo film) il destino non solo della barca ma anche dell'intero film. Inevitabile un po' di calo d'attenzione a tratti da parte dello spettatore, ma niente di grave, la si recupera in un attimo perché la tensione narrativa è costante e la regia, ricca di primissimi piani e campi strettissimi, che porta lo spettatore ad essere lì in mezzo al mare con il protagonista.
In questo film è assolutamente fondamentale l'apporto del suono, a cui viene dato il compito di riempire i vuoti lasciati dalle parole, (infatti il film è stato nominato all'Oscar per il miglior montaggio sonoro)
Resta comunque da capire cosa spinga un regista ad intraprendere sfide di questo genere che, pur essendo assolutamente godibili, alla fine non lasciano poi molto allo spettatore rimanendo un po' fini a sé stesse e il cui destino è sostanzialmente già scritto.

calso  @  06/01/2015 20:54:46
   5 / 10
Ben fatto...ma dopo cast away è il secondo film in cui speravo che il protagonista morisse al più presto...storia di un naufrago che cerca di sopravvivere dopo un naufragio in tutti i modi possibili...però noia mortale

crimal9436  @  04/09/2014 22:24:59
   7½ / 10
Interessante. Per evitare di fare uno spoiler unico passo direttamente alle considerazioni finali: il film non risulta né lento né noioso, Redford è banalmente impeccabile, e alla fine della visione sono molti i pensieri che ti affollano la mente, ad esempio questo: quanto sono inutile di fronte alla vita tutti gli oggetti che ne fanno parte!

andreuzzo  @  31/07/2014 02:02:07
   5 / 10
Non mi è piaciuto.
Un film è bello quando alla fine di esso o durante esso comunica delle emozioni, ti fa sentire qualcosa allegria, tristezza, commozione, o qualsiasi altro sentimento.
Questo film lascia il vuoto dell'oceano, una storia qualunque per un finale quasi scontato, nessuna emozione nessuno "ti lascia pensare"
LA regia è comunque buona, e l'ambient molto bello anche se è solo mare, c'è modo e modo di inquadrarlo.

Lascia poco a tratti annoia, AMO Redford ma secondo me non è stato azzeccato in questo film, nessuna espressività, nessun sentimento.
Sembra un robot intento a volte a combattere gli avvenimenti con una calma serafica, a volte ci si fa trascinare. MA sempre e comunque lontano anni miglia dal set.

Visto il regista, visti i grandi nomi sicuramente si poteva fare molto di più.
Un film così lo accetto da un cast medio non da fuoriclasse.

vale1984  @  10/07/2014 10:31:59
   6½ / 10
un film che poteva anche essere interessante ma ha troppi silenzi e troppe poche spiegazioni per coinvolgere. Chi è l'uomo sfortunato in mezzo al mare? Da dove viene, dove va? Boh... può essere il suo punto di forza ma alla fine non lascia molto.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  03/07/2014 15:36:42
   7 / 10
Chi è l'uomo disperso nell'oceano? come mai si trova a navigare in solitaria? qual è il suo nome? ha famiglia, figli?
Nel nuovo film di J.C. Chandor nessuno di questi leciti interrogativi troverà risposta, non ha infatti alcun peso acquisire certe informazioni. Il regista mette in scena il dramma di un uomo comune - ovviamente con spiccate conoscenze nautiche - vittima di un destino a dir poco beffardo prima, e a seguire di una natura capricciosa e indifferente ai suoi patemi.
Spiccano l'isolamento, mai la paura o la disperazione, queste montano solo con l'avvicinarsi del finale quando il protagonista inizia a non avere più risorse né energie per contrapporsi alla furia delle onde.
L'oceano è il protagonista non accreditato, luogo affascinante ma inospitale e terrorizzante per colui che ha la sventura di trovarsi in sua balia.
La sofferenza dell'uomo si fonde con la bellezza del mondo sommerso, incorniciato nell'eterna lotta tra la vita e la morte. Non vi sono dialoghi, la colonna sonora è ridotta al minimo, il silenzio è rotto solo da rumori naturali fino ad essere spezzato dall' ululato delle tempeste che si abbatteranno sul malcapitato protagonista.
Nei panni del naufrago un bravo Robert Redford, decisamente attempato ma non per questo inadatto al ruolo del lupo di mare affrontato con grande disinvoltura.
La sceneggiatura minimale evita inutili spettacolarizzazioni: ogni gesto, ogni tentativo, ogni azione, riportano la praticabilità di gesti possibili per chi conosce le leggi del mare e della navigazione.
Il tema di fondo non è nuovo, come le inquadrature dall'alto a mostrare la solitudine e la piccolezza umana, ma il film, nonostante qualche tempo morto, tiene alto il livello della tensione aderendo ad una concatenazione di eventi tutto sommato credibili.

