basta che funzioni regia di Woody Allen USA 2009
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basta che funzioni (2009)

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locandina del film BASTA CHE FUNZIONI

Titolo Originale: WHATEVER WORKS

RegiaWoody Allen

InterpretiEvan Rachel Wood, Henry Cavill, Patricia Clarkson, Kristen Johnston, Larry David

Durata: h 1.32
NazionalitàUSA 2009
Generecommedia
Al cinema nel Settembre 2009

•  Altri film di Woody Allen

Trama del film Basta che funzioni

Il principale protagonista di questa commedia sull'amore inaspettato è uno scienziato di grandissimo livello che vive un momento di amarezza e depressione che lo porta a un tentativo di suicidio. In questo momento drammatico della sua vita si trova ad ospitare a casa sua una ragazza piuttosto ignorante di cui si innamora e che poi sposerà.

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Voto Visitatori:   7,32 / 10 (208 voti)7,32Grafico
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Voti e commenti su Basta che funzioni, 208 opinioni inserite

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BlackNight90  @  10/10/2009 17:12:30
   8 / 10
Personalmente mi sono divertito dall'inizio alla fine. Allen torna con ottimi risultati nel genere che più gli appartiene e dove ha fatto le cose migliori, la commedia esistenziale acuta e piacevolmente disillusa, evitando certi passi falsi degli ultimi anni. Stessi temi, personaggi che ricordano molto quelli del passato, ma riproposti in modo più chiaro e dilettevole. Si fa notare soprattutto il cinismo che esce tagliente e disinvolto dalla bocca del vechio Boris, che in fondo dice quello che tutti penseremmo se vedessimo le cose da una prospettiva più ampia.
Dialoghi e battute travolgenti, bravi attori che evitano di dare vita a semplici macchiette, una bella storia senza pretese di originalità, ma piena di una profonda comicità. Bravo Allen.

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Ultima risposta 12/10/2009 15.20.47
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  09/10/2009 23:33:46
   7½ / 10
Distribuito così male che son dovuto andare in un cinema di parrocchia. Ma il mio sacrificio è stato molto ben ripagato.
Un ritorno vermaramente gradito di Allen su livelli che giustificano la sua fama.
Ironico e pungente spesso cattivo, peccato per alcune cadute di filosofia spicciola. Ma nel complesso "Basta che funzioni" funziona veramente lasciando l'impressione di una commedia ben scritta ed intelligente.

Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  09/10/2009 22:06:52
   7 / 10
Il film funziona, ma secondo me non basta solo questo.
Allen, è tornato, almeno in parte, quello spietato di un tempo. In parte, perché spesso si perde in filosofia spicciola e il finale fa storcere il naso... ma tutto sommato il film è molto divertente in più di una occasione. Alcune scene sono esilaranti (soprattutto quelle in cui i genitori di lei arrivano a NY) e alcune battute sono affilate come lame di rasoio.
Un bel cast per un bel film che diverte e regala qualche spunto critico. Meglio dei suoi ultimi film, non al livello dei suoi capolavori.
Un bel film. Consigliato anche a chi non sempre ha digerito Allen.

Gruppo COLLABORATORI julian  @  08/10/2009 23:42:39
   7 / 10
Non adoro Allen; sostanzialmente è uno che batte da trent'anni sugli stessi temi, apparte qualche sporadica parentesi, e non mi ha mai fatto innamorare di qualche suo film (è vero anche che ho visto una parte minuscola della sua immensa filmografia).
Whatever works, dopo l'excursus europeo, è un lavoretto che trasuda Allen da tutti i pori: Larry David, naturalmente, è un suo odiosissimo alter ego (e non perchè il suo personaggio fosse sgorbutico, ma perchè è proprio la sua faccia che mi fa antipatia) e conserva tutte le caratteristiche dei personaggi tipicamente alleniani: ateo, ebreo, ipocondriaco, ansioso, maniacale.
Dopo un inizio decisamente scialbo e pieno di momenti vuoti, i quali inizialmente mi hanno fatto pensare che avrei dovuto affilare il coltello della critica contro Woody stavolta, il film decolla con situazioni e battute indubbiamente spassose, sempre gravitanti attorno ai temi cari al veterano della commedia (sesso, D.io, antisemitismo ecc.).
In conclusione, come molti avranno detto per chiudere il loro commento col botto, il film funziona davvero.

E' una fortuna che Woody stavolta non sia sceso in campo come attore... non credo che sarebbe stato bello sentirlo con una voce diversa da quella di Lionello.

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gellico  @  08/10/2009 18:43:37
   7½ / 10
Molto carino, consigliato!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR jem.  @  08/10/2009 14:08:37
   7½ / 10
Uahahah è una rista continua.
Film piacevolissimo e divertentissimo, con un messaggio che è una semplice verità. Basta che funzioni.
Avrei sposato anche io un uomo che canta tanti auguri a te 2 volte, quando si lava le mani, per eliminare i germi.

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Ultima risposta 08/10/2009 20.47.38
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Granf  @  08/10/2009 13:27:50
   7½ / 10
"Entropia è quella cosa per cui non si riesce a rimettere il dentifricio nel tubo"
Woody Allen ritorna alla grande a New York dopo la parentesi europea non troppo felice (in particolare per i due ultimi pessimi film). Certamente non è un film indimenticabile e non raggiunge i livelli a cui il regista ci ha abituato in passato, ma questo "Whatever Works" è un film divertentissimo, geniale a tratti, riflessivo e soprattutto è in pieno stile Allen.
Larry David è grandioso nel recitare il suo personaggio (Woody) e la Evan Rachel Wood è bravissima e bellissima, indubbiamente di un altro pianeta rispetto alla Johansson. Un paio di sequenze memorabili, come il monologo verso la telecamera iniziale, la considerazione sui gay e qualche altra gag micidiale dove si ride veramente di brutto.

"La gente ha sempre odiato gli stranieri, è il sogno americano!"

TIGER FRANK  @  08/10/2009 12:38:29
   7½ / 10
Quoto il commento di Norah al 100%!
"Dio ha creato un mondo con i fiori, le piante, le montagne, i laghi… Dio è gay perché è un arredatore."
Allen si ricorda improvvisamente che una volta faceva film brillanti e ci riprova.
Speriamo non sia una meteora.

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norah  @  08/10/2009 10:14:17
   7½ / 10
"Dio ha creato un mondo con i fiori, le piante, le montagne, i laghi… Dio è gay perché è un arredatore."
Allen si ricorda improvvisamente che una volta faceva film brillanti e ci riprova.
Speriamo non sia una meteora.

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forzalube  @  07/10/2009 03:06:30
   8½ / 10
Sarà che non ho visto i film del primo Woody Allen, ma io sono uscito dalla sala decisamente soddisfatto dalla visione di questa commedia in cui si ride amaramente ed in cui si irridono, a mio parere giustamente, religione, valori ufficiali e fiducia nella razza umana fino ad un finale solo parzialmente conciliante.

Io poi, sotto diversi aspetti, mi sono rivisto in Boris.

Magari nulla di nuovo sotto il sole (soprattutto trattandosi di Woody Allen), ma secondo me il film funziona alla grande ed è il migliore dell'ultimo periodo.

alex25  @  06/10/2009 15:33:02
   7 / 10
il film è ben fatto e molto divertente. Può risultare un film spensierato, ma il buon woody il messaggio l'ha lanciato anche stavolta. Da comprendere fino in fondo a mio avviso.



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capp_86  @  06/10/2009 11:26:33
   8 / 10
Il ritorno di Woody alla commedia "suo stile". In 90' di film ti piazza una decina di battute e citazioni che vanno a rimpinzare il suo già enorme libro di massime. Certo, al posto di dell'attore principale avremmo voluto vedere proprio lui, ma Larry David se la cava alla grande anzi, forse la pecca è il timbro della voce del doppiatore italiano (sarà che ero abituato a Lionello).

Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  05/10/2009 11:54:38
   7½ / 10
E dopo la caduta libera di V.C.Barcelona ecco che ritorna il nostro Woody: ipocondriaco, cinico, irascibile, scontroso, misantropo... l'uomo che non salva nulla del nostro mondo attuale.
E' questo il Woody che piace, che guarda la telecamera e si lamenta di tutto.
Bravissimo Larry David.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Rask  @  03/10/2009 13:44:20
   7 / 10
La solita commedia esistenziale di Allen, stavolta con pretese ridotte dichiarate già dal titolo. Boris è come sarebbe Woody se fosse un fisico teorico, ma più alto.
Si irridono religione, valori ufficiali, egocentrismi e fiducia nella razza umana in una serie di arguzie a intervalli minimi. Senza tempi morti, collanti riflessivi e nulla che costruisca uno spessore emotivo che trascenda la pura sceneggiatura. E' un Woody Allen in pilota automatico, autoindulgente e autoironico, ma senza la grazia e la visione d'insieme (che chiamano genio) dei suoi momenti migliori.