topsecret  @  02/06/2014 19:45:43
   7 / 10
Non so immaginare qualcosa che renda bene l'idea di imprevedibilità e forte senso di smarrimento di un uomo solo in mezzo all'oceano.
ALL IS LOST tenta di instillare al meglio le emozioni di un uomo, non più giovane, stanco, demoralizzato e in balìa di una sconfinata distesa d'acqua salata che cerca di sopravvivere aggrappandosi con ogni mezzo alla speranza.
Un ritmo volutamente ragionato e sommesso, quasi come i movimenti del protagonista, accompagna lo spettatore in questo viaggio alla riscoperta del valore della vita, confidando in una ambientazione accattivante e allo stesso tempo inquietante, un interprete calibrato e una regia intelligente ed abile. Il risultato è soddisfacente e lo spettatore riesce a percepire l'ansia e le sensazioni contrastanti del protagonista, facendosi coinvolgere dalla storia in maniera semplice e lineare.
Una discreta visione godibile che fa riflettere.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Caio  @  02/06/2014 12:29:35
   8 / 10
Sí, mi è piaciuto. Un Robert Redford in gran forma che lotta per sopravvivere. Quello che mi ha colpito è il fatto che non si percepisce in lui nessuna paura o ostilità verso il mare, non è la solita lotta tra l'uomo e le forze ostili della natura.

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Ultima risposta 02/06/2014 12.58.55
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Aztek  @  29/04/2014 19:33:17
   7 / 10
Probabilmente non porta niente di nuovo al genere, ma è da premiare perchè, nonostante questo, riesce a non annoiare anche in totale assenza di dialoghi.
Seconda parte del film molto più attiva rispetto alla prima, con un'interpretazione di Redford davvero di alto livello.
Finale più o meno scontato visto come si evolve la sceneggiatura, con un' ultima scena davvero bella.

il_drugo  @  11/04/2014 13:56:59
   9 / 10
Eccellente. Nonostante la mancanza di dialoghi un film che scorre veloce e che non ti annoia un solo minuto. Per me una delle migliori interpretazioni di Redford.

Fortune  @  02/04/2014 09:00:27
   9 / 10
Sorprendente e straordinario.Grandioso il ritorno da protagonista assoluto per R.Redford. Film privo di dialoghi...solo mare, vento e tensione...non per tutti ma da vedere per gli amanti delle forti emozioni in solitario.

Alex toro  @  07/03/2014 10:44:53
   7½ / 10
Film che non piacerà a tutti,alcuni lo troveranno monotono altri semplice poesia....io opto per la seconda con un Redford strabiliante e un finale dalle molteplici interpretazioni

atreides  @  19/02/2014 20:02:15
   6½ / 10
apprezzabile e ben girato, non credo ci sia da cercare altro in una pellicola dove non esiste dialogo, un uomo contro il mare e le sue intemperie, un buon Redford in splendida forma

Invia una mail all'autore del commento NotoriousNiki  @  18/02/2014 13:00:08
   7 / 10
Chandor gli occhi posati su di sé li ha da almeno 2 anni, l'attesa trepidante di rivederlo all'opera è finita e la sensazione è che questa poteva essere l'ottima opera 1° di un autore, un film da Sundance, sperimentale, a tratti sposa fedelmente il decalogo del Dogma 95, nessun accompagnamento musicale solo l'uomo e la natura, la musica ce la mette il mare, questo sino alla breve parentesi del minuto 65 e all'apparente tragico finale. Comincia in media res, canovaccio spesso usato del partire da un momento topico della narrazione con una lettera o un messaggio (quest'anno un altro è stato '12 anni schiavo') per poi tornare repentinamente a raccontare dal principio, come in 'Margin Call' si distingue per il suo linguaggio universale, lì senza metafore o giri di parole c'è una sequenza celebre in cui spiega senza tecnicismi la miccia di una crisi all'orizzonte, qui optà per un film crudo, reale, senza stimolare alcuna elucubrazione mentale sullo spettatore, Redford deve rappresentare il massimo del controllo umano sul fatalismo che si accanisce contro di lui (che a tratti a forza di pigiare su questa sequela di eventi sfortunati sfiora il grottesco). Nessun appoggio mentale, una figura immaginaria tipo il coniglio di 'Harvey' o quell'incessante pensiero alla bambina della Bullock, citando Gravity la parabola umana della sopravvivenza è curiosamente simile, senza il formalismo di Cuaron, Chandor si pone nudo e crudo. L'andamento musicale a sottolineare alcuni presagi, tipo la tempesta ravvisata in anticipo, avrebbe potuto colmare quel vuoto atmosferico, torricelliano, in cui Chandor si spinge eroicamente nel suo intento di purezza, non disdegna alcune immagini poetiche un gioco di luci che gli riesce nel fotografare lo sciame di pesciolini ancorato sotto alla barca, chiudendo, l'intento è promosso mi è piaciuto più in cabina di regia stavolta che in scrittura quale invece si evidenziava illuminante in 'Margin Call' e rimango in attesa di una prova di maturità che potrebbe arrivare tra 2 anni con questo progetto in nuce 'A Most Violent Year' in cui sarà alle prese con la criminalità newyorkese degli anni '80.