"Ho visto l'abisso.."
"Tranquillo, ora cambiamo canale"

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Gruppo COLLABORATORI matteoscarface  @  02/10/2009 13:13:53
   8 / 10
E' lui! E' lui! E' tornato il vecchio cinico, allegro e disarmante Woody con il suo umorismo spiazzante! Anche se basato su una vecchia sceneggiatura riadattata, Basta che funzioni fa centro come non faceva da tempo. Brillante, coinvolgente, trascinante e dal ritmo scatenato. Una serie di battute e situazioni geniali nella classica tradizione alleniana. Sembra una commedia per il teatro, e non mi stupirei infatti se fosse (stata) pensata per il palco, con dialoghi ottimi, e devo dire ottimamente resi dalla traduzione italiana che ha lasciato giochi di parole e la pronuncia particolare della ragazza, e dei protagonisti superbi. Io mi sono proprio divertito a guardare questa commedia americana vecchio stile dove vari personaggi si azzuffano, si lasciano, si ritrovano. Ma è proprio l'umorismo ad essere disarmante, parla a un pubblico consapevole e adulto, che strizza l'occhio direttamente a Boris/Woody (Larry David ottimo) che a sua volta si rivolge direttamente a noi, chiamandoci dietro un muro per confidarci le sue opinioni sulla vita. E poi, ragazzi, si ride. Punto.

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento Caio  @  02/10/2009 10:48:20
   7½ / 10
Molto carino! Woody fa centro un'altra volta, con una commedia ricca di battute irresistibili, tanto dolce quanto terribilmente amara. Grandissimi anche gli attori. Da non perdere!

dagon  @  01/10/2009 09:56:04
   6½ / 10
con questa fissazione di realizzare 1 film all'anno, sempre e comunque, a prescindere da una vera ispirazione, Allen si è autoconfinato nel ghetto dei film "carini". Trama veramente esilissima, contrappuntata da alcuni dialoghi (spesso monologhi) godibilmente acidi e nichilisti.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  29/09/2009 20:27:22
   7 / 10
La critica meno benevola ha giustamente messo in risalto quanto il film sia coercitivo nel tentativo di far empatizzare gli spettatori con un personaggio tanto odioso, supponente e nichilista come quello del protagonista, ed è vero.
Ma forse anche lo stesso Allen adotta un sistema simile nei confronti degli attori che recitano i loro personaggi. Per esempio il suo cinema sembra da parecchi anni adottare una forte misoginia nei confronti del genere femminile, atteggiamento che ai tempi di Io e Annie era vanificato da una certa rivalità culturale prima che sessuale.
Ecco, direi che il maggior limite è quello di pretendere "poco" dagli attori perchè i loro personaggi valgono poco, con l'eccezione lodevole dell'eccentrica madre (che in questo caso è o sembra una sorella maggiore di Diane Keaton) di lei, e viene voglia di dare ragione all'impetuosa opinione dell'anzianotto professore.
"Basta che funzioni" non aggiunge nulla di nuovo, però... funziona, come da titolo testuale, diverte, è ricco di splendidi dialoghi, di ottime considerazioni sul genere umano (dallo sfottò degli States che "hanno sempre odiato gli stranieri: il sogno americano" all'illuminante considerazione sui gay).
E' il suo miglior film dell'ultimo periodo non c'è dubbio, ma è un SUO film, al cento per cento.
Una sit-com dagli intenti filosofici che ci guida attraverso Joseph Conrad con il linguaggio di "Desperate housewives".
Se il fatalismo letale della morale Alleniana ci lascia annichiliti per mancanza di coraggio, alla fine proprio il tono conciliatorio della vicenda sembra adeguarsi a una delle poche ambigue ragioni umane che dobbiamo concederci: quella di accettare l'umanità così com'è

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  29/09/2009 16:14:36
   7½ / 10
Anche se sono uno dei pochi ad aver apprezzato l'Allen di V.C.Barcellona, il ritorno del regista nella sua Manhattan è festeggiato da una delle sue migliori sceneggiatuture dai tempi di Henry a Pezzi. Forse perchè, propio da quest'ultimo, recupera tutto il cinismo dell'antieroe alleniano, disegnato questa volta senza mezze misure, sempre profondamente pessimista, ancora una volta ipocondriaco e come al solito incline alla depressione.
Ottima la scelta di Larry David come alter ego dello stesso Allen (la storia pesca a piene mani dalle vicessitudini personali del regista newyorkese, anch'esso sposato con una donna più giovane di lui), in perfetta sintonia con la splendida Evan Rachel Wood. Leggero, piacevole, divertente e funzionale...

nEuRoTiK  @  28/09/2009 20:50:06
   7 / 10
Se m'avessero fatto vedere il film e indovinare chi fosse il regista non avrei avuto il minimo dubbio, è la classica commedia alla Woody Allen, soliti temi trattati di sempre (ebrei, dio, morte, ipocondria, sesso, ecc....), manca solo lui come protagonista (il ruolo sembra scritto per se stesso).
Comunque tutto funziona alla grande, un meccanismo già oliato, questo genere di film il buon Woody lo conosce fin troppo bene per poter sbagliare.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Dexter '86  @  28/09/2009 18:56:23
   8 / 10
Bentornato Woody! Dopo l'inconcludente ed irritante (almeno per me) "Vicky Cristina Barcelona" si torna alla commedia cinica e dissacrante che riesce a divertire ed insieme far riflettere. Il risultato è un film godibilissimo consigliato a chi vuole trascorrere una novantina di minuti in modo leggero ma tutt'altro che stupido.

sally-rossella  @  28/09/2009 00:19:24
   9 / 10
Pellicola tagliente,violentemente critica e sovversiva nei confronti dei preconcetti sociali e ideologici del nostro mondo.Woody Allen lascia incarnare una serie di onerose riflessioni esistenziali in una cerchia di simpatici personaggi frizzanti e stravaganti(tra cui Boris Yellnikoff alter ego di Allen)attraverso eventi inconsueti che portano alla scoperta della loro reale natura con stupefacente indifferenza nei confronti del mondo esterno che appare del tutto marginale rispetto ai protagonisti,anzi direi quasi inesistente.I personaggi che ruotano intorno a Boris,e Boris stesso,rappresentano innegabilmente la rottura con l'ordinario,un piccolo nucleo filosofeggiante (ognuno a suo modo) che tocca vari temi e varie sfumature della vita in modo del tutto originale e accattivante.Allen in modo audace lascia cadere la spessa barriera posta tra film e spettatore,il film interagisce con quest'ultimo attraverso una serie di battute.Avviene così la fusione tra reale e fittizio e lo spettatore avvertendo il piacere psichico ma anche fisico(il protagonista si volta verso il pubblico rivolgendoglisi)del coinvolgimento è portato a prestare maggiore attenzione ai dialoghi e alle vicende sentendosi parte del film .
Con Woody Allen il cinema appare in grande forma per quello che è(e che in troppi film cessa di essere del tutto) :rivoluzionario e originale !Buone risate che accompagnano anche fuori sala e attimi di scanzonata e beata riflessione sono gli effetti immediati di questa deliziosa commedia!

Sbufasa  @  27/09/2009 20:14:57
   7½ / 10
E' tornato Woody! Nel senso letterale del termine. Il protagonista di "Basta che funzioni" è una parodia di Allen (a mio avviso neanche tanto lontana dalla realtà). Commedia divertente ben recitata e diretta ancora meglio. Se con i due precedenti film abbiamo imparato a conoscere il Woody Allen più introspettivo, pessimista e malinconico qui ci ridiamo sopra, e con gusto.

Tanti auguri, caro Woody, e bentornato!

Raging Bull 92  @  27/09/2009 12:52:12
   9 / 10
Sono davvero rimasto soddisfatto da questo film!!!
Scritto e diretto dal grande Allen, film geniale! procede con un ritmo molto piacevole sino alla fine..
Interpretazioni ottime della Rachel Wood e di Henry Cavil...Insomma tutto perfetto, una commedia coi fiocchi.
Da vedere all'istante!!