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Ultima risposta 08/03/2014 18.19.11
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  17/02/2014 20:52:08
   6 / 10
Non credo di aver colto appieno il senso di questo film. A differenza di film come Gravity questo è decisamente noioso, privo o quasi di sceneggiatura. Ritmo inesistente.
Dato che c'è un unico protagonista il film non è dialogato o quasi e quel poco è doppiato pure male.
D'altro canto la regia è curata e anche la fotografia mi è piaciuta.
Redford è magnetico nonostante gli anni e la rugosità del volto.

Odoacre71  @  16/02/2014 15:33:24
   7½ / 10
Vedere robert redford non proferire bestemmia nemmeno nei momenti più concitati e drammatici è un po' comico, quasi ti ricorda le comiche di stanlio & ollio, con quella sua mimica facciale e gli occhi che saettano spauriti a cui non segue quasi mai nemmeno un gemito.
Però devo dire che la baracca regge bene, un senso di inquietudine è sempre presente, e visto che per me un film è soprattutto intrattenimento e divertimento, ci contavo poco con un soggetto così abusato. Buono

Manticora  @  14/02/2014 21:09:57
   9 / 10
J.C. Chandor si era già fatto notare per l'ottimo margin call, e qui al suo secondo lungometraggio mostra le doti di un grande regista. Ci vuole coraggio a girare un film con un unico protagonista, quello che è stato Gravity nello spazio è Tutto è perduto di Chandor. Robert Redford è l'anziano velista, di cui non sappiamo nulla, ma che seguiamo con trepidazione, perchè dopo che la sua barca è stata danneggiata deve misurarsi con il mondo sommerso:l'oceano indiano, tra tempeste, mancanza d'acqua e altre peripezie. Un film in cui non ci sono dialoghi, ma solo il monologo iniziale del protagonista e la sua richiesta di soccorso:
"Tutto è perduto, chiedo scusa a tutti, c'ho provato"
Un uomo è il suo (piccolo) mondo,la sua barca a vela, sconvolto dal caso e dalle circostanze, eppure nonostante le difficoltà lui non molla, tutto quello che può fare è provarci.
Bellissima colonna sonora, buoni effetti speciali, Chandor firma anche la sceneggiatura, di un film inspiegabilmente ignorato, ma almeno mi è stato possibile vederlo, e non è poco.