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Ultima risposta 27/09/2009 14.14.04
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cepere  @  27/09/2009 11:35:24
   6 / 10
Film un po' retro',con un pratagonista cinico e frizzante.
Peccato che tutto cio' che circonda il protagonista sembra appiccicato li' senza tanta convinzione.
Il finale rovina un po' tutto.

sestogrado  @  27/09/2009 02:13:52
   6½ / 10
divertente commedia dalla sceneggiatura frizzante, irriverente con qualche genialità. bravi e divertenti tutti i personaggi, in primis il protagonista. sullo sfondo la ritrovata New York, forse esageratamente vista come luogo di redenzione assoluta per tutti.

inferiore  @  26/09/2009 23:42:39
   8 / 10
Dopo aver girato in europa, sperimentato generi inusuali per lui (con ottimi risultati) il nostro Woody torna nella New York che tanto gli ha dato. Un ritorno alle origini sia come ambientazione sia come tematiche. Ovviamente siamo lontani da ''Manhattan'' però questo ''Basta che funzioni'' funziona, convince e diverte. Una commedia fresca e piena di brio. Larry David è credebile nel riportare la personalità tipica dei personaggi interpretati da Allen, Evan Rachel Wood interpreta con simpatia e genuinità il proprio ruolo.
Non rimango sorpreso dal film, entrando in sala sapevo di andare sul sicuro.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  26/09/2009 13:28:09
   7 / 10
Il prolifico Allen torna al settore migliore, quello della commedia di puro intrattenimento, secondo il motto che da il titolo al film.
Ovviamente non siamo dalle parti dei Manhattan o Io e Annie, ma neppure nei paraggi di Anithyng Else.
Leggero e gradevole come un buon bicchiere di acqua fresca.

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crimal9436  @  25/09/2009 12:16:46
   7½ / 10
Un film che alla fine è tutto un cliché, ma voluto

federicarlo  @  24/09/2009 01:03:33
   7 / 10
"Basta che funzioni" si sarà detto fra se e se Woody Allen prima che uscisse il suo ultimo film. In effetti ha funzionato: tutti gli spettatori si saranno divertiti passando una serata davanti ad una simpatica e divertente commedia americana. In realtà io mi permetterei di definirla una tragedia alleniana, il coronamento di una carriera volta a descrivere e ironizzare sull'inettitudine umana. Parlo di coronamento non perché ritenga questo il più bel film di Woody Allen, ma il più tragico. Mentre in altri film il finale aperto spesso lasciva un velo di speranza, in "Basta che funzioni" il finale aperto in realtà è chiuso. Il protagonista (Boris Yelnikoff) sembra essere l'alter ego del regista americano: una persona che crede nella scienza e odia la religione, paranoica, che ha paura del buio (forse il buio rappresenta ciò che è estraneo alla ragione), che si interroga continuamente sui problemi esistenziali, che si rivolge al pubblico (come in "Amore e guerra"), che all'improvviso incontra una giovane e affascinante ragazza… Fin qua sembra tutto visto e rivisto, ma in realtà il protagonista si rivela completamente diverso dal vero Woody Allen, come se fosse un Allen invecchiato: non prova attrazione fisica verso la ragazza, ripudia il sesso, è deciso e fermo nei suoi ideali e non è più un caos mentale in continuo mutamento, non va dallo "strizzacervelli". Alla fine tutto sembra rientrare nella norma: Boris pare riuscire ad innamorarsi e ad accettare molto di ciò che ripudiava e in cui prima non credeva, ma anche gli altri personaggi sembrano avvicinarsi al mondo un tempo tanto lontano del protagonista. Tutto è apparentemente in perfetto equilibrio e il film lascia fra gli spettatori pareri contrastanti fra chi si è divertito di più e chi meno nel vedere una semplice, carina e originale commedia americana. Ma in realtà non credo che Woody Allen avesse in mente proprio questo, o meglio, sapeva che la gente avrebbe reagito così, forse voleva tale reazione; per me il film ha tutt'altro significato. Ho precedentemente parlato di un finale chiuso: in effetti è la prima volta che il protagonista di un film di Allen esce completamente sconfitto: Boris, prima ostile e arrabbiato nei confronti dell'umanità, sembra rassegnarsi del tutto e calarsi nella parte dell'uomo che vive per propria volontà nel falso, nell'assurdo. Perdono le sue catastrofiche teorie e vince la fortuna; ed è proprio la fortuna che lo spinge ad innamorarsi di una maga (antitesi di razionalità, di scienza)... Perde l'umanità, la ragione, il senso di vivere la vita: non ha più senso scervellarsi per anni in chissà quali assurde teorie esistenziali, meglio lasciare vivere la gente nella totale ignoranza e alla fine "basta che funzioni"... Perde soprattutto l'alter ego di Allen. È forse per questo che il film non è stato interpretato proprio da Woody? È come se il regista americano facesse scendere in campo la sua parte dionisiaca ed è come se non se la fosse sentita di interpretarla, o forse non l'avesse ancora del tutto riconosciuta. Insomma non mi sorprende che Allen non abbia scelto Brad Pitt nel ruolo di protagonista: meglio un Larry David zoppo e vestito male, uno che sappia perdere.

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Ultima risposta 25/09/2009 20.01.07
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marcodinamo  @  23/09/2009 16:34:06
   9 / 10
Il ritorno del vecchio Woody. Godibilissimo:

Gruppo REDAZIONE Pasionaria  @  23/09/2009 14:57:41
   8 / 10
Da tempo non ridevo così a battute sagaci e ciniche, dette con l'usuale garbo alleniano! Film riuscito alla grande, uscita dalla sala molto soddisfatta e con ancora il sorriso stampato.
Il personaggio protagonista, ovviamente alter ego di Allen, nella sua tanto eccessiva, quanto forse giustificata presupponenza, è pazzesco. Lo si ama per la naturalezza con cui ci definisce stupidi con sprezzante cinismo, con cui disvela le nostre illusioni elargendoci saccenti lezioncine sul significato insignificante che vogliamo dare alla nostra vita in particolare, al mondo in generale; quando in realtà, ci dice, è solo il caso a farla da padrone.
Anche Melodie, il personaggio interpretato ad hoc dalla Wood, è deliziosa nella sua ingenuità da provinciale, tutti gli altri si adattano bene ai propri ruoli donando al film, nella seconda parte, un non so che di corale che purtroppo decentra l'attenzione dal vero protagonista, Boris. Per questo motivo è migliore la prima parte, dove lui è decisamente il fulcro del film.

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Ultima risposta 15/10/2009 11.47.13
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benzo24  @  23/09/2009 12:21:55
   10 / 10
uno dei migliori film dell'anno, uno dei migliori film di wooddy allen. la cosa più straordinaria è la presenza del grande Larry David, l'autore-attore delle pluripremiate sit-com seinfeld e curb your enthusiasm per la prima volta approda sul grande schermo e interpreta in modo magistrale il cinico e geniale protagonista. grande comunque tutto il cast e la scelta di sfondare la quarta parete, giusto per dare una visione d'insieme. Geniale.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  23/09/2009 00:53:42
   8½ / 10
"Basta che funzioni" e il film funziona alla grande.

E mi fa piacere dirlo visto che con Allen ho un rapporto di amore e profondissimo odio, si lo so molti dicono "o lo si odia o lo si ama" ma mi chiedo come sia possibile non apprezzare questa DELIZIOSA COMMEDIA.

Il cinema di Allen si caratterizza per la semplicità ma molto spesso dietro l'apparenza essenziale dei suoi film si nasconde la pochezza di idee (VV Barcellona o come nel sopravvalutatissimo Match Point tanto per citarne qualcuno)

Poca pubblicità, nessun attore di grande richiamo, muse o luoghi speciali, si ritorna alla solita sempre affascinante New York.
E senza prendersi sul serio Allen torna al "caso" filo rosso di parte della sua filmografia, questa volta concentrandosi seriamente e anche in modo grottesco su come incida sulle nostre vite.
Mentre in Match Point veniva utilizzato come espediente narrativo abbastanza banale per dare un senso a tutto, qui il caso viene usato come elemento fondante delle nostre vite.
Allen vuole dimostrare che sono le nostre sovrastrutture , paure, manie ad impedirci di vivere felici e che una volta liberati, non si è liberi (sarebbe stato troppo banale) ma semplicemente pronti ad affrontare quello che la vita ci dà.
Ovviamente senza prendersi troppo sul serio però sempre con grande lucidità


Tutto raccontato con una sottile ironia ,con attori pienamente in parte e con un Larry David che interpreta un ruolo che sarebbe calzato chiaramente a pennello ad Allen.

Il solito Allen:verboso, prolisso,geniale e pretenzioso ma stavolta funziona alla grande
Da vedere

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Ultima risposta 24/09/2009 00.33.16
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bucci  @  23/09/2009 00:47:31
   8½ / 10
ecchec.azzo ma che volete? tutti con la puzza sotto il naso e con lo sguardo rivolto al passato.. si va avanti signori miei, si cresce.. a volte ci sono involuzioni (come vicky barcelona) altre il film si azzecca completamente.. commedia pimpante e scanzonata, a tratti irresistibile, riesce a prenderti e a catapultarti nella storia facendoti dimenticare ansie e noie della quotidianità, serve il sovrappensiero e fa ridere di gusto, di sti tempi non mi sembra poco