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  14/02/2014 03:48:51
   6 / 10
Questi sono i classici film che non capisco.
Bella regia, bella fotografia, bravo Redford e allora?
Quasi due ore senza sceneggiatura... sostanzialmente ci si affida alla messa in scena.
Un racconto nuovo? no!
Una moderna versione de Il vecchio e Il mare? e se anche fosse?
Si coglie l'occasione per raccontarci un personaggio particolare o con una storia particolare? no!
Alla fin fine un collage di film già visti e che nulla aggiunge, anzi sottrare a precedenti esperienze narrative e visive simili? assolutamente sì!
Anche io, come Luca qui sotto voglio instaurare un paragone con Gravity di Cuaron. Struttura simile, ma Gravity scorre via che è una bellezza, questo no. Gravity non vuole confutare il proprio titolo, All Is lost sì. Gravity incolla alla poltrona per abilità narrativa; All is lost può interessare unicamente per sapere come andrà a finire, ma la demarche che fa fluttuare il protagonista è scevra di qualsiasi interesse e per lo più è noiosa.
All is lost è un prodotto furbetto che grava sulle spalle di Redford e che permette al regista e al direttore della fotografia di dire: "guardate quanto siamo bravi!". Però non è un film fatto per il pubblico, ma a quasi esclusivo uso e consumo dei suoi autori.
Gli do sei perché è tecnicamente ben fatto.
Non ne sconsiglio la visione al cinema perché visivamente ne vale la pena. ma certo non è che sia l'esperienza visiva del secolo (già il citato Gravity era assai superiore), quindi al cinema sì, ma possibilmente quando è in seconda visione a prezzo ridottissimo...
Sostanzialmente un film di cui non si sentiva assolutamente il bisogno.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  13/02/2014 03:00:21
   6½ / 10
Nulla di nuovo sotto il sole, ma un prodotto abile sotto il profilo narrativo e tecnico, che affronta la vita terrena con decorso degli eventi (tragici) come se ci trovassimo davanti a una versione acquatica del capolavoro di Cuaron "Gravity".
Davanti alla forza della natura un uomo solo può realmente trovarsi in un'altra dimensione, in balìa del suo destino, come se cercasse di sopravvivere a qualcosa che non gli appartiene. Il regista è molto bravo a sostenere la storia con disarmante economia, come se volesse volutamente denutrirla dai cliché più classici del genere (ricordando proprio per questo più Cuaron che due opere sopravvalutate tipo "Ore 9, calma piatta" e "Open water"). E il gommone dove Redford resiste fino alla fine galleggia o meglio fluttua in un universo marino degno proprio delle odissee spaziali- cfr. magnifica per contrasto la scena dell'immersione della barca, rispetto alla minuta "scialuppa" rimasta. E' comunque un film che paga qualche piccola o grande ingenuità, come l'Sos a una nave mercantile che finisce per risultare una scena involontariamente comica.
E il vecchio Redford parla ovviamente pochissimo, ma il doppiaggio è abbastanza discutibile. Una fotografia fantastica ma a volte un po' troppo suggestiva illumina e oscura il volto di quest'uomo occultando il "prima e il dopo", che è poi l'elemento di maggior interesse di un film discretamente interessante

giovielory  @  12/02/2014 21:11:02
   10 / 10
UN FILM PERFETTO che fa gridare al capolavoro , regia perfetta , sceneggiatura perfetta , per un robert redford semplicemente perfetto, in pochissime parole un redford che dimostra che anche senza dire una parola in tutto il film si può fare un capolavoro........... film STRATOSFERICO.

dagon  @  09/02/2014 23:32:10
   6 / 10
Mah.... non mi ha detto molto.... l'ho apprezzato principalmente sotto l'aspetto tecnico, in particolare per l'uso del sonoro che diventa veramente un personaggio. Per il resto, altamente prevedibile. Non disprezzabile il tour de force di Redford.

corvo4791  @  08/02/2014 01:07:06
   10 / 10
Un film che può piacere solo a chi ama il genere.
Per me CAPOLAVORO.

ilgiusto  @  07/02/2014 09:25:10
   5 / 10
Un Water movie (Si chiama così questo genere?) del quale nessuno sentiva il bisogno. Non aggiunge nulla a tanti altri film simili, anzi, è un tornare passi indietro rispetto al tono filosofico/poetico aggiunto e raggiunto da Vita di Pi.
Perchè girarlo? Non si sa.
Perchè guardarlo? Non si sa.
Un voto in meno (un 6 può pure meritarselo...) perchè il protagonista, sebbene carismatico, irrita costantemente per il suo continuo agire insensato da perfetto rin********to.

Sconsigliato e dimenticabile.

franz91  @  06/02/2014 13:01:22
   9 / 10
Ho il timore che questo film venga per lo più ignorato dal pubblico, come hanno fatto Academy e parzialmente la Hollywood Foreign Press (Golden Globe). Sì il timore, perché All is lost è Cinema, autentico Cinema, è una sfida che il regista J.C.Chandor (soltanto al suo secondo lungometraggio) ha deciso di affrontare e che lo ha visto vincitore con merito. Un film con un solo personaggio, dialoghi quasi inesistenti, e un'unica location.
Robert Redford (magnifico) è il nostro uomo, nessun nome, nessun accenno alla sua vita se non che sia padre di famiglia, vecchio, esperto navigatore, solitario, tranquillo, che si ritrova nel mezzo dell'Oceano a dover affrontare le insidie del mare quando la sua barca si infrange su un container galleggiante bucandosi. Inizierà un avvincente scontro tra l'Uomo e la Natura, dove il primo assiste impotente alla Forza della seconda, e l'unico modo per sopravvivere è accettarla e resistere grazie alla speranza.
La colonna sonora, sublime, dà colore al tutto: poche note usate in altrettanti pochi momenti, ma ispiranti.
Stilisticamente perfetto, è un film che non si può dimenticare.
Pazzesco, all'uscita dalla sala era questa l'unica parola che riuscivo a dire. Nient'altro.

2 risposte al commento
Ultima risposta 30/03/2014 14.31.25
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Barteblyman  @  06/02/2014 01:37:53
   5½ / 10
Mi viene francamente difficile trovare in questo film rilevanti questioni esistenziali, filosofiche, antropologiche e spaziali. Non che il film sia orrido, non lo è, ma non fosse per il peso del suo protagonista io lo dimenticherei con baldanzosa nonchalance. L'uomo contro la Natura, spinte vitali alla Spinoza (l'individuo saggio riflette sulla vita, si concentra sul vivere), il destino, la s****, finché la barca va lasciala andare. E quindi quasi due ore di un uomo romito e silenzioso in balia dei flutti su una barca in pieno oceano. Nonostante una regia abbastanza anonima che deve molto al montaggio, c'è da dire che il film non annoia. Non annoia ma neanche appassiona. O perlomeno io non ne sono rimasto coinvolto. Guardavo il tutto essenzialmente affascinato da un elemento extra-diegetico, se così posso dire-, vale a dire trovo fantastico il modo in cui le imbarcazioni sono progettate. Vorrei una casa assemblata come una barca. Con ogni elemento concentrato nella sua essenziale funzionalità, con quell'avere a portata di mano. Muovo una fune, aggancio, appendo, srotolo, arrotolo, ruoto e calibro. Calcolo, scorro, stacco, annodo, pompo, svuoto, soppeso, palpo. Compenetrazione di elementi leggeri e robusti. Funi, vele, carrucole, livelli, sportelli, cassetti sotto cassetti. E' un mondo meraviglioso. Un non indifferente bagaglio tecnico col quale affrontare l'ordalia oceanica nonché terrestre. Ove per ordalia si intende una cruenta prova fisica. Robert Redford fa questo. Senza proferir verbi o sostantivi e senza regalare una prova attoriale particolarmente o soprattutto apparentemente pregnante. Lui fa cose, basta. Certo, che altro dovrebbe fare? Nulla se non quello che fa. Complice forse anche l'età matura non ha neanche da parlare da solo, da riflettere ad alta voce, da ironizzare. Lui fa. E cioè calcola, stacca, annoda, srotola, svuota, aggancia, lancia, riprende, blandisce.

Almeno Tom Hanks aveva il pallone Wilson, almeno Pi aveva la tigre. Redford ha "solo" lo sguardo e le rughe. L'austerità. Aprire quindi, come dicevo, riflessioni altre mi pare francamente eccessivo. E' un film su un evento che si fa hic et nunc, un qui e ora. Un presente che (alla Erich Fromm) è un posto di frontiera temporale. La frontiera di un presente, quasi un paradosso. La contingenza del tempo presente e la fragilità di una imbarcazione che è un puntino minuscolo nell'oceano. Un lungo presente dominato dal mare e dall'alienante assenza di ancoraggio terreno, dalla assenza di un paesaggio che orienti. Il passato era il mare, il futuro potrebbe esserlo e il presente è questa dilatazione temporale. Elementi non tanto dissimili da Gravity, anche se lì lo spazio tutto intorno aveva ben altra profondità nonché inventiva registica. All is lost è una documentazione, non va oltre questo. O meglio, pare non voler arrivare ad altro che a questo e riuscendo tuttavia a non annoiare e persino ad inquietare. L'inquietudine del silenzio, del sottile confine tra l'essere al sicuro e il non esserlo per niente. Ma è una inquietudine data dal tratto documentaristico. Le medesime impressioni, se non in forma più densa, si avrebbero guardando un documentario sugli stambecchi del Kurdistan. Nella sottrazione, nel silenzio, nell'evento che appare l'inquietudine è lì a pochi passi. Quando poi il regista cerca di fare altro, di esserci, di andare in altre direzioni (in particolare nel finale, no spoiler), palesa una certa grossolanità. In definitiva, non vi ho trovato nulla di disarmante se non l'invidia per la vita in barca.

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Ultima risposta 13/02/2014 03.02.19
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