Aztek  @  22/09/2009 23:24:46
   7 / 10
Discreto questo ritorno di Allen, la storia è molto graziosa e a tratti parecchio divertente.
Molto simpatico il personaggio di Larry David, ci si affeziona subito a Boris grazie alle sue battute e ai suoi strani pensieri sui temi trattati.
Nel film non mancheranno situazioni davvero esilaranti.
Consigliato per una serata spensierata.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  22/09/2009 22:01:23
   7½ / 10
Allen ritrova New York e la pellicola che ne scaturisce è frizzante, cinica ed ha il carattere misantropo condite da battute al vetriolo del suo protagonista Boris, interpretato brillantemente da Larry David.
Fra monologhi e battute acide si dispiega così l'ultimo Allen che ne ha più o meno per tutti, però malgrafo il cinismo quasi ostentato, quella buona dose di buon senso serve comunque a mitigare gli aspetti negativi della vita. Dopotutto basta che funzioni. Divertente la "trasformazione" dei genitori di Melody.

FABRIT  @  22/09/2009 18:40:45
   6½ / 10
Non male,Allen torna a buoni livelli...i genitori della ragazza davvero divertenti!da vedere se si è fan delle commedie di Allen,altrimenti lo sconsiglio,difficilmente vi piacerà a mio avviso!

Luca Pepas  @  22/09/2009 13:07:20
   6 / 10
Lontano anni luce dal primo Allen, un passettino in più rispetto agli ultimi lavori del regista newyorkese, ma i tempi di "Manhattan" sono ormai troppo distanti.

Vegetable man  @  22/09/2009 10:46:08
   7 / 10
Film assolutamente gradevole e divertente, soprattutto nella parte centrale.
Nota stonata sono la parte iniziale e quella finale - a scartamento ridotto la prima, troppo zuccherosa la seconda. E la rottura della quarta parete non aggiunge assolutamente nulla alla storia: meglio se non ci fosse stata. Comunque consigliato.

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Ultima risposta 22/09/2009 11.12.39
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suzuki71  @  22/09/2009 10:34:32
   9 / 10
In una panoramica a cortissimo raggio, l'ultimo film di Woody Allen sta al cinema come "L'eleganza del riccio" sta allla letteratura: Boris e la portinaia infatti parlano la medesima lingua, hanno le medesima lucidità e masticano la stessa saggezza. Chiunque avverta o sia stato sfiorato dal "mal du vivre" non può non ritrovarsi nella lucida saggezza di Boris. Film spassosissimo e molto profondo, come in "Vicky,Cristina...", apparente leggerezza che affronta temi esistenziali. Questo film, in deifnitiva, è magnifico, intelligente, ironico e non propriamente popolare. Insomma, Woody Allen.

cappellaio  @  21/09/2009 19:38:06
   7 / 10
discreto film di allen, che però si mantiene lontano dai livelli superbi di cinema ambientato a new york cui ci aveva abituato. comunque rimane un film da vedere

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR williamdollace  @  21/09/2009 13:54:40
   8 / 10
Non me ne frega niente di com’era il cinema di Allen prima e bla bla bla. Basta che funzioni funziona come un fedele tostapane che alla mattina scalcia fuori il pane tostato con una regolarità allucinante, sferzante, sovrailluminato, cinico, casalingo, come una festa intelligente fra vecchi amici al vetriolo, con Lolita.

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Ultima risposta 23/09/2009 12.45.11
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  21/09/2009 13:00:37
   6½ / 10
L’ultimo lavoro di Woody Allen diverte ma non convince del tutto.
Il regista dopo le esperienze europee torna nella sua amata New York e firma una commedia dalle battute leggermente usurate ma sempre piuttosto divertenti e soprattutto ben interpretata non solamente dal protagonista ma in particolar modo dai personaggi di contorno. Il film si rivela per la biografia del regista decisamente autoreferenziale e a tratti prolisso. Non uno dei migliori Allen ma comunque più che sufficiente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR mariano  @  21/09/2009 11:35:03
   6½ / 10
Puntuale come un orologio svizzero, anche quest’ anno ecco il nuovo film di Woody, che deve soffrire davvero tanto a starsene con le mani in mano.
Peccato che alla quantità non sempre abbia corrisposto la qualità, specialmente nelle produzioni dell’ ultimo decennio.
Dopo aver ingoiato la trilogia tragica nelle fredde e altoborghesi lande britanniche, sorbita anche la Barcelona cartolinata, teatro turistico dei clichè più triti, ci si sente francamente rasserenati nel seguire una commedia di quelle alleniane vecchio stampo, con tanto di be – bop in sottofondo e la amata Manhattan di sempre. Come a dire, a ciascuno il suo.
Il linguaggio non è certamente nuovo, ma scattante e tutto sommato divertente (gustosi i dialoghi diretti con il pubblico, ma “Io e Annie” si fa una volta sola nella vita!). La narrazione si serve dei più classici espedienti della commedia di tutti i tempi (di Allen..vedi “Mariti e Mogli”, “Hanna e le sue sorelle”, “Anything Else”, e si potrebbe continuare…): coppie che scoppiano e si scambiano, con tanto di plurimo “matrimonio” finale, travestimenti e riconoscimenti, eventi imprevisti improvvisi e, ovviamente, al centro di tutto un uomo anziano, cinico, beffardo, intelligentissimo, che si ritrova con una ragazzina molto carina e molto più giovane, capace, nonostante (o proprio per?) la sua superficialità, di risvegliare in questa sorta di Diogene dei nostri tempi la volontà di vivere e d’ amare.
Basta che funzioni, sembra dirsi Woody, e in effetti la commedia funziona: né per originalità, né per particolare brillantezza, piuttosto per la solita ma godibilissima leggerezza vagamente romantica, l’ ironia filosofica, e la maestria strutturale che sarebbero rimasti attributi alleniani anche senza questa trentanovesima fatica.
È comunque ragionevole pensare che, dato il livello medio delle produzioni in circolazione, vedere il nuovo e carino filmetto targato Woody Allen sia una di quelle cose che fanno sentire di aver speso bene il proprio tempo, che rincuora, e che fa venir voglia di andare a rivedere – con un po’ di nostalgia – quei gran capolavori alleniani dei quali si sente ancora, in ogni caso, la mancanza.

TheCaptain90  @  20/09/2009 05:35:39
   6½ / 10
Film che scorre bene con alcune battute divertenti e che tocca diversi temi importanti. Purtroppo però sotto tutti e due gli aspetti non si avvicina ancora alle precedenti opere del regista.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  19/09/2009 11:30:02
   7½ / 10
Finalmente un film di Allen del nuovo corso che mi soddisfa pienamente.
E questo grazie a un personaggio geniale come Boris ricco di uno humor nero e tagliente. Ogni volta che apre bocca per una delle sue massime, in sala si ride parecchio.
Ma come dice l'ottima protagonista Evan Rachel Wood, "can che abbaia non morde", e dietro la dura scorza si nasconde un uomo pieno di paure e terrorizzato dalla vita "reale" e di non poter spiegare tutto attraverso la sua meccanica quantistica.
La casualità degli eventi, la scoperta del proprio io sono temi presenti anche in questo lavoro che lascia molti spunti di riflessione.
Veramente consigliato.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  19/09/2009 09:38:26
   6 / 10
Premetto: si ride e parecchio.

Woody Allen torna a girare nella sua New York dopo avere relizzato i suoi ultimi lavori in Europa e il film sembra sotto certi aspetti tornare ai primi fasti: scorre liscio come l'olio, Eva Rachel Wood è bella e brava (certamente molto meglio della Johanson) e Larry David un valido alter ego del grande regista.

Tuttavia: basta davvero "solo" ridere un pò ad un film di Woody Allen? Cosa rimane di questo film al termine della proiezione?

E' il caso di dirlo: Basta che funzioni?

Non eravamo forse abituati ben diversamente? Non si usciva con "qualcosa" dentro al termine di opere quali "Io e Annie", "Manhattan", "Bananas", "Crimini e misfatti"?

E non si rideva anche di più in quelle sue opere meno impegnate, ma venate di un maggiore black humor?

Qui si rimane ad un ibrido. Si ride senza mai calcare l'accelleratore e quando Woody per bocca dei suoi protagonisti tocca tematiche a lui care (Di0, Amore, Senso della vita) i dialoghi cadono subito nel dimenticatoio, non toccando mai vette come ad esempio un "Amore e guerra".

Insomma, gli ultimi lavori di Allen appaiono ben lontani dai fasti di un tempo, il disco è sempre lo stesso e il "basta che funzioni" (forse per una volta la traduzione è migliore del titolo originale) può divertire quell'oretta e mezza, ma nulla più.

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Ultima risposta 24/09/2009 21.28.16
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